«Ohi, perché continui a seguirmi?»
Marceline, esasperata, alzò gli occhi al cielo, digrignando convulsamente i denti aguzzi mentre, con passo elegante e cadenzato, se ne andava tranquilla per la sua strada.
Tranquilla...
Certo, lo sarebbe stata se quel guastafeste di Marshall non avesse preso la decisione di darle sui nervi anche quel giorno.
«Non ti sto seguendo.» le rispose lui, svolazzandole attorno con quel solito, dannato sorrisetto divertito stampato in volto.
C'era in lui qualcosa di familiare quando la importunava, un non si sapeva che cosa di simile a quando era lei, desiderosa di farsi quattro risate alle spalle di qualcuno, a dare fastidio in almeno mille modi diversi a quel povero santo di Finn.
La cosa, inutile dirlo, non le andava molto a genio.
Marceline era quella che faceva i dispetti, non certo colei che li subiva!
«Sì che lo stai facendo!» sbottò, fermandosi in una radura incantata (una delle miriadi di radure incantate del regno di Ooo).
La luna era alta nel cielo, quella notte, piena e bellissima come solo lei poteva essere. Dava la giusta luce alle cose, illuminando di quel bagliore chiaro ogni cosa.
Eh sì, era decisamente una buona serata per uscire, per un vampiro.
Figuriamoci per due.
«Ah-ah.» Marshall alzò le braccia, scuotendo il capo, come a volersi discolpare «Io sono venuto qui per puro caso...poi ti ho visto e ti sono venuto dietro.»
«...questo È seguire.»
«No.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
«La strada non è mica tua.»
Marceline corrugò la fronte. «E questo che cosa c'entra?!»
«Niente. Mi diverto a confonderti.»
Vedendolo ridere così sfrontatamente, quella che si autoproclamava Regina dei Vampiri, non ci vide più dalla rabbia e, con le mani strette in due pugni, urlò:
«Sei insopportabile!»
«E tu chiassosa.»
«Io non sono chiassosa, sei tu che mi mandi in bestia!»
«Ma se sono un angioletto!»
«Tu sei stupido, ecco cosa sei.»
«È il migliore insulto che mi sai dire?»
«Idiota.»
«Scarsina.»
«Pallone gonfiato.»
«Regina dei vampiri falliti.»
«Ottuso caprone.»
«Ti amo.»
«Vampiro dei mi-Aspetta, cosa?»
Sgranò gli occhi, Marceline, posando lo sguardo su una persona che, esattamente come lei, si sentiva ora spaesata e confusa. Leggeva la stessa perplessità nello sguardo di Marshall il quale, neanche a farlo apposta, dovette fare i conti con un improvviso rossore.
Ma che accidenti aveva detto?!
«Ehm, volevo dire... Marcina.»
«Marcina...? Marcina a me?!»
Anche lei divenne rossa, sia per l'ira sia perché, ovviamente, le sue orecchie avevano ben compreso cosa fosse uscito dalle labbra sottili e perfette del vampiro che le stava dinanzi.
«Taci... M-Marshmellow!»
Detto questo, girò i tacchi e riprese a camminare, spedita come non mai, le guance che di solito erano tanto pallide ora tinte di un rossore così intenso da far invidia a quello che avrebbe potuto avere un essere vivente. Il cuore poi, ah, le batteva fortissimo! Era fin troppo emozionata!
«Marshmellow...?»
La sua voce, per quanto non lo avrebbe mai potuto ammettere, le donò un'immensa felicità.
«E sta zitto...»
Quando lui rise di gusto, le gote ancora un poco arrossate, anche Marceline, dopo poco, si unì alla sua risata.
 

Era davvero una bella nottata, quella.