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Autore: Talia Joyce    06/10/2011    4 recensioni
- Secondo te perché i genitori di Rachel hanno storto il naso?- domandò Blaine assorto, parcheggiando in una sorta di spiazzale poco trafficato. - Insomma, non sono gay anche loro?-
- Bhè, io sono gay e, se proprio devo essere sincero, questo posto sta facendo storcere il naso anche a me...- gli confessò Kurt restio a dar segno di voler scendere. Se ne stava li, con la cintura ancora allacciata, seduto in una macchina ormai a motore spento mentre era tutto intento a rigirarsi i pollici e a cercare di capire cosa diavolo ci fosse in lui che non andasse.
- In effetti non è esattamente...il genere di posto che, di solito, frequentiamo…- dovette ammettere Blaine lanciando un occhiata ad un gruppetto di uomini vestiti in maniera abbastanza kitsch, che stava sfilando davanti a loro proprio in quel momento. - Magari è solo questione d'abitudine...-
- Morirò prima di fare l'abitudine a...questo...- mormorò sconcertato Kurt lanciando un'occhiata all'insegna di un locale che, dalla posizione in cui si trovava, poteva intravedere di sbieco: "Scandl" recitava, inutile dire che il nome ed il modo in cui il neon, rosa per di più, lampeggiava ad intermittenza non lo stavano attirando per nulla.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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"Scandal" Declaimer: Kurt e Blaine appartengono interamente a Ryan Murphy e non a me anche perché, se fosse stato il contrario, non starei di certo qui a scrivere e a postare quello che penso ma passerei direttamente a fare in modo che venga messo in pratica. Ovviamente anche tutto il resto del Glee Cast appartiene al suddetto regista ma, di questo, mi dispiaccio un pò meno. La seguente fan fic non è stata scritta a scopo di lucro ma per mio puro e perverso divertimento.
Insomma, non vi accanite legalmente contro di me: sono solo una povera Klainer (in religiosa attesa dell'8 Novembre <3).
Buona lettura and enjoy it, gus!  :)
The "Scandal"

-No, davvero, ci hanno dato i preservativi da portare a casa: guarda!- gli stava raccontando Kurt che, ansioso di dimostrare la veridicità delle proprie parole, aveva tirato fuori dalla propria tracolla delle bustine sigillate il cui contenuto era, a dir poco, inequivocabile.
- Wow...- fece Blaine, gettando una rapida occhiata a ciò che il suo interlocutore gli stava praticamente sventolando sotto al naso. Poi, diligente, tornò a prestare attenzione alla strada dinanzi a sé: non era molto pratico di quella zona e non poteva di certo permettersi troppe distrazioni.
- Ma non finisce qui, oh, no. Ovviamente ce li hanno fatti aprire e toccare! Seriamente, sono disgustosi da toccare, tu ne hai mai toccato uno?- gli chiese curioso per poi rabbrividire al ricordo di ciò che, quella mattina, era stato costrtto a fare.
- Si- confessò Blaine ricevendo un'occhiata in tralice dall'altro.- Cos'è una domanda a trabocchetto?- si difese subito dopo scoccandogli uno sguardo di sfida - Io, Wes e David eravamo curiosi e ne abbiamo comprato un pacco. Per vedere, tutto qui. Giuro. È una cosa normalissima!- spiegò concludendo il tutto con un cenno convinto del capo.
- Certo...- lo assecondò Kurt chiaramente scettico e ben memore del fatto che un componente di quella triade male assortita ritenesse "una cosa normalissima" anche l'andare in giro con teste d'aglio in tasca.
Ok, magari Wes non era esattamente il più normale tra di loro ma, comuque, restava il fatto che i Warblers erano inquietanti e non solo perché sembravano avere l'innata capacità di muoversi a sincrono con precisione militare.
Come se non bastasse, gli venne in mente che lui, quell'anno, ne aveva addirittura fatto parte e si era persino ben integrato tra di loro.
Mentalmente si consolò pensando che, per quanto quel breve periodo fosse stato buio, almeno non se ne era andato in giro sfoggiando un tatuaggio di dubbio gusto con tanto di piercing al naso e chioma fluorescente. Decisamente era arrivato il momento di fare un bel discorsetto a Quinn anche se, lo skateboarder quarantenne che la ragazza aveva preso a frequentare, non gli dispiaceva poi tanto: i capelli lunghi, raccolti in una coda, ed il pizzetto coronato di baffi gli conferivano un certo fascino bohémien da non sottovalutare. D'accordo, Frankie Bob, aveva tutta l'aria di essere il tipico rastafariano che avrebbe ritenuto Verlaine, più che un poeta, un qualcosa di molto più simile alla marca di un super-alcolico o al titolo di un vecchio porno francese, ma aveva il suo certo "je ne sais quoi". - Comunque sia...- riprese abbassando lo specchietto e controllando, per l'ennesima volta, il proprio aspetto -...ci hanno dato una banana, una a testa, nessuno escluso. Poi ci hanno fatto infilare il preservativo sulla banana...- concluse con tono solennemente teatrale.
- Ed immagino che la cosa ti abbia disgustato oltremodo, principino...- ironizzò Blaine rallentando appena, in modo da poter leggere meglio i vari cartelli stradali, prima di proseguire dritto e a velocità sostenuta.
- Bhè, si, cioè...a cosa mi serve sapere come infilare un preservativo?- domandò Kurt ad un alquanto perplesso Blaine. Quest'ultimo, sebbene ne fosse desideroso, non riuscì ad elaborare una valida risposta per mancanza di tempo in quanto l'altro, repentinamente, aveva già ripreso la parola - Insomma, le mani ce le hai, non mi pare che tu sia Capitan Uncino o... Edward mani di forbice: i preservativi puoi benissimo metterteli da solo...Oh!- sentenziò rendendosi conto, solo infine, della sua piccola negligenza.
- E tu, i preservativi...non vuoi metterli?- domandò il suo interlocutore con tutta la calma di cui disponeva, decelerando e prendendo l'uscita a sinistra.
- Giuro che quando ci ho pensato, nella mia testa, tutto questo non suonava affatto come un esplicito invito a sodomizzarmi senza riserve...- spiegò l'altro allibito, prendendo a fissare ad occhi sbarrati la strada dinanzi a sé e maledicendo, al contempo, la combinazione di parole che aveva appena terminato di utilizzare.
- Oh, bhè, buono a sapersi...- sentenziò Blaine annuendo e cercando di non scoppiare a ridere li, davanti a lui, in maniera assai poco delicata.
- Insomma...è una cosa che ho pensato così, spontaneamente: ci ho pensato senza pensarci, ecco.- si affrettò chiarire la faccenda sebbene non gli sembrò di star riuscendo troppo nell'intento - Ommioddio, è tanto grave?!?- si informò iniziando a non sentirsi più esattamente a proprio agio: all'improvviso, quel sedile in pelle aveva incominciato a rivelarsi particolarmente scomodo e, l'aria condizionata, non sembrava più essere in grado di funzionare a dovere. O, forse, era semplicemente il lampante imbarazzo a farlo sentire così letteralmente fuori posto?
