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Autore: Tanuki    02/10/2011    3 recensioni
Grimmjow si trova davanti ad un nemico difficile da combattere...le sue armi? Orecchie a punta, pelo tigrato, due occhioni verdi, una lunga coda e dei piccoli artigli che Grimmjow non deve sottovalutare...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inoue Orihime, Jaggerjack Grimmjow
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una stupidata GrimmxHime che mi ha fatto sorridere...spero che vi piaccia!

I personaggi sono maggiorenni ed appartengono a Tite Kubo.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!





Questa casa è troppo piccola per due pantere






Grimmjow bussò con decisione alla porta di lei.

Non vedeva Orihime da due giorni, non nascondeva il suo desiderio di saltarle addosso appena fosse entrata nel suo campo visivo.

Voleva artigliarle i fianchi golosi, tuffarsi nel suo seno lussurioso e rimanere nel letto con lei per l’intera giornata.

Appena la porta si aprì, si trovò davanti due orecchie a punta, un collarino rosso completo di campanellino e una lunga coda pelosa.

No, non era Orihime che si era travestita per proporgli una giornatina piccante.

Era un gatto.

Un gattino tigrato con due enormi occhi verdi che lo fissavano.

Grimmjow rimase inizialmente di sale.

La ragazza, con un gran sorriso, presentò l’animaletto al suo ragazzo.

“Grimmjow-kun, lui è Jingoro” disse carezzando la schiena della bestiola “L’ho trovato in un vicolo tutto sporco ed affamato e ho deciso di tenerlo con me…non è adorabile?”

“Mpf”  rispose Grimmjow, rimanendo in piedi sulla soglia.

Orihime lo guardò leggermente delusa.

“Tutto qui?” chiese facendogli cenno di entrare.

Il ragazzo entrò senza dire nulla, si voltò per guardare nuovamente il felino con cipiglio severo.

Lo prese per la collottola dalle braccia di lei e se lo portò all’altezza degli occhi.

“E tu saresti un gatto?” chiese borbottando all’indirizzo di Jingoro.

Per lui il gatto era il simbolo della forza sinuosa e veloce, un guerriero selvaggio ed indipendente.

Invece Jingoro era una piccola palletta di pelo con due occhioni dolcissimi.

“Grimmjow-kun…non fargli male…” mormorò Orihime prendendolo dolcemente.

“Non gli faccio niente, tranquilla” rispose Grimmjow lasciandoglielo.

La ragazza posò il micio sul divano.

Grimmjow la prese per i fianchi attirandola a sé.

La baciò affamato, affondando le dita tra i suoi capelli ramati, l’altra mano scivolò dolcemente verso il basso, fino ad insinuarsi sotto la sua gonna.

Orihime lo scostò con dolcezza, le sue guance s’imporporarono.

“Grimmjow-kun…” sussurrò “Ho…ho comprato una cosa che forse ti piacerà…”

Il ragazzo le bisbigliò all’orecchio:

“Beh…allora perché sei ancora qui?”

Le sfiorò con la lingua il lobo dell’orecchio, quel semplice contatto la fece tremare impercettibilmente.

Orihime sparì verso la sua camera.

Grimmjow si lasciò cadere sul divano, sospirando.

Il suo sguardo si posò su Jingoro, che era acciambellato dall’altra parte.

“Beh, palla di pelo” disse, sogghignando “Per un paio d’ore dovrai stare senza la tua padrona”

Fece per toccarlo.

Jingoro si alzò improvvisamente, rizzando il pelo e soffiando minacciosamente.

“Cerchi di imitare un gatto vero, palla di pelo?” gli chiese il giovane beffardo, poi allungò nuovamente la mano per cercare di carezzarlo.

Il micio affondò le piccole, micidiali unghie sulla pelle di Grimmjow, che ritirò la mano sobbalzando.

“Brutto piccolo bastardo” sibilò il ragazzo “Ti sei messo contro la persona sbagliata!”

