Quando i loro sguardi tetri s’incrociarono, nei loro occhi esplose la consapevolezza dell’errore.
Perché incontrarsi?
‘Non farà altro che alimentare le braci ben sepolte in noi’
Così aveva detto Kaye quando l’altro gli aveva proposto di andare via, loro due, soli per una notte.
Jon lo sapeva che reazione gli avrebbe provocato osservare di nuovo quelle mani lunghe e affusolate e gli occhi scuri sotto gli zigomi forse troppo sporgenti.
Eppure si erano ritrovati, come anni prima, a nascondersi per parlare
(per amarsi)
senza che qualcuno li osservasse.
Perché avrebbero giudicato. Perché era un amore lugubre, malato, buio.
Perché era sempre stato nascosto e sempre sarebbe rimasto così.
Si erano sempre capiti, nei loro incubi e nelle difficoltà. Senza guardarsi e senza toccarsi sapevano di essere lì. Lì come il desiderio frenetico e morboso di impossessarsi l’uno dell’altro, di cercarsi avidamente, di sussurrarsi, aprirsi e mordersi.
Si avvicinarono e, famelici, si divorarono l’anima e il corpo lentamente, in modo che il dolore rimanesse più a lungo, un marchio della pazzia e della fame.
La luna offuscata li sorprese avvinghiati con un istinto animalesco che era tremendamente angosciante ed insieme tremendamente eccitante.
E mentre i due mordevano e straziavano ciò che rimaneva della luce, della loro purezza, sentirono entrambi come un richiamo da parte della stessa luna.
 
I am the man in the moon
 
Perché Jon lo era
 
And I hope to shine upon you very soon

E lo era anche Kaye
 
Waiting in the night to bathe you all in the moonlight
 
Sapevano di esserlo

I am the man
 
Uomini. Anche se dopo essersi amati, di umano avevan poco

I am the man in the moon.
 
Uomini nella luna.