- Ma no, su, nulla di grave. La spontaneità è una bella cosa, infondo.- lo rassicurò Blaine sentendo venir meno all'istante il desiderio di ridere: la sfumatura bordeaux, che il viso del suo compagno di viaggio aveva appena raggiunto, sottolineava quanto, per quest'ultimo, l'argomento avesse preso una piega...delicata.
- È solo che quel dannatissimo "Club della Castità" è un covo di matti: sorridono tutti come dei lobotomizzati...!- provò a giustificarsi lui riponendo frettolosamente i preservativi al proprio posto, del tutto determinato ad evitare che causassero ulteriori danni.
- E allora perché continui ad andarci?- gli fece presente Blaine con ovvia ironia.
- Perché io e Rachel riteniamo possa essere utile per passare del tempo con Quinn dato che, ultimamente, sembra posseduta dallo spirito di Ozzy Osbourne...- cantilenò Kurt esponendo per l’ennesima volta le ragioni che,a inizio estate, avevano spinto lui e la sua amica ad iscriversi.
-  E per far impazzire me e Finn...- aggiunse l'altro in un sussurro, fermamente convinto del fatto che l’ultima cosa di cui Kurt avesse bisogno fosse proprio un "Club della Castità". - Bhè, però, questo è già il quinto incontro che Quinn salta...-
-....e dopo quello di oggi mi darò alla latitanza anche io: voglio bene a Quinn ma non fino a questo punto...- sentenziò deciso Kurt non sospettando minimamente del tripudio interiore che, al suono di quelle parole, era letteralmente esploso nella testa del proprio vicino. - Che poi, mi piacerebbe proprio sapere cos’è passato in testa a quella gente... insomma: è un "Club della Castità" dovrebbero dirti di non fare sesso, non insegarti come si fa...-
- La prevenzione è importante!- esclamò Blaine con tutta l'aria di uno che aveva seriamente a cuore la faccenda - ...e non solo per evitare che le sedicenni rimangano in cinta...-
- Aspetta...se iniziano a fare educazione sessuale alle sedicenni questo significa niente più "16 and pregnant"! Cosa guarderò tra le 6 e le 7 di sera?- lo interrppe Kurt con tono fintamente scandalizzato.
- "Grey's anatomy"?- suggerì Blaine sollevando gli occhi al cielo davanti a tanta deliziosa superficialità.
- Uhm, non credo sia una buona idea. Durante la prima stagione io e Tina, per imitare Meredith e Christina, abbiamo tentato di eseguire una colonscopia su uno dei miei peluche, Mr. Chuck: è stato un fiasco, letteralmente. Non siamo mai più riusciti a farlo stare correttamente seduto.- raccontò ad un allibito Blaine, dalla cui espressione facciale, Kurt riuscì a leggere tutto quello che doveva essergli passato in mente. - Ovviamente avevo undici anni e, quindi, l'episodio fa parte di un passato molto lontano che, ormai, non ha più rilevanza...- si affrettò ad aggiungere sperando di risultare rassicurante.
- Niente "Grey's anatomy".- ritrattò Blaine non volendo portarsi sulla coscienza altri innocenti pelcuhes. - Ma, a proposito di medici, ospedali e prevenzionie...- continuò lasciando volontariamente la frase in sospeso. In quell'istante esatto, un lampo di preoccupazione gli adombrò gli occhi castani.
 – Tranquillo.- lo rassicurò Kurt espirando, in quanto, aveva ben compreso cosa quel silenzio sottointendesse: AIDS - Ho capito, più o meno, come si infila un preservativo e, poi, ho letto tutti gli opuscoli che mio padre...-
- Kurt, devi saperlo fare. In modo corretto. Devi... devi essere in grado di prenderti cura di te, ok?-  si raccomandò Blaine voltandosi a guardarlo per pochi istanti, come a volersi accertare che il suo messaggio fosse giunto a destinazione. Poi, istintivamente, allungò il braccio destro in cerca della sua mano, la quale, altrettanto spontaneamente non tardò a raggiungerlo e a ricambiare affettuosamente la presa.
- Ok- gli assicurò semplicemente Kurt percependo un improvviso calore all'altezza del petto, suscitatogli dal vedere con quanta apprensione l'altro si preoccupasse per lui. Ruotando leggermente il polso, si portò alle labbra il dorso della mano, che stringeva tra la sua, in modo tale da potervi depositare un lieve bacio. A quel punto gli sorrise come solo lui sapeva fare, con tanto di fossette, e Blaine si rese conto di aver appena mancato l'ennesima svolta che avrebbe dovuto effettuare.
- Quando Sebastian diceva "periferia di Lima" intendeva davvero dire "periferia", eh?...- constatò nel mentre stava provvedendo a fare dietrofront.
- Bhè, dov'è che volevi mettessero un posto del genere? In pieno centro, tra il "Lima Bean" e la lavanderia a gettoni?-
- In effetti...- gli diede ragione lui imboccando la traversa giusta e procedendo più lentamente -....a proposito, dov'è che hai detto a tuo padre che andavi a dormire?- s'informò, tanto per essere sicuro che l'indomani avessero avuto un'identica quanto verosimile versione dei fatti.
- Da Mercedes...-
- Perché non da Rachel? Ultimamente mi sembrate un'inquietante quanto affiatato duo di BFF...- constatò notando anche che, al di là del parabrezza, il paesaggio stava iniziano a mutare: indubbiamente avevano imboccato la retta via. La prima cosa che gli saltò agli occhi fu l'abbondante presenza di luci al neon, praticamente ovunque.
- Bhè, lei ha detto ai suo genitori qualcosa riguardo dove avevamo intenzione di andare e mi ha riferito che non le sono sembrati troppo contenti della cosa... Così, io, ho preferito...evitare intoppi. E poi Mercedes ha la faccia tosta e, se mio padre chiama a casa sua, avrà sicuramente la prontezza di inventarsi qualcosa di credibile riguardo l'impossibilità di passarmi la cornetta...- analizzò la situazione Kurt prima di prendere a scrutare con reale curiosità fuori dal finestrino: decisamente avevano appena fatto ingresso in un mondo totalmente fuori dagli schemi quotidiani.
- Secondo te perché i genitori di Rachel hanno storto il naso?- domandò Blaine assorto, parcheggiando in una sorta di spiazzale poco trafficato. - Insomma, non sono gay anche loro?-
- Bhè, io sono gay e, se proprio devo essere sincero, questo posto sta facendo storcere il naso anche a me...- gli confessò Kurt restio a dar segno di voler scendere. Se ne stava li, con la cintura ancora allacciata, seduto in una macchina ormai a motore spento mentre era tutto intento a rigirarsi i pollici e a cercare di capire cosa diavolo ci fosse in lui che non andasse.
- In effetti non è esattamente...il genere di posto che, di solito, frequentiamo…- dovette ammettere Blaine lanciando un occhiata ad un gruppetto di uomini vestiti in maniera abbastanza kitsch, che stava sfilando davanti a loro proprio in quel momento. - Magari è solo questione d'abitudine...-
- Morirò prima di fare l'abitudine a...questo...- mormorò sconcertato Kurt lanciando un'occhiata all'insegna di un locale che, dalla posizione in cui si trovava, poteva intravedere di sbieco: "Scandl" recitava, inutile dire che il nome ed il modo in cui il neon, rosa per di più, lampeggiava ad intermittenza non lo stavano attirando per nulla.
