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Autore: Layla    28/09/2011    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come se la caverebbe Tom Kaulitz in una vita da fantasma?
"La sua camera era in disordine, sembrava ci fosse passato un uragano, cosa diavolo stava succedendo?
Lo urlò a pieni polmoni dopo avere sistemato tutto, aspettandosi assurdamente una risposta e la cosa ancora più incredibile fu che la ricevette.
“Ho deciso di dare un tocco personale alla tua camera, Rebecca!”
“Chi cazzo sei?”
“Non ha importanza!”
“Si Che ne ha! Sei una cazzo di allucinazione che mi rende la vita impossibile, abbi almeno la decenza di farti vedere! Voglio vedere chi diavolo mi sta facendo impazzire!”
Era ansante, con suo immenso disappunto la voce ridacchiò poi qualcosa iniziò a prendere forma nella camera, delle sembianze umane iniziarono a farsi visibili e sempre più riconoscibili.
Per la seconda volta si ritrovò ad urlare nella stanza apparentemente vuota."
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11)  Tutto in famiglia.

 

Rebecca non era mai stata una persona particolarmente paurosa, provava quel sentimento come tutti, tuttavia aveva presto imparato a nasconderlo dietro la maschera della dura.
Era quello il motivo per cui si cacciava spesso nei guai o era considerata un’indisciplinata a scuola, lei sapeva lottare.
Sapeva difendere ciò che le era caro a ogni costo, non le sarebbe importato molto di rischiare la vita per questo.
Eppure in quella radura tremava, mentre Tamara avanzava verso di lei con uno sguardo duro, tremava, senza però accennare ad abbassare gli occhi.
Lei aveva scelto di che morte morire, lei l’avrebbe accettato.
Il ragazzo accanto a lei invece era immobile, sembrava dimenticarsi persino di respirare.
“Cos’è?”
Un vampiro.
Lei ha ridotto Tom così e ora vuole me perché io rappresento un ibrido dal sangue prezioso, ti avevo avvisato che era pericoloso rimanere!”
“Perché l’hai sfidata allora?”
“Perché non voglio che Tom muoia, semplice no?”
“Invidio la tua forza.”
“è solo incoscienza!”
“Ti do ragione Sartori, ma ora chiuderemo i conti!” Esclamò Tamara.
La vampira si lanciò su di loro, la ragazzina si concentrò, pregò di riuscire a ripetere ciò che aveva fatto un mese prima e ci riuscì.
I piedi della rossa si staccarono dal suolo e lei volò via dolcemente, ma il colpo non era forte come quello dell’altra volta. Atterrò non troppo lontano con un tonfo che sembrò far riprendere il biondo dal suo coma personale e farlo scattare verso la rossa a terra, lei lo afferrò per la maglietta, lui si divincolò e la ebbe vinta.
Gustav tentò di colpirla, Tamara non gli permise nemmeno di avvicinarsi, lo scagliò via senza problemi.
Il suo sguardo era dorato e determinato, voleva davvero chiudere la partita, per sempre.
Voleva lei.
-Lotterò, non ti lascerò fare quello che vuoi!-
Provò un secondo colpo, ancora  più debole, che andò a segno.
-Il terzo non funzionerà!-
 Rebecca corse via, era certa che non avrebbe attaccato il biondo, era lei il suo obbiettivo.
Si frugò le tasche mentre correva verso una salvezza impossibile, in tasca trovò un coltellino multiuso, meglio che niente.
-Mi ucciderà, ma non posso permetterglielo.
Non posso!-
Sentì dei passi dietro di lei, aumentò disperatamente l’andatura, fino a quando un colpo la fece volare via.
Si era staccata dal suolo, lottò per cadere nella maniere corretta, in modo da non farsi troppo male, anche se sapeva che sarebbe stato inutile.
Erano vicine all’epilogo.
-Ma devo lottare, devo!-
Cadde, l’impatto con il suolo le provocò un gemito di dolore, la vista le si annebbiò per un attimo, lottò per farla tornare a fuoco.
La vampira era troppo vicina a lei per pensare di scappare, così si tirò in piedi e strinse una mano attorno al coltellino.
La rossa entrò nel suo campo visivo ghignando.
“Cosa credi di fare?
Non puoi sfuggirmi!”
Provò il terzo colpo, la fece allontanare di qualche metro, poi tirò fuori l’arma.
All’improvviso il tempo rallentò, le voci del bosco tacquero, non c’era nessuna radura a far sentire la sua voce, era sola contro la vampira.
Pregò di sopravvivere, voleva battibeccare ancora con il fantasma, voleva almeno salutarlo un’ultima volta.
Le lacrime minacciavano di scendere, ma lei strinse gli occhi, non le avrebbe dato la soddisfazione di piangere!

