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Autore: bice_94    04/10/2011    3 recensioni
E così, ormai a mezzanotte passata, il tacco delle scarpe della donna era l’unico rumore a farle compagnia.
Eppure sentiva di non essere sola.
Lo percepiva distintamente.
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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..Il vicolo sembrava essere più scuro di sempre quella notte.
Una giovane donna era appena uscita dal lavoro, dopo un giornata decisamente troppo faticosa.
La sua mente era affollata da pensieri che sembravano gridare, tanto da confonderla e da farla estraniare dal resto del mondo.
Quella mattina, non appena sveglia, si era affacciata dalla finestra ed rimasta affascinata dal sole che iniziava a sorgere, tanto da decidere di attraversare quella meravigliosa città a piedi, lasciandosi avvolgere dal caos, dalla confusione, dalla frenesia.
E così, ormai a mezzanotte passata, il tacco delle scarpe della donna era l’unico rumore a farle compagnia.
Eppure sentiva di non essere sola.
Lo percepiva distintamente.
La solitudine era stata una sua fedele compagna fin da piccola, quando preferiva rimanere da sola in giardino ad ascoltare il silenzio, piuttosto che correre a giocare con gli altri bambini.
Conosceva il sapore, il tepore confortante dell’essere soli, in compagnia di se stessi.
E il silenzio di quel vicolo non aveva niente di consolatorio.
Rallentò e si voltò lentamente, ma i suoi occhi riuscirono a malapena a distinguere i contorni sfuocati di un bidone della spazzatura.
Le luci dovevano essere riparate mesi fa, dicevano, ma nessuno sembrava preoccuparsene, almeno finchè qualcuno non andava a reclamare o finchè non succedeva qualcosa che finalmente li convincesse della necessità di quei lampioni.
La ragazza sentì il suo cuore iniziare a battere più velocemente e il respiro farsi più veloce.
Si impose di rimanere calma e lucida.
Era da stupidi lasciarsi spaventare dal buio, eppure il suo corpo sembrava non ascoltarla.
Le sue mani erano completamente sudate e ogni muscolo del suo corpo fremeva per la tensione.
Un rumore alle sue spalle la fece bloccare di colpo e si girò di scatto.
Sembrava essere stato provocato dal nulla, ma lei sapeva che non poteva essere stato solo un caso.
..: c’è qualcuno?
Il suo tono della voce era diventato rauco, ma la paura l’aveva fatta gridare abbastanza forte da farsi sentire nel caso ci fosse stato veramente qualcuno.
In risposta ebbe solamente il  suono del suo respiro affannato.
Quella sensazione però ormai la percepiva su tutte le cellule del suo corpo.
Una sensazione di freddo, di studio morboso del suo corpo.
Si voltò ed accelerò il passo, ma le sembrò impossibile correre perché le sue gambe erano pesanti come macigni.
Poteva essere lui?
No.
O almeno lo sperava.
Si voltò di nuovo, ma questa volta gridò con puro terrore.
Davanti ai suoi occhi era comparsa l’immagine di una donna con una veste bianca che portava al collo i segni dell’accoltellamento.
Le sue orbite erano vuote e la bocca tirata in un ghigno di disperazione.
Gridò con forza e finalmente riuscì a correre.
Come era possibile?
Corse e corse finchè non ebbe più fiato.
Si voltò, ma la strada era ormai deserta e il buio più denso di prima.
Un rumore alla sua destra, poi alla sua sinistra.
Dove era? Chi era?
Si sentì sfiorare e in quel punto la sua pelle sembrò appassirsi.
Si spostò di scatto, con una istintività naturale, primitiva.
Lo sentiva dappertutto: un altro tocco leggerissimo, sfuggente, un altro sguardo nascosto e una figura appena intravista alla fioca luce dei fari di una macchina.
Era un’ombra, anzi molto probabilmente era l’Ombra.
Finalmente riuscì a sentire un rumore di passi.