- Tentar non nuoce...- canticchiò Blaine sfilando le chiavi dal quadro e tirando su il freno a mano con uno scatto. Poi scese seguito a ruota dall'altro.
- Inserisci l'antifurto piuttosto...- gli suggerì quest'ultimo incrociando le braccia, colto da un gelo improvviso che non trovava assolutamente riscontro con le reali condizioni metereologiche di quella sera di metà luglio. Nervosamente prese a torturarsi il labbro inferiore con i denti dell'arcata superiore.
- Rilassati e cerchiamo di divertirci...- lo tranquillizzò Blaine scrollando le spalle con naturalezza e prendendolo per mano - Chissà quando ci capita di poterlo rifare!- lo incoraggiò intrecciando le dita con le sue e prendendo a dirigersi verso l'ingresso.
- Rifare? Tu, davvero, vuoi rifarlo?- balbettò l'altro lasciandosi trascinare con non troppa convinzione.
- Ehi, una volta prese le giuste precauzioni, bisogna essere aperti a tutti i tipi di esperienze!- gli fece notare Blaine saggiamente.
- Contrarre l'epatite bevendo nei bicchieri di un locale del genere non è esattamente il tipo di esperienza verso cui mi sento particolarmente aperto, sai?-
- E dai, smettila di lagnarti. Siamo qui per un compito ben preciso...- gli rammentò lui spingendo la porta e sorridendogli complice
- Oh, quasi dimenticavo il tuo autoimposto ruolo di mentore. Blaine Anderson: la guida umana all'omosessualità maschile...!- recitò Kurt enfatizzando il tutto con eloquenti gesti che effettuò con la mano libera
- Bhè, sono un anno più grande: la mia anzianità comporta dei doveri tra cui c'è quello di condividere le mie esperienze di vita con voi innocenti pulcini....-
- Esperienze di vita? Quali esperienze di vita, Blaine? E poi, guarda che non sembri molto più grande di me. Rassegnati: potresti benissimo passare per un Junior, caro il mio Mr.Guru-
- Un Junior? Che sciocchezza... ho diciotto anni compiuti e sto per andare al college...cos'è vuoi farmi rimpicciolire per tenermi con te un'altro anno?-
- Bravo, Sherlock: un'altro caso risolto! Comunque, perché avete deciso d'incontrarvi proprio qui?- chiese Kurt guardandosi intorno e rispondendo con un circostanziale "bene, grazie" ad un tizio in gonnella, il quale, aveva provato l'approccio salutandolo con un melenso "Ciao Dwason, come sta il tuo crick…?". Inutile dire che avrebbe volentieri fatto a meno dell'occhiolino d’apprezzamento che ricevette in cambio.  
- Me l'ha proposto Sebastian. Ha detto che voleva immergersi un po' nell'ambiente, vedere com'è... è ancora un po' titubante riguardo il dirlo ai suoi e, rendersi conto di ciò che potrebbe comportare la sua scelta, di sicuro lo aiuterebbe a decidere....- spiegò Blaine sforzandosi di rimanere serio nonostante lo scambio di battute che aveva appena visto come protagonisti una drag queen ed il suo ragazzo.
- Ma noi sapevamo di essere gay già prima che finissimo qui dentro! - gli fece notare prontamente Kurt - Insomma, io non ho mai dovuto mettere piede in un gay bar per capire di essere omosessuale. Anzi, se fossi capitato qui dentro un paio di anni fa forse avrei optato direttamente per l'asessualità...- concluse lanciando un'occhiata disgustata all'eterogeneo ammasso di persone che popolava l'ambiente circostante.
- Come sei melodrammatico!- commentò il mentore sollevandosi sulle punte in cerca del proprio pupillo - Eccolo là!- esclamò, subito dopo, individuatolo.
Era biondo, mediamente carino e stava bevendo, seduto ad un tavolino poco distante, quello che, a giudicare dal suo colore verde evidenziatore, aveva tutta l'aria di essere collutorio destinato all'igiene orale.
- Ce l'hai fatta alla fine!- salutò il fantomatico Sebastian, un po' troppo cordialmente, rivolgendosi unicamente al suo mentore con un sorriso a trentadue denti. Sorriso che si congelò quando il suo sguardo scese sulle mani intrecciate dei due ragazzi e, dall'espressione interdetta della sua faccia, Kurt intuì che molto probabilmente, l'invito, non doveva comprendere anche lui: Blaine aveva frainteso alla stragrande e proprio non sembrava essersene reso conto.
- Ciao, sono Kurt, il ragazzo di Blaine- si presentò istintivamente affrettandosi a marcare il proprio territorio.
- Sebastian- rispose l'altro in tono asciutto stringendo, con poco interesse, la mano che il ragazzo gli aveva porto.
- Salve, io invece sono Debbie.- li interruppe una fastidiosissima voce maschile che, grazie al falsetto, riusciva a mantenersi su una tonalità parecchio più alta di quanto non sarebbe stato possibile normalmente. - Bevete qualcosa, zuccherini?- aggiunse, mentre i due nuovi arrivati avevano iniziato a prendere posto. A giudicare dal bloc-notes e dalla matita che stringeva tra le unghie laccate, doveva trattarsi del cameriere o, meglio, della cameriera. Indossava, infatti, un bel vestito di pailettes con tanto di boa piumato a circondarle le spalle e vertiginosi tacchi alti.
- No, grazie- rifiutò garbatamente Kurt riconoscendo la drag queen di poco prima e sforzandosi di sfuggirne lo sguardo, insistente ed assai inopportuno, con cui sembrava tutta intenta a denudarlo.
- Cos'è che stai bevendo, Sebastian?- s'informò cordialmente Blaine facendo un cenno al bicchiere che, proprio in quel momento, il ragazzo si stava portando alle labbra.
- Assenzio- rispose dopo un sorso. Disinvoltamente si passò la lingua sulle labbra, come a non voler lasciare traccie residue della bevanda. Blaine gli porse educatamente un tovagliolino, Kurt invece interpretò il segnale come un invito a picchiare duro ma si limitò ad indirizzargli un sorriso 100% made of plastic.
- Uhm...- fece Blaine soffermandosi a pensarci su per un attimo prima di abbozzare un mezzo ghigno ed esclamare in direzione del cameriere - Uno anche per me, grazie....-.
- Sicuro? È un po' fortino...- si premurò di avvisarlo il Warbler, puntando i suoi occhioni verdi su di lui - Forse faresti meglio a provare qualcosa tipo…non so, "Sex on the Beach"?- gli propose spudorato scorrendo la lista dei cocktail con un dito e facendo intuire a Kurt che l'unica cosa di cui avesse davvero bisogno fosse un bel calcio ben assestato nel di dietro, altro che orientamento sessuale confuso: quello non solo sapeva più che bene di essere gay ma aveva anche tutta l'aria di aver già scelto qualcuno con cui condividere l'esperienza. E quel qualcuno continuava a non accorgersene.
