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Autore: yuukih    02/10/2011    3 recensioni
Emily, è una ragazza di 16 anni, trasferitasi a Milano a 13 anni ha dovuto ricrearsi una vita, con molta difficoltà. Tutto ciò che ha nella nuova città, sono una migliore amica e un ragazzo, con cui sta da 4 mesi, finché non lo beccherà baciarsi, con appunto, la sua migliore amica.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cade una stella, s'innalza il sole - Capitolo 1
Non sono mai stata una di quelle ragazze che viene ammirata da tutti e considerata come una dea. Per niente.  
Insomma, non per fare la vittima, ma in generale, non sono una che viene molto considerata.
Solo in famiglia. Ma, tra gli amici, avevo qualche problema. Ho sempre frequentato solo un piccolo gruppo di amici che avevo lasciato nella mia città natale quando mi trasferii, tristemente a Milano all'età di 13 anni. Tutti i miei ricordi, sono insieme a loro, sin dalla prima elementare. Farmi nuovi amici… era sempre difficile, nonostante riuscissi a farmi delle amicizie, non riuscivo mai a legarmici più di tanto. Sì, qualche risata, due chiacchiere, ma fine della storia.
Tuttavia, ero, e sono, una normalissima ragazza che non è mai riuscita ad esprimersi come realmente avrebbe voluto. Un po’ per la timidezza che congela le parole e le gesta, un po’ per la paura traditrice.
Mi incamminai, come sempre, quando avevo bisogno di pensare o avevo bisogno di solitudine malinconica, verso il parco  davanti casa.
Pensai così tanto, che finii  col scontrarmi con qualcuno. Ero davvero stanca, la giornata era stata faticosa: oltre a essere iniziata da poco la scuola, i miei per la millesima volta, avevano litigato e dall’aggressività che regnò in casa, scappai, dirigendomi verso casa della mia migliore amica, ma questa, mi aveva tradita insieme al mio ragazzo, di nascosto. Li avevo scoperti, visti con i miei occhi, quello stesso giorno. Lì, davanti a quella dannata porta, li vidi baciarsi. Rimasi paralizzata, e sentii un liquido caldo accarezzarmi violentemente le guancie. Lacrime, così vengono chiamate solitamente. Era il giorno del mio sedicesimo compleanno, e come regalo, avevo ricevuto, l'addio della mia migliore amica, e del mmio ragazzo, con cui stavo ormai da quattro mesi. Mi sentii sciogliere. Tutto ciò che avevo, nell’immensa città circondata da smog e nullità, erano le due persone, che avevo appunto visto tradirmi con così tanta facilità.
Così quel giorno, mi diressi al parco, con le cuffiette e musica tentai di consolarmi, e passeggiai, con gli occhi che esplodevano di lacrime finché, nel tentativo di cambiare canzone, non sbattei contro una persona. Caddi e mi graffiai il braccio destro.
- S…scusami davvero! Sono mortificato! –
- N..no,no! Scusami tu! Stavo cambiando canzone e non…- mi fermai. Io lo conoscevo già. – Mark?! Sei tu? –
- Sì sono io… ma… tu chi…- mi fissò intensamente, - no, non ci posso credere! Emily?!  –
- Mark non ci posso credere! Cosa ci fai tu qui?!  –
- Quando te ne sei andata, sono successi vari casini nella mia famiglia, così sono andato via di casa, e sono venuto a vivere qui. Ma non sapevo tu vi abitassi! –
- Non ci posso credere! Gli altri come stanno? –
- Tutto a posto! Sapessi come ci mancavi. Ogni giorno eri nei nostri discorsi. Ma... cos'hai agli occhi? Stai piangendo?-  
Finalmente avevo ritrovato un amico.
La mia migliore amica mi aveva abbandonata, il mio ragazzo pure, ero rimasta sola. Sì, avevo delle amicizie, però… non valevano quasi nulla, non per cattiveria, ma tutto ciò che ci dicevamo era come stavamo e cosa facevamo, poi fine della discussione.
- No, lasciamo stare... adesso non mi va di pensarci... Mark, ma precisamente dov’è che abiti? –
Mi indicò un palazzo bianco e grigio.
- Ma siamo vicinissimi! Io abito lì vedi? – indicai il mio palazzo che era esattamente quello accanto.
- Beh allora ci possiamo rivedere qualche volta! –
- Certo! Lasciami il tuo numero magari.-
Così ci scambiammo i numeri e tornammo a casa. Ero agitatissima. Mark era cresciuto molto da come lo ricordavo, e soprattutto, s’era abbellito molto.
Arrivata a casa, salutai tutti e mi chiusi in camera, e cominciai a sfogarmi su un inutile pezzo di carta. In fine, mi alzai mi stiracchiai, guardai l’ora, ormai erano le 11 di notte, così mi decisi di andare a dormire. Come sempre, prima, fissai un po’ la luna, ma nell’aprire le tende, mi imbattei nella finestra di fronte. Si affacciò una ragazza bellissima, mai vista prima e mi sorrise come se capisse i miei sentimenti, verso quella luna silenziosa.
Il giorno seguente, andai a scuola, nel pomeriggio andai al parco speranzosa di incontrare di nuovo mark, ma niente.
La sera, mi affacciai alla finestra, e vidi nuovamente quella ragazza. Dopo poco nella stanza  entrò anche Mark. Ci rimasi malissimo, mi aveva detto che era scappato di casa per i problemi in famiglia, e invece era scappato con la fidanzata. Masssì, alla fiine che senso aveva scaldarmi? Alla fine Mark era un semplice amico con cui mi ero rivista dopo tanto tempo. Forse stavo facendo l’egoista, forse per anche solo un minuto, avevo pensato di poter sostituire William, il mio ex ragazzo, con Mark, il mio ex migliore amico. Ma non era così che dovevo superare tutto. No, dovevo dimenticare. Dimenticare, come si fa con le stelle cadenti. Ricordarne il desiderio e la brillantezza ma dimenticarne l'oscurità che grava attorno, pronta a divorarti.
  
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