Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Ricorda la storia  |       
Autore: CinderNella    03/10/2011    3 recensioni
Si guardò intorno, lasciandosi cadere su una poltrona: era finita anche quella. Era strano recitare senza di lui, mancavano le battute stupide che scambiava con Zach e la sua faccia da giullare. Quando iniziava poi a recitare e a fare il duro era ancora più ilare, perché sapendo come in realtà fosse, vederlo serio o... stronzo –perché lo era stato per una serie intera– era strano.
[Candice x Micheal]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei personaggi della mia storia, offenderli in alcun modo.


Can you hear my heart beating like a hammer?
Beating like a hammer...

Si guardò intorno, lasciandosi cadere su una poltrona: era finita anche quella. Era strano recitare senza di lui, mancavano le battute stupide che scambiava con Zach e la sua faccia da giullare. Quando iniziava poi a recitare e a fare il duro era ancora più ilare, perché sapendo come in realtà fosse, vederlo serio o... stronzo –perché lo era stato per una serie intera– era strano.
«Candice? Hai finito, lo sai, no?» Zach la risvegliò da quella specie di trance, che doveva di sicuro aver accompagnato con un sorriso ebete «Ma a che stai pensando? Hai la faccia da idiota.»
«Mh... Nulla di particolare. Si sente la mancanza di Mike, tutto qui.»
«Parli all'impersonale perché non vuoi far sapere che ti manco?» rimase interdetta: le si irrigidì la schiena e strabuzzò gli occhi, mentre il ragazzo biondo con il quale stava dialogando scoppiò a ridere. Si voltò, molto lentamente, ritrovandosi l'oggetto della loro discussione ad un metro da sé.
Si riprese subito, ribattendo con un sorriso ironico: «Ma proprio no! Al massimo, mi manca la tua faccia da schiaffi, e sto scherzando, ovviamente.» alzò un sopracciglio, incrociando le braccia.
La prendeva sempre in giro, quando si trovava sul set; certo, non è che fosse propriamente contentissima di essere sempre presa in causa o chiamata procione, ma le sue facce buffe in qualche modo mancavano. L'unico che gli si avvicinava era Ian, ma con lui non c'era un rapporto così stretto. O meglio, quello che aveva con lui era normale, ma a Michael era un po' più legata.
«Lo so, procione, ammettilo.» Michael arricciò il naso mentre pronunciava quello che era diventato il suo epiteto, rendendo divertenti i profondi occhi scuri, che non riusciva a poter credere neanche lontanamente disarmanti, se mai si fosse presentato il caso; non era certamente quello però «Ehi amico, come va?» salutò Zach, con quella sottospecie di abbraccio che facevano i maschi.
«Buon tête a tête!» augurò lei, allontanandosi verso l'uscita per andare a cambiarsi: lanciò ancora una volta un'occhiata ai due ragazzi, incrociando quella di Mike, che tirò fuori la lingua non appena si accorse del suo sguardo.
Candice alzò gli occhi al cielo, chiudendosi dietro la porta: si diresse verso il camerino, giusto per cambiarsi, prendere le sue cose e tornare a casa. Voleva solo quello, farsi una doccia e poi una bella dormita. Mancava una sola settimana e poi sarebbe stata libera per due settimane, sarebbe potuta tornare dai suoi: si legò la deforme massa bionda di capelli che le cadeva sulle spalle e crollò seduta davanti allo specchio.
Decise di struccarsi, dato che le sembrava troppo difficile alzarsi per cambiarsi d'abito. Non riusciva a pensare a nulla, tant'era stanca.
Era in procinto di prendere la borsa ed andarsene, quando sentì bussare.
«Sì?»
«Candice?» era una voce profonda, facile da riconoscere: aprì la porta, ritrovandosi un'altra volta Mike davanti. Non dovette alzare poi così tanto gli occhi per incrociare il suo viso: «Michael.» rispose, a mo' di saluto.
«Mi liquidi così?» l'espressione sembrava voler dire molto altro; quel ragazzo avrebbe dovuto fare il mimo, gli sarebbe riuscito benissimo! Non che il mestiere che aveva intrapreso fosse molto differente.
