Rieccoci… con nuove idee e
vecchie promesse. Dio, che
introduzione faiga, infatti scrivendo questo la sto
rovinando… oh, dannazione,
fermati… perché sto continuando a scrivere?!
Comunque, diciamo le cose come stanno: il tasto “D”
della tastiera di Yusaki non
fuziona. Io volevo dirlo, volevo che la corte sapesse.
Yusaki: ma quale corte?
Oz: Quella che mi processerà per crimini contro l’umanità per questa fanfiction.
Yusaki: tutto questo non ha senso… comunque, passiamo a qualche spiegazione.
Quella che leggerete è una
fanfiction interattiva… cioè, non
è che Oz viene lì a farvi l’accento
francese per imitare Francia. Diciamo che
vi sfidiamo a capire chi ha scritto cosa… infatti io e Oz
abbiamo scritto
ciascuna un pezzo a cui l’altra ha dato un seguito.
Questo perché ci annoiavamo. E io non avevo voglia di
continuare Star Wars.
Oz: quando io ve lo dico che è colpa sua...
Naturalmente abbiamo cercato di confondere le idee imitando l’una lo stile dell’altra… quindi, fate attenzione e… Buona lettura!
Bastoncini di zucchero
<<
HIIIIII G8!
Benvenuti a bordo del mio splendido pullman!! >>
Germania
si riprese di
soprassalto. Si era quasi addormentato, ma quell'esagitato di America
aveva
deciso di intervenire proprio in quel momento...
Per
essere chiari, l'americano
non aveva preso prima la parola perché era a sua volta
scivolato nel sonno;
come del resto era capitato a quasi tutti loro, per cui il suo
benvenuto
giungeva decisamente in ritardo.
Quella
mattina si erano
svegliati molto presto, molto presto, un'abitudine
che pareva
sconosciuta a tutti quanti e che li aveva lasciati un bel po'
intontiti...
nessuno degli 8 aveva evidentemente gradito l'improvviso scoppio della
voce
squillante di Alfred, tanto meno Germania sebbene per motivi diversi
dall'avere
sonno. Germania si svegliava sempre presto, con accanto Italia, di
solito...
Di solito...
Eppure
quella mattina non era
andata così, no... affatto. Era andato
tutto fuori dai piani e già
questo lo avrebbe innervosito...se poi si parlava di Italia...
Sentire
il sedile vuoto
accanto a sè lo deprimeva. Non era tanto una questione di presenza...
quanto
di... assenza. L’italiano era riuscito a dormire, lo
dimostrava fin troppo bene
il segno della tendina sulla sua guancia. Lo cercò con lo
sguardo e lo vide
assorto, a guardare il paesaggio fuori dal finestrino...
Quel paesaggio... è
davvero più interessante di
me?
Molto
spesso si lamentava con lui perché la sua voce era troppo
squillante o che
faceva un po' troppa confusione. Adesso, osservando il sedile vuoto
accanto a
lui... avrebbe pagato per sentirsi urlare nelle orecchie e ricevere il
più
dolce dei suoi sorrisi.
Ma il sedile accanto a lui era
vuoto...
E Italia non sorrideva...
<<
Germania-san, vuole
un sacchettino? >>
Giappone
gli si era
avvicinato, e la sua voce gentile l'aveva nuovamente distratto da quei
pensieri.
<<
Mi è sembrato che
avesse mal d'auto >> continuò Giappone,
offrendo il piccolo sacchetto.
<< Nel caso si sentisse male... >>
<<
Grazie >>,
disse solo Germania. << Non è... per il
pullman >>.
Kiku
parve esitare un attimo,
poi parlò ancora.
<<
Mi dispiace per
quello che è successo >> Germania si chiese se
Italia l'avesse raccontato
a Giappone o se quest'ultimo non si fosse semplicemente accorto che
qualcosa
non andava. << Italia-kun è molto triste
>>.
Dopodiché
se ne andò
piuttosto di fretta.
