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Autore: Rainbone    28/09/2011    9 recensioni
Nel linguaggio dei fiori l'Iris è messaggero, denota l'avvicinarsi di novità ed è per questo che l' ho scelto come titolo di questa AU in cui non esistono Mello e Matt ma solo un giocattolo notturno dei viaggiatori il primo e fumatore dalle mille esperienze il secondo.
Infine vi auguro buona lettura e spero sia decente.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ma io ho promesse da non tradire
e miglia da fare prima di dormire.
-Robert Frost-

  
 
La casa di Mail l’aveva già vista, c’era uno psichedelico disordine, quello in cui il giovane rosso si districava abilmente, tutto il giorno, quando non era a lavoro.
Sulle mensole vi erano diversi libri, manga e  fascicoli di istruzioni di videogiochi; questi ultimi rigettati un po’ dappertutto ( comodino, tavolino da caffè, forno microonde , e in altri nascondigli come il mobiletto del bagno).
Il frigo era fornito di cibo in piccole porzioni e le bibite consistevano in due birre in lattina e una bottiglia d’acqua da un litro.
Sopra il divano la giacca di pelle sonnecchiava da due sere prima senza che il padrone si degnasse di offrirgli un letto più appropriato quale un armadio o un appendiabiti.
-La tua casa è immersa nel casino più buio!- si lamentò Mihael, a voce altra dopo aver fatto una panoramica delle pessime condizioni in cui versava l’abitazione di Mail.
-Bene! Ci serviva proprio la mano di una donna allora! – sorrise il rosso e ghignò sadico.
Lo scappellotto del biondo lo colpì alla nuca mentre il ventitreenne si apprestava a ricoverare i propri bagagli in un posto adeguato in quel disordine.
 
 
 
Dopo poco più di due giorni la casa poteva godersi il benessere di un apparente ordine intricato, stabilito dall’intelletto di Mihael.
Ogni cosa poteva deliziarsi del propriohabitat in cui doveva essere riportata dopo dell’utilizzo.
Il frigo sembrava essere finalmente utilizzato come tale e l’armadio raccoglieva tutti i capi d’abbigliamento che fino alla settimana scorsa giacevano in giro per la casa.
I video giochi erano stati raccolti unicamente in un ripiano del tavolino per la tv, dove Mail li avrebbe trovati in ordine alfabetico.
Solo pochi pezzi di carta da giornale decoravano il tavolo della cucina dove Mihael sedeva, armato di un evidenziatore, alla ricerca di un lavoro con cui aiutare il rosso con le spese.
Era quasi una settimana che aveva portato la sua roba a casa di Mail e da sette giorni stessi, aveva impegnato il suo tempo libero , che ormai era tanto, a cercare un lavoro.
Di mattina usciva con Mail, oppure restavano in casa a leggere o a fare altre cose.
Di solito andavano al parco e guadagnavano qualche moneta come dog – sitters , ammiravano le vetrine, sostavano ad un Cafe e sorseggiavano una bibita calda.
 
Di sera, quando Mail era di turno, Mihael lo aspettava.
Si era amaramente reso conto di avere davvero bisogno di quel ragazzo.
Quando era solo in casa, la sera, le pareti sembravano allontanarsi e le stanze della casa sembravano sempre buie e sconosciute.
Forse era l’assenza di Bruce.
Da quando suo padre era morto, Taylor era stata l’unica persona di cui si fidasse Mihael.
Lo aveva coccolato, gli era sempre stato accanto e gli aveva dato luce lì dove c’era la tenebra.
Era andato a vivere con lui ed era consapevole che qualunque stanza visitasse appartenesse a Bruce e che quindi lui gli era vicino.
Poi le tenebre li avevano travolti e il buio si era impossessato della vita del biondo.
Il padre che se n’era andato mancava.       Lì.
Su quella strada che accecava con gli improvvisi bagliori dei fari.
Ovunque, ogni angolo lo spaventava. Gli veniva da piangere sul marciapiede e la sua mente chiamava il nome di Bruce.
 
Mail era stata la sua ancora.
La corda oltre quell’oscuro burrone in cui era caduto.
La mano calda si era protratta verso la sua fredda e magra, tirandolo fuori.



 
 
 
Adesso che Bruce era morto, il bisogno di aver Mail accanto cresceva, quando lui non c’era.
La paura gli attanagliava il petto e più volte le lacrime gli gonfiavano gli occhi.
Si rinchiudeva nella prigione del tavolo da cucina intento a concentrarsi sul lavoro, perché le altre stanze lo spaventavano.
 
 
Quella sera Mail tornò a casa e spazzò via dal giaccone i soffici chicchi di neve e si asciugò le suole degli anfibi sul tappeto all’uscio.
-Ehi!Amore!-
Ogni sera, bastava quella voce, dopo la chiave nella toppa, a far saltare in piedi Mihael, che raggiungeva la porta per stringere a sé quel calore che gli era mancato tanto.
Spesso si diceva di controllarsi, ma era più forte di lui.
Più grande di lui.
La felicità che provava nel vedere gli occhi verdi della fine delle sue paure era abissale.

-Tesoro! Quanto affetto! - sorrise il rosso, carezzandogli con le mani  fredde la chioma morbida.
-Ho una notizia stupenda!- gioì Mail.
-Ah si…? - chiese Mihael cercando di ricomporre il proprio orgoglio, mentre sulle guance apparivano un po’ rosate.
-Eh,  si! Senti un po’.- il giovane si spogliò del giaccone, appoggiandolo all’appendiabiti e cinse le spalle del biondo, accompagnandolo sul divanetto, di fronte alla tv.
-Dunque . Oggi Duke, il ragazzo che lavora al pub con me, ha litigato con Ted- il mio capo- e…?- gli occhi allegri del rosso si puntarono il quelli curiosi e languidi del biondo.
-E…? – Chiese Mihael con un sorriso a curvare le labbra sottili e chiare.
-E si è licenziato! – annunciò Mail, quasi fosse la notizia del secolo. Infatti  la sorpresa sul viso del biondo era palese. – Ted cerca un nuovo dipendente e…?-
-E…?- chiese ancora Mihael con la voce gonfia di eccitazione.
-Gli ho già parlato di te e domani farai una prova, ma credo che tu sia già ammesso!- il rosso sorrise e strinse tra le braccia attorno al collo del biondo.
 
Quella sera si brindò al nuovo lavoro di Mihael.
E si brindò alla nuova vita che li attendeva.
E si danzò col corpo per la speranza di compiere insieme, per sempre il cammino che li aspettava.
In un giuramento di amore, fede e complicità.
In cielo e in terra come saetta.
 

Bianca quella notte di Pittsburg.
Bianca la neve in cui sboccia il viola iris.
Bianca quella neve tra il tabacco fumante. 



















Note:
Ok... purtroppo questo è l'ultimo capitolo della fic, prima dell'epilogo ^^ Spero comunque che abbiate gradito tutta la storia e vi ringrazio sinceramente tutte.
Del sostegno che mi avete dato e delle bellissime parole che avete digitato. Grazie, davvero.

HK
  
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