Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |       
Autore: Asuka Kazama    28/09/2011    1 recensioni
Andare d'amore e d'accordo non è sempre possibile, soprattutto quando ti ritrovi a vivere con un ragazzino presuntuoso che non ha alcun rispetto per gli altri... Riza ne sa qualcosa, perché nel momento in cui Roy entrerà a far parte della sua vita, tutto cambierà drasticamente. Tutte le certezze, la gioia di quegli anni si sgretolano in un istante e la convivenza diventa una vera impresa. Fra piccoli gesti e una grande avventura, i due impareranno ad aprirsi di più all'altro e stringere un legame indissolubile, quale l'amicizia. Un'avventura mozzafiato verso il futuro che li aspetta...
Genere: Fluff, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 1
L'ARRIVO DEL CICLONE

 

Fin da bambina la piccola Riza Hawkeye aveva imparato cos’era la disciplina, la precisione, la perfezione.
Sua madre morì subito dopo il parto e suo padre decise di chiamarla Riza, proprio come avrebbe voluto sua moglie. La donna, infatti, desiderava avere una bambina e chiamarla Riza, un nome soffice come un bocciolo di rosa ma forte come un’onda del mare. 
Scosso da quella morte, accusava sua figlia seppur inconsciamente della morte della madre, tramutando il suo carattere solare in uno taciturno e perennemente arrabbiato con il mondo. Si ritrovava solo con una bambina da crescere, senza alcun esperienza e tante complicazioni che comportava crescere una femmina. 
Avrebbe preferito molto un maschietto. Gli avrebbe insegnato l’alchimia, lo avrebbe aiutato nei lavori manuali cose che una femmina non poteva fare a causa del suo fisico fragile e la discendenza sarebbe stata interrotta. Nonostante ciò volle molto bene a sua figlia, anche se non lo dimostrava, e temendo per il suo futuro le insegnò a essere una donna forte e determinata.
Crescere senza una madre fu molto difficile per la piccola Riza; cresceva senza l’affetto materno con un padre che si preoccupava di lei, dimostrandolo in modo sbagliato, costringendola a studiare per ore e ore sui libri per approfondire, desideroso di darle una buona educazione così da poterla maritare ad un uomo facoltoso ma buono, che si sarebbe preso cura della figlia, donandole l’amore che lui non aveva saputo manifestargli.
Gli anni proseguivano lenti e montoni seppur tranquilli finché prepotentemente nella sua vita non passò un ciclone che distrusse la tranquillità di quegli anni. 
Un ragazzino presuntuoso, determinato, egoista, superbo, tal volta taciturno. Capelli e occhi neri come la notte un perenne ghigno arrogante sul volto e corrispondeva al nome di Roy Mustang. 
Si era presentato sulla soglia della porta supplicando al signor Hawkeye di prenderlo con sé come allievo, di insegnargli l’alchimia restando ad aspettare fuori dalla porta di quella casa per tre giorni e tre notti finché il maestro colpito dalla sua determinazione non lo prese con sé. Roy incarnava perfettamente il figlio che avrebbe voluto, ma che non aveva mai avuto. 
Fin dal primo momento provò una forte antipatia per quel ragazzo che come un uragano aveva spazzato via ogni cosa, guadagnandosi facilmente l’affetto di suo padre. 
Vedere suo padre lodare il suo pupillo le straziava il cuore così andava spesso a far visita alla sua madre defunta che non aveva mai conosciuta, raccontandogli le sue giornate, certa che lei l’avrebbe capita e di tanto in tanto aspettando persino una sua risposta, un consiglio; si concentrava sugli studi diventando una perfetta ragazza, dedita alla scuola e alla cura della casa cercando di ricevere l’apprezzamento del padre e sentirsi dire almeno per una volta: Bel lavoro Riza invece di: Perché non prendi esempio da Roy?
Al ché il ragazzo le regalava un sorriso sghembo e di superiorità, pavoneggiandosi delle sue doti. 
A causa di ciò trascurava il suo lato femminile, dimostrandosi ben presto un maschiaccio facendo spesso a botte con i bambini che la prendevano in giro e tra questi c’era anche lui, Roy. 
Gli anni passarono, Riza maturava, diventava più forte e la situazione non cambiava; i pregiudizi sono facili da creare ma difficili da distruggere. Ogni volta che le sue amiche riuscivano a convincerla e indossava la gonna, puntualmente veniva presa in giro perché secondo questi, indossava la gonna per “giocare alla ragazza” quando invece di femminile non aveva proprio un bel niente. Quale ragazza era abbastanza forte da vincere a braccio di ferro contro un ragazzo? A partecipare a giochi violenti come la guerra senza temere di farsi male o sporcarsi il vestito? Quale ragazza era capace di combattere e sconfiggere un ragazzo con facilità? Nessuna, se non un maschiaccio. 
Roy invece restava il solito ragazzo immaturo e crescendo diventava sempre più indisponente e impertinente. 
