La farfalla attaccata al vetro trasparente della finestra perfettamente simmetrica cade giù, dispiegando le piccole e fragili ali ai soffi dolci di un vento che sa di alba e di mattina; i colori si aprono espandendosi, brillanti in una soffocante penombra dalle braccia accoglienti che gioca a nascondino con la realtà al di fuori del piccolo castello di cristallo.

Kid socchiude gli occhi, respirando lentamente sul collo niveo di Maka che accanto a lui ammira come pietrificata l'aurora dipingere di mille sfumature il profilo di Death City, donandole una maschera d'incanto così effimera da fare male.

Male come tutto ciò che scaturisce alla vista del sole nascente, ladro di sospiri e segreti impuri.

Allunga lentamente una mano verso il suo braccio abbandonato fra le lenzuola umide, accarezzando con delicata attenzione quel braccialetto cobalto che tintinna ad ogni singolo gemito, scandendo come un campanello di morte i minuti ed i secondi che li separano dal termine.

La farfalla plana leggera come una piuma sulla sponda candida del letto, riflettente il nero di una notte senza luna.

Maka alza gli occhi smeraldini sul cielo della camera alla ricerca di un candore immacolato, di un azzurro che volga all'infinito, ma l'unico colore che l'innonda è quello elettrico dei capelli di Black Star che le solleticano i fianchi magri e chiari avvolti dal suo torso nudo.

La farfalla riprende il volo, brillando di un cobalto più leggero del cielo stesso.

I colori si riflettono nel suo verde, colori sbagliati che feriscono la vista, che disidratano le vene e giungono fino al cuore; il nero profondo dei capelli di Kid che si confonde con le ombre agli angoli della stanza, mischiandosi e legandosi al blu di Black Star.

E lei, lo smeraldo cristallino che abbandona la sua purezza sulle labbra di uno e dell'altro, sussurrando segreti e parole senza parlare davvero, mentre le mani del ninja scivolano gelide fra le sue gambe strette e la bocca dello shinigami scende a soddisfare le sue bramosie più segrete.

La farfalla si blocca quando viene colpita da un serico raggio di luce, bruciando nella consapevolezza.

Maka sospira nell'oscurità, socchiudendo le palpebre lucide e affondando le dita sottili fra i morbidi capelli di qualcuno che non sa riconoscere.

Vi sono il verde, il nero e il blu.

Maka sospira nell'oscurità, rifiutandosi di scorgere nello specchio i loro corpi intrecciati, le loro ombre unite in qualcosa di troppo, le loro anime vibranti e tutte perfettamente sulla stessa lunghezza d'onda.

Vi sono il nero, il blu e il verde.

Maka sospira nell'oscurità, mentre il fruscio delle lenzuola sotto alle loro schiene innarcate accompagna come assolo i loro fragili esseri e i desideri più delicati, racchiusi in una gabbia di lussuria.

Vi sono il blu, il verde e il nero.