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Autore: antoL490    02/10/2011    5 recensioni
"Allora, Nicole. Quanti anni hai?"
"Diciassette"
"Diciassette? Sei praticamente una bambina!"
"Ehi!Cos’hai contro le diciassettenni?"
"Oh, niente. Cioè, non credo che sia l’età a fare matura una persona."
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia ispirata in parte alla canzone ‘Quanti anni hai’ Di Vasco Rossi.
Siate clementi, è la prima storia che pubblico.
Grazie, a te che stai leggendo.
Anto
 
 
Quel venerdì sembrava un giorno come tutti gli altri.
Nicole era seduta al bancone del bar che si trovava a un centinaio di metri dalla scuola che frequentava. Sorseggiava il suo caffè, ancora addormentata.
D’un tratto lo sgabello a fianco al suo si spostò e vi si sedette un uomo alto con i capelli castani. Portava gli occhiali da sole, il che non le permise di vedere il colore dei suoi occhi.
Lui si voltò e la salutò con un cenno. Lei sorrise, mentre le guancie le si infuocarono.
Dire che era bello sarebbe stato un eufemismo. Quell uomo era perfetto.                                                             Si costrinse a non fissarlo e continuò a bere il suo caffè.
Con la coda dell’occhio vide che l’uomo aveva tirato fuori un Black Berry e muoveva veloce le dita. Quando il barista gli porse il suo caffè, appoggio il cellulare sul bancone.
In silezio, anche lui iniziò a bere il suo caffè. Dopo un paio di minuti si alzò, lasciò un paio di dollari sul balcone e uscì.
Il cellulare era rimasto sul bancone.
Nicole lo fissò per un attimo, poi lo prese e corse verso l’uscita.
L’uomo stava attraversando la strada, diretto alla sua macchina. Lei gli corse dietro e cercò di attirare la sua attenzione.
‘’Ehi ! Scusa… “ urlò.  Si fermò sul marciapiede.
“Dici a me.? ” rispose l’uomo, voltandosi.
“Il… Il tuo cellulare. L’hai lasciato al bar. Eccotelo.” Disse, mentre riprendeva fiato.
L’uomo sbiancò e prese il cellulare.
“Gr-grazie. Non so come ho fatto a dimenticarlo. Ci tengo tantissimo. Grazie mille ancora. “ disse.
‘’Oh, di niente. ‘’ rispose Nicole.
“Come posso sdebitarmi?” chiese l’uomo. Lei sorrise.
“Non ti preoccupare. Bè, è stato un piacere.” disse Nicole.
‘’No, no. Mi hai praticamente salvato dalla pazzia che mi avrebbe colpito se avessi perso il BB. Devo ringraziarti in qualche modo. Vieni a fare un giro con me?’’ chiese.
‘’Oh. No, guarda, devo andare a scuola. E poi neanche ti conosco. ‘’ disse lei, abbassando lo sguardo.
‘’Ma dai, saltare un giorno di scuola non ha mai ucciso nessuno. E io non sono proprio uno sconosciuto.’’ Mentre lo diceva si tolse gli occhiali. Nicole alzò lo sguardo e le mancò il fiato.
‘’Ma tu… Tu sei il cantante dei 30 Seconds to Mars! ‘’ cercò di non urlare. Nicole comunque non era una vera e propria Echelon, ma la loro musica le piaceva.
‘’Hai visto che mi conosci? ‘’ disse Jared, trattenedo una risata. ‘’Allora, vieni a fare un giretto con me? ‘’
Tutti i buoni propositi di Nicole andarono a farsi benedire e accettò.
Lui la prese a braccetto e la condusse verso la macchina. Da vero gentiluomo le aprì la portiera e la fece accomodare. Poi salì anche lui e mise in moto.
‘’Allora, dove ti va di andare?” chiese.
‘’Dove vuoi tu.’’ Disse la ragazza. Jared sorrise.
‘’Ok, andiamo in spiaggia. ‘’ disse.
