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Autore: _Ella_    30/09/2011    2 recensioni
Lo fissa ancora, Demyx, gli sembra di non potersi mai stancare.
Ama guardarlo leggere, perché forse è l’unico momento in cui il Burattinaio Mascherato perde la sua maschera.
[Ad Hayley Black]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Demyx, Zexyon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ad Hayley Black, la mia Giuggy.
Perché lei c'è sempre, e sarà così per il resto dei miei giorni...

Il nostro mondo.

È silenzio, tutt’attorno.
Ormai, le sue orecchie sembrano trovar più familiare il frusciare della carta contro altra carta, piuttosto che le melodiose note del Sitar.
Legge, Zexion. Sembra non riuscir a fare nient’altro, quando non è in missione.
Rintanato su quella poltrona bianca, il ciuffo ceruleo che spiove dinnanzi agli occhi, le mani – libere da quei guanti neri – sfiorano la carta ruvida, così diversa da quelle mani che – Demyx ci potrebbe giurare – sono lisce come la seta più morbida.
Ai primi tempi, il Notturno Melodico non aveva capito come facesse a piacergli il silenzio, come potesse amare leggere tutto il santo giorno; era come dentro una bolla, il Burattinaio Mascherato, in una campana di vetro e tutto il resto non lo sfiorava.
Poi aveva capito, il numero IX.
Aveva capito che, se lui sfiorava le note del Sitar ed immaginava un mondo a parte, Zexion faceva lo stesso quando accarezzava la carta.
Aveva capito che, se lui rimaneva in silenzio ad ascoltare le note, Zexion ascoltava le parole dei personaggi che erano segnate con quell’inchiostro scuro.
Aveva capito che, se lui piangeva perché la melodia lo emozionava a tal punto, Zexion sentiva le sensazioni impresse in quelle pagine sulla sua pelle.
Aveva capito, Demyx, che la realtà non era fatta per loro. Aveva capito che, anche se in un modo più silenzioso, anche Zexion rifiutava quella realtà, che era stata cucita con forza sulla loro pelle, senza che potessero far nulla per opporsi.
Di punto in bianco, aveva cambiato parere su di lui.
Così aveva cominciato ad ascoltare il suo respiro, a seguire la melodie nascoste nel silenzio. Aveva cominciato a fissare il suo profilo delicato, la linea severa delle labbra che – a seconda della scena che leggeva – cambiava espressione. Aveva cercato di intercettare lo sguardo celato da quel ciuffo e in quegli occhi ci aveva trovato tutte le sfumature dell’oceano e del cielo, ci aveva trovato ogni emozione che poteva essere impressa nero su bianco.
Lo fissa ancora, Demyx, gli sembra di non potersi mai stancare.
Ama guardarlo leggere, perché forse è l’unico momento in cui il Burattinaio Mascherato perde la sua maschera.
Si alza, facendo attenzione perché la sedia non faccia rumore contro il pavimento, e lo raggiunge. Aspetta un momento, cercando di capire quando ha raggiunto il punto e gli tocca la spalla.
Zexion non dice nulla, solo si fa più contro il bracciolo e Demyx capisce che può accomodarsi al suo fianco.
Forse non è molto, ma può osservarlo da vicino, può sentire il suo penetrante odore misto a quello del legno degli scaffali. È buono e gli piace.
L’altro ormai ha ripreso a leggere e lo ignora, non per cattiveria o astio: è nel suo mondo.
Demyx resta in silenzio e, timidamente, poggia la guancia sui suoi capelli che profumano, che sono morbidi.
Chiude gli occhi e si rende conto in quel momento che i sogni sono identici alla realtà, ma più sbiaditi.
Anche se di poco, anche se per un pezzettino, anche se per quello che sembrava un petalo in un prato fiorito, una goccia di pioggia nell’immenso oceano, una piccola frase in un romanzo infinito, Demyx si sente bene.
Perché Zexion gli ha permesso di avere un ruolo, seppure piccolo, nella sua vita.
E non c’è cosa più importante, in quel momento, non c’è.

Il giorno dopo, mentre accarezzava le corde tese del suo strumento, il numero VI era arrivato silenzioso come al solito e si era seduto al suo fianco, chiudendo gli occhi ed ascoltando le sue note.
Per quante volte avesse suonato, per quante volte avesse creato melodie meravigliose, Demyx era convinto che con Zexion al suo fianco, tutto sarebbe stato più bello, anche quell’esistenza fatta di ombre e menzogne.

Perché avevano il loro mondo e niente e nessuno avrebbe potuto distruggerlo.


Cioè, boh.
E' che ieri mi sono sentita così terribilmente in colpa per non aver mai scritto una fic per il compleanno del mio amore e così eccomi qui.
In realtà, questa fic che può sembrare solo una Zemyx è molto, molto di più.
Perché anche io e lei abbiamo il nostro mondo.
Perché anche io e lei non abbiamo bisogno di parole, per intenderci.
Perché quello che provo per lei supera tutto, anche i miei sogni più proibiti.
E' che - reduce da una delusione d'amore (io l'avevo detto che sarebbe durata poco! XD ) - mi sono resa conto che ho lei e non mi interessa.
Perché la amo e lei è tutto ciò di cui ho bisogno, assieme ad un panino con la cioccolata, un buon libo e un quaderno dove scrivere qualcosa.
Niente, spero che questa piccola one shot scritta così su due piedi sia piaciuta, spero che sia piaciuta a lei, perché è sua, proprio come me.

Perché io ti amo talmente tanto, ed è per questo che non riesco a farmi piacere nessun altro.

   
 
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