“Sai chi mi ricordi?”
Il silenzio seguì la domanda di Tamara, c’era solo il battito impazzito del cuore di Becky.
“Mi ricordi Marianne, mia sorella …

….Tua madre….
Si, Rebecca, sono tua zia…
Non l’avevo intuito prima perché è da quando io e Mary abbiamo rotto, per il fatto che io seguo la Sete e lei no, che non ci siamo più sentite.
E così la mia adorabile sorellina e il suo umano hanno fatto una figlia….
Peccato che la perderanno!”
Sua zia…
Tamara era sua zia, ecco perché si somigliavano a quel modo!
Si scagliò lo stesso contro di lei, nonostante la testa e il cuore in tumulto.
[“Mami, ma tu hai una sorella?”
La madre impallidì vistosamente.
“No, tesoro, mi dispiace!”]
Non riuscì a colpirla, la rossa rise.
L’attacco della vampira fu distruttivo, Rebecca perse i sensi, la fine era arrivata.

 

Annabelle urlò.
La testa le stava esplodendo, un ricordo premeva per uscire,tuttaviaqualcosa glielo impediva,era sotto incantesimo.
“VOGLIO RICORDARE CAZZO!”
L’urlo le diede la forza di spezzare quelle catene psichiche, quello che l’aveva tormentata lungo tutto  quel mese emerse in tutta la sua chiarezza devastante.
Tamara era colpevole del tentato annegamento di Beck.
Tamara seguiva la Sete.
Tamara era una traditrice.
Le lacrime solcavano il suo viso, era stata fregata.
Era una sensazione orribile a cui non aveva tempo per pensare, Rebecca era in pericolo lo sentiva.
Si fiondò fuori dalla stanza che divideva con lei per incontrare una Namita fuori dai gangheri, un ignoto ragazzo dai capelli piastati e un Tom notevolmente agitato.
“Beck è in pericolo!”
“Ja muoviti, se le succede qualcosa io…”
Tom non finì la frase ma la minaccia risultò chiara comunque.
Corsero verso quel bosco con il cuore in gola, sperando che non fosse troppo tardi.
-Tamara se le hai fatto qualcosa ti uccido! Lo giuro-
Namita era pallidissima, il piastrato sembrava non essere in grado di parlare, il fantasma imprecava di continuo.
Gli alberi mormoravano al loro passaggio, tuttavia non provarono a respingerli, sembravano intuire la gravità della situazione.
“Vai a destra, Hello kitty!”
Eseguì.
“Ora a sinistra!”
“Quanto manca?”
La voce ansiosa della sciamana si levò isterica, avrebbe dovuto scusarsi con lei se fossero usciti vivi da quella storia.
Lei e il suo accidenti di orgoglio!
E ora quanto cavolo era lontano quella radura?
Percorsero ancora qualche metro, poi il bosco si allargò in una radura, che però risultò essere deserta.
“Namita! Concentrati!
Dove cavolo sono andate?”Berciò Tom al limite dell’isteria.
L’indiana annuì, chiuse gli occhi e si concentrò, cadendo in una sorta di trance,era impressionante vederla all’opera.
Il ragazzo corporeo era quasi sul punto di svenire, la rasta sembrava stesse parlando con la natura stessa.
“Cazzo Georg! Se svieni ti lascio qui, Cristo!”Berciò di nuovo Tom
Namita aprì gli occhi.
“Di là!”
Indicò un punto alla loro sinistra, lei fu la prima a scattare, voleva farla pagare a Tamy e voleva salvare l’amica Sangue Misto, i due desideri erano intrecciati nel suo cuore.
Finalmente le vide, Tamara stava tracciando dei segni intorno a Rebecca.
Quello fece scattare qualcosa dentro di lei, la fece reagire.
L’attaccò a sorpresa, la sua ex guida non reagì nemmeno visto che non si aspettava quell’azione.
Le voci degli altri le giunsero attutite, percepì Tom che si spostava e  Namita che urlava.
“è pericoloso entrare lì!”
“Non me ne fotte un cazzo!”Lo sentì rispondere.
Con la coda dell’occhio lo vide trasportare la ragazza svenuta lontano da loro.
-Bravo Spirito!-
La vampira rossa si alzò, lisciandosi la gonna che indossava.
“Siamo alla resa dei conti, Belle…Pronta?”
“Si, non avrò pietà di te Tami!”
Si misero in posizione per lottare, stavano rompendo la loro amicizia, ma ad Annabelle Philips non importava un fico secco. Non era stata lei che aveva detto un sacco di bugie a Tamara, non era stata lei ad averla illusa, era accaduto il contrario e ora era Rebecca quella che rischiava di pagare per  il suo non volere vedere  le cose com’erano effettivamente.
Non se lo sarebbe perdonato ne avrebbe perdonato la vampira.
La bionda scattò per prima, ma Tamara la scartò, saltandola, per finire dietro di lei.
Tentò di immobilizzarla, ma la bionda si aspettava quella mossa, così la evitò.
Iniziarono una serie rapida di scariche di pugni, domani avrebbe avuto dei lividi, pochi rispetto a quelli che sentiva le si stavano formando nell’anima.
-Potrò mai fidarmi ancora di qualcuno?-
La scagliò via con un colpo più forte degli altri, Tamara si alzò in volo.
Becky si era svegliata?
Non lo sapeva né aveva tempo per controllare, raggiunse l’ex amica e l’agguantò per  sistemarla.
Tamara si lasciò picchiare ridendo, poi ribaltò la situazione, ora era lei ad essere in vantaggio.
Non seppe mai cosa diavolo le permise di salvarsi dalla morsa d’acciaio della rossa, forse solo fortuna, forse la tracotanza  della sua nemica.
Non importava, quello la fece uscire da quella situazione e la fece lanciare su di lei in un  attacco risolutivo.
La afferrò per il collo, non si fermò finche non sentì il rumore dell' osso spezzato.
Era finita.
Scoppiò a piangere sopra quel corpo senza vita.
Era finita.
Perché non era felice?

