Debolezza

 

Con le gote umide di lacrime, le palpebre abbassate e le ciglia a far ombra sul viso, Caroline è il ritratto della fragilità dalla quale Tyler ha sempre tentato di scappare.
Al broncio della ragazza di turno rispondeva con indifferenza.
All’espressione vuota di sua madre reagiva col silenzio.
Al riflesso distorto di un Tyler diverso e meno perfetto voltava le spalle.
Tyler teme la debolezza che ha imparato a mascherare con gli anni. La aggira, fingendo di non vederla. Imbroglia sé stesso, costringendosi a non guardarla. Diventa cieco davanti al ricordo di due caldi occhi color cioccolato colmi di lacrime salate e pungenti; gli occhi di un bambino che nascondeva la sofferenza per un padre troppo rigido e una madre impotente; gli occhi che quel bambino chiudeva per lottare contro il buio che lo circondava, chiuso in soffitta.
E anche adesso, con la rabbia di Caroline a gravargli sulle spalle, lotta contro sé stesso per cancellare l’accenno di quei ricordi; questa volta Tyler è debole, è soltanto un riflesso distorto e meno perfetto.
Voltare le spalle è più difficile di quanto ricordasse.
Contro la volontà di fuggire, le mani del ragazzo sfiorano i capelli di Caroline, carezzandoli con un delicatezza sorprendente, le braccia avvolgono la sottile vita della ragazza e le labbra si poggiano sulla sua fronte.
A Tyler piacevano le coccole della mamma dopo le punizioni di papà.
Questo lo ricorda bene e, improvvisamente, sente il bisogno di non nasconderlo.
Con le labbra screpolate per colpa dei denti che vi ha affondato, le mani chiuse in piccoli pugni intorno alla maglia rossa del ragazzo e il petto spento che si alza ritmicamente, Caroline è il ritratto della fragilità dalla quale Tyler ha smesso di scappare.