Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Haruakira    06/10/2011    2 recensioni
-Sei molto carino quando ti arrabbi, omocha.-
-Omocha? Preparati a morire Mukuro Rokudo.-
-E' da dieci anni che me lo ripeti, Oya.
Kufufu.-
Al solito, una minuscola citazione per una 6918 improponibile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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omocha Cosa sono le persone?
Omocha.
Giocattoli.
Le persone sono i miei giocattoli.
Bambole.
Pedine.
Marionette.
Ed io sono un bimbo che gioca. 
E io sono il salvatore che vi libererà dalla mafia.
Sono il burattinaio.
L' illusionista. Il più grande.
Mukuro Rokudo.
...
Ricordalo sempre, Hibari Kyoya.


Tch, erbivori.
Odio chi fa gruppo.
La commissione disciplinare è un gruppo. Non te lo ricordi Oya?
Kufufu. Tu fai gruppo.
Ti ammazzerò per questo. Non si interrompe la gente che parla.
Tch.
Deboli, stupidi, erbivori.
Vi morderò a morte.
Tutti quanti.
Soprattutto tu, Mukuro Rokudo.
Dannato erbivoro esibizionista.
Tu, assaggerai i miei tonfa.

Hai perso, Oya, non te lo ricordi?

Ho perso perchè tu hai barato.

Kufufu, non lo sai? In guerra e in amore tutto è lecito.

Allora noi siamo in guerra, preparati a morire.

Prima, Kyoya. Ora non più.
Tu sei la mia bambola preferita.
Omocha.

Poi si sentì solo il rumore di due armi che si scontravano, i passi veloci su di un pavimento polveroso che scricchiolava ad ogni movimento troppo brusco. E se avesse ceduto poco importava ai due combattenti che si scontravano in quel vecchio edificio polveroso in una campagna deserta abbandonata dagli uomini, immersa in una nebbia così fitta da allontanare i più coraggiosi tra i guardiani dei Vongola, tra i serpenti che strisciavano negli gli angoli scuri e i topi che si muovevano sotto le assi, tra vecchi mobili coperti da lenzuola ingiallite e finestre nascoste da pesanti tendaggi in velluto.
Clang, clang. Un tridente e due tonfa cozzavano tra loro.
Uno, due, uno, due... sembravano i passi di una danza selvaggia.

Ti spezzerò le ossa.
Sei vendicativo, Oya?

Una gomitata sulla faccia spaccò il labbro di Mukuro facendolo atterrare malamente sul pavimento.

Ohi, ohi. Mi hai fatto male omocha.

Mukuro si massaggiò il naso e passò le dita sulle labbra, con la lingua leccò il sangue che fuoriusciva.

Buonissimo.
 Il tuo deve essere ancora più gustoso.

Hibari assottigliò gli occhi, non poteva soffrire quel tipo. Era l' erbivoro più odioso che esistesse, ne era certo. I suoi tonfa gli diedero la giusta punizione, lo colpì ripetutamente, poi il tridente bloccò i colpi, l' occhio di Mukuro brillò in maniera sinistra.

I ciliegi in fiore sono bellissimi, non trovi, Kyoya? Kufufu.

E tutto intorno a loro si tinse di rosa. I mobili, le tende, i ratti, le assi sul pavimento, tutto sparì per far posto ad una distesa immensa di alberi di ciliegio e di petali portati da una brezza inesistente.
Hibari si piegò su sè stesso.

E' una scena familiare non trovi?
So anche cosa pensi... omocha.

Mukuro riteneva Hibari Kyoya il suo personalissimo giocattolo. Un giocattolo un poco disobbediente per carità -molto disobbediente-, una bambolina che non si faceva manovrare. L' aveva giudicato un oggetto interessante sin dal loro primo incontro. Aveva pensato che si sarebbe divertito un mondo con lui. Gli piaceva quel gioco dei combattimenti, quelle "tenere" reazioni del suo Kyoya.

Sei molto carino.
Sospirò prima di posare le sue labbra su quelle di Hibari Kyoya.

Ti ammazzo!
Urlò Hibari afferrando dei tonfa immaginari. Si guardò intorno con la sorpresa tipica di un brusco risveglio e di un sogno che aveva il sapore della realtà e nel suo caso anche del dolore di qualche osso rotto e di quello metallico del sangue, notando però solo la quiete silenziosa della sua stanza, il corpo di Mukuro disteso accanto al suo, placidamente addormentato. Quell' uomo, ne era ancora convinto dopo dieci lunghi anni, lo avrebbe fatto impazzire.
Si toccò le labbra domandandosi perchè quel dannato erbivoro doveva entrare anche nei suoi sogni.

Perchè mi ami, Oya. E non puoi fare a meno di pensarmi. 

Dormi, idiota.
Mi hai svegliato, Oya.

No, tu hai svegliato me.
Sei molto carino quando ti arrabbi, omocha.

Omocha? Preparati a morire Mukuro Rokudo.

E' da dieci anni che me lo ripeti, Oya.
Kufufu.

Mukuro era contento, finalmente poteva giocare con la sua bambola tutte le volte che voleva ora che aveva risolto quella faccenda dei Vindice. Stupidi Vindice, stupida prigione. In quegli anni però si era accorto che forse Kyoya non era proprio un omocha perchè di quelli ti stancavi e li buttavi in un angolino e lui, ne era certo, non avrebbe mai gettato via Kyoya.
 Ma nemmeno avrebbe permesso a Kyoya di gettare via lui ovviamente.



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ANGOLO AUTRICE:
Coff... coff... ecco cosa succede a non avere niente da fare, si scrivono cose improbabili e improponibili, pazienza, sopportatemi vi prego. Non chiedetemi il significato di questa cosa perchè non lo so nemmeno io. Io con Mukuro e Hibari ho delle difficoltà assurde eppure lo adoro questo pair =/, lo adoro *-*.  Bene, dette queste due scemenze vi lascio questa pseudo-fanfic. Abbiate pietà di me. Un abbraccio,
Haru.

DISLAIMER: Katekyo Hitman Reborn e i suoi personaggi non mi appartengono ma sono degli aventi diritto. La storia non è scritta a scopo di lucro.
   
 
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