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Autore: L_Fy    12/06/2006    2 recensioni
"...Sto parlando della gelosia, che il diavolo la fulmini! Davanti allo specchio, con la faccia di nuovo corrucciata, finalmente lo ammetto. Sono gelosa. Sono così verde di gelosia che Andrea probabilmente ha ragione, dovrei chiamare un esorcista. Però, analizzando i fatti con calma ed imparzialità, devo convenire che qualche ragione ce l’ho anche io… "
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia madre è quello che normalmente viene definito “un soggetto interessante”. Avete presente quelle belle mamme del Mulino Bianco, col grembiulino di cotone, il sorriso sulle labbra e una fetta di torta sottomano sempre pronta all’occorrenza? Ecco, la mia è esattamente l’opposto. Si veste come un residuato hippie degli anni 60, con jeans a zampa di elefante, catene e catenine di ogni colore al collo e camicie di tela indiana che sembrano appena uscite dal mercatino dei freak. Sarebbe anche sopportabile all’occhio, se non avesse 10 chili di troppo per rendere credibile quel look. Comunque, a parte il fattore estetico, gli hippies erano persone solari e sempre avvolti da un’aura rarefatta di saggezza, tutti pace e amore universale: mia madre, invece,  trasmette la serenità di un carro armato cingolato ed usa una brutalità di linguaggio che mortificherebbe uno scaricatore di porto calabrese. E’ implacabile, refrattaria alle suppliche e le sue decisioni sono più inviolabili delle leggi custodite nell’Arca dell’Alleanza. Possiede un senso dell’umorismo così corrosivo che rasenta la ferocia e difficilmente da lei ci si può aspettare comprensione. Non ha mai avuto un dubbio in vita sua e nel suo vocabolario manca completamente il concetto di “forse”. Come posso pensare di ottenere un consiglio da una così? Eppure, sono seduta qui sul tavolo della cucina, a dondolare una gamba mentre lei prepara la cena con gesti essenziali e decisi da patologo legale. Il cadavere nelle sue mani, un qualcosa di rosato e molliccio che in vita doveva essere un coniglio, sta subendo la dissezione delle interiora quando finalmente mi decido a parlare.

“Mamma…che faresti se papà ti tradisse?” domando a bruciapelo e senza tanti preamboli.

Mamma inarca un sopracciglio.

 “Esattamente questo.” dice agitandomi davanti al naso le interiora del coniglio prima di buttarle nel secchio del pattume con un secco “plop” definitivo. Poi, tranquillamente, taglia in otto pezzi la carcassa dell’animale con la sua adorata mannaia che sembrerebbe perfetta per un film di Dario Argento.

“Oh.” mormoro io, depressa: il coniglio sta già rosolando sul fuoco in mezzo alla cipolla quando la mamma si gira verso di me con gli occhi limpidi di un bambino in fasce.

“Parla chiaro, Anna: sai che papà abbia un’altra donna, nel qual caso abituati all’idea di diventare orfana, o il problema riguarda la tua complicatissima sfera affettiva?”

Posso rifilarle una risposta che non mi comprometta troppo? Evidentemente no.

“Riguarda me e Camillo” ringhio per risposta “Ho saputo che c’è una che gli sta dietro.”

Mamma non fa una piega (l’avrebbe fatta se le dicevo che papà aveva un’altra? Meglio non porsi certe domande cosmiche): agita la padella con il coniglio e gli otto pezzi di carne si girano da soli, perfettamente dorati in superficie.

“Hai saputo” commenta mamma, cogitabonda “Da chi l’hai saputo? Dal cugino dello zio del trisavolo del giornalaio del vicino di casa di Camillo o da lui stesso?”

“Da Mariàpi” rispondo io, ed è come dire dal cugino dello zio del trisavolo del giornalaio del vicino di casa di Camillo: mamma e Mariàpi non si sono mai piaciute un granché.

“E’ una ragazza francese.” aggiungo subito dopo per distrarre la mamma dal pensiero della mia amica “Fa tutta la smorfiosa, gli telefona sempre e lo bacia sulle guance tutte le volte che lo incrocia per i corridoi  a scuola. Quattro baci alla volta, vorrei precisare.”

“Ma i francesi non si davano tre baci alla volta?” domanda la mamma placidamente mentre distribuisce un trito di capperi sul coniglio.

“Tre, dieci…che importanza ha? La questione non è il numero di baci” mi spazientisco io “La questione è che quella spocchiosa Ville Lumière mi vuole portare via Camillo!”

Mamma fa spallucce mentre versa un bicchiere di vino bianco nella padella.