Non era pazza allora. Erano sempre più vicini e quella sensazione di freddo e di vuoto si impossessò delle sua membra.
Era qualcosa di infernale, di spaventoso.
Riprese a correre, sentì sotto le sue scarpe lo scricchiolio di foglie secche.
Non sapeva dove stesse correndo, ma sapeva che doveva farlo.
Si fermò dopo un bel po’, sperando di essere salva.
Il suo petto si abbassava e si alzava velocemente, quasi spasmodicamente, mentre i suoi occhi erano completamente offuscati dal buio, diventato ormai impenetrabile.
Le sembrava di essere un cieco che a tentoni cerca la salvezza.
Sentì solo il freddo gelido di una mano afferrarle il polso.
Si bloccò, completamente incapace di muoversi.
Un rumore misto di ruggine e terra bagnata.
Sembrava quasi sangue.
Tutto sembrava essersi fermato dall’arrivo di quella presenza.
..: ti stavo aspettando sai?
La sua voce era profonda e sensuale, provocante e terrificante, passione e terrore.
Era la voce della morte.
La condusse lentamente in avanti, come un padre che accompagna la sua bambina.
La donna sentì i suoi calzoni bagnarsi e i piedi farsi sempre più pesanti.
Stavano entrando nel lago, l’acqua continuava a salire e la donna sempre più incapace di muoversi, di regire, di risvegliarsi da quel torpore che l’aveva intrappolata.
La sua mente gridava, ordinava di scappare, ma aveva perso il controllo del proprio corpo.
L’acqua era troppo alta, aveva raggiunto la sua gola e nonostante si imponesse di respirare profondamente prima che fosse troppo tardi, i suoi polmoni sembravano già pronti ad accogliere quel liquido gelato.
..: bentornata a casa, piccola.
Quelle parole risuonarono nelle orecchie della donna anche quando l’acqua l’aveva ormai completamente avvolta.
Si dice che lo spirito di quella ragazza sia diventato il guardiano del lago, aspettando qualcuno da condurre con sé, nella sua nuova casa..
 
C: allora vi è piaciuta?
Tutti rimasero in silenzio, senza fare commenti.
L: wow! Degna del nostro scrittore.
R: non riuscirò mai più a tornare al lago. Quindi ora ditemi.. di chi è stata l’idea di fargli raccontare una storia di paura?
Si guardò incontro, ma ricevette solo sguardi falsamente minacciosi.
E: fammi pensare.. oh, si sei stato proprio tu!
R: ops.
E: chi propone di divertirci un po’ sul nostro Ryan?
Si sentirono grida di approvazione e il povero poliziotto iniziò a scappare, correndo per casa Castle.
Vestiti con quelle maschere e per di più a rincorrersi, sembravano veramente dei bambini troppo cresciuti.
Così la detective Beckett rimase da sola con lo scrittore, sorridendo.
B: sono degli idioti.
C: te ne sei  accorta solo ora?
La detective si avvicinò a Castle.
B: mi è piaciuta molto la storia. Anche se non credo riuscirò più a fare il bagno in quel lago da sola!
Sulla faccia dello scrittore si aprì un’espressione beffarda.
B: chiudi quella bocca. Non dire ciò che pensi.
Lo scrittore fece finta di non capire, lasciandosi andare ad un ghigno compiaciuto.
C: ehy, mi stai offendendo. Cosa pensi che avrei detto?
La detective arrossì di colpo.
B: lasciamo stare.
La festa di Halloween di casa Castle quest’anno aveva superato ogni aspettativa.
Era stata molto più ristretta, ma veramente favolosa: decorazioni impressionanti, cibo a non finire e quella giusta dose d’alcool che non poteva mancare.
Erano già quasi le tre di notte, quando rimasero solo Castle, Beckett, Lanie, Esposito, Jenny e Ryan.
La detective gettò uno sguardo al suo orologio.
B: beh, credo sia ora di andare.
Castle si alzò in piedi, con un’espressione quasi dispiaciuta.