So che è triste,
pensò il tedesco. Era sempre triste quando Germania lo
sgridava, e quella volta
forse aveva esagerato... erano tutti così tesi per la
situazione economica che i
suoi nervi erano saltati molto in fretta.
E
ora si sentiva
tremendamente in colpa.
<<
Germania-san, non
vorrei intromettermi, ma dovrebbe fare qualcosa >>.
Germania
quasi sobbalzò: era
di nuovo Giappone che si era seduto dietro di lui e si sporgeva
rigidamente dal
suo sedile.
<<
A causa vostra c'è
un'atmosfera deprimente >> un borbottio nuovo, e Ludwig
si accorse che
anche Inghilterra gli si era avvicinato.
<<
Fatti perdonare,
mostragli il tuo amore! >> Francia lo fece davvero
sobbalzare, comparendo
da sotto il suo sedile.
Germania
era allibito. Ma lo
sapevano tutti?! D'accordo, doveva fare qualcosa, d'accordo!
<<
Se posso darti un
consiglio... io... che di uomini me
ne intendo... >> disse America, sedendosi accanto a lui.
<<
Infatti stai con
sopracciglia incolte... >> lo ammonì Francia
<< io starei zitto...
>>
Oh...
santo cielo. No, la
loro lite non sarebbe diventata un pretesto per l'ennesimo conflitto
internazionale. Per una volta non si preoccupò di apparire
cortese e si alzò
dal suo seggiolino, bofonchiando
qualcosa. Voleva rimanere solo. Aveva sempre amato i posti
vicino al
finestrino, perciò si appoggiò contro il vetro di
uno dei posti in fondo,
sperando di non essere disturbato.
Eppure sentiva gli altri schiamazzare e la sua pazienza
aveva un limite
a cui si stavano avvicinando pericolosamente. Sospirò.
Detestava avere affari
in sospeso, e che la cosa fosse di dominio pubblico. Osservò
il panorama. La
campagna scorreva veloce, lasciando poco spazio per osservarne appieno
ogni
sfumatura. Aveva trovato ridicolo non prendere l'autostrada, ma ora era
felice
di non essere stato ascoltato. Campi coltivati... un cielo cristallino,
in cui
le nuvole non erano che comparse. Uno spettacolo meraviglioso.
Sentì gli altri
schiamazzare non appena oltrepassarono un
vasto allevamento di bestiame. Per un attimo ebbe
l'impressione che una
mucca lo stesse guardando in malo modo. Ma probabilmente era una sua
stupida
impressione.
<<
Germania... >>
una vocina flebile quanto facilmente trascurabile lo fece voltare. Il
piccolo
Canada era in piedi accanto a lui e lo guardava; Germania non
poté fare a meno
di ricambiare quello sguardo. In fondo non gli aveva chiesto niente
quindi che
avrebbe dovuto dirgli?
<<
A me fanno passare
sempre il malumore... >> sorrise, porgendogli dei
bastoncini di zucchero
caramellati.
<<
Grazie... >>
in fondo era un gesto gentile, perciò prese un bastoncino e
lo portò alla
bocca.
Uno
sguardo ad Italia che
ancora era rannicchiato contro il finestrino.
Un
sospiro...
Perché Italia...
perché
non sei tu... a prenderti ancora una volta cura di me?
<<
Io pensavo che fossi
tu a prenderti cura di Italia, Germania... >> intervenne
Canada.
Il
tedesco lo guardò con
stupore: << Sai leggere nel pensiero? >>
domandò.
<<
No, sei tu che non
ti sei accorto che ero ancora qui e hai parlato ad alta voce...
>>
Dopo
che Canada se ne fu
andato Germania guardò il bastoncino di zucchero. E il
bastoncino di zucchero
guardò lui. Da quell'inquietante scambio di sguardi Germania
capì che non
voleva realmente un bastoncino di zucchero... non gli piacevano
neanche... ma
forse era un buon pretesto per parlare con Italia: poteva regalarlo a
lui!
Riciclare
regali è un ottimo
modo per fare pace, è risaputo.
