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Autore: Ruby__Eyes    03/10/2011    6 recensioni
Ti ho visto soffrire, ti ho visto piangere per notti intere, ma non sono mai fuggita.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non conosco Jared Leto, non pretendo di sapere quello che passa nella sua testa, tutto quello che scrivo non è reale ma è frutto della mia fantasia; non scrivo a scopo di lucro ma solo perché devo liberare la mente dalle cavolate che la affollano! Buona lettura!

 

 

L’ennesimo flash, l’ennesima posa.

Stasera no, proprio non riesco a sopportare tutto questo, ma non ho altra scelta.

Loro sono stati qui ad aspettarmi per diverse ore in un triste parcheggio buio dietro alla venue.

Devo tutto a loro, non posso deluderli.

Così mi preparo per l’ennesimo autografo, l’ennesimo sorriso.

Di solito non mi pesa così tanto, ma certe volte… certe volte vorrei solo poter scappare da tutto e da tutti, lontano, per stare un po’ da solo, per stare un po’ in silenzio, per far riposare la mente.

Esiste al mondo qualcuno che possa capirmi? Forse sì, forse la persona che rivedrò tra poco, dopo tanto, troppo tempo.

 

Affacciata alla finestra dell’hotel, ti vedo scendere dalla grande macchina nera ed entrare velocemente nell’edificio, senza nemmeno guardarti attorno.

Occhiali scuri, cappello, sciarpa tirata fin quasi sulla bocca.

Ormai non riesco più a riconoscerti dietro all’impalcatura che ti sei creato.

Non vedo più il ragazzo biondo e un po’ pazzo di qualche anno fa, quando ci siamo conosciuti; non lo ritrovo in quel tuo viso stanco, in quelle tue occhiaie, in quei tuoi lineamenti tirati.

Ma se mi sorridi in questo modo, mentre varchi la soglia della mia stanza, allora ecco che vedo riaffiorare il volto che popola i miei ricordi, quello che ho tanto amato e che, probabilmente, amo ancora.

 

“Piccola...” mormoro sorridendoti.

Sei immobile in mezzo alla stanza, mi stai fissando come se non sapessi cosa fare.

Lascio cadere sul tavolino accanto alla porta la sciarpa, gli occhiali e il cappello, poi ti abbraccio.

Mille immagini riaffiorano alla mente, mille sensazioni... tu ed io in un locale di LA, dopo una delle prime esibizioni dei Mars, la folla attorno a noi, la mia mano che si allunga per afferrare la tua, il tuo sorriso colmo di stupore, il bacio fugace che ti ho rubato. Il nostro primo bacio.

I tuoi capelli hanno lo stesso profumo di allora.

Sento che tremi mentre ti stringo. Oppure sono io?

Non siamo mai stati capaci di dirci determinate cose, tu ed io... ma a distanza di molto tempo questo nostro abbraccio muto sta parlando per noi.

 

“Jared…” sussurro, forse così sottovoce da non poter essere udita.

Mi stai abbracciando così forte da togliermi il fiato, quasi da far male, come questi sentimenti che all’improvviso riemergono con impeto in me, mentre affondo il viso contro il tuo collo, respirando avidamente per carpire il tuo profumo naturale, aggrappandomi per non crollare.

Rivivo nella mente quella lunga notte invernale di New York, quando ti trovai immerso in una vasca di acqua ormai fredda, con addosso una t-shirt grigia e degli slavati jeans neri.

In quel momento non vidi il bellissimo ragazzo o l’uomo affascinante, non vidi nemmeno l’amico né l’amante. Tutto quel che vidi fu il fragile essere umano, inerme, debole, spaventato. Il fragile essere umano con la pelle sottile come carta velina, con gli occhi forse fin troppo grandi, sgranati su di un mondo immenso, inconcepibile, insopportabile.

Ti aiutai ad uscire, ti avvolsi in asciugamani caldi, ti feci sdraiare colma di apprensione, con le lacrime trattenute a stento quando notai le tue stesse lacrime che ti rigavano il viso.

