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Quante cose possono cambiare in settecentotrenta giorni?





Due anni fa …



Erano l’una accanto all’altro, con le mani diffidenti dallo sfiorarsi.


Il rossore sulle guance.


Ed il palpitare del cuore accelerato.


Pieni gli occhi di sogni l’uno dell’altro.


Vergognosi.


Persi nei silenzi dei loro sguardi.


Non era necessario che parlassero, perché si capissero.



Un anno fa …



Ridevano tra loro, facendosi attenzione a non sfiorarsi troppo.


Erano rimasti scottati dall’ultima volta.


Forse era meglio per loro se non si fossero riavvicinanti?


Non lo sapevano.


Ma non potevano farne a meno.


Esageravano i contatti l’una con l’altro.


Esageravano le situazioni.


Si imbeccavano tra loro.


Senza mai guardarsi e parlarsi veramente.


Ma non c’erano più complici silenzi.


C’erano solo buchi riempiti a forza, con fiumi di parole.


Era rimasto poco di quel dolce sentimento



Ora …



Possono anche essere l’uno accanto all’altra.


Imbeccarsi senza problemi.


Perdersi nel silenzio.


Scambiarsi sguardi complici.


Ed anche le loro dita sfiorarsi accidentalmente.


Perché quel che c’era, ora non c’è.


Addormentandosi la sera, il volto dell’una o dell’altro non sarebbe stato l’ultimo.


Ne il primo la mattina dopo.


Ormai non erano più gli stessi.


Non avevano più silenzi in cui crogiolarsi.


Sorrisi da scambiarsi.


Desideri da realizzare.


Una volta avrebbero desiderato di sfiorarsi delicatamente.


Di stringersi amorevolmente.


Una volta, due anni prima.


Ora erano solo due estranei che si conoscevano.










Bene, se una mia amica dov’esse scoprire che mi sono ispirata ad una sua situazione simile alla sua, penso mi ammazzerebbe.
Ma come si dice? Occhio non vede, cuore non duole, no?
Spero che questo schifo letterario vi piaccia.
Baci baci
EsL