«Mh, forse no. Che ne guadagno nello stare ad ascoltarti?» s'incamminarono lungo la strada, Candice lo seguiva senza badare molto a dove i piedi la portassero.
«Dunque... Un passaggio a casa. E una cena. Oh, bé, e ovviamente la mia compagnia!»
La ragazza alzò un sopracciglio: «È un due più uno compreso necessariamente?» il ragazzo rimase lievemente sorpreso, ma lei continuò: «Sto scherzando. Okay, ci sto.»
«Oh bene, perché qualcuno doveva pagarmi la benzina e ora la posso dividere con te.» fece spallucce, infilando le mani nelle tasche: Candice scoppiò a ridere «Questa spontaneità mancava, lo devo ammettere.»
«Vedi che ti mancavo, procione!» le afferrò una guancia, come si faceva con i bambini monelli «Devo dire che queste sono rimaste uguali.»
«Vedi che sono passate solo due settimane, non una vita!»
«Magari avevi fatto una dieta drastica! Ecco la macchina» le indicò il SUV nero che si trovava alla sua destra «Madame» fece un cenno con la mano, aprendo il veicolo con le chiavi ed entrandoci poco dopo.
«Che gentiluomo!» commentò lei, alzando gli occhi al cielo e salutando Nina con una mano. Entrò nell'auto e si tirò dietro la portiera: «Ammirevole il gesto, soprattutto accompagnato da quel titolo...»
«Madame Procione? Sì, effettivamente suona bene.» Michael mise in moto l'auto e inserì la retromarcia: era un parcheggio alquanto stretto, colpa del deficiente che aveva parcheggiato accanto a lui.
«E dai! Non sono un procione!» Candice arricciò il naso, portandosi le gambe al petto.
«Mettiti la cintura, non voglio che mi tolgano la patente o qualcosa del genere per colpa tua. E togliti le scarpe, se proprio vuoi stare così» lanciò un altro sguardo alla ragazza, rannicchiata sul sedile del passeggero.
«Oh oh oh, ho trovato qualcosa che il signor Trevino non sopporta! Bene» Candice incrociò le gambe badando accuratamente al tenere le scarpe al loro posto «Rimarrò così per tutto il tragitto.»
«Ti faccio pagare il pieno.» la minacciò lui, puntandole contro un dito, mentre accelerava: se c'era qualcosa che riusciva a farlo innervosire era che qualcuno sporcasse la sua auto, e se poi era Candice l'autrice del misfatto si indisponeva ancora di più. Ma non riusciva ad arrabbiarsi sul serio con lei, era troppo... procione. I procioni gli erano sempre stati simpatici, non si poteva mai e poi mai odiare un procione. Tutti teneri con la loro faccia da volpe, il pelo lungo, la lingua di fuori e la coda morbida.
«Voglio un procione.» dichiarò lui, fermamente. La ragazza, assorta nel suo osservare i passanti, ribatté semplicemente: «Ne hai uno accanto»
Michael ridacchiò: «Intendo uno vero, da compagnia! Tutti morbidi, con il loro pelo da accarezzare...»
«Anche io sono da compagnia! Ma non sono pelosa, fortunatamente. E neanche eccessivamente morbida.»
«Non è vero, guarda qua!» le prese un'altra volta la guancia, strizzandola tra le dita.
«E lasciala! Non ha fatto nulla lei!»
«Perché, tu sì?» alzò un sopracciglio, frenando al semaforo e rivolgendosi verso la ragazza con uno sguardo malizioso.
«Cosa vuoi?» Candice si pose sulla difensiva, cercando di carpire le sue prossime mosse. Michael si lanciò sulla sua pancia, muovendo le dita freneticamente sotto il suo cappotto «No, il solletico, no! Mike!...»
Sentirono dei clacson suonare, e si accorsero di essere ancora fermi, quando il verde era già scattato.
Il ragazzo ripartì velocemente con una guida alquanto sportiva, riponendo le mani al loro posto.
«E poi i procioni mordono, ed evirano i malviventi. Lo sai che in Russia, un uomo l'ha perso perché un procione gliel'ha mangiato? Questo qui voleva stuprarlo, povera bestiolina.»