“E se così fosse?” domanda con una calma olimpionica “Non avrai mica pensato che solo perché piace a te Camillo sia diventato indesiderabile per tutto il resto del genere femminile, vero?”

Io boccheggio, senza parole: bè, effettivamente…

“Scommetto che non ti è nemmeno passato per l’anticamera del cervello che Camillo potesse piacere a qualcun’altra” sorride la mamma col suo solito sadismo “Sei così fiera di te per essere scesa dall’Olimpo a graziare il povero Camillo con la tua attenzione…”

“Ma…non è affatto così!” strepito io  arrossendo.

“Certo che è così” dice la mamma salando imperterrita la carne “Voi adolescenti sopravvalutate troppo il fattore estetico, quindi snobbate Camillo perché non corrisponde ai vostri deprimenti standard fatti di piercing, acconciature ingellate e jeans firmati. Ma per fortuna al mondo c’è ancora qualcuno che ragiona con la propria testa e non con quella del villaggio globale e che può trovare interessante Camillo per quello che è: una persona deliziosa, sotto tutti i punti di vista.”

Io sono rimasta seduta sul tavolo, ammutolita: prima di tutto perché mia madre ha trovato subito la piaga che mi rode e ci ha ficcato immediatamente dentro il dito (cosparso di sale e di capperi, quindi brucia come l’inferno); secondo perché non avrei mai immaginato che lei potesse arrivare a definire una persona “deliziosa”. Meno che meno Camillo: credevo che a malapena si fosse accorta della sua esistenza!

“Allora, cosa dovrei fare?” annaspo alla fine, vinta dai miei stessi dubbi.

La mamma mi lancia uno sguardo sorpreso: è dall’età di sette anni che non le chiedo un consiglio, immagino che stia assaporando il momento catartico. Alla fine, abbandona la padella per correre ad abbracciarmi stretta, cosa che mi lascia leggermente sconvolta e senza fiato (gli abbracci di mamma stritolano peggio di quelli di King Kong).

“Tesoro, tu lo sai già cosa dovresti fare” mi dice con la guancia appoggiata alla mia testa “Sei una persona capace di prendere le proprie decisioni in piena autonomia…però sono molto contenta che tu mi abbia chiesto consiglio.”

Mi molla di colpo per tornare al suo coniglio, lasciandomi più piena di dubbi di quando ho iniziato il discorso.

“Quindi…non hai nient’altro da dirmi?” piagnucolo io, indifesa.

Mamma mi lancia uno di quegli sguardi saputi che anticipano sempre una delle sue classiche perle di saggezza (frasi sibilline di cui nessuno capisce mai l’utilità).

“Dio fa le pentole ma non i coperchi.” dice infatti con voce ispirata: io, naturalmente,  mi incasino ancora di più.

“E le padelle antiaderenti chi le fa?” chiedo imbronciata senza nemmeno guardarla in faccia.

La rumorosa entrata dei gemelli in cucina, richiamati dal profumo del coniglio soffritto, le evita una risposta che, sono convinta, non sa nemmeno lei.

*          *          *

“Tu ti fai troppe seghe mentali.” afferma con assoluta convinzione Mariàpi, abbandonata sul mio letto in una voluttuosa posizione da odalisca. Alla fine, ho dovuto farlo: ormai alla disperazione, sono stata costretta a sciorinare tutti i miei problemi a Mariàpi, sorvolando sulle sue idiosincrasie fraterne al pensiero di me e Camillo in azione con normalissimi approcci amorosi. Dopo avere ascoltato il mio sfogo abbastanza sconclusionato con l’espressione gioconda di una terapeuta alle prese con la schizofrenica di turno, Mariàpi si è leggermente alterata quando le ho confessato i miei scompensi ormonali per Camillo, ma è riuscita a non vomitare sul parquet e ad analizzare la situazione con il distacco accademico di uno studioso dell’argomento “adolescenti in crisi esistenziale: come, quando e, soprattutto, perché”. Alla fine di tanto lavoro neuronico, se n’è uscita con quella perla di saggezza, che poteva benissimo propinarmi quel celenterato di mio fratello Andrea: “tu ti fai troppe seghe mentali”.

Sono un po’ demoralizzata e anche offesa, a dire il vero!

“Io non mi faccio affatto troppe seghe” esclamo con forza “Io sono…gelosa marcia!!”

“Bè, questo era evidente” sorride Mariàpi, indulgente “E’ anche ovvio che tutta questa agitazione è assolutamente sprecata per Camillo.”

Io, che passeggio avanti e indietro per la mia stanza con l’aria di un leone in gabbia, mi fermo a guardare la sua placida faccia provando con tutto il cuore a credere che abbia ragione.

