Mi
chiamo Maka Albarn ed ho 17 anni e questo è il mio diario di
viaggio. Sono nata in una cittadina sperduta del Nevada, Death City. Mi
sono trasferita a New York quando avevo circa tre anni, non ricordo
molto di dove sono nata.Tra i miei pochi ricordi,vi sono le giornate estremamente calde e soleggiate, data la presenza del deserto.
L’unica cosa che mi lega a questa orribile
località sita nel Nevada è la presenza di quello
scellerato, anche se è poco, di mio padre.
Io sono la figlia
di Spirit Albarn, inizialmente assistente del sindaco,
nonché preside dell’unico liceo presente in
città,la Shibusen Accademy,diretta da Shinigami. In seguito mio padre divenne vicepreside della Shibusen accademy e poi vice sindaco.
Spirit
aveva solo diciannove anni, quando incontrò mia madre
Camille, che ne aveva diciotto. Lei era la
studentessa più brillante della Shibusen, lei era una bella
ragazza, intelligente, solare e sportiva, ma soprattutto una persona
seria, fino a quando non iniziò a frequentare
quell’imbecille. Lui s’innamorò a prima
vista di mia madre, anche se già all’epoca aveva molte
ragazze intorno e ne frequentava la maggior parte, contemporaneamente.
Lei
invece non s’innamorò subito, ma solo dopo parecchi
tentativi da parte di mio padre, di conquistarla,riuscìa ricambiare i sentimenti, allora sinceri di Spirit.
La loro relazione iniziò alla fine del penultimo anno, visto
che l’idiota era diventato una persona quasi seria e mia
madre aveva ceduto al suo discutibile fascino. Dopo il conseguimento
del diploma, mio padre le chiese di sposarlo.
Camille
accettò senza pensarci troppo (grande errore da parte sua),
nonostante la sua famiglia si opponesse categoricamente a quella
unione, alquanto scellerata. I miei si sposarono in segreto con il rito
civile, officiato da Shinigami stesso, un paio di mesi dopo il diploma
di mamma. Il mese successivo Camille rimase incinta ed aveva solo
diciannove anni, mentre Spirit, era appena diventato ventenne.
La
mia nascita a parer mio, ha rovinato i loro rapporti, perché
mia madre aveva rinunciato a proseguire gli studi e si era trovata
un’occupazione part time, mentre mio padre fu promosso a vice
preside della scuola superiore cittadina ed inoltre divenne anche vice
sindaco.
Mia
madre era orgogliosa che almeno Spirit si fosse realizzato
professionalmente, così avrebbe mantenuto tranquillamente
sia me che lei. Purtroppo per la nostra famiglia, il potere diede alla
testa a mio padre, che con la scusa del lavoro, aveva cominciato a vedere altre donne al di fuori del matrimonio. Inizialmente frequentava i peggiori locali notturni dopo
il lavoro e s’intratteneva con donne di facili costumi, poi
col passare degli anni, le sue non furono più avventure di
una notte, ma relazioni extraconiugali.
Questo
continuò, fino a quando una sera, mentre io ero da mia
nonna, Camille rientrò in casa prima del previsto e
trovò Spirit, intento a spassarsela con una delle sue
amichette, per di più sul loro letto. Conoscendo mia madre,
l’idiota capì che aveva decretato la sua fine,
perché lei lo avrebbe fatto fuori, non prima di aver impartito una
sonora lezione alla sua amichetta.
Fu così che due giorni dopo mia madre impacchettò le nostre cose e mi portò con sé nel suo vecchio appartamento, dove vivemmo per sei mesi. Poco dopo la separazione, mia madre ottenne il mio affidamento ed iniziò a lavorare come insegnante nella scuola media di Death City. Le era stato affidato il corso di giornalismo, infondo quello era sempre stato il suo sogno. Trascorso un anno dalla separazione dei miei, io e Camille ci trasferimmo a New York, dove lei aveva ottenuto un posto in una rivista di viaggi.