C: ma come? Dai Kate, non hai nemmeno la scusa del lavoro, visto che ti sei presa un giorno di ferie.
L’uomo si avvicinò ancora al corpo della donna, fino ad arrivarle a qualche centimetro.
Abbassò la voce fino ad un sussurro, avvicinando la sua bocca all’orecchio di Beckett.
C: e non dirmi che non ti stai divertendo.
Forse per le birre di troppo, ma la donna sentì la testa girare vorticosamente e una strana sensazione allo stomaco.
Beckett afferrò la camicia di Castle.
B: a quanto vedo quella che si diverte non sono io.
Lo scrittore sorrise apertamente, avvicinandosi sempre di più al volto della donna.
E: ehy Castle!
I due si allontanarono velocemente.
E: ho interrotti qualcosa? Di nuovo?
C: no!
B: si!
Esposito sgranò gli occhi.
Beckett aveva detto di si?
Castle aveva detto di no?
Il mondo stava andando a rotoli.
Lo scrittore si voltò verso la donna che stava sorridendo soddisfatta.
Si, l’alcool le faceva un gran bell’effetto.
Finalmente vedeva la vera Kate, quella libera, disinibita e intraprendente.
E: coooomunque. Ho una proposta da farvi. E se andassimo al lago?
Castle fece la faccia di un bambino a cui avevano appena promesso il più bel regalo di sempre.
C: o mio dio! Veramente? Ora? Tutti insieme?
Beckett sospirò, ma guardando l’eccitazione nel volto dei loro amici accettò.
Tutti iniziarono a prendere le loro giacche.
C: ma ci pensi? Saremo come quei ragazzini che se ne vanno al lago di notte per fare casino. E magari anche un bel bagno nudi.. che ne dici Beckett?
B: che questo accadrà solo nei tuoi sogni mio caro Castle. L’unica persona nuda che potrai vedere stasera sarà lo spirito della ragazza del lago una volta che ti avrò affogato.
La detective gli fece l’occhietto ed uscì di casa, lasciando lo scrittore a scuotere la testa divertita.
 
 
L: sapete? Questo posto mi dà i brividi.
La spiaggia era completamente buia, se non per quel fascio di luce bianca che veniva riflessa dalla superficie del lago appena increspata dal vento.
E: hai ragione chica. Ma ci sono io!
L: oh, allora posso proprio stare tranquilla.
Lanie sorrise, prendendo in giro l’uomo che la guardò con uno sguardo da cucciolo abbandonato.
C: è veramente bello, non è vero?
Tutti e 5 si voltarono a guardare lo scrittore che ammirava quel luogo.
R: oh, si Castle, così bello che mi verrebbe voglia di scappare come un bambino.
Tutti sorrisero, quando un rumore alle loro spalle li spaventò.
Si voltarono e rimasero immobili per un momento.
R: e..e..quello che cos’era?
Nessuno rispose.
B: beh, sarà stato il vento. No?
Chiese, ma nessuno aggiunse altro.
Una ventata si alzò e lasciò sulle loro pelle un freddo insolito.
La storia di Castle tornò nelle loro menti prepotentemente.
L: ora, basta! Che ne dite di farci un bagno?
Lentamente i volti di tutti si rilassarono e decisero di entrare in acqua.
Tutti si avviarono di corsa, mentre Castle, senza dare alla donna il tempo di reagire, prese Beckett fra le braccia e, correndo, la gettò in acqua.
B: Castle, ma sei impazzito?
C: chissà, forse si!
Lo scrittore sorrise, vedendo l’espressione rilassata della detective.
B: ti faccio vedere io. Pagherai per questo affronto!
La donna si appoggiò sulle spalle di Castle, spingendolo sott’acqua.
Così i detective del  12° distretto passarono la loro notte di Halloween immersi nel famoso lago dello spirito.
Scherzarono, risero, giocarono, mentre a loro insaputa un’ombra li osservava da lontano, richiamando silenziosamente quello spirito che era ancora in cerca di compagnia.
  

   
 
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