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Autore: Kassandra Night    04/10/2011    2 recensioni
Hanno paura di noi, ma vogliono dimostrare il contrario. Invece io sento la puzza del loro terrore. Sento come li tremono le voci.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oddio, questo racconto l'ho scritto quando avevo 13 anni e me ne sono completamente dimenticata O__O praticamente l'ho riscoperto adesso ^^”
Spero che vi piaccia anche se è cortissimo ^^

La macchina andava a tutta velocità sulle strade di New York. Il suo colore rosso brillava nella notte di venerdì. Sarebbe stata una notte perfetta, silenziosa, se non fosse per una ventina di macchine della polizia che rincorrevano quella Rossa. Le sirene urlavano per tutta la città e i poliziotti, con le pistole puntate, comunicavano per la millesima volta di fermarsi. Ma nessuno, presente nella machina Rossa, voleva fermarsi, nessuno.

Steven guardava dal finestrino, compiaciuto dal casino che avevano creato. Rideva ogni volta che i poliziotti gli chiedevano di frenare. – Ma pensano che siamo cosi stupidi per fermarci? – diceva. – Noi siamo le bambole, siamo i padroni di questa città, e nessuno ha il diritto di fermarci. Sembrano che non sano chi siamo, e cosa possiamo fare.

- Loro lo sanno della nostra esistenza, ma la vogliono negare. – disse ridendo Ghiaccio. – Hanno paura di noi, ma vogliono dimostrare il contrario. Invece io sento la puzza del loro terrore. Sento come li tremono le voci.

Intanto le macchine della polizia aumentavano. Se prima si trovavano dietro a quella Rossa, adesso arrivava una anche dalla parte opposta. Emma aprì la porta di dietro alla quale prima stava attaccata, spalancandola in quel modo che la macchina della polizia si fossi scontrata a cento ottanta all’ora con essa. Lo scontro fu violento. La macchina dell’avversario piombò addosso a un muro di pietra, invece la porta di quella rubata volo via come un foglio di carta, strappata dal quaderno.

- Pensa che a me questa macchina iniziava a piacere. – si lamentò Ghiaccio.

Emma si guardo indietro. La polizia gli perseguitavano ancora. – Me ne occupo io di loro. – comunico lei a tutti. La ragazza uscì completamente dalla macchina, aiutandosi con le mani ed arrampicarsi sul tetto. Era molto difficile sostenersi sul tetto rosso, ma le dita lunghe, trasformate in un batter d’occhio, avevano una presa d’acciaio. In quel momento Emma, ringrazio quello che lei era. Una Bambola capace di trasformarsi in qualsiasi cosa e dotata di una forza innaturale. Una via di mezzo tra un demone e un uomo.

- Emma, - grido Jack. – stai attenta…

La ragazza inchino la testa in quel modo per vedere il ragazzo. Lo sguardo di Jack era diretto sulla strada, i suoi cappelli gli sfioravano le spalle, ma nei suo movimenti Emma non vide un minimo segno di paura. Il suo respiro era calmo.

Jack rivolse per un attimo lo sguardo sul finestrino dove sporgeva la testa della ragazza. Era bellissima. Il ragazzo non la aveva visto mai cosi bella prima d’ora. I suoi cappelli le coprivano il viso, e nelle tenebre della notte si intravedevano i suoi occhi smeraldi brillare. La ragazza gli mandò un sorriso rassicurante, ma più che rassicurante quel sorriso sembrava diabolico. Un attimo e poi la sua testa scomparve dal finestrino. “ E una di noi.” – penso Jack mentre accelerava la velocità.

Emma si tirò in piedi sul tetto della macchina Rossa. Sentiva la forza fluire dentro di lei. Sentiva la bestia uscire allo scoperto dopo tanti anni dell’imprigionamento. Solo adesso Emma capiva cosa vuol dire la liberta. La ragazza urlò. Urlò come mai prima. Il suo urlo non era di una ragazza di diciotto anni, ma di una bestia che va alla caccia. In quel momento Ghiaccio fece un sorriso. “ E’ nostra.” – fu il primo pensiero che le passo per la testa.

Intanto Emma iniziò a muoversi contro le macchine della preda. Saltò sulla capote di quella più vicina. Prima di sfondare il suo parabrezza, sorrise. Questo al contrario dell’altro, fu un sorriso dolce, tenero e affascinante. Ma non durò a lungo. La ragazza girò il volante, e poi saltò su un’altra macchina. L’ultima cosa che i poliziotti videro: era il muro di pietra e poi il buio…




   
 
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