Michael strabuzzò gli occhi, distogliendoli per un momento dalla strada: «Ti cerchi le notizie sui procioni?!»
«Solo quando mi chiamasti così! Volevo sapere bene com'erano fatti i procioni!»
«Cristo. Sei pazza!»
«Ma non è vero!»
«E poi io non sono un malvivente, non volevo mica stuprarti!» strizzò gli occhi, scuotendo la testa: Candice non poté che ridere, vedendo quell'espressione stranita dipinta sul suo volto.
«Bé, eri una minaccia per la suddetta prociona, Jar-jar.»
«Jar-jar?»
«Binks. Hai mosso la faccia come lui muove le orecchie quando scuote la testa. Eri uguale!»
«Dio, lo reputo un complimento che è meglio. Sgancia i soldi, che siamo arrivati!»
Non scherzava, le voleva fare davvero pagare metà della benzina. «Ma che gentiluomo» tirò fuori il borsellino «Prego, venti ti bastano?»
«Dammi dieci, non esageriamo» incrociò per un attimo gli scuri occhi del ragazzo, e fu il suo turno di fargli la linguaccia.
«Poi mi senti.» Michael uscì dall'auto e si chiuse dietro la porta: doveva servirsi da solo. E non era propriamente solito fare il benzinaio, cosicché dovette metterci un po' a capire come pagare e come riuscire ad avvicinare perfettamente la macchina alla pompa di benzina.
«Trevino, vuoi una mano?» La biondina uscì dall'auto e gli si piazzò davanti con le mani sui fianchi.
«Faccio da solo, non ho bisogno dell'aiuto di un procione per fare la benzina!» rispose quegli, con un tono altezzoso: Candice alzò gli occhi al cielo, togliendogli le chiavi dalle mani e prendendosi i soldi: «Michael, lascia fare al procione, se la cava meglio di te.» si fermò un attimo, cedendogli le chiavi «E fatti un po' indietro, perché sennò non ci riusciremo mai.»
Il ragazzo sgranò gli occhi, rimanendo a bocca aperta: «Muoviti!» Candice arricciò il naso, sorridendo; Michael obbedì, uscendo dall'auto subito dopo lo spostamento: «Ora voglio proprio vederti.»
«Osserva ed impara, tesoro.» la biondina inserì le banconote nella fessura del distributore e riuscì a terminare l'opera in un tempo decisamente irrisorio: «Andiamo?» aveva un sorriso stampato in faccia.
«Devo davvero complimentarmi, procione. Quasi quasi ti faccio scegliere dove prendere il cibo che ci farà da cena. Ehi ehi ehi! Cintura!» Michael indicò la cintura di sicurezza, che Candice sistemò subito dopo «E poi... tesoro? Da quando in qua mi chiami così?» alzò un sopracciglio, esponendole la sua migliore espressione sbruffona.
«Da nessun momento!» esclamò l'altra, scuotendo la testa freneticamente e arrossendo «Era solo per fare scena!»
Michael scoppiò a ridere, scompigliandole i capelli con una mano: «Procione.»
«Se lo dice il lupacchiotto» Candice sollevò le spalle per poi farle ricadere al loro posto. Michael abbaiò, unendosi in una risata assieme a lei «Giapponese stasera?»
«Okay. Wagamama?»
«Fa d'asporto? Dai, la prima che troviamo sulla strada.»
«Sissignore!» Candice alzò gli occhi al cielo, portandoli poi sul ragazzo «Wagamama costa troppo per te?»
«Per due persone che gravano sul mio portafogli... Sì, tesoro!» ribatté lui, ammutolendola.
Ricominciarono a parlare solo per battibeccare sulle cose da ordinare non appena furono arrivati in una sorta di fast-food giapponese.
«Io voglio il mio riso! E lo voglio col sesamo, anticonformista che non sei altro!»
«Ma perché anticonformista, se non mi piace—
Candice gli puntò il dito contro: «Non l'hai mai assaggiato, non provare a dire che non ti piace perché non lo sai!»