Per qualche minuto regnò il silenzio. Nicole era imbarazzatissima. Fu Jared a rompere il silenzio.
‘’Allora. Non me lo dici come ti chiami?’’ disse, sempre sorridendo.
‘’Ni-Nicole.’’ Sussurrò lei.
‘’Nicole. Mi piace come nome. Allora, Nicole. Quanti anni hai? ‘’ Nicole rimase interdetta per un attimo. Il modo in cui Jared pronunciava il suo nome le piaceva un sacco. Forse troppo.
“Diciassette” rispose. Una risata scappò dalla bocca di Jared.
‘’Diciassette? Sei praticamente una bambina!’’ disse.
“ Ehi! “ disse lei, sorridendo. “Cos’hai contro le diciassettenni?”
‘’Oh, niente. Cioè, non credo che sia l’età a fare matura una persona. ‘’
‘’ E allora perché mi hai chiamata ‘bambina ’ ? ‘’                    
‘’ Perché, in confronto a me , è quello che sei. ‘’ disse Jared, semplicemente.
Lei guardò fuori dal finestrino e iniziò a scorgere il mare. Nell’abitacolo regnava di nuovo il silenzio.                
Dopo un paio di minuto Jared accostò ed entrambi scesero dall’auto.
Nicole inspirò l’aria salmastra. Da troppo tempo non andava in spiaggia. Iniziarono ad incamminarsi e poco dopo entrambi si tolsero le scarpe. Iniziarono a parlare del più e del meno. Della scuola di Nicole, del lavoro di Jared. Della famiglia di uno e di quella dell’altra.
Al contrario di Jared, Nicole non aveva un bel rapporto con sua madre e non aveva fratelli e sorelle. Anche lei, però, era cresciuta senza un padre.
Fecero cadere il discorso ‘famiglia’ e si sedettero appena prima del bagnasciuga.
Di nuovo silenzio. Era settembre inoltrato e un venticello veniva dal mare. A Nicole vennero i brividi. E forse non era solo il freddo. Jared le porse la sua giacca di pelle.Lei sussurro un ‘grazie’ e la indossò.
Emanava un profumo delizioso. Chiuse gli occhi e lo respirò. Dopo qualche secondo l’odore si fece più forte.
Aprì gli occhi. Il volto di Jared era a pochi centimetri dal suo.
La baciò. Un bacio leggero. Fu tenero e tanto, tanto dolce.
Dopo poco si staccarono. Nicole puntò lo sguardo verso l’orizzonte, rossa in viso.
Jared continuò a fissarla. I capelli biondo scuro erano stati portati all’indietro e gli occhi verdi erano socchiusi per colpa del vento.
Era bella. In quel momento non pensò alla differenza d’età che c’era. L’aveva baciata così, d’istinto.
Senza pensare che lei probabilmente si sarebbe illusa. Illusa che quella celebrità provasse qualcosa per lei.
La giornata passò così. Parlarono di tutto e di niente, conoscendosi poco a poco. Lui l’accompagnò a casa.
Non c’era nessuno, ma Nicole decise di non invitarlo ad entrare. Non voleva sembrare una ragazza facile, e comunque non si sentiva pronta per niente che non fosse n bacio. E sapeva che non doveva farsi illusioni.
Lui era Jared Leto. Lei era una ragazza qualunque che frequentava il liceo.
‘’Bè… Grazie per oggi. Sono stata davvero bene, Jared. ‘’ disse lei. Lui annuì semplicemente.
‘’Ok.. Io allora… Entro. Ciao. ‘’ si voltò e aprì la porta. Jared la prese per un braccio la fece voltare e premette nuovamente le labbra sulle sue. Nel frattempo, le infilava un biglietto nella tasca della sua giacca.
Quando si staccarono, lei gli disse ‘’ La giacca ! Quasi me ne dimenticavo. Ecco, tieni.’’ Fece per togliersela. Lui la bloccò.
‘’No, lascia stare. Tienila tu.’’ Sorrise e se ne andò, lasciandola interdetta.