 

Tom aveva paura.
Dopo molto tempo provava quel sentimento di nuovo, non temeva per sè stesso, ma per Rebecca.
Temeva di non arrivare in tempo.
Temeva che fosse morta.
Sospirò quando la vide salva, mentre Hello Kitty correva verso la vampira svolazzò verso di lei, fregandosene delle urla dell’indiana.
La trasportò lontana e la scosse.
“Ehi Beck ci sei?”
Lei mugugnò qualcosa, ma non aprì gli occhi, sembrava come assente.
Deglutì spaventato.
“Namita, perché non si sveglia?”
La ragazza non gli rispose, troppo presa a guardare la lotta tra le due vampire.
“NAMITAAAAAAAAA!”
La sciamana si voltò.
“Perché non si sveglia?”
“è in stato di shock, ci vorrà un po’.”
“Come va la lotta?”
“Al momento sta vincendo Tamara.”
“Merda!”
Tornò ad occuparsi di Rebecca.
“Dai rompiscatole svegliati! Sono in ansia!”
Era vero, desiderava solo che riaprisse gli occhi per poterla riabbracciare.
All’improvviso sentì qualcuno incamminarsi verso di loro, era Belle.
“Tamara è morta?”bisbigliò Namita.
La bionda la sentì e annuì, sembrava distrutta, poteva capirla, non era facile accettare ch una persona che per te contava ti avesse tradito così.
Sulla radura calò il silenzio, ma fu una tregua temporanea.
Poco dopo arrivò uno stordito Gustav, che si reggeva dolorante la testa, poi Namita prese a oscillare come in preda alle convulsioni, tutti erano stupiti, Georg addirittura era verde.
“Che ha?”chiese il biondo che non sembrava ancora essersi ripreso dall’avventura.
“Non lo so!”rispose isterica Belle.
Assistevano attoniti a quello spettacolo, senza sapere cosa fare, finché non finì, l’indiana rovesciò gli occhi e se Georg non si fosse lanciato a prenderla sarebbe rovinata a terra, come un  burattino a cui avessero tagliato i fili.
Era pallida come un cencio, ci vollero diversi minuti in cui Gustav dette indicazioni di primo soccorso per farla tornare in sé.
Quando aprì gli occhi era debole e aveva una voce leggermente ansante.
“So come rimandarti nel tuo corpo senza renderti vampiro, ma mi serve un po’ del sangue di Beck.”
Lui la guardò.
“Quanto sangue, Jones?”
“Poco, non morirà….”
“Sei sicura?”
“Io…si!”
“Cosa ti è successo prima?”
“Uno spirito mi ha suggerito il modo di farti tornare nel tuo corpo, però voglio sapere se tu sei d’accordo o meno Tom.”
Il fantasma annuì.
“Voglio salutare Rebecca. Da solo.”
Si allontanarono tutti perplessi, Hagen provò anche ad alzare una timida protesta, ma un’occhiata gelida della presenza lo fece desistere.
Finalmente era da solo con lei, che provvidenzialmente aprì gli occhi e sorrise vedendolo.
“Ehi! Sei vivo!”
“Si…Grazie Beck….io non so come avrei fatto senza di te.”
Lei sorrise ancora di più.
“Sono così contenta di vederti!
Puoi farmi un favore?”
Lui annuì.
Quello che vuoi.”
“Renditi solido.”
Lui eseguì, lei lo stritolo in abbraccio sentito che lui ricambiò.
“Credevo di non rivederti mai più!”
“Anch’io…Avevo paura che non ti saresti mai più svegliata!”
