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Autore: niKwolstenholme    01/10/2011    4 recensioni
Chiudendo gli occhi il suo ultimo pensiero fu "Mi serve un'idea. Mi serve fottutamente un'idea"
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  E se lo chiamavano Dirt, un motivo c'era.

Un dito premuto sulla tastiera. La testa stancamente appoggiata sulla mano pigra. Gli occhi fissi sullo schermo.
Vedere le parole appena scritte, cancellate una per una, a ritroso, era ipnotico. RIpercorrere quel filo che aveva portato alla trascrizione di quelle stupide frasi, era un' agonia. Ma serviva come memento. Con parole cancellate, non paghi l'affitto o le bollette.
In un' ottica dove ogni singolo carattere, poteva valere una fortuna, eliminarli non era certo una brillante idea. Ma ogni volta che si accorgeva che quello che si stava materializzando davanti ai suoi occhi, non era proprio un modo con cui uscire a fare spesa, MIcheal non poteva far altro che cancellarlo.
Distrattamente si sistemò gli occhiali sul naso, e sospirò insoddisfatto.
Le cose non stavano andando esattamente secondo i piani. La sua casa, a quel punto doveva essere un sontuoso appartamento, nel suo letto doveva giacere addormentata una bella ragazza, e il suo frigo doveva essere pieno di leccornie per uno spuntino notturno.
La realtà cozzava abbastanza violentemente con questa idillica visione. Il suo sontuoso appartamento, era un monolocale nel Queens, e il mini frigo era vuoto e staccato per risparmiare corrente. Quanto alla ragazza, sebbene fosse convinto che il fascino dello scrittore squattrinato prima o poi si sarebbe fatto sentire, la cosa più simile ad una sexy concubina che aveva, era la signora Gutterman, la settantacinquenne padrona di casa armena.
Da quando si era rotta l'anca al bingo, Micheal aveva ottenuto una riduzione dell'affito, per le commissioni che svolgeva al posto suo. Inoltre la dolce Mrs Gutterman, era sempre felice di aiutarlo qualora fosse stato a corto di denaro. Tutto ciò allo sgradevole prezzo di resistere alle tenere avance della ardita signora.
No, le cose non andavano come previsto.
Se l'indipendenza tanto agognata l'aveva portato in un tugurio dove le tubature scricchiolavano al vento, e i muri erano praticamente di carta velina, i suoi sogni di fama e gloria lo avevano costretto ad approfittarsi dell'amore selinico di una povera vecchia armena.
Non era certo così che poteva andare avanti. Le luci della grande città lo avevano stregato, ma adesso si erano rivelate essere torce dell'inferno.
Ogni giorno in strada, si scontrava con migliaia di persone. Innumerevoli volti che avevano trovato un loro posto in quel caos, di macchine, uffici e negozi. Tutti erano riusciti a ritagliarsi un pezzo di vita nel quale vivere decentemente. Lo voleva anche Micheal, specialmente in quel momento, in cui si ritrovava solo, a fissare stupidamente un monitor vuoto, come la sua testa.
Mano mano che il tempo trascorreva, e l'illusione scemava via, Micheal aveva già capito di dover sacrificare, almeno per il momento, parte delle sue aspettative.
Non ci voleva un genio per capire che il prossimo capodanno, non lo avrebbe passato in limousine con due ragazze, a spassarsela a Time Square. Non ci voleva un genio a capire che il suo libro non sarebbe stato inserito tra le migliori vendite invernali dell'anno.
Quella voce, a lungo azzittita, adesso si faceva sentire con tutta la sua arronganza.

Te l'avevo detto idiota.
Piangersi addosso non era una soluzione, anche se era molto invitante.
Quello che serviva adesso era un idea.
Fissava lo schermo bianco. Lo schermo bianco fissava lui.
Laureato in letteratura inglese, e non riesci nemmeno a mettere due parole in fila? Eppure quando eri a casa tua, di stronzate ne scrivevi Micheal.
Un tempo forse, ma adesso tutta la sua ispirazione non era che fumo inafferrabile nell'aria.
Lo schermo era destinato a rimanere bianco anche quella notte.
Se la sua mente non voleva macchiare quel candore con delle parole di senso compiuto, non poteva farci niente.
"Eppure è un problema che prima o poi dovrò risolvere. Non posso fare il fattorino a vita"
Il pensiero ad alta voce, lo colpì come un pugno nello stomaco.
Lavoro da due soldi, casa da un soldo, zero risparmi. La vita era ormai un conto alla rovescia, se si evitava di ricordare la parte in cui raggirava la povera signora Gutterman, sennò diventava anche peggio.
"In genere il blocco dello scrittore viene a chi ha già qualche romanzo alle spalle e un cospicuo conto in banca su cu appoggarsi. Io che cos' ho?"
Un pulciossisimo letto dove tra poco ti sdraierai, perchè sei troppo imbecille per poter sperare di scrivere qualcosa.
"Giusto"
Non si lavò i denti, non si cambiò. Semplicemente si buttò sul materasso, che emise un sinistro cigolio. Chiudendo gli occhi il suo ultimo pensiero fu "Mi serve un'idea. Mi serve fottutamente un'idea"

NdA
Mangiando un cono gelato, avevo scritto qualche riga su una biblioteca, ma non mi piaceva quello che ne era uscito fuori. Cancellando mi è venuta in mente l'idea dello scrittore in crisi. Non so se ho reso al meglio quello che volevo dire, qualunque cosa fosse, magari ci ritornerò.

 

  
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