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Autore: ririn666    02/10/2011    0 recensioni
-Promettimi che non mi lascerai mai- non era un’ordine, né una richiesta, suonava tanto come una preghiera, o forse una supplica. Il biondo gli poggiò una mano sui capelli, scompigliandoglieli appena.
-Promesso.- Sussurrò appena.
Mai… era come dire che sarebbero stati insieme per sempre e Ludwing, ai per sempre, non ci credeva.
-Te lo prometto…- Sussurrò nuovamente, questa volta più rivolto a se stesso che all’altro.
Genere: Demenziale, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si spalancò all’improvviso, strappando un sussulto al biondo che non aspettava visite. Eppure, per qualche strana ragione, non si stupì nel vedere che si trattava di Feliciano. Ciò che lo stupì davvero fu l’aria spensierata e il sorriso che incurvava le labbra del ragazzo.
-Doitsu! Doitsu!!- strillò avvicinandosi. Ludwing sospirò, in qualche modo sollevato. Italia era tornato. Non l’avrebbe mai ammesso, ma ne era felice, lacrime di tristezza –no, non di paura, di quelle ne aveva viste a bizzeffe- non si addicevano a quel viso così innocente e solare. Trattenne un’imprecazione quando con tutta la leggerezza di cui non era dotato Feliciano si lanciò contro di lui, ignorando bellamente che dopo appena una settimana di ospedale le ferite ancora dolevano.
-Grandi notizie Doitsu!- Sorrise, un sorriso smagliante, un sorriso degno della sua fama. Il biondo lo fissò per un attimo, curioso.
-Inghilterra si è arreso, ha deciso di arrendersi! Non è magnifico Doitsu?- A quella notizia nemmeno l’imperturbilità tipica che lo contraddistingueva fu particolarmente d’aiuto a Germania, un’espressione stupita si dipinse sul suo volto. Certo fu solo per pochi istanti, il tempo per incassare la notizia e poi il solito sguardo serio si delineò sul viso del biondo.
-Come…- non si trattava di una vera e propria domanda, o forse si.
-Questa mattina ha ritirato le truppe, ora avrai tempo di riprenderti!- Ludwing incontrò lo sguardo raggiante di Feliciano, genuinamente felice per quella notizia. Era la prima volta che lo vedeva sorridere da quando aveva trovato il biondo ferito e privo di sensi in seguito a uno scontro con Inghilterra.
-S…si… davvero una bella notizia- convenne poco convinto, non se la sentiva proprio di rovinare l’entusiasmo del ragazzo che, forse più di lui, aveva bisogno di buone notizie.
-Ah! Ora però devi riposarti, tornerò a trovarti domani e ti porterò della buonissima pasta!- Dopodiché lo salutò e scomparve dietro alla porta, lasciando che la stanza d’ospedale tornasse nuovamente vuota e silenziosa.
Perché?
La domanda martellava nella mente di Germania senza lasciargli tregua.
Perché si era ritirato Inghilterra?
Perché così all’improvviso?
Perché ora che avevavinto?
Lasciò cadere la testa sul cuscino, tornando ad osservare quel soffitto bianco, convenendo che era tutto estremamente noioso senza quell’impiastro tra i piedi, buffo, dopo anni di solitudine era piuttosto sicuro di essere abituato al silenzio, gli pareva strano arrivare a trovarlo quasi fastidioso.
 
 
-DOOOOOITSUUUU!!- Non poteva dire che non se l’aspettasse, ma l’improvviso attacco da parte del castano lo fece quasi cadere. Vide lentamente la testa dell’altro staccarsi dal suo petto per poi ritrovarsi a fissare quei limpidi occhi color nocciola.
-S-sono a casa- disse Ludwing, non del tutto sicuro che fossero le parole giuste da pronunciare in quella situazione, di certo però suonavano piuttosto bene. Il sorriso di Feliciano si allargò.
-Bentornato- Una parola, una semplice e banale parola… era davvero possibile che una cosa del genere fosse in grado di scaldare il cuore di ghiaccio di un soldato consumato come lui? In una qualche strana maniera Italia era capace di farlo sentire amato, indispensabile, se se ne fosse andato –come il castano non mancava di premurargli ogni cinque secondi- qualcuno avrebbe pianto per lui. Era bello, piacevole sentirsi importanti. Certo non l’avrebbe mai ammesso, trovava difficoltà perfino ad accettarlo, figurarsi andare a sbandierarlo ai quattro venti.
Senza protestare lasciò che il ragazzo lo trascinasse per la manica fino alla stanza accanto dove venne accolto da un colorato festone di bentornato e un banchetto che avrebbe fatto gola a chiunque.
-Non sapevo cosa fare per ringraziarti per avermi protetto da Arthur, quindi ho pensato di preparati da mangiare, c’è pasta al ragù, pizza, pasta ai funghi, poi lasagne, ancora pasta…- dopo la quinta pasta Ludwing smise di ascoltare il menù, convenendo che per essersi impegnato così tanto Feliciano doveva sentirsi davvero in colpa per quello che era accaduto.
-Non c’era alcun bisogno- replicò, quasi –e sottolineo quasi- commosso. Per qualche istante lo sguardo di Italia si velò di tristezza, non grave come quella che ricordava non appena aveva aperto gli occhi all’ospedale, una tristezza intrisa di consapevolezza.
-Sei sempre così gentile Doitsu, e io sono inutile, alla fine finisce sempre che devi proteggermi, l’altro giorno… l’altro giorno…- Occhi languidi si soffermarono su quelli azzurri di Ludwing che arrossì leggermente. Gli ricordavano quelli di un cucciolo indifeso. Poi, all’improvviso, sentì le braccia dell’altro cingerlo.
-Promettimi che non mi lascerai mai- non era un’ordine, né una richiesta, suonava tanto come una preghiera, o forse una supplica. Il biondo gli poggiò una mano sui capelli, scompigliandoglieli appena.
-Promesso.- Sussurrò appena.
In quel momento si odiò. Aveva appena fatto una promessa che non era sicuro di poter mantenere, aveva mentito a Italia. Mai… era come dire che sarebbero stati insieme per sempre e Ludwing, ai per sempre, non ci credeva.
-Te lo prometto…- Sussurrò nuovamente, questa volta più rivolto a se stesso che all’altro.
 

Primo tentativo di long-fic, spoilero solo che troverete OOC nei capitoli successivi, ovviamente è voluto (non tutto, ma certo dark!italy non è esattamente IC XD) comunque spero di non uscire troppo dai personaggi originali.
  
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