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Autore: Electra_Gaunt    29/09/2011    4 recensioni
"Perché?"
La domanda sorse dal nulla, come lo stelo d'un fiore troppo debole perché sostenga il peso dei petali.
Di risposte ce n'erano, a ben rifletterci. Arthur pensò come esprimerle a parole (cosa non per nulla facile) ma nessuna idea giunse.
"Perché non posso”, Si limitò a ribattere a malincuore. Gli occhi azzurri si oscurarono.
"Ma ... I - io ti ... " Merlin non riuscì a terminare la frase.
Arthur lo baciò per primo, appassionatamente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Say you love Me

But you never ever wonder why
In every single pair of eyes
There is a hunger in it
Or it's soul dies
[...]
Say you love me all around the world
Stay and hug me all around the world
[...]
Just say you love me
Just say you love me

Simply Red - Say you love me



 "Ditelo"
"Cosa?"
"Sapete a cosa mi riferisco"
"No, non è vero"
Merlin storse il naso in una buffa smorfia di disappunto. Gli occhi pensierosi si volsero in direzione del suo padrone che, nel mentre, rimaneva comodamente (e assai poco regalmente) spaparanzato sul proprio giaciglio. Quello stesso talamo che il servitore, poco prima, aveva inutilmente rassettato.
Il principe era ancora stravolto, si capiva. La fatica sfiancante del pomeriggio, dovuta ai duri allenamenti con i cavalieri, lo aveva lasciato privo di forze. Quando era rientrato negli appartamenti reali, s'era fatto aiutare a togliere la pesante armatura per poi accasciarsi nella vasca da bagno che Merlin (sotto preciso ordine di Arthur stesso) s'era prodigato nel preparargli. Vi era giaciuto per parecchio tempo, in effetti, lasciando al valletto l'incombenza di lucidargli la cotta di maglia (ridotta a uno stato pietoso).
Ora, avvolto in un telo candido ed odoroso di pino, invece, non faceva altro che osservarlo con sguardo assorto. Come potesse trovare interessante un tale passatempo, non era dato saperlo.
Le parole di poco prima caddero nella vuota e afosa aria di Maggio. Ci fu silenzio per un poco poi, coraggiosamente, il servitore alzò lo sguardo ferito. Merlin non era fatto per lasciare le cose in sospeso, la sua indole era sempre rivolta ad asserire la verità in ogni frangente.
Come in quel caso.
Con passo lento e misurato, s'avvicinò al baldacchino, abbandonando l'armatura sul tavolo in ebano che ancora era intento a ripulire. Arthur alzò immediatamente lo sguardo, scosso dalla vicinanza dell'altro. Nonostante cercasse di minimizzarlo, non poté nascondere totalmente il brivido che lo percosse.
Scrutò minuziosamente il corpo del servitore con occhi bramosi: le pupille vagarono dalle spalle sottili alla linea armoniosa del collo, dalla carnagione pallida del volto alle labbra rosse e piene.
Si mise in posizione eretta, perfettamente a suo agio e compostamente seduto sulla sponda del letto. Merlin pose le mani sulle braccia muscolose del biondo per rimanere in equilibrio mentre, con il viso, si protendeva verso quello del giovane Pendragon. Serrò gli occhi, inspirando l'odore inebriante del biondo. Tremò quando questi lo afferrò con impeto per i fianchi, facendolo accomodare sulle proprie ginocchia, massaggiandogli la schiena esile.
Merlin sfiorò il mento del suo principe con le labbra, in un bacio voglioso.
Di risposta si sentì stringere più forte. Non sarebbe servito opporre resistenza (non a quei bicipiti, quantomeno), non c'erano vie di fuga ormai.
Non che lui le stesse cercando, s'intende.
"Perché?"
La domanda sorse dal nulla, come lo stelo d'un fiore troppo debole perché sostenga il peso dei petali.
Di risposte ce n'erano, a ben rifletterci. Arthur pensò come esprimerle a parole (cosa non per nulla facile) ma nessuna idea giunse.
"Perché non posso”, Si limitò a ribattere a malincuore. Gli occhi azzurri si oscurarono.
"Ma ... I - io ti ... " Merlin non riuscì a terminare la frase.
Arthur lo baciò per primo, appassionatamente.

* * * * * *

Il pomeriggio trascorse piacevolmente (anche troppo velocemente, a suo dire). La sera giunse lasciva, morbida ed aggraziata come sempre. Ormai s'era fatto davvero tardi.
La cena reale cui lui non aveva presenziato, causa una forte emicrania (così aveva annunciato alla guardia che aveva bussato alla sua porta, distogliendolo dal calore di Merlin), s'era conclusa da molto tempo. Nei corridoi, ora, regnava il silenzio.
Fortunatamente.
Merlin, al suo fianco, si mosse un poco, attraendo nuovamente l'attenzione dell'Erede al trono.
Raggomitolato nelle coperte (la testa affondata tra i guanciali, le mani spasmodicamente ancorate al cuscino), il moro dormiva placidamente, coperto unicamente da leggere lenzuola in seta.
Arthur si perse con maggior enfasi nella contemplazione del moro. Gli accarezzò una guancia glabra, scostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte.
Baciò le sue labbra, piano, riassaporando il loro gusto intrigante. Poi, sospirando piano, lo strinse tra le braccia, facendo ben attenzione a non svegliarlo.
Le parole rantolarono fuori automaticamente, senza che lui vi prestasse reale attenzione.
"Ti amo anch’io, idiota"
Merlin, nonostante l'incoscienza, sorrise piano.



Fine


Note dell'autrice:
Non so come sia uscita, davvero. Forse dovrei incominciare seriamente a preoccuparmi, se non riesco neppure a controllare le azioni cognitive del mio cervello. O, meglio, della mia penna.
Spero vi piaccia, almeno un po'.
E, se volete, fatemi sapere cosa ne pensate.
Saluti^^

_Electra_


NB: La canzone è dei Simply Red, da cui ho preso spunto per il titolo. Se volete sentirla, cliccate^^ Ve la consiglio durante la lettura. Ciaooooo!

 

  
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