Michael sospirò profondamente, fissandola dritta negli occhi: «Allora. Ora prendiamo questa benedetta porzione di riso bianco...»
«Ma perché non due diverse?»
«Perché ti conosco, anche se ora ti mangeresti un ippopotamo intero, non riesci a mangiare nient'altro se ora butti giù una porzione del genere di riso!»
«Ma lo voglio col sesamo.» s'impuntò quella, riducendo gli occhi a due fessure «E tu lo proverai con me, okay?»
«Oh cielo, perché sei così determinata! D'accordo, vada per il riso col sesamo... Ma io voglio hosomaki, futomaki e uramaki, e senza carta di soia.»
«...Si può fare. È andata?» Candice gli porse una mano, che Michael non prese subito: «E i nigiri?»
«Sì!» saltò su sorridente la ragazza, battendo le mani tra loro «Scusa. Però il pesce bianco non mi piace. E nemmeno la seppia.»
Michael la additò con fare innervosito: «Ora li prendiamo, e tu li provi.»
«Ma li ho già provati! E non mi sono per nulla piaciuti. E poi perché stiamo alzando la voce per del cibo?!»
«Buon Dio, te ne sei accorta, sia ringraziato il cielo! Perché tu sei una testa dura inviperita e più irritabile di mia madre in astinenza.» il ragazzo si avvicinò alla cassa per ordinare.
«Astinenza di che?»
«Non lo vuoi sapere.» affermò deciso lui, riferendo le ordinazioni alla ragazza alla cassa.
«E si possono avere dei maki alla frutta e gelato ai fiori di ciliegio?» s'intromise Candice, sporgendosi da sopra la spalla dell'amico: «Perché non dovrei saperlo?»
Michael voltò il capo verso di lei, in una posizione innaturale «Perché nessun figlio vorrebbe mai tornare a casa e trovare i propri genitori in atteggiamenti molto intimi, fidati. E se non ci sono, mia mamma è tanto irritabile quanto lo sei tu se non mangi.»
«Oddio, ti è capitato?» il ragazzo annuì, spostando lo sguardo di nuovo sulla cassiera, che sorrideva ad entrambi in attesa: «Volete anche i maki alla frutta e il gelato, allora? Sono disponibili.»
«Sì!» rispose in un'esclamazione Candice, mentre Michael affermava un “No” deciso. La biondina guardò male il ragazzo, prendendo subito la parola: «Sarebbe possibile avere sei maki alla frutta e una porzione di quel gelato? Andrebbe benissimo così.» sorrise affabile alla cassiera, che si premurò di digitare tutto su una calcolatrice per poi fare lo scontrino: «Basta così?»
«Assolutamente.» rispose Michael, alzando gli occhi al cielo e prendendo il portafogli; nello stesso momento lo fece anche Candice, e fu fulminata dallo sguardo dell'amico: «Che c'è?»
«Rimetti il borsellino al posto suo o giuro su Dio che mi mangio tutto il tuo gelato e ti faccio il solletico fino a farti perdere il respiro.»
«Ringhi di meno sul set.» dichiarò lei, rimettendo con fare superiore il portafogli in borsa.
«Vuoi che inizi ora?» la minacciò il ragazzo, sedendosi su uno sgabello di fronte alla cucina: Candice si posò con i gomiti sulle spalle del ragazzo con molta nonchalance.
«Pesi. Sicuro di non avere la stazza dei procioni?» alzò il capo per incontrare lo sguardo della ragazza: «Cattivo lupo. Vedi che ti incateno.»
«Paura! Dopo averle portate per settimane...»
«Hai avuto il tuo premio, stai zitto ora!» lo riprese lei, pizzicandogli un braccio: Michael alzò nuovamente il capo per guardarla male: «Ehi, volevo vedere te al mio posto!»
Candice fece spallucce, ritornando a guardare il cuoco che lavorava.
«Devi baciarla, ora.»
Saltarono su come se fossero stati punti da una vespa o svegliati dal torpore del sonno bruscamente: si voltarono verso il cuoco, che sorrideva loro cordialmente «Come prego?» chiese Michael, istintivamente.