Rimasero per un po’ così.
“Becky devo dirti una cosa….”
Lei mugugnò.
“Namita ha trovato un modo per farmi tornare nel mio corpo senza essere un vampiro…
Con un po’ del tuo sangue.”
“è un addio?”
“Si.”
Le alzò il volto prendendolo tra il pollice e l’indice.
“Mi mancherai.”
“Anche tu…Ti auguro una bella vita.
“Anch’io…spero di rivederti.”
“Lo sai che è impossibile.”
“Allora voglio salutarti a modo mio.”
Le diede un bacio leggero a fior di labbra, il massimo che potesse permettersi in quello stato.
“Non ti dimenticare di me.”
Lei non rispose, poco dopo arrivò il resto del gruppo.
Quel che successe dopo fu confuso, Namita iniziò a tracciare segni per terra con quello che Tamara aveva lasciato indietro dal suo rito.
Poi lui fu costretto ad entrare nel cerchio magico, mentre Namita con un coltello, probabilmente rubato ancora a Tamara faceva un taglio sulla mano di Rebecca per avere del sangue.
Ottenuto quello Gustav le medicò la mano, Namita tracciò altri segni pronunciando strane formule in una lingua incomprensibile.
Mano a mano che lei continuava sentiva di diventare meno corporeo, quando lei tacque si senti svanire con un orribile sensazione di risucchio ad accompagnarlo.
L’ultima cosa che vide furono gli occhi tristi di Rebecca, poi ci fu un viaggio stranissimo, era sopra il bosco e contemporaneamente dentro.
Si sentiva trascinare indietro verso un punto ben definito, verso qualcuno che conosceva.
La campagna scorreva placida sotto di lui, fino ad arrivare sopra un ospedale immerso nel verde affacciato su di un lago.
Attraversò anche la pareti di quella struttura, fino a che vide il suo corpo steso su di un letto, era pieno di tubicini e c’era Bill seduto accanto a lui.
Chiuse gli occhi, era di nuovo dentro sè stesso, dopo quasi un anno di assenza, provò a muoversi, ad alzare gli occhi, ma era difficile.
Dopo molti tentativi finalmente ce la fece e  poté finalmente rivedere il suo gemello.
Bill urlò, i medici accorsero.
Venne sottoposto a visite, qualcuno bisbigliò sotto voce la  parola “miracolo”, lui sorrise, non potevano sapere come avessero indovinato la definizione.
Era felice di rivederli tutti, ma gli mancava qualcuno, una presenza dispettosa dai capelli rossi.
L’avrebbe vista ancora?
Non lo sapeva, ma sperava di si, non voleva che quei mesi rimanessero in una dimensione sospesa, come se fossero un sogno.
Forse era destino che andasse così, durante il trambusto in ospedale le parve di vederla solo una volta.
Era un’allucinazione?
Forse, in ogni caso faceva davvero male.

Era una fine che seppur desiderata, rimaneva amara.

Angolo di Layla.

Siamo arrivati al penultimo capitolo e come vedete tamara ha pagato per i suoi sbagli, Tom invece se l'è cavata a buon mercato, tutto sommato.

Spero vi piaccia.

Ringrazio per le recensioni:

Seryfenice

Arsax95

_Mely_Th

   
 
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