- Prendi una "Piña Colada", Blaine. C'è il cocco e a te il cocco piace, Blaine...- s'intromise di prepotenza Kurt, dopo una breve occhiata alla lista degli alcolici.
A quanto parve il suo tono, calcolatamente gentile, nonché il suo sguardo inceneritore funsero da ottimi incentivi in quanto il ragazzo al suo fianco, senza fare opposizioni, decise volontariamente di seguire quella minaccia abilmente velata sotto forma di consiglio.
- E tu sei sicuro di non voler nulla, dolcezza? Offre la casa...- gli rammentò Debbie ammiccando sfacciatamente.
- No, grazie caro.- rispose a tono Kurt simulando un sorrisino di cortesia.
- Cara- lo corresse quello sculettandosene via una volta annotata l'ordinazione.
- Waw, a quanto pare hai fatto colpo!- commentò Blaine dandogli un gentile pizzicotto sulla guancia che, a Kurt, ricordò tanto quelli con cui la cara Zia Marge, nel tentativo di dimostrargli il suo affetto, finiva per farlo lacrimare.
- E non sono l'unico...- mormorò di rimando alzando gli occhi al cielo per poi prodigarsi in un sorriso tirato, il tutto prima di sprofondare in un ferreo mutismo durante il quale, il suo cervello, prese a partorire geniali metodi su come uccidere nel modo più lento e doloroso possibile.
Dopo essersi beato di flesh mentali che vedevano protagonista un Sebastian spiaccicato, squartato, sbudellato ed arso vivo si rese conto di aver notato, tra la carnevalesca folla, una faccia familiare: se la vista non lo aveva ingannato la presenza di quella suddetta persona in un luogo come quello era un'evento più unico che raro, per questo, liquidò momentaneamente gli altri due con un “vado al bagno, torno subito” e si cimentò nell'inseguimento.
- Ehi!- richiamò a sé la robusta figura di spalle che, a passo lento, si stava avviando fuori dal locale. – Aspetta- riprovò cercando di raggiungerlo all’esterno – Fermati…-
- Ma che cazzo vuoi?- si sentì domandare da un adiratissimo Karofsky che,finalmente, voltatosi verso di lui aveva rivelato il volto paffutello ma non per questo amichevole. Anzi, tutt'altro: era il perfetto ritratto dell'esasperazione.
- Se mi picchi potrei non essere in grado di rispondere alla tua domanda- si difese Kurt rendendosi conto che, forse, quella di seguire il suo ex-minacciatore di morte non era stata proprio quella che si suol definire una “buona idea”.
- Non ti voglio picchiare…- lo rassicurò quest'ultimo notando che tutti gli sguardi dello spiazzale esterno si stavano progressivamente concentrando su di loro – Grazie tante…- sbraitò poi, infastidito dalla perdita del proprio stato di anonimato.
- Facciamo due passi…- gli propose Kurt cercando di allontanarsi il più velocemente possibile dai riflettori: essere la star di quel palcoscenico non gli stava piacendo per nulla.
- Stavo andando a casa…- gli rispose l’altro nel palese tentativo di levarselo di torno. Poi, alzatosi il cappuccio della felpa, riprese a camminare.
Il suo tono, nonché i modi alquanto seccati, avrebbero indotto persino Lord Voldemort a cambiare idea e a farsi un giretto cento isolati più in là. Lord Voldemort, non di certo Kurt Karl Hummel il cui istinto di sopravvivenza aveva lasciato il posto ad una curiosità fine a se stessa.
- Ti accompagno alla macchina…- gli trotterellò dietro, del tutto intenzionato a non lasciarselo scappare così facilmente.
- Cos’è, hai litigato con il fidanzato?- la buttò lì Karofsky con un pizzico di cattiveria nel tono di voce, sperando così di liberarsi di lui.
- No, mi domandavo semplicemente cosa diamine ci fai tu qui…- gli confessò di rimando, senza remore. Poi prese a scrutarlo con occhio indagatore, alla ricerca anche del più piccolo gesto o dettagli in grado di rivelargli ciò che, praticamente, bramava di sapere.
- Bhè, di certo, non sono qui per fare la checchetta che passeggia mano nella mano con il “boyfriend”…- rispose l’altro infilandosi di proposito le mani in tasca e tirando dritto per la propria strada: forse se l'avesse ignorato sarebbe evaporato magicamente o, meglio ancora, il terreno si sarebbe aperto in una voragine e lo avrebbe ingoiato. Tutto quello che desiderava era solo allontanarsi il più in fretta possibile da quell'quariere a luci color arcobaleno.
- Certo che no, tu non hai un “boyfriend"...- lo scimmiottò Kurt per poi difendersi risentito - E poi,  non c’è assolutamente nulla di male ad averlo!-  
- Oh, no, assolutamente...- ironizzò lui con un sonoro sbuffo pregno di scetticismo - Ed ora scommetto che mi dirai che, se mettermi gonna e tacchi alti mi fa stare bene, dovrei farlo!-
- Bhè, se ti fa stare bene…- provò Kurt con delicatezza, non riuscendo ad impedirsi di storcere il naso davanti all'immagine mentale che quelle parole gli avevano suscitato.
- Non mi fa stare bene!- sbottò Karofsky, di punto in bianco, spalancando le braccia e voltandosi a guardarlo sconcertato.
- E allora non farlo!- gli suggerì l'altro scuotendo il capo con ovvietà.
- Ma non è normale! Il fatto di essere finocchio, intendo, non è naturale!- sentenziò il suo interlocutore con durezza forse eccessiva. Tuttavia, la sicurezza con cui aveva pronunciato quelle parole, non trovò riscontro nell'espressione dei suoi occhi scuri i quali, totalmente spaesati, suggerirono a Kurt che quel ragazzo doveva avere davvero un gran bel bisogno di parlare con qualcuno.
- Bhè, per me lo è.- fece allora con semplicità, ponendo l'incipit al discorso che riprese subito dopo - Quando ho baciato Brittany, quello si che è stato innaturale. E poi, scusa, perché pensi che l’omosessualità sia tanto sbagliata?-
- Forse perché se fosse stata qualcosa di giusto o di naturale e, allora, fossimo stati tutti finocchi, saremmo già belli che estinti!- sbottò Karofsky come se si stesse liberando di un'idea su cui aveva rimuginato per giorni mettendo profonde radici nel suo cervello. – Proprio come i dinosauri, Hummel, ci saremmo estinti tutti proprio come i dinosauri…-
- Sai, mi hai appena fatto vedere Jurassic Parck sotto un'ottica che non avevo mai considerato prima…- gli confessò in risposta prendendo ad annuire pensoso.
- Oh, grandioso, ho anche stimolato le tue fantasie da frocio…- fece lui portandosi le mani sul volto e stropicciandoselo come a voler cancellare via tutto quell'assurdo discorso.
- Ma cosa sei un dizionario di sinonimi?- s’informò infastidito l'altro – Lascia che ti dia un consiglio, usa la parola “gay”: è educata e versatile, pensa che puoi usarla sia come aggettivo che come sostantivo e, per piacere, non picchiarmi- concluse leggermente intimorito dal fatto di aver, forse, esagerato con i toni: Karofsky era pur sempre Karofsky e lui pesava all'incirca una trentina buona di chili in meno.