Si
alzò piano, risistemandosi
i pantaloni e la divisa. Aspettò che il pullman superasse
una curva stretta, prima
di affiancarsi al sedile di Italia.
<<
Italia... >>
disse, cercando di apparire meno stupido di quanto non si sentisse lui
stesso.
L'italiano non gli rispose e iniziò a sconfortarsi. Era
davvero così
arrabbiato?
L'essere
lì, di fronte a lui,
l'essere ignorato visibilmente lo infastidiva e lo feriva...
Lo feriva davvero...
<<
Dieci dollari che
sono picche... >> dice America, tirando fuori dal proprio
portafoglio la
cifra scommessa.
<<
Io credo nel potere
dell'amore... venti che si mollano... >>
ribatté Francia, continuando ad
assistere alla scena.
<<
Meno male che credi
nel potere dell'amore... altrimenti ti vendevi pure tua nonna...
>>
replicò Inghilterra stizzito, cercando di mantenere un tono
di voce basso
<<
L'ho già venduta per
un paio di stivali scamosciati... >>
Prese
un profondo respiro per
imporsi di non commettere atti di violenza gratuita, mentre si portava
accanto
al giovane italiano. Un altro respiro e quelle parole che non gli aveva
mai
detto...
<<
Amo il modo in cui
mi svegli la mattina... amo il modo in cui ti aggrappi a me per ogni
sciocchezza... amo il suono della tua voce, e i tuoi sorrisi. Amo i
tuoi occhi,
il tocco caldo delle tue carezze, il modo in cui gemi il mio nome... e
mi
dispiace... di averti deluso, anche solo per un istante... puoi
perdonarmi
Italia? >> Si
sentì un'idiota. Si
sentì un ragazzino alle prese con la prima cotta e
cercò di evitare di
ascoltare i commenti, e i gridolini isterici dei suoi compagni di
viaggio che sì...
lo stavano ascoltando senza nessuna vergogna ad ammetterlo.
<<
Italia? >>
forse aveva esagerato... forse non doveva dire certe cose. Gli
accarezzò un
braccio, per voltarlo verso di lui, a scoprire l'espressione del suo
viso.
Forse aveva esagerato, forse l'aveva turbato... forse l'italiano non
era
pronto... forse...
Dormiva...
<<
KOL KOL KOL KOL KOL
KOL KOL... >>
La
risata di Russia risuonò
per tutto l'autobus.
<<
Che ti prende?
>> sibilò Inghilterra, a cui quel suono aveva
fatto venire i brividi
freddi.
<<
Odio quando la gente
dorme durante le dichiarazioni d'amore... >>
commentò il russo.
<<
Perché, ti è
personalmente successo? >> chiese Francia, ammiccando.
Italia
nel frattempo si era
svegliato. << Cos'è questo suono...?
>> domandò, assonnato.
<<
Niente, è Russia che
prende a rubinettate Francia >>, rispose Germania, con
tono molto
depresso.
<<
Oh... >> forse
Feliciano avrebbe aggiunto qualcos'altro, ma si era accorto di star
parlando
con Germania.
A
Ludwig si strinse il cuore
nel vedere l'italiano abbassare lo sguardo come un cucciolo bastonato.
Gli fece
male sapere quanto ancora Italia fosse scosso... e gli fece male anche
ricordarsi che era l'unico a non aver sentito un tubo della sua
dichiarazione.
<<
Italia... io...
>>
<<
No Germania... scusami
ma...voglio...rimanere solo... mi hai... ferito... >>
abbassò lo sguardo,
mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e una musica straziante di
violino
percorreva l'autobus.
Un
coro di “oooooooh” si
elevò dal gruppo di spettatori non graditi.
Germania
era scosso. La loro
lite era stata così violenta? Avevano davvero litigato in
modo irreversibile?
Non sapeva cosa dire, perciò non disse nulla. Si
alzò, mesto, appoggiandosi ai
sedili dell'autobus come un guerriero ferito. Era finita... in fondo,
riflettendoci quella era stata la peggiore delle loro litigate... se
solo ci
pensava ancora era adirato...
