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Autore: LadyBracknell    06/10/2011    7 recensioni
Il tedesco sapeva benissimo che il fiato era corto a causa di altro, ma non sopportando l'idea di non avere il controllo della situazione, come suo solito, cercava continuamente di dare la colpa al nodo troppo stretto.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tedesco si guardò un'ultima, millesima volta, allo specchio, che ne riflesse la figura muscolosa e tesa, lasciando che gli occhi azzurri analizzassero nuovamente ogni singolo particolare.
Il colletto della camicia nera venne sistemato nuovamente dalle mani da poco lavate e profumate, che poi scesero verso la cravatta e ne allentarono il nodo, tentando di facilitare il respiro, invano. Il tedesco sapeva benissimo che il fiato era corto a causa di altro, ma non sopportando l'idea di non avere il controllo della situazione, come suo solito, cercava continuamente di dare la colpa al nodo troppo stretto.
Lui, Germania, non poteva essere sottomesso, soggiogato, da un sentimento come quello che, lo spaventava perfino pensarlo, provava ogni giorno di più nei confronti di Italia. Italia...
Gliel'aveva regalata lui, quella cravatta. Lui gli aveva insegnato ad annodarla.
Italia...
Gettò un'occhiata al suo riflesso e inspirò. Espirando, rilassò le possenti spalle, che gli diedero delle fitte a causa della troppa tensione accumulata.
Prese il portafogli e se lo mise in tasca. Aveva già programmato tutto: glielo avrebbe detto e lo avrebbe portato a cena in un ristorante italiano fuori dal centro di Berlino. Gli avrebbe persino permesso di dormire con lui, quella notte.
Scese le scale e si fermò sulla porta-finestra che dava sul giardino: un giardino semplice, con un piccolo albero e, incredibile!, qualche fiore colorato.
''Veeeh~ che bel giardino! Dovresti piantare qualche fiore, però, Germania!''
Si era sentito così stupido, quando era andato a comprare fiori da piantare qua e là...Ne aveva anche presi alcuni da mettere nel suo piccolo spazio dedito alla coltivazione delle patate.
-Devo essere impazzito.- aveva pensato.
Italia se ne stava su una delle sedie vicino al tavolinetto di legno e fissava, sorridendo incantato, una farfallina bianca svolazzare sopra i rossi petali delle rose: respirava a fatica e la fronte liberava delle piccole perline di sudore.
Gli allenamenti di Germania lo sfiancavano ogni volta, così l'italiano, ogni volta che il biondo non lo guardava, si riposava, sedendosi sulla prima cosa che capitava a tiro, anche il pavimento.
Rideva, l'italiano, e quel suono squillante fece compiere una capriola al cuore del tedesco, che era rimasto a guardare Italia, immerso nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti.
Spalancò la porta, spinto da un battito più forte degli altri, che lo fece riemergere dalla trance in cui era caduto.
''ITALIA!!''
Il povero italiano, preso alla sprovvista, scattò in piedi (o meglio: balzò per aria, atterrando in piedi per miracolo), gridando e piagnucolando spaventato. Germania lo guardò, rosso in volto peggio dei pomodori di Spagna e tentò di calmare il tono di voce.
Inutilmente.
''ICH LIEBE DICH!''
Ah. Lo aveva detto, anzi: urlato, per la troppa emozione.
Chissà cosa gli avrebbe detto Italia...Si sistemò nervosamente la cravatta. Forse si era vestito troppo elegantemente? Forse avrebbe dovuto portargli delle rose, come in certi film che gli era capitato di vedere puramente per caso? O gli avrebbe dovuto regalare dei biscotti tortati, quelli che il crucco aveva imparato a cucinare proprio perchè i preferiti di Italia?
Tutto preso dai suoi pensieri, con il respiro che si faceva sempre più affannoso, si accorse dopo un minuto buono, che Italia aveva ripreso l'allenamento, ai suoi piedi: stava facendo le flessioni. E a una velocità incredibile.
Il tedesco si schiarì la voce.
''ICH-LIEBE-DICH!''
Sentenziò, con la voce ancora più alta, nel vano tentativo di farsi capire meglio: ottenne solo un acceleramento delle braccia e un aumento dei piagnucolii acuti e terrorizzati. L' italiano non aveva nemmeno notato la mise elegante del biondo.
''NEIN! Fermo, Italia! Non intendevo quello! Hai capito male!''
Italia si bloccò, con gli occhi intimiditi e umidi, mettendosi a sedere davanti ai piedi di Germania, a gambe incrociate e il respiro affannato.
I loro occhi si specchiarono l'uni negli altri, e questo silenzioso contatto fece correre una scossa lungo la schiena del tedesco, accarezzandogli ogni singolo muscolo. La solita scossa che lo scuoteva ogni volta che il suo sguardo si poggiava su quel volto ingenuo.
''Ah!'' esclamò l'italiano, rompendo il silenzio ''Vuoi che faccia gli addominali, veh~ ? ''
La mano di Germania sbatté sonoramente contro la fronte.
Aveva già programmato tutto, ma senza fare i conti con il suono minaccioso della sua lingua.
  
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