- Non voglio picchiarti…- sbuffò l’altro - …sono solo stanco, ecco tutto. Mi sono stufato. Insomma, davvero, non ci tengo ad essere come quelli là…- gli confidò con una punta di timore, abbassando sensibilmente il tono di voce ed indicando dietro di sé con un cenno del capo.
- Oh, neanche io, questo è certo.- concordò d'impulso per poi ricevere in cambio dal suo interlocutore uno sguardo incredulo. – Andiamo, insomma, li hai visti anche tu! Ok, liberissimi di fare quello che vogliono ma io mi rifiuto di andarmene in giro ricoperto di lustrini e pailettes...è una cosa davvero, davvero, davvero esagerata anche per i miei standar. Stasera non sei rimasto scioccato solo tu, non temere....- lo rassicurò annuendo con enfasi e ringraziando il cielo per aver scelto, in vista della serata, un vestiario talmente sobrio da rasentare l'anonimo: pantaloni scuri, t-shirt bianca, gilet e converse. Ok, forse il cappello stile parigino non era esattamente ciò che si sarebbe potuto trovare in testa ad un qualsiasi etero che si rispetti ma, almeno, lui aveva stile ed il suo abbigliamento non era mai sfociato così miseramente nel kitsch come quello di Debbie, tanto per citare qualcuno.
- Bhè, ci troviamo d’accordo.- annuì Karofsky fermandosi davanti ad un’enorme Jip e tirando fuori le chiavi dalle tasche dei jeans. – Insomma, ok, mi arrendo, lo ammetto: mi piacciono i ragazzi. Fin da piccolo ho sempre avuto questa...questa...cosa. Quando camminavo per strada mi soffermavo di più a guardare i ragazzi che le ragazze perché effettivamente mi piacevano, mi piacciono, di più i ragazzi delle ragazze. Ma io non sono disposto ad andare in posti del genere per…bhè, insomma, si... hai capito, no? Preferisco le persone, quelle per strada. E preferisco vestirmi così. Mi piace la mia vita, ok non è un gran che ed io non sono una cima ma...non voglio cambiare…- concluse semplicemente facendo spallucce e scuotendo il capo con veemenza.
- E non devi cambiare, sta proprio in questo la “naturalezza” nell’essere gay…tu sei come sei. Punto. Nente di più e niente di meno- gli spiegò Kurt sinceramente colpito da tutta quell'analisi introspettiva. Infondo quello era Karofsky e ritrovarsi lì, senza che la sua testa fosse brutalmente spinta in un cassonetto o in un water, addirittura a parlare con lui, non era di certo nella lista delle cose che avrebbe creduto di fare nella vita.
- E tu allora?- fece l’altro poco convinto squadrandolo con sospetto.
- Io sono sempre stato così!- annuì in risposta Kurt indicando sé stesso con le mani. 
- Oh…- fu tutto quello che Karofsky riuscì a commentare per poi fermarsi vicino ad una macchina, evidentemente la sua, ed appoggiarsi alla fiancata con una bella espressione interdetta stampata in faccia.
- Che c’è?- chiese Kurt prendendo la cosa sul personale, com’era giusto che fosse d’altronde.
- Bhè…i tuoi modi di fare, il tuo tono di voce, le parole che usi,  il fatto che vesti come se possedessi una fabbrica di cioccolato tutta tua…insomma, ecco…io pensavo che…-
- Non sono così perché sono gay…- gli venne in contro l’altro avendo ben capito cosa gli frullasse in testa -…io sono così perché sono io. Tu, magari, sarai gay ma continuerai a giocare a football, a indossare enormi felponi deformanti, orridi tra l’altro, e a guidare colossali Jip. Io, semplicemente, faccio così perché mi va di farlo. Faccio quello che voglio, sono quello che sono. Ed anche tu puoi esserlo, se ti va…-
- Quindi…-
- Quindi niente, Karosfky. Essere gay ti dice qualcosa su chi vuoi amare e non su chi vuoi essere. Certo, se poi ne fai uno "Status Simbol" come le lesbiche omacciute e Debbie, il cameriere di stasera, bhè, quelli sono affari tuoi. La gonna non è d'obbligo, insomma...- concluse scherzandoci su e provocando una contenuta ma sincera risata in entrambi.
- Bhè, se non ricordo male, tu avevi una gonna al PROM…- lo schernì l’altro con un tono che, però, non risuonò offensivo.
- Era un kilt, Karofsky, un kilt…- si difese con enfasi, abbozzando un mezzo sorrisetto.
- Ti stava bene-  gli disse inaspettatamente, facendogli strabuzzare gli occhi chiari, del tutto incredulo di aver appena ricevuto un complimento da lui. Poi, con tutta calma, Karofsky aprì la portiera e montò al posto di guida.- Mi piaci- gli confessò senza una particolare inclinazione nel tono di voce, proprio come se lo stesse informando riguardo l'orario. Inserì le chiavi nel quadro e le girò accendendo il motore che rombò e provocò l'accensione dei fari, rischiarando così gran parte dell'ambiente circostante.
- Io ti…io ti piaccio?- domandò Kurt allibito, certo di aver capito male. – Tu mi volevi uccidere!- gli fece presente annaspando in quel mare d’irrazionalità.
- Perché avevi iniziato a piacermi- acconsentì l'altro rivelandogli l'ennesima insospettabile verità della serata.
- Hai davvero uno strano modo di esternare quello che provi, hai mai pensato di parlarne con uno psicologo?- ironizzò lui, non sapendo come altro difendersi da una realtà ormai deragliata dai binari della logica comune.
- Ehi, ti ho anche baciato, no?- gli ricordò il suo interlocutore attraverso il finestrino abbassato.
- Oh, quindi tu mi hai baciato perché ti piaccio...- ripeté Kurt, ancora non troppo convinto, rischiando di strozzarsi con la propria saliva giustamente andatagli di traverso: evidentemente il suo corpo stava mettendo in atto un'eutanasia spontanea per proteggerlo da tutto quello.
- Non è che salto addosso a tutti, Hummel.- gli comunicò Karofsky, come a volergli togliere ogni dubbio in proposito. Senza lasciargli il tempo necessario per ribattere con qualcosa di coerente, ingranò la marcia e sparirì nella notte come a voler fuggire dopo avergli messo in mano la patata bollente.
E, decisamente, quella rivelazione scottava: scoprire di piacere a colui che aveva chiaramente espresso il desiderio di volerlo far fuori non era esattamente una notizia semplice da assimilare. Per questo, prima di ritornare dai due che ormai dovevano averlo dato per disperso, si prese alcuni ulteriori attimi per starsene lì, nel parcheggio, ad elaborare la cosa. Oltretutto aveva anche finito per assumere il ruolo di "mentore", era riuscito a metter su anche un discorsetto niente male, probabilmente Blaine sarebbe stato fiero di lui . A proposito di Blaine, decisamente era arrivata l’ora di sottrarre il proprio ragazzo dai tentacoli della concorrenza. Rapido, dopo la breve riflessione sulla propria condizione esistenziale, tornò indietro e, neanche a farlo apposta, incontrò il suddetto tutto intento a ridacchiare nello spiazzale esterno, a pochi passi dall’ingresso dello “Scandal”.