Non avrebbe dovuto continuare quella discussione. «Dovresti baciarla, ora. Era il momento giusto. Bé, non ora, il momento l'ho fatto passare io.» l'uomo asiatico fece spallucce, tornando a tagliare i rotoli di alga e riso che sarebbero diventati a breve la loro cena «State insieme? Di certo non siete fratello e sorella.»
«No!» risposero entrambi all'unisono, punti nel vivo.
«A quale delle due?» chiese l'uomo, sistemando il riso con il sesamo in una scatolina «Penso la seconda, perché sembrate così...»
«Non stiamo insieme, siamo solo... affiatati. Ma amici affiatati.» spiegò con uno strano cipiglio Candice, rimanendo con i gomiti piantati sulle spalle di Michael.
«Uhm... buon per voi allora.» quegli fece spallucce, preparando diligentemente tutto ciò che avevano ordinato.
«Mike, hai messo il miso?»
«Che?» chiese lui, sgranando gli occhi.
«Il miso! Aspetta, lo faccio aggiungere!» Candice corse verso la cassa, ordinò e pagò l'ultima ordinazione. Non appena tornò, l'uomo le chiese quanti ne volesse e se fossero da portar via: «Sì! Son due, li può tenere caldi?»
«Cercherò.» rispose l'asiatico, mentre Michael si girò completamente verso l'amica: «Procione, perché non mangi le tue noccioline e lasci la carne a me?»
«Perché non sono un elefante e devi provare il miso, per forza.»
«Acqua no?»
«No, miso! Non te ne pentirai.»
Il cuoco s'intromise: «Faglielo assaggiare ora.» le porse un bicchierone colmo della bevanda in questione, il cui odore non attirava propriamente il ragazzo.
«Dài, Trevino, non essere prevenuto!» Candice gli avvicinò alla bocca il bicchiere, mentre quegli iniziava a sorseggiare quella zuppa: «Cazzo, brucia!»
Iniziò a saltellare per il ristorante con le mani sulla bocca, maledicendo la biondina in tutti i modi: «Potevi avvisarmi prima!»
«Ma se fumava! Non hai visto?» disse lei in sua difesa, sorseggiando tranquillamente la zuppa «E poi non è così calda...»
«Tu non sei umana.» Michael sgranò gli occhi «E non osare giustificarti, hai un'ustione di terzo grado sulla coscienza!»
«Quanto sei esagerato! Nemmeno ti avessi gettato nei carboni ardenti!»
«Ne saresti stata capace.» borbottò lui, guardandola di sbieco.
Candice sbuffò, continuando a bere il suo miso: «Prendiamo un film?»
«Mmh, okay. Cosa?»
«Classico o no?»
«Non sono nello stato adatto per sopportare i classici.»
«Un bel thriller psicologico uscito da poco?» propose lei, con un sorriso di sfida.
«D'accordo» Michael fece spallucce «Passiamo da Blockbuster dopo?»
«Sì, scendo io e vado a prenderlo in cinque secondi.»
«È pronto tutto!» esclamò il cuoco, porgendo loro le buste «Buona cena e buona serata!» dichiarò, con un sorriso sincero. «Grazie, arrivederci!» Candice le prese entrambe e si diresse in auto in tutta fretta: ma quella era chiusa, e fu costretta ad aspettare l'amico fuori «Mike, si gela, mi apri la macchina?!»
Intirizzita dal freddo, aspettava nella sua misera giacca di pelle fuori dalla vettura: il ragazzo ridacchiò, aprendole la portiera e facendola entrare: «Prego!» disse, non appena fu entrato anche lui.
«Si muore di freddo!»
Fu il suo turno di gongolare: «Esagerata!» Candice piantò il broncio, stringendosi le ginocchia al petto «Hai intenzione di farmi tenerezza, procione?»
«No, di riscaldarmi in qualche modo.» ribatté quella, strofinandosi le mani. Si sentì improvvisamente spingere in avanti, mentre Michael accendeva il riscaldamento e si toglieva la giacca: «Cosa stai facendo?»