Inizialmente ebbi parecchi problemi ad adattarmi alla nuova vita che conducevo a New York. Mi trovavo bene nell’altra scuola, avevo fatto amicizia con delle bambine molto simpatiche e soprattutto potevo passare del tempo con mia nonna e il suo cane che adoravo entrambi. Quando mia madre mi iscrisse nella scuola che le avevano suggerito prima di trasferirci, rimasi traumatizzata. Quei ragazzini sembravano decisamente più adulti di quelli che avevo conosciuto a Death City. Parlavano di feste, di giocattoli importanti e di vacanze da sogno con i loro genitori e mi ignoravano. La loro noncuranza nei miei confronti, era dovuta all'assenza di mio padre e di ingenti somme di denaro, che mi avrebbero resa ricca e quindi degna di essere partecipe del loro mondo. Così mentre i miei coetanei giocavano spensierati, evitandomi, io invece passavo il mio tempo a leggere. A quattro anni, spinta dalla curiosità e dal desiderio di sentirmi adulta, da autodidatta avevo appreso la lettura e la scrittura. Tutti mi consideravano una bambina prodigio molto dotata e forse troppo precoce; io invece mi ritenevo solo una bambina che sopraffatta dalla solitudine, causata dall'assenza di un padre e dagli innumerevoli impegni della madre, si era rifugiata in un mondo fantastico che nessuno le avrebbe mai distrutto.
Impiegai
un paio d’anni per adattarmi alla città e alla
nuova vita che conducevo. Inizialmente avevo sentito la mancanza di mio
padre, ma mia madre prontamente riuscì a colmarla, sostituendolo in modo ineccepibile.
Col passare del tempo, mi
accorsi che Spirit stava sparendo sempre di più dalla mia
vita, poichè non lo vedevo mai, se non quelle rare volte in
cui si degnava di prendere un aereo per vedere me e la mamma.
Il divorzio fu ufficializzato un anno dopo la nostra partenza e
l'affidamento venne concesso esclusivamente a Kami, (questo
è il nome con cui lei adora farsi chiamare.),
poiché l'idiota venne ritenuto incapace di occuparsi di me.
Ciò che mi turbò profondamente, fu il
menefreghismo di mio padre, che accettò di buon grado la
decisione e non tentò di opporvisi. Quando realizzai l'inettitudine del comportamento di
Spirit,rimasi profondamente delusa, ma la mamma mi aiutò in seguito a comprendere
quanto poco tenesse alla nostra famiglia.
Quando presi più coscienza di me stessa e della mia vita, cominciai a cancellare i ricordi legati alla piccola cittadina desertica dove ero venuta al mondo, legandomi così indissolubilmente alla città che mi aveva accolta, facendomi sentire parte di essa. Infatti riuscii persino a farmi degli amici ed a sentirmi in pace con me stessa e con chi mi era accanto. Mia madre dice che sono diventata adulta prima di essere bambina. In effetti credo proprio che lei abbia ragione.
N. D. A: Hello, hello. Come andiamo? Questa è la mia nuova creazione, pubblicata per porre rimedio all'abbandono di neverland ed al ritardo del Filo Rosso. Come avrete notato ho optato per un'altra Au, questa volta in chiave moderna. In questa storia Maka è una ragazza che ha vissuto la maggior parte della sua vita a New York e che sulla soglia dei diciotto anni è costretta a cambiare radicalmente la sua vita. Qualcosa in più lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Black*Star: Yahoooooooooooooooooooooooo! Ammiratemi sono tornato per annunciare a tutti che ho superato gli Dei e che la nostra autrice si avvicina sempre di più al diploma. Nana mi sa che stai diventando vecchia, visto che non riesci più a gestire tutte le tue storie, per fortuna il grande oresama ti aiuterà Ahahaha.
Black Nana: Hai rotto le scatole, ora ti faccio fuori! *Scaglia Black*Star sulla luna con un calcio.*
Chiedo scusa a tutti i miei fan per aver interrotto Neverland, che probabilmente resterà incompiuta, perchè dubito che riuscirò a renderla decente. Prometto però che gestirò meglio il filo rosso e questa nuova storia. Presto pubblicherò altre due long, una di pochi capitoli e un'altra molto particolare su Kid. Inoltre una volta concluso il filo rosso vi farò una piccola sorpresa, non dico altro XD. Il capitolo è dedicato tutto alla mia Hachi, ovvero Death The Kid 93, che attualmente ha problemi con internet. Bacioni giraffosi dalla vostra Black Nana <3