“Tu non sei obbiettiva” sospiro alla fine, riprendendo il mio pellegrinaggio verso la porta e ritorno “Camillo è tuo fratello ed è noto a tutti che la stima fra fratelli adolescenti rasenta lo zero assoluto. Nemmeno io sarei obbiettiva nei confronti di Andrea: ancora adesso mi viene il vomito quando vedo qualche ragazza che gli fa gli occhi dolci invece di dargli fuoco come si meriterebbe…”

“Però, in tutta sincerità, come descriveresti Andrea?” domanda Mariàpi, con gli occhi insolitamente calcolatori.

Ci penso un po’ su, cercando di liberare la mente dai pregiudizi fraterni e di esprimere un’opinione ponderata e matura.

“Andrea è uno stronzo.” rispondo alla fine, con assoluta certezza. Mariàpi sbuffa, irritata.

“Anna, sii seria.” brontola molto severamente, ed io ci riprovo.

“Andrea è…piuttosto belloccio” ammetto così di malavoglia che le parole mi grattano la gola “E, quando vuole, sa anche far ridere. Gioca benissimo a basket, balla discretamente e quando non è impegnato ad ammirarsi allo specchio o a tramortirsi di olio canforato da cospargere sui suoi preziosissimi muscoli, riesce anche ad esprimere una opinione su un argomento usando più di tre parole. Purché l’argomento non richieda l’uso completo della corteccia cerebrale, ovviamente.”

“Visto?” sospira Mariàpi pazientemente “Il fatto che Andrea abbia successo con le ragazze non ti uccide dalla sorpresa: per quanto tu sia prevenuta, riesci a capire che, pubblicamente, tuo fratello possa risultare una persona piacevole da guardare. Obbiettivamente, io, come te, so benissimo riconoscere uno sfigato quando lo vedo e, per quanto ci unisca lo stesso patrimonio genetico, vedo con assoluta chiarezza che mio fratello è uno di loro. Un completo, avvilente, incurabile sfigato.”

“Questo non impedisce alla francese di provarci con lui.”ringhio io, di nuovo così verde di gelosia da sembrare una zucchina matura.

“No” ammette Mariàpi con un sorriso “Ma di sicuro è un ottimo deterrente per il resto del genere umano.”

“Ho bisogno di un consiglio” mormoro io, arrovellandomi le mani “Devo fare qualcosa per sbloccare la situazione, oppure do fuori di matto!”

“Perché, fino ad ora ti sei comportata come una sana di mente, secondo te?” sospira Mariàpi, mettendosi a sedere.

“Non lo so” bercio io, imbronciata “Tu sei la mia migliore amica, è compito tuo darmi un consiglio. Sono anni che ti mantengo e che tu vivi da parassita in casa mia: è arrivato il momento di saldare il conto. Vedi di trovare una soluzione alla svelta, sennò ti licenzio!”

Mariàpi mi lancia uno di quei suoi snervanti sguardi col sopracciglio alzato che fa molto snob/condiscendente.

“E va bene” sospira dopo una lunga riflessione “Non ti si sopporta più tanto sei diventata isterica e nevrotica. E poi dicono che l’amore rende più sereni e malleabili…mah! Ok, possiamo partire con la progettazione dell’OBF.”

“OBF?” mormoro io, spiazzata “E che diavolo è?”

“Il nostro piano di distruzione” ammette tranquillamente Mariàpi con un sorriso ispirato “Operazione Boicottaggio Francese. Chiaro, no?”

Non dico subito quello che penso: l’ultimo piano di Mariàpi, l’OPB (operazione primo bacio) che mi ha portato ad essere la ragazza di Camillo, non ha girato affatto come doveva girare, anche se, per qualche assurda e fortunata alchimia, alla fine è andato tutto bene. Forse dovrei dirle che i suoi piani tendono ad avere la stabilità di un isotopo dell’uranio?

“Mariàpi, forse…” comincio io, ma lei si alza in piedi con fluida decisione e mi pianta in faccia i suoi occhi da volpe tzigana.

“Camillo ha bisogno di ricevere un forte shock” annuncia con sottile e sadica soddisfazione “Qualcosa che gli faccia capire chi sei e che cosa vali! Certo, non sarà facile competere con la francese: è così carina…ha due gambe da infarto e la pancia così piatta che sembra un’asse da stiro e i capelli così biondi che…”

“Mariàpi, puoi smettere gentilmente di calpestare la mia autostima? E’ già a brandelli anche senza che infierisci così, grazie.” mormoro io, avvilita.