«Evito che tu vada in assideramento» spiegò, coprendola con il suo giaccone «La prossima volta adeguati ai cinque gradi che ci sono fuori di casa, però.»
«Che uomo, e rimani in maglione ora che dovremmo uscire?»
«Sicuro reggo meglio di te il freddo.» la incalzò lui, ripartendo con l'auto.
Fino alla destinazione non si sentì altro rumore che la radio e il battito dei denti della ragazza infreddolita.
Alla fine, Michael era riuscito a mangiare miso e riso al sesamo con gusto, e Candice i nigiri con il pesce bianco e seppia senza troppe lamentele: probabilmente non era decisamente valsa la pena di aver battibeccato come due bambini in un ristorante per cosa scegliere.
«Devo ammettere che avevi ragione, anche sulla scelta del film. Però mi ha lasciato un po' strano, era vero che non avrei sopportato un classico o un film in costume di quelli che piacciono a te, però tutta l'ansia sulla finzione o la realtà, l'inconscio...»
«Mmh...» sentì il capo della ragazza gravare sulla sua spalla: sapeva che si era appoggiata a lui in un momento indeterminato del film, ma non sapeva propriamente quando, e non credeva nemmeno si fosse addormentata così di botto.
«Procione?» la punzecchiò con un dito «Ehi, Candice?»
Non rispondeva: non sentiva altro che il battito regolare del suo cuore e il suo respiro.
«Ma tu pesi, come faccio a portarti fino al letto... Dov'è Nina quando serve?» ma a pensarci bene, l'amica e coinquilina l'avrebbe lasciata a dormire sul divano, non di certo l'avrebbe trascinata fino alla sua camera.
«D'accordo, andiamo.» dichiarò a se stesso, circondando con un braccio le spalle della ragazza e con l'altro le gambe: non era molto stabile, sperava che le ginocchia non cedessero, ma anche se fosse... quando si addormentava così non la svegliava nessuno, era un ghiro.
Sorrise tra sé e sé, sostenendo la biondina pesantemente addormentata fin quando non poté lasciarla sul letto: la infilò sotto una coperta e si fermò ad osservarla per un po'.
Assomigliava davvero ad un procione, la vedeva solo così. Poteva essere cocciuta, dura e forte, ma allo stesso tempo dolce e tenera. Non era altro che... un procione.
Le slegò i capelli: sapeva che se la mattina dopo si fosse svegliata con l'elastico che le bucava la testa avrebbe ammazzato la prima persona che si trovava a tiro, dato che quella sensazione l'aveva già una volta messo a rischio, sul set.
Pronto per andarsene, saltò su non appena sentì qualcosa afferrargli saldamente il polso e il telefonino posato sul comodino squillare: gettò istintivamente un braccio per afferrarlo, e rispose «Sì?»
«Non sei Candice.» una voce femminile lo sorprese dall'altra parte della cornetta.
«Ehm, no, lei sta dormendo, perciò non ha risposto...»
«Ma io conosco la tua voce...»
«Ma io non la sua.» continuò spontaneamente lui, cercando un modo per districarsi dalla presa della ragazza dormiente.
La donna rise: «Sì, scusa! Sono la mamma di Candice. Tu sei Michael?»
«Sì! Come fa a saperlo?»
«A parte la voce? Ti ho sentito qualche volta al telefono con mia figlia... insomma, quando metteva il viva-voce...»
«Mi aveva promesso di non farlo mai!» esclamò lui, indispettito.
«Sarà successo solo qualche volta! Bé, dalle un bacio da parte mia, dille di richiamarmi domattina. Buonanotte, Michael!»
«Arrivederci, signora Accola!» chiuse la chiamata, tirando uno schiaffetto alla mano dell'amica «Maledetta, avevi detto che non avresti mai messo il viva-voce, sai quanto non sopporto la mia voce al telefono!... Sto davvero parlando con te che dormi?! Oddio. Buonanotte, Candice» le baciò la fronte, facendosi spazio sotto la coperta «Tanto sono quasi certo ci rincontreremo domattina, non mi molli il polso.» e sistemandosi nel migliore dei modi possibili, si acciambellò sotto la coperta accanto all'amica.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: CinderNella