- Sei ubriaco, vero?- gli andò incontro baciandolo velocemente sulle labbra, un po’ per sentire quanto puzzasse d’alcol e fare una stima approssimativa dei litri che ormai dovevano circolargli nelle vene, un po’ per quella storia del “marcare il proprio territorio”. A quanto pareva Sebastian era un tipo duro a mollare. Lui, di certo, non sarebbe stato da meno. – Che ne dici se ce ne andiamo a letto?- propose a Blaine sperando che le sue intenzioni risultassero parecchio meno caste ed innocenti di quanto, in realtà, fossero.
- Ma qui ci stiamo divertendo tantissimo!- sbuffò il diretto interessato portandogli un braccio intorno alle spalle e le labbra a pochissimi centimetri dall’orecchio sinistro.
- Potremmo divertirci molto di più- gli assicurò Kurt, stando al gioco, e godendo dell’occhiata infuocata che Sebastian gli aveva appena lanciato.
- Ma tu, perché non eri in bagno? Ti stavamo cercando…- disse quest'ultimo, improvvisamente sobrissimo, tentando in tal modo di tirar fuori chissà quale scheletro dall’armadio del suo rivale.
- Lo scarico era rotto e la natura chiamava urgentemente. Se vai a controllare nella direzione da cui sono venuto dovresti trovare ancora qualche traccia di quanto ti ho detto…-rispose lui con una sicurezza che stupì prima di tutto sé stesso. Mentalmente si strinse la mano.
- Whoa…- fu tutto quello che riuscì a commentare Blaine prima di scoppiare nell’ennesima risatina poco lucida e sprofondare sulla sua spalla.
- Non regge molto bene l’alcol…- constatò il biondino più per dire qualcosa che per altro.
- Lo so. Ed anche tu lo sapevi…- lo freddò Kurt squadrandolo come per sfidarlo a dire il contrario. – Ora, se non ti dispiace, lo porto a dormire.- si congedò freddamente stringendo possessivamente a sé la vita di Blaine. Poi prese a trascinarselo dietro diretto verso la macchina. - Buonanotte- gli augurò senza nemmeno degnarsi di voltarsi per guardarlo in faccia.
- Non sei stato carino…- lo rimproverò Blaine, tra una risatina e l’altra, agitandosi nel tentativo di gettare un'ultima occhiata al delusissimo pupillo che si stava lasciando alle spalle.
- Perfetto, perché non intendevo esserlo…- lo zittì Kurt in un tono che contrastava alquanto con quello che aveva usato con lui fino a quel momento.
- Lui voleva solo fare amicizia…-
- Lui voleva fare tutto tranne che amicizia…- lo corresse con particolare acidità dovuta interamente al fatto che Blaine sembrava non aver ancora capito le reali intenzioni di quella sottospecie di Warbler da strapazzo di cui aveva sconsideratamente accettato l'invito. Poi, di malagrazia, gli infilò le mani nelle tesche e prese a cercare le chiavi della macchina.
- Pensi sempre al peggio! Sei anche piuttosto malizioso…- protestò l’ingenuo mentore mentre veniva sospinto sul sedile posteriore della sua Station Wagon verde.
- Ehi, hai ben presente con chi stai parlando? Con me! Fino all’anno scorso eravamo entrambi d’accordo sul fatto che io avessi il sex-appeal di un cucciolo di pinguino…- gli fece notare sedendosi accanto a lui e avendo l'accortenzza, nel richiudersi dietro la portiera, di far scattare la serratura: per quella sera era già successo abbastanza.
- Non è vero- lo rassicurò Blaine enfatizzando il tutto con un gesto della mano, molto simile a quello che avrebbe fatto per cacciar via una mosca particolarmente fastidiosa. - Tu sei...- iniziò a dire ma, un singhiozzo e la risatina che lo seguì, gli impedirono di continuare la frase, ammesso che quest'ultima seguisse un filo logico.
- Bhè, comunque sia, appena ti senti un po’ meno sbronzo avvertimi che partiamo…- sospirò Kurt desideroso di buttarsi in mezzo alle lenzuola del letto di Blaine con il solo scopo di dormire fino al mattino seguente. Infondo, solo perché i cognugi Anderson erano via per il week-end e si trovavano ad essere del tutto ignari del fatto che suo figlio avesse ospiti per la notte, questo, non significava automaticamente che avrebbero dovuto dar fuoco alle trombe. O, per lo meno, la sua mente ragionava in quel modo.
- L’ultima volta che mi sono ubriacato ho baciato Rachel…- se ne uscì Blaine in un puro trionfo d'incoerenza. Subito dopo, con il capo mollemente reclinato, prese ad osservare attentamente il tettuccio foderato in nilon grigio.
- E spero vivamente che tu, questa volta, non abbia baciato quel canarino strozzato…- lo ammonì Kurt scrutandolo con fare indagatorio. Le labbra serrate e le  braccia conserte non promettevano nulla di buono.
- Io e Sebastian? Nah. Gli serviva solo qualche consiglio…- affermò con sicurezza annuendo pensieroso -…ed io l’ho aiutato. Quand’è successo a me avrei pagato oro perché qualcuno mi dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.- gli confessò prendendo a guardarlo con occhi languidi i quali, per quanto fosse buio, riuscirono ugualmente a trasmettergli uno strano senso d'inquietudine che gli si annidò nella bocca dello stomaco.- Insomma, lo sai, non è facile parlare di “certe cose”. E, a quanto pare, neanche ascoltare cose riguardo “certe cose” non piace molto alla gente. Tutti dovrebbero avere qualcuno con cui parlare o che, almeno, li stia ad ascoltare…- concluse accigliandosi e sprofondando in un denso silenzio carico di sottintesi.
- Lo sai? Da sbronzo sei davvero una persona intelligente e profonda…- lo stuzzicò Kurt che, avendo colto a pieno la nota di tristezza celata dietro tutto quel discorso, provò a tirarlo su di morale. Infondo, quello, era un po' il dramma di tutti quelli come loro e, improvvisamente, senza neanche accorgersene si ritrovò a pensare alla conversazione avuta poco prima con Karofsky.
- E tu lo sai che non devi essere geloso di Sebastian?- domandò l’altro in tono esigente, come se avesse un disperato bisogno di quella conferma. In men che non si dica, bisognoso anche e sopratutto di un contatto fisico, si sporse verso di lui e posizionò la propria faccia a pochi centimetri dalla sua, talmente vicino che l'uno si ritrovò a respirare l'aria dell'altro.
- Ha provato a saltarti addosso non appena me ne sono andato, non è vero?- gli domandò Kurt, a sua volta, rimanendo impassibile. Non mosse neppure un muscolo, sebbene quella vicinanza avesse iniziato a causargli lievi brividi lungo la spina dorsale. Ben presto, un lieve calore, salì a scaldargli le guance.
