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Autore: Temari    03/10/2011    7 recensioni
- "Misaki afferrò il telecomando prima che potesse fare altro e spense la TV.
'Non si fa così, Misaki.' ammonì Usagi-san con un finto cipiglio severo, 'Beh, ora però voglio sentirlo dal vivo. Quello che stavi per dire.'" -
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! =D
Ora che la storia che dovevo scrivere per il contest di Naruto è fatta, sono tornata a rompere, haha!
La fic che segue è stata scritta sotto richiesta di Aki-chan, quindi date la colpa a lei :P

Note: ambientata in un non-troppo-lontano futuro ^^

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari


Wedding Vow




 

 

 

        "Takahashi-san, prego, se vuole dire qualcosa anche lei..."  la voce leggermente gracchiante di un uomo sull'ottantina arrivò alle orecchie di Misaki attraverso l'impianto stereo della televisione e, anche dal suo posto comodamente seduto sul divano, Misaki degluttì di riflesso con un'espressione a metà fra l'imbarazzato e il doloroso. Stava anticipando quello che sapeva sarebbe venuto dopo.
        "... Ah... sì, certo..." la sua stessa voce tremante ed incerta gli parve ancor più flebile di quel che ricordava, eppure non stentava a credere che si trattasse proprio di se stesso: aveva visto quel video così tante volte che ormai conosceva anche i più piccoli dettagli che si potevano vedere sulla pellicola - come il fatto che Aikawa-san avesse un fazzolettino di carta infilato nel naso, senza dubbio per evitare di sporcare il vestito color lavanda che indossava, o come Mahiro che, in piedi di fianco a sua madre, non faceva che sbadigliare. "E-ecco..."
        "Ed ecco che arriva..." pensò Misaki, socchiudendo un occhio, come se si aspettasse di ricevere un colpo in pieno viso.
        "Misaki?" giunse la voce di Usagi-san, arrivatogli alle spalle senza che se ne accorgesse, "Che stai guardando...?"
        "Huh? Oh... uhm... niente di che!" rispose Misaki, ridendo in quel modo un po' forzato che usava per tentare di sviare l'attenzione—
solitamente da qualcosa di imbarazzante.
        Usagi-san però non gli diede retta e alzò lo sguardo, fissando gli occhi viola sulla figura di un Misaki, di qualche anno più giovane rispetto a quello seduto sul divano davanti a lui, completamente rosso in viso mentre cercava il coraggio di esprimere ad alta voce ciò che voleva dire. Sfortunatamente per lo scrittore, il vero Misaki afferrò il telecomando prima che potesse fare altro e spense la TV.
        "Non si fa così, Misaki." ammonì Usagi-san con un finto cipiglio severo, "Beh, ora però voglio sentirlo dal vivo. Quello che stavi per dire."
        "Ch', come se già non lo sapessi! C'eri anche tu lì, sai!" disse il trentenne dagli occhi verdi, tentando di prendere tempo. Lo sguardo ferito che gli rispose, però, gli causò uno spasmo sotto l'occhio destro: sapeva che Usagi-san fingeva. Lo sapeva. Eppure... era più forte di lui.
        "E pensare che dovrei essere io quello che sfrutta l'occhiata da cane bastonato, non lui!!" pensò Misaki irritato verso se stesso.
        Con un sospiro, il più giovane dei due si arrese
—perché, davvero, che senso aveva ormai?
        Chiuse gli occhi e prese fiato.
        "Sei un bambino. Sei infantile nonostante tu abbia dieci anni più di me. Sei problematico e possessivo. Sotto molti aspetti sei una persona poco raccomandabile e mai, in tutta la mia vita, avrei pensato di finire con qualcuno come te... hai stravolto la mia vita, letteralmente. L'hai capovolta e fatta a pezzi. Mi hai strappato dal mio nido di sicurezza e mi hai gettato allo sbaraglio contro qualcosa di così grande che non sapevo come ritrovare l'equilibrio... hai riempito la mia vita di colori e suoni che prima non c'erano ed hai colmato vuoti che non credevo di avere.
        Per questo, ti ringrazio, Usagi-san.
        Ora che questa è la mia vita, ora che tu sei fautore e punto centrale di questa vita... davvero, non vorrei nient'altro di più. Passare il resto dei miei giorni al tuo fianco è tutto ciò che desidero.
        ... T-ti amo... Usami Akihiko... v-vuoi essere m-mio ma-marito...?"
        Alla conclusione del 'discorso' di Misaki regnò il silenzio per diversi minuti: il suddetto non aveva il coraggio di aprire gli occhi ma poteva sentire senza problemi il calore del rossore che gli invadeva le guancie—dannazione, anche dopo tutti quegli anni, lo trovava ancora enormemente imbarazzante!
        Dopo aver aspettato una reazione di Usagi-san per diversi altri minuti, Misaki iniziò a preoccuparsi, così sollevò piano le palpebre e fissò gli occhi verdi sul viso dello scrittore... e immediatamente si dilatarono nel vedere due piccoli rigagnoli di lacrime scendere dalle iridi color lavanda.
        "... Usagi... san...?" mormorò Misaki, con tono incerto: era rarissimo vedere il suo compagno commuoversi o versare lacrime per qualsiasi motivo e non sapeva bene come comportarsi.
        Usagi-san non rispose, invece fece il giro del divano e si sedette di fianco a Misaki, allungando le braccia ed avvicinandsi il più giovane al petto. "Sentirti dire quelle parole... ancora oggi mi rende così felice che le lacrime scendono di loro volontà." disse lo scrittore piano, baciando Misaki sulla fronte e sulle labbra, delicatamente. "Ti amo, Misaki, e ti amerò per sempre."
        Misaki si abbandonò sul petto dell'altro, il battito ritmico del cuore di Usagi-san che gli rimbombava nell'orecchio... forte e sicuro. "Quando la smetterai con queste frasi sdolcinate, eh?" gli chiese, senza però la minima traccia di irritazione nella voce. "... Ti amo anche io, stupido Usagi."


   
 
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