Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: ItsAryel    06/10/2011    0 recensioni
C'è una bella differenza tra innamorarsi e amare. Innamorarsi è rimanere travolti dall'altro, vivere quel sogno dove tutto è perfetto, basta essere insieme. Amare vuol dire ritornare nella realtà, rivedere le altre cose e persone che la popolano, scoprire l'altro per quello che è ma, nonostante tutto, avere ancora voglia di passare la vita accanto a lui. Il primo è facile, ma temporaneo, il secondo è per pochi, ma è per sempre.
{Chocolat Noir
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  Sunset
 

- Sophie, aspettami!-
La ragazza da incantevoli occhi verdi si girò e sorrise ad  un ragazzo che arrancava su quella parete rocciosa. Il vento le spettinava i capelli, ma lei non se ne curava e continuava a sorridere. Aveva un sorriso che ammaliava, cosi dicevano sempre le persone che le volevano bene. Con lei era un continuo ritrattare, poiché la sua permalosità riesce a raggiungere intere settimane di muso lungo e viso scuro, ma è buona e ha un cuore dolce, che si scioglie come miele al sole.
- muoviti mollaccione! O non riuscirò a farti vedere il tramonto come si deve!-
- Ehi, mi chiamo Joe, non mollaccione. E poi non sono un mollaccione!- Joe alzò un pugno in aria, stringendo i muscoli del braccio. Sul suo volto il sorriso era mascherato da un pizzico di vanità colpita, ma era contento di stare li, su quella collina piena di rocce, con lei.
- Ah davvero? Dimostramelo allora!-
Ripresero ad avanzare più velocemente fra quei fiori colorati che maggio aveva fatto spuntare. Avevano entrambi il fiatone, ma mai si sarebbero arresi. Mancava poco per arrivare in cima a quella collina, cosi poco che Sophie riusciva a vedere la casetta di legno dove da piccola accompagnava il nonno a posare i suoi attrezzi per la caccia.
- Sono prim..- Il suo urlo di gioia fu bloccato da Joe che le era vicino e che le dedicava un sorriso pieno. Sembrava perfetto, come se niente avesse potuto farlo affaticare o fargli spostare quei capelli che, negli ultimi sei mesi, aveva lasciato un po’ crescere.
- Ok, mollaccione, mi hai raggiunto.-
Joe cadde letteralmente a terra, steso su quell’erba soffice, le mani dietro la testa e gli occhi color dell’ambra rivolti verso il cielo. Le piccole nuvole di cotone si riflettevano nei suoi occhi, talmente erano splendenti di una luce poco comune.
Era un ragazzo speciale, che ha dedicato la sua vita ai bambini del terzo mondo. Lavorava per l’Unicef, a volte anche gratuitamente: era un insegnante di Inglese, in Sierra Leone. Viveva, quando tornava negli Stati Uniti, in una soffitta piena di muffa e quasi sempre buia poco lontano da Nashville. Ma a lui non importava, poiché l’unica cosa importante era preparare altri progetti da portare a quei bambini che gli avevano affidato tutta la loro vita.
Sophie, lo conosceva da sempre. Sono stati amici d’infanzia, nonostante lui avesse 6 anni in più rispetto a lei. Si erano sempre capiti al volo e non avevano bisogno di nessun altro. Ovviamente, avevano altri amici e conoscenti che facevano sentire all’uno meno pesante l’assenza dell’altro, ma quando stavano insieme era tutto un altro mondo.
Un mondo che loro avevano creato sin da bambini, sin da quando, in giardino, cercavano di sconfiggere un drago rosso con occhi blu.
- Mi sembra Hilly, lo sai?- Joe si girò verso di lei, spaventato perché si era perso di nuovo nei suoi stessi ricordi di anni e vite passate.
- Hilly?- Era un po’ scombussolato, ma Sophie aveva il volto disteso e fissava il cielo, indicando con un braccio una morbida nuvola.
- Si, Hilly. Era il nostro folletto guida, ricordi?-
- Certo, certo che ricordo. Ricordo anche che una volta ti sgridò perché volevi attraversare il fiume incantato senza aspettare una risposta dal castello se dovevamo o no continuare la missione.-
- Volevo veramente attraversare quel fiume.-
- Alla fine la missione l’abbiamo conclusa comunque passando per la foresta gigante e abbiamo riportato la principessa Dolly sana e salva al castello.- Si fissarono, consapevoli che quella realtà ormai non gli apparteneva più, e si misero a ridere insieme, creando un piccolo eco per tutta la valle sottostante con le loro risate.
- Mi piacerebbe tornare a quegli anni.-