“Non riuscivo a dormire, così mi sono immerso nella vasca” mi dicesti, quasi a volerti giustificare “Sai che è l’unica cosa che funziona in questi casi”

“Lo so Jay, ma ci sei rimasto per troppo tempo, sei congelato. Sei freddo come un cadavere”

“Già…” mi rispondesti quasi parlando con te stesso “Alle volte è come se lo fossi davvero. Morto dentro”.

Quella notte ti vegliai senza mai allontanarmi un attimo, asciugai le tue lacrime e infine ti cullai quando lo sfinimento prese il sopravvento trascinandoti in un sonno tranquillo e privo di sogni.

Solo allora mi concessi di piangere sommessamente per te, per me, per quel sentimento che ci univa e al tempo stesso ci allontanava inesorabilmente.

 

Con lentezza sciolgo l’abbraccio, poi ti prendo il viso tra le mani: voglio guardarti negli occhi.

Ho sempre amato i tuoi occhi, il loro colore dorato, così caldo, il modo in cui li chiudi per qualche secondo quando sei immersa nei tuoi pensieri, come a volerti isolare dal mondo, persino il modo in cui li trucchi. Questi piccoli dettagli mi hanno sempre fatto impazzire, ma non te l’ho mai detto. “Guardami…”.

Tempo fa credevo di poter cambiare per te, con te, pensavo che tu saresti potuta cambiare e che avremmo potuto imparare a stare insieme, insieme sul serio.

 

Ti ho visto soffrire, ti ho visto piangere per notti intere, ma non sono mai fuggita. Volevo curare le tue ferite, volevo che tu fossi mio e volevo essere tua, completamente tua. Volevo essere la tua famiglia, il tuo unico amore; semplicemente essere tua, senza riserve. *

Mi stai sollevando gentilmente il viso, obbligandomi a guardarti negli occhi. I tuoi occhi.

So che hanno uno sguardo speciale per me, solo per me, qualcosa che nessun’altro potrà mai vedere. Non sono gelosa delle ragazze che frequenti, non lo sono mai stata; sono consapevole del fatto che una parte di te apparterrà sempre e solo a me, questo mi basta.

“Mi sei mancato, Jay”

“Mi sei mancata anche tu”.

 

Lentamente ti accarezzo il viso, lascio che una delle mie mani scivoli sul tuo collo mentre con l’altra inizio a sfiorare con delicatezza le tue labbra; mi avvicino, appoggio la mia fronte alla tua, in modo che i nostri respiri si mescolino, che la distanza tra noi si annulli. Tu ti aggrappi forte a me, con quella maniera possessiva di abbracciare che hai e che mi ha sempre fatto perdere del tutto la ragione, e io ti bacio. È la cosa più naturale del mondo per me, come se non avessi fatto altro nella mia vita. Mi perdo nel tuo sapore, mentre il mondo attorno a noi semplicemente si dissolve; esistiamo solo noi due, le tue labbra sulle mie, le nostre lingue, le tue braccia che mi cingono le spalle e le tue mani tra i miei capelli, le mie braccia che scendono piano ad allacciare la tua vita, ad accarezzare la tua schiena, a stringerti ancora di più contro di me.

 

È uno di quei baci che annullano tutto il resto.

Non è necessario che tu mi chieda di restare con te stanotte e non serve che io ti dica di sì, perché quando ci separiamo lentamente, gli sguardi incatenati, entrambi sappiamo che passeremo la notte insieme. E che sarà l’ultima.

Domani mattina non ci saranno parole d’addio, non ci diremo che ci amiamo, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo, perché… semplicemente perché noi siamo fatti così.

 

“Ti ho sempre rincorsa, per tutti questi anni. Non ho mai smesso di cercarti”

“Nemmeno io, Jay. Il problema è che non ci siamo mai realmente trovati”.

 

 

 

* Ho un po’ parafrasato una parte del testo di I’ll be yours dei Placebo, da cui ovviamente ho tratto anche il titolo della mia ff. Non la conoscete?! Correte ad ascoltarla, è una canzone stupenda!

 

 

 

 

Piccolo angolo dell’autrice

Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno questa mia OS.

Non so perché mi sia venuta in mente una storia così malinconica e senza speranza, con un Jared depresso e una relazione che in un modo o nell’altro non può funzionare… però era lì, nella mia testa, e dovevo per forza liberarmene!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Kisses,

Vale

  
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