Così dicendo si avvicinò tirandogli la coda con un gesto repentino.

Jingoro soffiò nuovamente, abbassando le orecchie.

Repentinamente alzò la zampetta, cercando di graffiare Grimmjow un’altra volta.

Il ragazzo prontamente evitò.

“Sono migliore di te, sacchetto di pulci” ringhiò.

Jingoro emise un miagolio basso, prima di saltare addosso all’insidiatore dai capelli azzurri.

Grimmjow cadde all’indietro nel tentativo di scansarlo, ma il micio atterrò sul suo viso, artigliandolo senza pietà.

“GATTACCIO SCHIFOSO!” urlò il giovane, cercando di staccarsi dal viso le zampe micidiali del gattino “PALLA DI PELO DANNATA E BASTARDA! LASCIAMI!”

Jingoro soffiava e si dimenava, come indemoniato affondava le unghie graffiando implacabile il bel viso del ragazzo.

Alla fine, Grimmjow si liberò dalla presa felina e prese il gatto per la collottola.

“Maledetto…”  disse, fissandolo con odio.

Il micio, per via della presa, s’immobilizzò; ma i suoi occhioni verdi lo guardavano con altrettanto astio.

“GRIMMJOW-KUN!” un grido femminile lo fece voltare di scatto.

Orihime, vestita con un’impalpabile sottoveste bianca e semitrasparente che le carezzava il corpo, era davanti a lui; le mani poggiate sui fianchi morbidi, il viso contratto dallo stupore.

Grimmjow rimase imbambolato per un istante a guardare quel corpo stupendo che si stagliava di fronte a lui, poi voltò la testa e vide Jingoro cambiare totalmente espressione: da minacciosa e assetata di sangue a dolce e indifesa.

Giocava sporco, la bestiola.

E realizzò di essere nei casini.

“Adesso mi spieghi che cosa stai facendo!” esclamò lei, rabbiosa “Ti sembra il modo di trattare Jingoro?”

“Orihime, guardami, cazzo!” rispose lui “Sono una maschera di sangue, ho provato solo ad accarezzare questo bastardo e mi è saltato addosso soffiando! Che dovevo fare?”

L’espressione di lei s’addolcì leggermente, e il ragazzo sospirò di sollievo; adesso quella palla di pelo avrebbe ricevuto ciò che meritava.

Inoue si avvicinò e prese delicatamente il gatto tra le braccia, lo grattò dietro le orecchie e con voce carezzevole disse:

“Jingoro cattivo…non si fa!”

Grimmjow non riuscì a credere alle sue orecchie.

“Non puoi averlo fatto” disse solamente.

“…cosa?” chiese lei.

“Quel malefico gattaccio mi ha aggredito, io mi sono difeso e quello che si becca il cazziatone sono io! Mentre quel sacco di pulci riceve una grattatina! Ma il mondo è per caso impazzito?”

La giovane posò il gatto a terra.

“Guarda che è un gatto, Grimmjow-kun…non lo ha fatto per cattiveria, forse voleva difendermi…”

“Anche io voglio difendere il mio diritto a fare sesso con la mia ragazza senza ritrovarmi la faccia sbrindellata” rispose il giovane contrariato, incrociando le braccia.

Orihime sospirò, e andò verso il bagno per prendere del disinfettante.

Mentre medicava il ragazzo, lei sorrise appena.

“Sono contesa tra due…pantere, quindi?”

“No” corresse lui “Sei contesa tra una pantera e un bastardissimo grumo di pelo che ricorda vagamente un gatto!”

La giovane posò sul tavolino del salotto il disinfettante e il cotone idrofilo.

Grimmjow le prese la testa tra le mani.

“Ma solo la pantera riesce a farti fare le fusa” le sussurrò mordendole il labbro inferiore e spingendola dolcemente fino a farla stendere sul divano.

  
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