- Si- ammise Blaine senza esitare, risalendo con lo sguardo dalle sue labbra fino agli occhi – e vuoi sapere cosa gli ho risposto?- chiese posizionandosi pericolosamente a cavalcioni su di lui continuando, nel mentre, a fissarlo con sicurezza -…gli ho detto che stava solo perdendo il suo tempo. Poi ho aggiunto che, io, un ragazzo ce l’ho già anche se, momentaneamente, aveva deciso di rifugiarsi in bagno. Infine gli ho ribadito che se avesse voluto parlare di qualsiasi altra cosa mi trovava lì, tutto orecchi. Altrimenti la serata poteva dirsi conclusa…- gli rivelò soddsifatto.
Ignorando bellamente la sua bocca dischiusa e pronta ad essere carpita, Blaine, scese inaspettatamente a depositare baci e morsi lungo il suo collo, ottenendo in tal modo espliciti ed incoraggianti gemiti di approvazione.
- E perché…perché sei brillo…?- s’impose di chiedergli Kurt realizzando che, forse, Blaine non era poi così tonto come se l'era figurato inizialmente: quella serata stava iniziando davvero a scocciarlo con le sue rivelazioni inaspettate.
- Hai…hai mai visto quella puntata di “How I met your mother” in cui gli alunni di Ted fanno quello strano gioco che prevedeva di mandare giù un bicchiere di qualcosa ogni volta che Robin, nel suo Tv-show, ripeteva una ben determinata parola?- iniziò cautamente andando ad intrecciare le sue mani con quelle di Kurt in modo tale da prevenire qualche ipotetico schiaffo indignato –Bhè...diciamo che la Tv era accesa e che lo speaker era praticamente fissato con la parola “comunque”, davvero avresti dovuto sentirlo!- gli raccontò premurandosi di scimmiottare un pò la voce nasale del suddetto prima di riprendere - Poi a qualcuno, lì dentro, è venuta voglia di fare un bel gioco di gruppo….-
- Blaine!- lo rimproverò Kurt incredulo davanti a tanta demenza, fece per assestargli uno schiaffo ma si ritrovò le mani saldamente incastrate a quelle del suddetto. - Ti ho lasciato da solo per...per cinque minuti!-
- Diciamo che la cosa mi è leggermente sfuggita di mano...- si difese lui cercando di far in modo che le dita del ragazzo non si divincolassero dalla sua presa.
- Leggermente?- sottolineò Kurt lanciandogli un minacciosissimo sguardo stralunato.
- Però poi ho smesso...- insistette Blaine riprendendo o, almeno, provando a riprendere quello che gli stava facendo prima di interrompersi. Con un po’di fatica, dovuta alla strenue resistenza che l’altro aveva iniziato ad opporre, riuscì a portarlo interamente sotto di se e ad immobilizzarlo contro il sedile.
- Ho incontrato Karofsky…- provò a distrarlo Kurt con la voce un po’ smorzata, in parte per la posizione supina, in parte per il peso del ragazzo schiacciato su di sé ed in parte per la fatica impiegata nel tentativo di liberarsi. 
- E…?-  lo incoraggiò a continuare, Blaine, avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca.
- Mi ha detto che gli piaccio- confessò rendendosi contro che l'arma appena sfoderata gli si era ironicamente ritorta contro: subito quella consapevolezza gli ripiombò addosso lasciandolo basito, infondo, le sue orecchie pulsavano ancora per l'assurdità di ciò che avevano udito poco prima.
- E non è l’unico a cui piaci…- rispose Blaine cogliendo l’occasione per rubargli un bacio che risultò alquanto irruento ed esigente.
Stava “marcando il suo territorio” anche lui? Una manciata di secondi dopo Kurt decise che la cosa non aveva poi tanta rilevanza in quanto, nella scala delle sue priorità, la lingua di Blaine, che in quel momento stava chiedendo accesso alla sua bocca, aveva l’assoluta precedenza. Così, si limitò ad approfondire quel bacio e a bearsi della sensazione che le mani di quest’ultimo, sotto la sua maglietta, gli stavano lasciando lungo tutta la schiena.
– Sei…tu sei delizioso…- mormorò Blaine non appena si decise a staccarsi da lui per riprendere fiato. - E fidati, il tuo sex-appeal non ha proprio nulla che non va...-
- Oh, grazie...- rispose Kurt con le labbra ancora gonfie - Anche tu sei niente male...- aggiunse portando lentamente le mani ad immergersi tra i suoi capelli castani e beandosi della setosa sensazione che quei ricci stavano suscitanto sulle sue dita -... ma, se continui a muoverti così, posso dire addio a quel briciolo di autocontrollo che mi rimane…- gli fece notare trattenendo un gemito strozzato all’ennesima mossa che il bacino dell’altro aveva effettuato contro il suo.
- Sarebbe quasi ora, non credi?- appurò Blaine mordendogli famelico il labbro inferiore – Secondo il mio non modesto parere di mentore, il cucciolo di pinguino che c’è in te vuole crescere…- annuì sfilandogli via, con un gesto fluido, il gilet per poi alzargli la maglietta ed iniziare a depositargli lievi baci sul ventre teso.
- Il mio cucciolo di pinguino interiore sta benissimohmmioddio. Sta benissimo come stah…ah…wow- fu tutto quello che Kurt fu in gradi di blaterare a partire dall’istante in cui, la lingua dell’altro, aveva iniziato a lambire il suo ombelico. Si, quella lingua necessitava di una statua o, comunque, di un qualcosa che riuscisse a celebrarla degnamente.
- Ne sei sicuro?- domandò Blaine mettendo mano alla patta dei suoi pantaloni con una particolare disinvoltura dovuta in gran parte ad una "Piña Colada", due sorsi di Assenszio e cinque cicchetti di rum.  
- Blaine…- lo richiamò Kurt con poca convinzione, infondo non è che la mano di Blaine al di là della zip gli stesse causando questo gran dispiacere..
- Kurt…- gli sussurrò Blaine nell’orecchio per poi baciarglielo fino a scendere verso il lobo, dove si concesse la libertà di mordere il tutto con lascivia. -…questo dannato pinguino deve crescere, per piacere... Insomma, sarebbe contro natura se non crescesse, no?-
- …contro natura…- si ritrovò a ripetere Kurt, in modo meccanico, senza realmente sapere cosa stesse dicendo, in quanto, una certa mano tutta intenta a muoversi contro i suoi boxer, ce la stava mettendo tutta per rendergli il pensare un compito assai più arduo del solito.
- Esatto, è come se io di punto in bianco smettessi di crescere, puff, e mi bloccassi a diciotto anni…- continuò lui ad esporre la sua strampalata tesi che, nonostante tutto, sembrava avesse una sua propria logica. A tradimento, prima di ricominciare a parlare, sfilò del tutto la t-shirt di Kurt lanciandola via e facendola seguire a ruota dalla propria camicia.-…la cosa buffa sarebbe se iniziassi a decrescere e, ad esempio, tornassi ad essere un Junior…ma ci pensi? Sarebbe a dir poco ridicolo…- concluse il tutto con una lieve risatina e poi, con uno sguardo che era tutto un programma, si avventò sulle labbra della sua preda premurandosi di far aderire la pelle dei loro petti nudi.