Joe sospirò. Voltandosi verso di lei, vide gli occhi verdi farsi lucidi ma nessuna lacrima le attraversò il viso.
- Erano gli anni della spensieratezza, Joe. Anni in cui noi volevamo essere grandi, in cui tutto il mondo sembrava stesse per aspettare solo noi, anni in cui credevamo che tutti i nostri sogni, tutti, sarebbero diventati realtà. Non credevamo che era cosi importante avere una casa che ci proteggesse, una famiglia sempre pronta a sostenerti con un sorriso e ad incoraggiarti ad andare di nuovo sulla bicicletta. Perché, diciamocelo, quei dolori erano solo una minima parte di quello che abbiamo subito. I tuoi genitori si sono separati, mia madre è morta.-
Sembrava che neanche il vento parlasse, sembrava che tutti gli esseri umani, tutti gli elementi della natura e tutti gli angeli del paradiso stessero ascoltando quelle parole di una ragazza che ha combattuto, che è rimasta forte per tutti questi anni, senza mai lamentarsi.
- Non mi sto piangendo addosso, solo che sembra tutto così distorto. Tu non ci sei più, mio padre è troppo impegnato con la sua nuova fiamma, e io do tutta me stessa per proteggere Michael. Ha solo 9 anni, lui ha ancora il diritto di sognare.-
Una lacrima fu seguita da altre, cristalline come la rugiada all’alba.
Joe le strinse una mano, voltandosi verso di lei. Non voleva parlare, sapeva che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata tutta una perdita di tempo.
Sapeva come si sentiva, c’era passato anche lui.
- Tu non hai ancora trovato il tuo posto nel mondo. So che sembra scontato, ma le cose andranno meglio. Non mi chiedere come, so solo che è cosi. E si, hai sofferto parecchio, ma se giochi con Michael ritroverai quella pace interiore che hai perso. Provaci, quando non devi studiare per il college. Esci con le amiche, loro ti tireranno su il morale. E non pensare a tuo padre, pensa invece a tua madre, a questo tatuaggio.- Le sfiorò con una mano calda la spalla, spostandole di lato la maglietta. Lei sembrava ancora fissare il vuoto, ma ascoltava e apprendeva dalle sue parole che per lei erano come l’oro.
 – Questo tatuaggio è tutto la tua essenza, sei tu e sei fantastica cosi come sei. Abbi paura del futuro: solo coloro che si credono al sicuro non ne hanno paura. Ma poi si ritroveranno con nulla in mano. Non soccombere ad esso, ricorda sempre che tu sei più forte. Ricorda queste mie parole, Sophie.-
Ci furono minuti interi di silenzio, minuti che parevano ore. La ragazza aveva chiuso gli occhi, e si era lasciata cullare dalla melodia che il vento produceva passando tra gli alberi, dal cinguettio degli uccellini.
Aprì gli occhi quando sentì Joe sfiorarle la guancia rossa e piena del riflesso delle lacrime versate. Si girò verso di lui, con un sorriso accennato sul volto. Eppure lei continuava ad essere seria.
- Cosa c’è?-
- Tu… Tu non ci sarai. Quando io avrò bisogno di te, tu non ci sarai.-
- Certo che ci sarò, io…- lo zittì posandogli una mano sulla bocca.                             
- No, tu non ci sarai. Io andrò al college tra poco, con persone che non conosco o con cui non voglio avere nulla a che fare. Le mie amiche andranno tutte a New York, e io non avrò nessuno se non i nostri ricordi. Tu non ci sarai.- La verità di quelle parole si fece largo nel cuore di Joe. Aveva sempre creduto che lei sarebbe stata bene comunque senza di lui, che aveva una vita come ogni altra adolescente, nonostante i torti della sorte. Lui voleva solo la sua felicità, senza sapere veramente che l’unico che poteva farla felice era proprio lui.
Come poteva essere stato cosi cieco?
Come poteva non aver pensato al fatto che lui era sempre presente in lei?
Come poteva aver nascosto a sé stesso per tutti quegli anni di lontananza il suo vero sentimento?
Sophie era tutto per lui.
Si alzò in piedi, di scatto, facendo voltare anche la ragazza, ignara dei suoi pensieri.
- Joseph…-
- Ho avuto un’idea, piccola principessa.- L’aiutò ad alzarsi e le sorrise, trasmettendole calore sia con le sue mani sia con i suoi occhi pieni di una nuova passione.
- q..quale? Ho paura di te quando fai cosi, lo sai.-
- Un sorriso, finalmente. Era la cosa più bella in questo paesaggio.- Sophie arrossì, ma poi si scostò e fece come per misurargli la temperatura.