<<
Ma qualcuno ha
capito perché hanno litigato? >> chiese senza
contegno America, ricevendo
una rubinettata in testa da Russia << Ma ci stai zitto???
>> Si
voltò di 180 gradi per non far vedere che si era commosso
<< Non vedi che
soffre? >> additò a sua volta Germania, senza
alcun pudore...
<<
Io non ve lo vorrei
far notare così, ma Russia-san sta abbattendo tutto il G8 a
forza di
rubinettate >>, commentò Giappone, parando il
successivo colpo del russo
con una qualche mossa ninja.
Germania
non sapeva più cosa
fare...
<<
Prova a regalargli
dei biscotti >> suggerì Inghilterra, a voce
piuttosto alta. << No
ho alcuni fatti da me se per caso ti occorressero... >>
<<
Inghilterra >>
disse Germania, << Sono arrabbiato con Italia, ma non
tanto da volerlo
uccidere... >>
Inghilterra
si ritrasse sul
proprio sedile, a piangere. Tuttavia in qualche modo quel consiglio era
stato
utile a Germania, perché gli aveva ricordato del bastoncino
di zucchero che
ancora teneva con sé...
Dopotutto
Italia era sempre
stato sensibile al cibo, valeva la pena tentare.
Si
affiancò di nuovo a quel
sedile, lo sguardo delle potenti nazioni fisso e concentrato su di lui.
Tranne
quello di America, che
sembrava quello di un pesce lesso. Probabilmente Russia aveva colpito
il
sistema nervoso centrale. Prese il bastoncino di zucchero dalla tasca e
lo
porse all'italiano. L'italiano sporse la mano ad accarezzare la punta
dura del
bastoncino.
(Chi
sta pensando male alzi
la mano)
<<
Doitsu... >>
<<
Italia... >>
<<
Doitsu... >>
<<
Oh Italia...
>> il tedesco era commosso nel sentirgli pronunciare il
suo nome in quel
modo.
<<
Germania... io sono
diabetico... >> Il pullman tacque. Nel senso che si
fermò di colpo, con
un'inchiodata. Non era possibile. Germania non poteva avere
così tanta sfiga!!!
Un
silenzio glaciale cadde
tra loro. Germania, ancora a metà di quel gesto, era rimasto
ghiacciato. Non
era possibile...
Non
voleva sentire niente...
Non
ce ne era bisogno...
Niente...
voleva andarsene
con quel poco di dignità che gli rimaneva...
<<
EPIC FAIL!!!
>> gridò America, riprendendosi dalla paresi
temporanea donategli da
Russia.
<<
Ma non lo sapeva?
>> sussurrò imbarazzato Francia
<< Poveraccio...rivelare così di
non conoscerlo poi così bene... >>
No...
neanche quello gli era
concesso...
In
fondo... se lo meritava...
<<
Me lo merito...
>> Germania non riusciva più a guardare
Italia, e Italia non riusciva più
a guardare Germania. L'aria era talmente tesa che il bastoncino di
zucchero
scelse il suicidio e si spezzò di colpo in due, da solo.
<<
MA INSOMMA! >>
alla fine Inghilterra, che si era ripreso, perse la pazienza,
<< SI PUÒ
SAPERE PERCHÈ DIAMINE AVETE LITIGATO?!?! >>
<<
Perché... perché...
>> Germania, abbassò lo sguardo, ritirandolo
su,in un gesto teatrale
<< perché io gli ho detto che la pasta che
prepara è insipida... >>
Rimasero
tutti in silenzio.
Italia scoppiò di nuovo a piangere.
<<
Ma allora sei
deficiente!!! >> gridò Francia
<<
Che dovevo fare?
Dovevo mentirgli???!!! >> disse tra le lacrime, Germania
Francia
espresse teatralmente
quanto la cosa fosse ovvia << Si mente sempre in amore...
Germania
>>
Quanto
romanticismo, quanto
pathos, quante belle parole...
Eh
sì.. quella gita era stata
proprio utile... sì, senza dubbio...
A
cosa non ci è ancora molto
chiaro...