04/10/2011
5 recensioniCognome: parte del nome di una persona che indica a quale famiglia appartiene.
Tutti hanno un cognome.
Lettere che ci identificano, che ci accostano alla nostra famiglia.
Alcuni hanno un cognome buffo, dal quale spesso vengono fuori nomignoli idioti.
Altri ne hanno uno corto, oppure chilometrico.
Poi ci sono io, che ho IL cognome.
Il cognome proibito.
Sette lettere maledette.
Avevo tante amiche, avevo un ragazzo, avevo i miei compagni che mi volevano bene.
Ora no.
Ora sono sola, per colpa di quel dannato cognome.
Chi sono io?
Maddison.
Il mio cognome? lo scoprirete
Ero una ragazza come tutte, o quasi.
Amavo giocare a calcio con i miei amici, legando i miei lunghi capelli castani in una coda alta.
Uscivamo spesso insieme, ed era tutto fantastico.
Mia mamma era una segretaria e lavorava al centro di New York.
Mio padre aveva avuto problemi in passato, anche legati al tossicodipendismo, ma lavorava come barista in città.
Era una fredda giornata invernale, nella prima settimana di dicembre.
Inserii il mio 45 giri nel giradischi in salone, e mi preparai una cioccolata calda sulle note di 'she loves you'.
Ero una grande fan dei Beatles.
Gli occhi color miele di Paul mi fissavano ogni volta che entravo in camera mia, ed avevo ogni tipo di rivista che potesse parlare di loro.
Quando si sciolsero avevo solo sei anni, ma non per questo li accantonai, anzi.
John Lennon, il mio Beatle preferito, aveva anche iniziato una carriera da solista.
«Maddie? Sei a casa?» mio padre era rientrato da lavoro, molto presto rispetto agli altri giorni.
«sì papà, sono qui.»
«oh Maddie, ancora i Beatles?» mi chiese, guardando la copertina del disco.
Per uno strano motivo, non voleva più che gli ascoltassi, nell'ultimo periodo.
«Sì. Anche se si sono sciolti...» dissi, con un velo di tristezza nella mia voce.
«ah, colpa di quel Lennon.»
«cosa? No, non è colpa di John!»
Sospirò, fingendosi rassegnato.
«piccola, aspettami, torno tra poco.»
«dove vai?» gli chiesi, mentre si dirigeva al piano di sotto.
«a fare la storia.»
Lo guardai in modo strano, ma lui mi sorrise ed uscì dalla porta di casa.
Mi fiondai sotto la doccia, e neanche il tempo di infilarmi una tuta, che tanti colpi, forti e veloci, si sentirono alla mia porta.
«Arrivo, arrivo!»
Appena aprii la porta, Ally –la mia migliore amica- mi trascinò fuori, piangendo.
«Ally! Che succede?»
Non rispose, ma aumentò i suoi singhiozzi ed iniziò a correre.
Arrivammo davanti al ‘the Dakota’.
Polizia, gente ammassata e tanto caos.
«che è successo?» chiesi.
Nessuna risposta.
«Che è successo?» urlai, ancora più forte.
«hanno quasi ucciso...John Lennon.»
Piansi anche io, abbracciandomi con Allyson.
Tutta New York era scossa e lo sarebbe stata anche l’indomani.
Ma il 9 dicembre sarebbe stata una delle giornate più oscure della mia vita.
Entrata a scuola, tutti mi rivolgevano uno sguardo d’odio.
John era stato dichiarato morto in nottata, ma nessuno voleva crederci.
Ricevevo spintoni, botte, insulti.
Anche i miei amici si allontanarono al mio passaggio.
Con la testa che mi scoppiava presi un giornale, raccogliendolo dal pavimento.
«John Lennon ucciso con quattro colpi di pistola.»
Lo aprii interamente, così da leggere il resto.
«Mark Chapman è l’assassino.»
Ma cosa c’entra questo –direte voi- col mio cognome?
Bene, ora è il momento esatto per dirvelo.
Io sono Maddison.
Maddison Chapman.