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Autore: Something Rotten    30/09/2011    3 recensioni
« Quindi ripeti il tuo piano, Brendon. Non credo di averlo capito. » aveva commentato Dallon mentre Spencer si faceva il segno della croce, i piani di Brendon finivano sempre in due modi : Una nottata nelle peggiori celle oppure in una figura di merda colossale.
« Dallon è semplice, devi solo uscire dall'albergo e Zack ti accompagnerà in questo posto... ho già lasciato disposizioni, tu non devi far altro che prendere il pacco e portarlo qui. Ian non si accorgerà nemmeno della tua assenza e se dovesse succedere diremo che sei al telefono con quella santa donna di Brez! Poi non appena arrivi qui fai uno squillo sul mio telefono, ma prima lascia il pacco in camera, okay? »
Dallon aveva fatto cenno di sì, ma l'espressione persa dipinta sul volto lasciava presagire il contrario.
« Bene, vai da Zach. Torna in tempo per le undici. »
« Perché le undici? »
« Perché c'è lo spettacolo del miniclub! Ci sono i canguri parlanti e non voglio perdermelo! » aveva spiegato serio Brendon ormai calatosi perfettamente nel ruolo di "agente segreto".
« Ma cosa ci avrò mai trovato in te? » aveva chiesto Dallon prima di sparire dietro alla porta girevole dell'albergo.
« Ed ora veniamo a te... mio caro! »
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Brendon Urie , Spencer Smith
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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In ritardo clamoroso faccio gli auguri ad Ian ù_ù che spero che non li vedrà mai ahahaha x°D
Questa è dedicata alla mia Spence perché le avevo promesso una Ryden ma ho un brutto rapporto con quella coppia, così ho ripiegato su questa ù_ù
Doveva essere qualcosa di serio, ma alla fine il cazzeggio ha preso parte della mia mente ed ecco quello che ne è uscito.
<3


I need a hero to save me now.
« Crawford! Il sole è alto nel cielo ed i canguri sono in calore, è un ottimo giorno per festeggiare il tuo compleanno! Alzati. »
Ian aveva grugnito qualcosa di incomprensibile, girandosi di schiena e continuando a dormire.
Brendon aveva squittito qualche altra frase priva di senso prima di aprire la serranda. I raggi solari avevano illuminato completamente la piccola stanza d'albergo, colpendo il povero Ian direttamente negli occhi.
« Luke, spegni quella spada laser! » aveva mugolato prima di coprirsi gli occhi con uno dei tanti cuscini che giacevano sul letto.
Brendon glielo aveva sfilato dalle mani, prima di usarlo come arma, colpendo il corpo del povero ragazzino.
« Ian... Ho preparato la colazione con le mie manine, non puoi non assaggiarla! » aveva commentato con tono lamentoso prima di continuare a colpirlo.
Ian si era voltato alzando un sopracciglio ed osservando scettico il cantante.
« Okay... forse non l'ho proprio cucinata io... ma ho seguito passo per passo la preparazione dei croissant e delle varie tortine. Ti prego, Ian! »
« Brendon Boyd Urie! » aveva detto con tono fermo e deciso « Non sono dell'umore giusto per ascoltare le tue lamentele e soprattutto per mangiare roba zuccherosa! »
Brendon si era seduto al suo fianco. Ian aveva capito di essersi fottuto con le proprie mani non appena aveva ascoltato il ritmo incessante delle domande del ragazzo.
« Perché non sei dell'umore giusto? Oggi è il tuo compleanno devi essere per forza dell'umore giusto, non può essere altrimenti! Tutti sono felici il giorno del loro compleanno è nella loro natura! Un giorno scopriranno che nel cervello esiste un ormone della felicità dovuta al compleanno! Ne sono sicuro, tu no? Mi dici perché sei così di cattivo umore? Sai il giorno del mio compleanno... »
Avrebbe voluto usare il filo della corrente del fon per strozzarlo o impiccarlo da qualche parte, sicuramente lo avrebbero rinchiuso in una galera ma persino la galera era meglio degli sproloqui mattutini di Brendon.
« Brendon, fammi parlare cazzo! » aveva urlato « Volevo passare il mio compleanno con la mia famiglia. »
Brendon lo aveva abbracciato.
« Sei con la tua famiglia, Ian! Ohana significa famiglia e noi siamo la tua ohana! » credeva che la voce normale del cantante fosse la cosa più fastidiosa che avesse mai sentito, ma dopo aver sentito la sua voce alla Stitch aveva dovuto ricredersi, c'era sempre qualcosa di peggio.
« E.... non è solo quello... »
Brendon si era proteso in avanti per sentire il resto della frase che Ian gli aveva sussurrato all'orecchio.
« Oh! Non preoccuparti, Papà Brendon farà tutto per il piccolo Ian! Vedrai che avrai il miglior compleanno della tua esistenza! Ora vestiti che andiamo a fare colazione, ti aspetto giù in sala da pranzo. »
Ian aveva scosso la testa, pensando a quanto fosse credulone quel ragazzo. Si sarebbe bevuto qualsiasi cosa. Certo un po si sentiva in colpa, si stava prendendo gioco di un povero mentecatto, ma l'alternativa era il carcere...