Se Riza non era popolare e la sua vita sociale era pari a zero, lui era il suo opposto. Popolarissimo, specie fra le ragazze che lo guardavano con occhi sognanti sperando di conquistarlo, riusciva ad avere tutto ciò che voleva con un pizzico di furbizia, ricorrendo al suo incredibile charme e… alla sua arma segreta disgustosa: il leccapiedi. 
Riza lo trovava una cosa di cui vergognarsi non di cui vantarsi come invece faceva il suo coinquilino; le piaceva conquistare le cose con la sua sola forza e non con stupidi trucchetti e falsi complimenti. 
Con la pubertà le ragazze iniziarono a ingelosirsi e a vedere la piccola Riza come una nemica. Lei che aveva la possibilità di vivere con Roy, di stare a stretto contatto… Così si ritrovò sola e la sua unica compagnia fu quella del suo sgradevole coinquilino, il quale non aveva perso il vizio di prenderla in giro. 
Anche se non voleva ammetterlo, data la convivenza forzata i due avevano legato al punto da diventare per lei, qualcosa più simile e vicina ad un amico. 
Riza si esercitava come al solito quando fu bruscamente interrotta da un aereoplanino di carta che la colpì alla nuca deconcentrandola. 
Strinse forte i pugni e cercò di restare calma. Avevano 16 anni eppure lui si comportava come un bambino di 5. 
-Cosa vuoi Mustang?- le chiese seccata. 
-Nulla, mi annoiavo. Ti va di fare qualcosa insieme?- 
-Tsk! Non devi studiare l’alchimia?- 
-No, oggi no. Tuo padre è uscito con alcuni amici e ha rimandato le lezioni di oggi a domani. Allora Riz, ti va di uscire? Magari possiamo andare al cinema o…- 
Lei lo interruppe bruscamente. -Non chiamarmi Riz! Quante volte dovrò ripetertelo Mustang? Non ne hai alcun diritto!- 
Lui sbuffò. Ogni volta che provava ad avvicinarla l’epilogo non cambiava mai. -Potresti anche chiamarmi Roy se vuoi. A differenza tua io non mi arrabbio se qualcuno mi chiama per nome o mi dà un nomignolo-, ribatté lui ritrovando il suo buonumore e il sorrisetto beffardo che tanto Riza odiava. Nella sua voce si avvertiva una leggera nota di malizia. 
Per un attimo sgranò gli occhi poi lo fulminò con lo sguardo. -Cos’è quell’irritante vocina eh, Mustang? Se credi che io sia una di quelle ochette svampite che non aspettano altro che un tuo invito, beh ti sbagli di grosso!- 
-No, non hai capito!- disse lui cercando di correre ai ripari. –Non è un appuntamento è solo un’uscita fra amici. Io mi annoio, tu ti annoi…- 
-E chi ti ha detto che io mi annoio? Io stavo benissimo da sola finché non sei arrivato tu a disturbarmi!- 
-Riza perché devi sempre comportarti così?- 
-E tu perché devi sempre trattarmi come una stupida?!-, gli gridò contro con le lacrime che le pungevano gli occhi. 
-Ma… io non ti tratto come una stupida…- mormorò lui incredulo e confuso. 
-Sì invece! Chiedi a qualcun'altra di uscire! Magari a una di quelle che ti sbava dietro aspettando con ansia che tu ti tolga la maglietta! Ecco! Chiedi a loro di uscire ma non a me!- 
-Guarda che se ti comporti così, non ti vorrà nessun ragazzo!- la canzonò lui divertito. 
-Come mi comporto non è affar tuo! Meglio sola che mal accompagnata! Preferisco restare sola per tutta la vita come un cane piuttosto che avere un ragazzo stupido ed egocentrico come te!- 
Per un attimo si zittì. Quelle parole lo avevano colpito dritto al suo orgoglio. –Zitta stupida!- replicò lui non sapendo cos’altro dire. 
-Stupido sarai tu! Brutto idiota!- 
-Sei solo un maschiaccio violento senza un minino di sex appeal! Rimarrai sola con i tuoi 47 gatti mentre io mi sposerò con la mia bellissima mogliettina e avrò dei figli e tantissimi amici! Questo solo perché non sai tenere a freno la lingua e le mani! Quando ti vedono arrivare tutti i ragazzi fuggono! Non hai nulla di femminile! Tu non sei una femmina!-  
Roy incredulo e confuso si massaggiò la guancia dolorante. Riza gli aveva tirato uno schiaffo. Non era mai successo che una ragazza lo schiaffeggiasse. La biondina era di fronte a lui che piangeva, infuriata. –Sei solo uno stupido! Non capisci nulla!! E se proprio vuoi saperlo un ragazzo mi ha invitato ad uscire!- 
Ma prima che Roy potesse dire altro la ragazza fuggì via. 
Lui rimase lì, la mano sulla guancia dolorante a osservare la figura di quella biondina allontanarsi via piangendo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Asuka Kazama