“Camillo è un maschio” afferma Mariàpi con non troppa convinzione “Con i giusti stimoli audio/video/olfattivi anche  un emerito sfigato come mio fratello si trasformerà in un essere umano e non potrà fare a meno di saltarti addosso come un animale.”

“Oh… Prospettiva interessante.” ammetto io, ansimando come una ciminiera al solo pensiero di vedere Camillo in modalità animale “E come raggiungeremo lo scopo di trasformare Camillo in un primate assetato di sesso? Gli mettiamo del testosterone nell’inalatore per l’asma?”

“Un appuntamento per voi due soli” risponde lei, ispirata “Un pomeriggio di studio con tutta la famiglia Tonelli fuori dai piedi, solo per voi due... Non dovranno esserci dubbi in proposito a quello che succederà. Dovrai impegnarti un po’ per avere una immagine più….sexy.”

“Sexy?” chiedo io, confusa.

“Si, sexy. Ammettiamolo, tu sei carina ma con quella faccetta pulita, quelle scarpe da tennis, quegli occhioni da cerbiatto… hai il sex-appeal di un’acquasantiera, lasciatelo dire. Dobbiamo darti una ripulita dalla tua aria di bimba perbene. Sì, dobbiamo trasformarti in un oggetto sessuale.”

“Oggetto sessuale.” cogito io, dubbiosa “Certo. Io, un oggetto sessuale. Io, che inciampo al solo pensiero di uno scalino e che ho la laurea ad honorem all’università delle figure di merda…Certo, mi verrà benissimo trasformarmi in un oggetto sessuale!! Con il mio attuale livello di autostima, avresti più successo con la trasformazione di Madre Teresa di Calcutta.”

“Niente è impossibile a questo mondo” declama lei serena, per nulla scossa dal mio accorato commento “Ci vuole un piano d’assalto… ti aiuterò io, non ti preoccupare!”

E che Dio ce la mandi buona, prego io sottovoce…

NOTE DELL’AUTRICE:

La prossima settimana vado via per un po’:  vi dispiace se posto un capitolino al giorno? Vorrei finire la storia prima della mia, ehm, dipartita.

Melisanna: Che piacere leggere una recensione fresca e carina come la tua! Ovviamente, in questa storia ci sono un sacco di riferimenti autobiografici, come per esempio le tettone…Ci si fa l’abitudine, alla fine, ma che tristessa. Che ne dite di fondare un club? Aspetto adesioni, a presto!!

Londonlilyt: Far rotolare per terra la gente era esattamente la mia intenzione!! Pubblicherò al più presto anche il nuovo cap di The Runners: vorrei evitare la lapidazione, visto che ormai siamo alla fine…Ti mando un abbraccio stritoloso, SMACK!!

Nisi Corvonero: Per Johnny Depp rinuncio alla mia sanità mentale, ai miei soldi (tanto non ne ho, ma che bel gesto!), alla mia casa (e qui, un po’ mi duole…ma tanto fino al 2020 non è mia ma della banca che mi ha fatto il mutuo…), al marito (anche senza Johnny di mezzo), al cibo (mangio lui), alle mutande ecc ecc ecc. Johnny, alla fine che te ne fai di una che non ha più niente?!? Comunque: sto lavorando all’idea che mi hai dato e sta venendo fuori qualcosa di carino!! Poi, ti farò leggere in anteprima…Sbaciozzi!!

Kika2: Ciao, ma che bello risentirti!! Non era mia intenzione fare un sequel, ma i personaggi di OPB continuavano a ronzarmi in testa e ho “dovuto” rispolverarli! Avevano ancora qualcosa da dire e, spero, volevano divertire i lettori ancora un po’. Spero di risentirti, e comunque grazie di essere passata di qua a lasciarmi un commentino. Adorabile, come sempre!!

ReaderNotViewer: Allora, che te ne pare del mio Mammetor? E’ un incrocio fra mia madre (che di nome fa Pupa, ma non fatevi ingannare: è una vera leonessa!) e me stessa medesima. Io la adoro… Grazie per i complimenti che mi hai fatto, mi sono letteralmente elettrizzata quando ho letto la tua nota sui miei “francesismi”…Grazie, davvero!! Infine, una preguntina: chi caspita è Gasparone…?

Damynex: Ma ciao!! Purtroppo, non avendo fratelli maggiori a cui fare riferimento, darò per buona la tua affermazione che i fratelli maggiori sono tutti uguali! Mal tuo è anche bonazzo come Andrea? No, perché mi piacerebbe conoscerlo, così fosse… Odette, ovviamente, DEVE stare antipatica. Oltre che bella da far schifo, è pure francese, quindi la quintessenza dell’antipatia. Fleur Delacour docet, giusto?… Bacini e baciozzi!!

 

  
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