Allora
questa sarà una raccolta un po’ particolare,
ogni flashfic o one-shot parlerà della nascita di una buki o
uno shokunin, un’idea
un po’ strana forse ma spero possa piacervi comunque^^
Bianco
Bagliore
Il
clan della stella aspettava con trepidazione che
il nuovo membro varcasse la soglia che lo avrebbe portato alla luce.
Erano
tutti disposti in cerchio, ed aspettavano che la donna gemente stesa al
centro
desse la spinta decisiva. La donna alternava ansimi pesanti e veloci a
grida
acute che, a volte, le morivano in gola per il troppo dolore.
<<
Coraggio signora, manca poco, si intravede già
la testa .. >>, Mormorò un uomo anziano, un
sacerdote Shintoista che le
stava accanto, asciugandole il sudore. Era normale, che quella donna
soffrisse
così tanto. Era una vera pazzia partorire così,
dentro una casa di cui avevano
ucciso i proprietari e su un futon, senza assistenza medica, senza
… Medicinali
di cui neppure ricordava il nome preciso. Infondo, era da cinque ora
che andava
avanti il travaglio, il dolore probabilmente era insopportabile.
D’improvviso
pensò che far nascere quel bambino
sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto, dopo sarebbe
finito insieme ai
suoi compaesani, come con gli altri avrebbero preso la sua carcassa di
peso e
lanciata giù dal burrone.
Il
rumore duro di un pugno che spaccava il pavimento
in legno lo riportò alla realtà, Tzemaki, gli
sembrava di ricordare che si
chiamasse così, sembrava spiritata, i suoi occhi infuriati
lo fissavano.
<<
Non ce la faccio Vecchio .. >>, Esalò
prima di strillare di nuovo. Poveretta, quel bambino doveva essere
proprio
difficile.
Si
posizionò in mezzo alle sue gambe, preparando una
forbice ed urlò, << Spinga signora, spinga,
più forte che può, dopo di che
sarà finita. >>.
L’urlo
disumano di Tzemaki fece rabbrividire tutti i
presenti, con tutte le sue forze spinse fino a che non si
sentì finalmente
svuotata e libera. Ricadde stremata ed esausta contro il futon, ma non
ci fu
neppure un attimo di silenzio, perché le sue grida furono
sostituite da un
pianto forte e disperato.
Il
vecchio sacerdote sorrise mentre tagliava il
cordone ombelicale ed avvolgeva il bambino ricoperto di sangue in un
asciugamano azzurro. La cosa che lo colpì di più
fu l’inconsueto ciuffo di
capelli azzurri.
La
stanza si riempì di esclamazioni felici e di
ammirazione verso Tzemaki, ma il sacerdote rabbrividì
comunque, erano
inquietanti tutti quei uomini, non vedeva in nessuno di loro, neppure
nella
madre, una gioia sincera per la
nascita di quel bambino.
<<
Passami mio figlio, vecchio .. >>,
Sospirò la donna, che ancora faticava a riprendere fiato.
Riluttante,
quasi preoccupato, passò con delicatezza
il bambino alla madre; Lo guardò quasi schifata mentre
diceva, << E’
coperto di sangue, che orrore. >>, Cercando di tenerlo
lontano dai suoi
bellissimi e lunghi capelli neri. Restò zitto, ma non
riuscì a nascondere la
sorpresa di sentire una madre dire una cosa del genere sul proprio
figlio.
White*Star,
l’unico membro che mancava all’appello
entrò
scorrendo la porta con violenza, Il sacerdote non riuscì a
guardalo in faccia,
al solo pensare che poco più di cinque ore prima aveva
ucciso i suoi nipoti.
Cominciò a pensare alla morte ormai imminente.
<< Ecco
il tuo erede, caro .. >>, Pronunciò soave
Tsemaki, consegnando il bambino
al padre che si era fatto strada tra i suoi subordinati.
<<
E’ sano e forte, ottimo lavoro Tzemaki …
Anche tu, vecchio. >>, Disse in un sogghigno,
già pregustava l’anima
innocente del sacerdote. Osservò il bambino, a parte per il
pianto
insopportabile era perfetto, già si dimenava come un
perfetto demonio.
Ridiede
a sua moglie il bambino e lanciò un’occhiata
veloce al clan. Poi fisso il sacerdote, << Ti meriti una
ricompensa
vecchio, voi, portatelo fuori e … aspettatemi ..
>>
Ricompensa?
Lo credeva un idiota?Credeva che non sapesse che stava per morire?
Però
avrebbe tanto voluto sapere una cosa, prima di
passare al altro mondo in pace.
Si
alzò e si lasciò prendere per le braccia da due
uomini ma prima, ormai rassegnato chiese, <<
Come…. Come si chiamerà il
bambino? >>.
White*Star
rise, indicando la finestra più grande
della stanza, dalla quale usciva il bagliore violetto
dell’alba.
<<
Questa notte è stata nera, completamente nera,
senza luna, e la
visibilità delle stelle era quasi nulla, una tipica Black
night… Perciò mi pare
ovvio che il suo nome sarà Black*Star. >>
Black*Star,
stella
nera, un nome così triste per un bambino.
Guardò
per l’ultima volta il bimbo, che continuava a
piangere senza che nessuno si desse la pena di calmarlo, e poi chiuse
gli
occhi.
Sì,
voleva che Black*Star fosse il suo ultimo
ricordo.