(....)

« Quindi ripeti il tuo piano, Brendon. Non credo di averlo capito. » aveva commentato Dallon mentre Spencer si faceva il segno della croce, i piani di Brendon finivano sempre in due modi : Una nottata nelle peggiori celle oppure in una figura di merda colossale.
« Dallon è semplice, devi solo uscire dall'albergo e Zack ti accompagnerà in questo posto... ho già lasciato disposizioni, tu non devi far altro che prendere il pacco e portarlo qui. Ian non si accorgerà nemmeno della tua assenza e se dovesse succedere diremo che sei al telefono con quella santa donna di Brez! Poi non appena arrivi qui fai uno squillo sul mio telefono, ma prima lascia il pacco in camera, okay? »
Dallon aveva fatto cenno di sì, ma l'espressione persa dipinta sul volto lasciava presagire il contrario.
« Bene, vai da Zach. Torna in tempo per le undici. »
« Perché le undici? »
« Perché c'è lo spettacolo del miniclub! Ci sono i canguri parlanti e non voglio perdermelo! » aveva spiegato serio Brendon ormai calatosi perfettamente nel ruolo di "agente segreto".
« Ma cosa ci avrò mai trovato in te? » aveva chiesto Dallon prima di sparire dietro alla porta girevole dell'albergo.
« Ed ora veniamo a te... mio caro! »
Un lungo brivido gelato era corso sulla schiena di Spencer. Il cuore gli si era fermato e le vene si erano congelate all'istante. Era in quei momenti che rimpiangeva di aver creato una band con Brendon.

(...)