Nicole entrò in casa e salì in camera sua. Appese la giacca nell’armadio e da essa ne cadde un bigliettino.
‘’Mi chiamerai?’’  seguiva un numero di cellulare.
Sorrise. Jared Leto le aveva lasciato il numero di cellulare. Dopo aver passato la giornata insieme a lei.
Si distese sul letto e si addormentò.
Il giorno dopo, verso le cinque del pomeriggio, decise di chiamarlo.
‘’Pronto? ‘’ rispose dopo qualche squillo.
‘’Ehy, Jared. Sono Nicole. ‘’
‘’Oh, Nicole. Che piacere sentirti.’’ Nicole decise di buttarsi.
‘’Senti… Ti va di uscire questa sera?Magari andiamo in un locale… ‘’ si morse il labbro.
‘’Emh… Stasera ho un impegno. Facciamo un altro giorno, ok?’’ rispose Jared.
‘’ Si.. Certo… Ok.’’
‘’Nicole, la notte non è più sicura. Sarebbe meglio che non uscissi neanche tu.’’
‘’Si Jared, ok. Ci si sente.’’ Chiuse la telefonata.
‘Stupida, stupida, stupida. Che ti aspettavi? Incassa e zitta. Non dovevi illuderti.’ Ricacciò indietro le lacrime.
Decise che non si sarebbe buttata giù. Quindi chiamò una sua amica e si organizzarono per uscire quella sera stessa.
‘E chissene se la notte non è più sicura.’
Dopo qualche ora Nicole era pronta, tutta in tiro per uscire con la sua miglior amica e dimenticarsi dell’illusione che l’aveva accompagnata in quella giornata.
Si recarono in un pub. Appena varcata la soglia, Nicole si guardò intorno.
Nel momento che seguì, avrebbe voluto sprofondare.
Jared, seduto al bancone con una biondona. Semvravano molto intimi. La mano di lei era appoggiata sul bancone e poco dopo lui posiziono la sua sopra di essa.
In quel momento, Jared si voltò e vide Nicole. Varie espressioni le percorrevano il viso, una dopo l’altra.
Rabbia. Dolore. Imbarazzo. Di nuovo dolore.
Lei si voltò e uscì dal locale. Si appoggiò al muro.
Poco dopo lui la raggiunse.
‘’Nicole… Io… te l’avevo detto di non uscire.’’ Non sapeva cosa dire e disse la prima cosa che gli era passata per la mente.
Nicole non resistette e gli tirò uno schiaffo. Lui lo incassò in silenzio. Poi disse, sincero:
‘’Ti ho pensata, sai? Tutto il giorno. Ti ho pensata, poi.. mi ha telefonato lei per prima. Non ho saputo dir di no.’’
‘’ Non mi interessa, Jared. Non ne voglio più sapere niente.’’ Rispose Nicole, voltando il viso.
‘’No, dai. Non fare così. Andiamocene. Andiamocene ora. Insieme.’’ Chiese.
‘’No. Sono con una mia amica. Non sarebbe giusto. E comunque non verrei ugualmente. Avresti dovuo tsaperlo dire, di no.’’
‘’Dopo dove vai? ‘’
‘’Lontano da te.’’
‘’ Nicole… Per favore. Perdonami.’’
‘’Non c’è niente da perdonare. Non stiamo insieme. Sei libero di fare quello che vuoi. ‘’
‘’ Quanti anni hai, Nicole? ‘’
‘’Sempre diciassette.’’
‘’No. Sei molto più matura. ‘’ sospirò. Poi disse
‘’Forse ne ho soltanto qualcuno più di te. Ma è la felicita che non so più cos’è .’’
Detto questo, se ne andò. Le loro strade si divisero. Non si videro mai più.
Dopo qualche settimana, Nicole lesse che Jared stava con la bionda del locale.
Non gli fece più ne caldo ne freddo. L’aveva superata. Anche se non c’era niente da superare, dopotutto.
 
 
  
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