- Blaine, tu sei veramente ubriaco…- protestò l’altro ricominciando a divincolarsi -…Blaine, smettila- lo richiamò, stavolta, con determinazione.
- Che c’è?- riemerse il suddetto con aria alquanto scocciata.
- Bhè, mi piacerebbe che, se proprio deve succedere qualcosa, almeno tu te ne ricordassi domani…- gli spiegò ovvio allungando un braccio verso di lui per poggiarlo sulla sua spalla.
- Ok, ok ho capito…- fece l’altro allontanandosi per impirgli di raggiungerlo. Di scatto raccolse la T-shirt e se la infilò senza far caso al piccolo dettaglio che, prima di tutto quel movimento, lui indossava una camicia. Altamente infastidito, aprì la portiera e scese dall’auto.
- E adesso dove vai?- gli domandò Kurt spaesato.
- A fare un giro…- gli rispose l’altro con le mani in tasca, senza voltarsi.
- Ma che diamine…cos’è, non lo sai o semplicemente non te ne importa?- gli urlò dietro Kurt sentendo improvvisamente una gran rabbia crescergli dentro di fronte all'incuranza con cui l'altro aveva deciso di trattare le proria...condizione.
- Certo che lo so, è che davvero non capisco cosa diamine tu stia aspettando! Io non ce la faccio più ad aspettare!- gli rivelò l’altro arrestando il passo per voltarsi verso di lui. – Io voglio qualcosa di più, Kurt, e allora stavo cercando di far in modo che la cosa avvenisse con naturalezza…-
- Tu stavi cercando di…di…tu, davvero, stavi cercando di... - balbettò scandalizzato in risposta, non riuscendo a finire per intero la frase -...sul sedile posteriore della tua macchina, poi! Molto naturale, Blaine, complimenti...davvero!…- applaudì con ironico sdegno.
- Stavo cercando di essere spontaneo e divertente!- sbottò l’altro sollevando le braccia in aria per poi riprendere a bracollare verso la direzione che aveva intrapreso.
- Certo, Blaine, fa la persona spontanea e divertente quando non c’è nemmeno un tubetto di lubrificante a portata di mano…- si limitò a mormorare Kurt, tra sé e sé, guardando l’altro andare via. Era troppo adirato e deluso per corrergli dietro.
Decisamente, pensò tornando a sedersi su quel dannatissimo sedile e richiudendsi la portiera alle spalle, quella serata era da rimuovere. Croce sul calendario, si disse indossando la camicia che il suo accorto ragazzo, nella fretta, aveva scambiato con la sua maglietta.
Nervoso, senza nemmeno farci caso, si portò il risvolto della manica al naso ed inspirò l'odore di Blaine misto a quello di Piña Colada e di un’altro paio di alcolici non ben definiti.
****
To Be Continued...


_-*Spazio autrice*-_
Salve, sono l’autrice di “Sunset” ed ho cambiato nickname per esigenze puramente estetiche (toglietemi tutto tranne il superfluo). Questo semplicemente per dirvi che il riferimento a Wes e all’aglio, che potrebbe altrimenti apparirvi incomprensibile, si trova nella suddetta fan fic: per capire leggete http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=816606&i=1 (Evviva la pubblicità spudoratamente non occulta! *Leggete*). Ciò è successo perché tendo a lavorare parecchio, talvolta eccessivamente, di fantasia e così sono arrivata a crearmi un’altro “Glee World” che, rispetto all’originale, è collocabile in una sorta di strambo quanto personale universo parallelo.
Universo in cui Blaine, ovviamente, NON è un Junior e NON indossa nel modo più assoluto alcun tipo di papillon.
Sempre nel suddetto universo, per lo più, si succedono vicende KLAINE che mi sto seriamente sforzando di correlare tra di loro.
Insomma, tutto ruota attorno a LORO DUE, si, anche la terra e, soprattutto, il sole.
Ok, sono malata, penserete voi. Si, vi rispondo io. Senza alcunissima ombra di dubbio. Malata e matta quanto il cappellaio di Alice. Ma va bene così *____*
Aggiungiamo anche che, come avrete notato, in questa sorta di “Glee World made by me” gli avvenimenti della 3° stagione non sono presi poi tanto in considerazione se non in parte e, magari, rivisti sotto un’ottica che è più di mio gradimento. I personaggi, perciò, vi potranno risultare un po’ OOC in quanto sono rappresentati come li immagino io e non come li ha propriamente concepiti Ryan Murphy. Nonostante tutto, però, cerco di non allontanarmi più di tanto dagli originali e mi limito semplicemente a giocare sui caratteri cercando, a grandi linee, di seguire la psicologia base di questi poveri malcapitati. In poche parole, creo la situazione e mi chiedo come un Kurt o un Blaine o un chicchessia reagirebbe, poi inizio a muovere ognuno come se fosse una pedina della mia personalissima scacchiera Glee e mi diverto da morire. A dire il vero, non so se effettivamente gli originali reagirebbero come faccio reagire i loro sosia, ma questa è tutta un’altra storia.
Insomma guys, dite “Benvenuto!:D” al Blaine diciottenne e pronto per andare al college (come avrebbe dovuto essere se Ryan Murphy non avesse cambiato le carte in tavola. Ma lasciamo stare ed evitiamo di riaprire vecchie ferite: fortuna che mi resta ancora la fantasia T.T).
Va bene, credo di avervi tediato abbastanza.
Dirò le ultime paroline concernenti in modo specifico la suddetta fan fic e poi, finalmente, mi levo dalle scatole.
Allora…inutile confidarvi che gli spoiler dell’episodio 3x05 mi han fatto ribollire gli ormoni, al momento ho le ovaie in fermento. Ecco, l’ho detto.
Indi per cui dato che quelli della Fox, rimandando la Klex all’8 Novembre, si sono dimostrati per l’ennesima volta la grandissima banda di sadici che sono, ho pensato di rielaborare il materiale degli spoiler, che potete trovare su ogni pagina Gleek che si rispetti (gay bar, station wagon verde, Sebastian, la scena pseudo-Klex, etc.). Alla fine di tutto è uscita questa roba qui che avete appena terminato di leggere.
Ultimissimo punto, giuro: Karofsky. Non sono molto propensa alle Kurtofsky (Kurt è di Blaine e Blaine è di Kurt)  ma secondo il mio non modesto parere a David piace Kurt, quindi, gliel’ha detto.Tutto qui.
Anyway, mi è piaciuto tantissimo scrivere tutto quel discorso sull’omosessualità, mi sono fomentata nello scriverlo e, allora, ho deciso di lasciarlo così com'è.
Ecco dunque spiegata la presenza di un David che, spesso e volentieri, non se lo fila quasi nessuno: forza Dave, un pò di spessore psicologico anche per te!!
Ok, ho finito. Davvero. Se avete domande non dovete fare altro che chiedere, inoltre, le recensioni sono sempre ben accette…bhè…fatemi sapere!
(Si, sono logorroica: si nota? :D)

Baci, Talia 
   
 
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