Ian era sceso nella sala da pranzo, si aspettava di trovare i suoi amici seduti al tavolo che lo aspettavano, ma la sala era completamente vuota.
Si era immaginato quella scenetta con la scritta "Forever Alone" e la sua faccia disegnata a mò di Troll, ma aveva scacciato prontamente quell'immagine da nerd per dedicarsi ai dolci che giacevano incustoditi sul tavolino. Che c'era di meglio della cioccolata per il suo umore depresso da emo fallito?
Aveva sempre creduto che i chitarristi dei Panic! fossero maledetti all'interno.
« Ian, buon compleanno! » aveva commentato Spencer facendo il suo trionfale ingresso nella sala da pranzo.
Ian si era voltato e gli aveva sorriso.
« Grazie Spence, pensavo che Brendon si fosse dimenticato di avermi spedito qui. » aveva commentato chiudendo gli occhi mentre Spence lo abbracciava.
« Non è ancora così cretino, tranquillo. » aveva risposto « Anche se ora come ora vorrei ucciderlo. »
Lo sguardo duro e vagamente incavolato di Spencer lo avevano impaurito come sempre.
«Che ha fatto stavolta? » aveva chiesto mentre assaggiava il tiramisù con le dita.
« Nulla. »
« Ma oggi è il mio compleanno devi dire e fare tutto quello che voglio. »
Spencer aveva alzato un sopracciglio, ignorando l'ultima affermazione del piccoletto e concentrando le sue attenzioni sui vari dolci presenti nella stanza.
Ne aveva mangiati un paio, parlando e scherzando con Ian. Ne avrebbe mangiati anche di più se solo Dallon non lo avesse trascinato fuori dalla sala con una scusa banale.
« Spence, Petey vuole parlare con te di quel progetto... »
« Quale progetto? »
« Spencer... quel progetto! »aveva calcato sull'ultima parte della frase incenerendo con lo sguardo il povero batterista che non capiva.
Quando aveva sentito l'urlo di Brendon, aveva capito che era ora di alzarsi dal tavolo e di fare quello che l'amico gli diceva.
« Ma l'aria dell'Australia vi fa male? » aveva chiesto Ian sconsolato « Brendon aveva detto che avremmo passato la mattinata insieme.. »
Dallon aveva preso il primo cortello - dalla punta arrotondata, visto che destinato a Brendon- e lo aveva avvicinato al suo collo.
« Non vorrai mica rubarmi il mio scopamico, vero? »
« Ma cosa ti dice la testa? Giusto un cretino come te può stare con Brendon senza incorrere in un esaurimento nervoso! »
« E allora con chi volevi stare? No perché se non volevi stare con Brendon volevi stare con tutti e quattro e magari anche Zach, no? Oppure solo con Brendon, ma hai detto di no quindi è da scartare, forse volevi stare con me? Perché sennò volevi stare con Spencer oppure Zach. O magari con una cangura, o forse un koala... si insomma con chi volevi stare, Ian? Dillo a Dallon.... ohhhh!!! Ho fatto un gioco di parole, quanto sono forte? Allora? Con chi volevi stare, Ian? Suuuuuu, dillo a Dallon! »
Più passava del tempo con il bassista e più capiva perché lui e Brendon si erano messi insieme. Erano uguali, spiccicati, tutti e due maniacalmente petulanti.
« Smettila, okay? » aveva grugnito il più basso « Dimmi cosa mi state nascondendo. »
Dallon aveva piegato la testa di lato sorridendo.
« Cosa ti stiamo nascondendo? Nel senso che ti stiamo nascondendo qualcosa? Oppure che abbiamo qualcosa da nasconderti? Perché le cose cambiano, no? Perché se ti nascondiamo qualcosa tu devi contare fino a venti per andarla a cercare, mentre se abbiamo qualcosa da nasconderti allora dovresti seriamente preoccuparti perché i piani di Brendon finiscono in tragedia. Ma visto che non ti nascondiamo nulla puoi benissimo dormire sogni tranquilli, no? Cosa dovremmo mai fare il giorno del tuo compleanno? Non di certo una cosa che ti possa piacere, come che ne so? Portarti qui Yoda in persona o in animale o in chissà quale essere strano e marrone sia mai quello? Si, insomma, siamo puliti noi. Non nascondiamo mai le cose, certo giusto io nascondo qualcosa a Brez e Brendon a Sarah, ma a te non nascondiamo nulla! Tranne il fatto che Brendon vuole adottarti, ma Hey, lui sarebbe la madre! Don't worry. »
Ian si era alzato dal tavolino camminando a passi svelti verso le scale che conducevano alla camera da letto di Brendon.
A nulla erano serviti i tentativi di Dallon di fermarlo.
Era entrato nella stanza del cantante che aveva - accidentalmente- lasciato la porta accostata.
Non c'era nessuno dentro, ma solo un biglietto.
Ian lo aveva aperto.
« Vai in camera tua!  »
Ian era arrivato nella sua camera in pochi secondi. Aveva spalancato la porta osservando dentro. Non c'era nessuno, solo un ammasso di coperte che si muovevano da sole.
« Ma che cazzo? » aveva esclamato prima di togliere le coperte e scoprire il volto paonazzo e semplicemente imbarazzato di Spencer.
Ian lo aveva fissato prima di scoppiare a ridere.
« Ma come sei conciato? » gli aveva chiesto girandogli attorno per poterlo vedere meglio.
« Come sono conciato? » aveva urlato Spencer in preda ad una crisi isterica « La colpa è la tua, hai detto di volerne uno! »
Ian si era portato una mano sul volto, mentre cercava invano di reprimere qualche risata.
« Luke Skywalker non è un fottuto eroe! »
Spencer si era tolto la giacca bianca di quel maledetto costume d'Halloween con un gesto stizzito.
« Ma l'hai chiesto tu, o no? »
Ian gli aveva sorriso scrollando la testa.
« No, ho chiesto, io ho chiesto un eroe. Perché hai dato retta a Brendon? »
« Perché mi ha detto che tu gli hai detto che fin da piccolo volevi che qualcuno piombasse al tuo compleanno vestito da Luke Skywalker. »
« Ma non ho mai detto una cosa simile! Io gli ho semplicemente detto che avevo bisogno di un eroe! »
« Quindi non hai mai voluto che qualcuno piombasse al tuo compleanno vestito da Luke? »
« No. » aveva commentato Ian prima di continuare a ridere.
Spencer si era offeso.
La prima cosa che faceva quando si offendeva era affondare le mani nelle tasche e sbuffare. Ma, quando, aveva messo le mani nelle tasche aveva trovato un biglietto.
« Si, non ha detto di volere Luke, ma di volere un eroe. » Spencer lo leggeva ad alta voce tra uno sbuffo e l'altro « Ma quello che pensiamo che lui voglia realmente sei tu. HappyBirthday Ian. »
Ian aveva nascosto, nuovamente, il viso tra le mani, forse per nascondere un sorriso o forse l'imbarazzo.
Spencer aveva buttato a terra il bigliettino.
« Ma va là! Che idee che gli vengono in mente a Brendon e a Dallon... insieme sono pericolosi... davvero.. si cioè, non che da soli non lo siano, ma insieme è  anche peggio.. »
Spencer aveva cominciato a sproloquiare come faceva solitame
nte quando si trovava in  situazioni ad alto imbarazzo.
Ian gli si faceva sempre più vicino, fino a quando i loro corpi non si sfioravano.
« Ed il tuo regalo? » gli aveva chiesto a pochi centimetri dalla bocca.
« Io... veramente.... il regalo... è questo... »
Ian gli aveva sorriso malizioso.
« Ma.. io non vedo la spada laser... »

Spencer aveva capito la valenza di quella frase solo dopo trenta piacevoli minuti.


*Prego depositare i pomodori nel cestino a terra. Ogni lancio d'ortaggio sarà severamente punito con un pianto ed uno sproloquio alla Brendon Urie.
Vi ringrazione se siete arrivate fin qui e aspetto la Frikey dalla Spencer ù-ù*

   
 
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