- Ti sei ammattito tutto insieme per caso?-
- No, assolutamente no!- La prese all’improvviso e la fece girare alzandola da terra.
Come poteva il cuore essere diventato consapevole cosi velocemente di una cosa che credeva neanche potesse capitargli? Innamorato? Si, lo era.
- Sono innamorato, Sophie, e sono innamorato di te.- L’abbracciò, ma la ragazza si allontanò da lui, guardandolo di sbieco. Nessun sorriso abbozzato sul suo volto, solo un cipiglio severo.
- Stai mentendo? Ti ho fatto pena ora, ecco perché mi stai dicendo queste cose.-
- No no no piccola principessa mia non è vero!- Si inginocchiò ai suoi piedi, mentre i suoi occhi, più delle sue parole, cercavano conferma del suo sentimento nell’anima della giovane. – Io, è vero, me ne sono reso conto troppo tardi, ma ti giuro, credimi.-
- Non posso..-
- Si che puoi, puoi fidarti di me!- Le prese le mani, ma la ragazza si liberò subito da quella stretta. Strinse le braccia intorno al petto, gli occhi che lentamente si andavano ancora coprendo di rugiada mattutina.
- No, non posso. Non posso perché, anche se so che è vero, tu te ne andrai di nuovo. Il tuo lavoro è aiutare quei bambini, e lo capisco. Ma non puoi dirmi di essere innamorato di me e poi sparire per altri 6 mesi. Quante volte ti vedrò? Un paio di mesi all’anno? Dimentica quei sentimenti Joe, costruisciti una vita laggiù. Rinchiudi questi sentimenti dentro di te, come io faccio da una vita.-
Stava tornando al sentiero, quello che poi li avrebbe ricondotti a valle. Ma Joe la fermò, e la strinse forte a sé.
- Sposami.- La ragazza spalancò gli occhi, mentre cercava di combattere contro le lacrime. I pugni che tirava contro il petto del ragazzo erano deboli, ma spiegavano pienamente ciò che la ragazza provava. Voleva essere lasciata andare, almeno avrebbe avuto solo dei ricordi facili da dimenticare se sotterrati insieme a tutti gli altri. Ma più quella discussione andava avanti, più il cassetto con il nome “Joe” sarebbe stato difficile da richiudere e ci avrebbe pensato per giorni, mesi, anni.
Ma lui, se anche se ne fosse accorto, aveva proprio l’intenzione di non far richiudere quel cassetto.
- Sposami, Phy. Sposami e troveremo insieme una soluzione per tutto. Lascerò il mio lavoro, ne troverò un altro, staremo insieme. – i singhiozzi della ragazza ormai si sentivano forti, ma cercava di mostrarsi forte, ancora incapace di capire quel cambiamento di direzione della sua vita. Poi ci fu un –Ti amo- sussurrato all’orecchio, e quei brividi, quell’emozione, era certa che non l’avrebbe provata con nessun altro. E si lasciò andare, ancora bagnata dei suoi stessi ricordi.
Fu un bacio tenero, ma bruciante di passione. Erano solo loro due, in cima al mondo, e la loro vita insieme tutta davanti.
E solo una sillaba servì per coronare quel momento: un flebile ma sicuro “si” pronunciato dalle labbra della ragazza. Poi tornarono a sorridere, e si sedettero a fissare il tramonto più bello che avevano mai visto in tutta la vita, ma sapevano che ce ne sarebbero stati altri milioni di tramonti come quello, e proprio per questo non avevano paura.


C'è una bella differenza tra innamorarsi e amare.
Innamorarsi è rimanere travolti dall'altro, vivere quel sogno dove tutto è perfetto, basta essere insieme.
Amare vuol dire ritornare nella realtà, rivedere le altre cose e persone che la popolano,
scoprire l'altro per quello che è ma, nonostante tutto, avere ancora voglia di passare la vita accanto a lui.
Il primo è facile, ma temporaneo.
Il secondo è per pochi, ma è per sempre.
{Chocolat Noir 







Writer's Corner
  
Buon pomeriggio lettori :) Premetto che questa è la prima fan fiction che scrivo da quelli che a me sembrano secoli, ma sono comunque passati 5 mesi. So che non è neanche la migliore che abbia mai scritto, ma mi è uscita di getto, tutta insieme. Le mie mani scrivevano da sole i dialoghi, e il mio cuore le aiutava con le emozioni.
Spero che vi piaccia comunque, anche se ammetto, è sdolcinata. E di solito queste cose non succedono quasi mai, ma sognare vuol dire anche far accadere situazioni che non esistono nella realtà, che rimangono solo nella nostra fantasia.
A presto, e non siate troppo cattivi ;)
Bacioni, _DDreamer :*

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ItsAryel