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Autore: KiaPianetaOreon    06/10/2011    0 recensioni
Martina e Federica hanno 14 anni e sono due ragazzine piene di sogni. Durante l'estate un'audizione per la prestigiosa Accademia "Giuseppe Verdi" cambierà le loro vite da sempre. Nuovi amici, nuove cotte, nuove cose e vecchi ricordi che svaniscono e rimangono. Come sarà il loro primo anno lì? Sopravviveranno?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il tempo passava all’interno della scuola e ormai erano passate due settimane. Il gruppo era ormai, sempre unito.
Il giorno seguente alla notte sotto le stelle, erano iniziate le lezioni vere e proprie. Come sempre il gruppo di amici entrava a scuola e si separava soltanto al momento di entrare in classe. Quella mattina un ammasso di ragazzi si dirigeva presso l’edificio scolastico, chiacchierando sempre e inequivocabilmente. Luca, Gabriele, Simone e Valerio osservavano intenti le ragazze più grandi, scatenando un po’ di gelosia nelle teste delle amiche.
- Ma è possibile che voi pensiate solo a quello? Siete vergognosi! – disse loro Gaia.
- Eh bè scusa, voi non pensereste lo stesso in mezzo a un gruppo di fighi? E’ una cosa spontanea! – rispose Luca
Lui sì aveva la faccia da furbo. Era davvero simpatico: scemo, ma simpatico. Federica stava appiccicata a Gabriele e col carattere che aveva, già tutte le ragazze avevano capito che ne era innamorata. Poi era testarda, ed era convinta che in qualche modo sarebbe riuscita a stare con lui. Qualche avventura amorosa l’avevano passata entrambi, ma forse per lei era la prima volta che si innamorava di qualcuno. A Gabriele la sua compagnia faceva molto piacere, le stava simpatica. Si erano conosciuti ancora prima della scuola e in quel periodo di conoscenza erano diventati molto amici.
Gaia non toglieva gli occhi di dosso da Luca. Lui si sentiva bello e in effetti lo era, ma non era troppo vanitoso e non faceva vedere la sua alta autostima. Nella testa di Gaia invece c’era un casino: Luca era un bel ragazzo, ma le sembrava impossibile che potesse piacergli così all’improvviso. Lei era una che ci metteva un po’ prima di farsi piacere una persona, ma questa volta era diverso. E mentre parlava e camminava con gli altri, pensava alla confusione e a non distrarsi dai suoi pensieri.
Arrivarono all’interno dell’Istituto e fu il momento di dividersi: Simone e Valerio con Martina in 1°A, al piano terra nel corridoio a sinistra, Benedetta, Luca e Gabriele in 1°B dalla parte opposta, Gaia e Federica nella classe C di danza al piano di sopra (nessuno era in D). Mancavano cinque minuti all’inizio delle lezioni. Martina conosceva solo quei due ragazzi e perse tempo a parlare con loro. Prese posto in un banco circa a metà classe e appoggiò lo zaino sulla sedia del banco accanto. Le si avvicinò poi una ragazza, coi capelli lisci e neri, lunghi quasi come i suoi. Era un po’ alta e di fisico gracile.
- Scusa, è libero il banco? Posso sedermi qui? – le chiese timida.
- Certo, siediti pure! – rispose Martina.
Tolse lo zaino dalla sedia e fece accomodare la ragazza. Aveva un viso pallido e lo sguardo scuro e serio. Aveva dei bellissimi occhi neri, quasi da cerbiatto. Si guardarono un po’ e sorrisero, poi suonò la seconda campanella e tutti i compagni presero posto. Dopo pochi secondi entrò una professoressa piccolina, coi capelli mossi e castani e due occhioni azzurri. La classe mutò di colpo: era la prof di lettere e si chiamava Lanzanova. Sembrava simpatica… Dopo questo, iniziò l’appello, incitando i ragazzi a presentarsi un po’, parlando dei loro hobbys e passioni. Piano piano Martina conobbe tutti i compagni e anche lei si presentò. Fu però colpita dalla curiosità di sapere chi fosse la sua nuova compagna di banco. Era l’ultima dell’elenco.
- Zanni  Nicole – chiamò la professoressa.
La ragazzina mora alzò la mano e iniziò a parlare con una voce calma e tranquilla, ma piena di timore. Disse che veniva da un paese della provincia di Roma, un paesino abbastanza piccolo e un po’ sconosciuto. Disse che amava cantare e suonare il pianoforte, e questo fin da piccola. Sembrava un po’ seria e mentre parlava chiudeva le ginocchia all’interno delle gambe, quasi impaurita. Anche Martina era un po’ timida, ma lei lo sembrava ancora di più. Così, non conoscendo nessuno in quella classe oltre ai maschi, quando si sedette, Martina decise di provar a fare amicizia con lei.
- Nicole giusto? Piacere, io mi chiamo Martina -.
Le porse la mano perché la stringesse.
- Piacere mio… comunque sì, sono Nicole. Spero che diventeremo amiche, sono sola qui -.
- Come sola? Non hai delle compagne di stanza? -.
- Sì, ma non sono granchè simpatiche. O forse sono io un po’ strana, non so -.
- Non mi sembri strana! Comunque anche io spero che diventeremo amiche. Se vuoi puoi trovarti con me e le mie compagne, sei la benvenuta! Cercheremo di coinvolgerti -.
Nicole le sorrise un po’ e per tutta la giornata stettero insieme a parlare anche con gli altri compagni. A mezzogiorno per il pranzo, Martina aveva appuntamento con i nuovi amici in cortile per mangiare insieme. Ci portò anche la sua nuova amica.
- Chi sei? – chiese Gabriele vedendola.
- Lei è Nicole, è in classe nostra – rispose Martina con Simone e Valerio.
Le altre ragazze la guardavano un po’ strane. Quella ragazza era silenziosa, mangiava senza aprir bocca, se non qualche volta. Parlava di più con Martina e i ragazzi, suscitando un po’ di gelosia in Gaia e Federica. Gaia non aveva ancora detto nulla a nessuno, perché non era sicura di ciò che provava per Luca, e preferiva stare un po’ a pensarci prima di parlare. Federica invece, aveva gli occhi che da verdi erano diventati infuocati, mancava solo che le uscisse il fumo dalle orecchie. Gabriele era SUO, e nessuno doveva toccarglielo. Era gelosissima. Il pranzo finì e si salutarono tutti.
- Che tipa strana… - disse Benedetta.
- Già… MARTINA, CHI CI HAI PORTATO!? QUELLA CI ROVINERA’ L’ANNO! – esclamò Federica.
- Dai, non è poi così antipatica, è solo un po’ impaurita… - disse Simone.
- Allora se ha paura che se ne vada! – continuò Federica.
Martina le lanciò un’occhiataccia, la solita occhiata da “ne parliamo dopo”. Infatti poi, arrivate  nella stanza, mentre Gaia e Benedetta erano andate a far un giro…
- Federica, mi spieghi perché sei così schietta certe volte? -.
- Marty, a me non sta tanto simpatica quella Nicole. Non ci posso far nulla, scusami -.
- Ma perché? Povera, è silenziosa e timida, magari per questo ti sta antipatica, ma in fondo è buona, datele una mano! Non buttatela giù povera… le sue compagne di stanza non la badano e sono antipatiche… -.
- A me però sta antipatica lei, anzi, anche alle altre due, come la mettiamo? -.
- Beh, ma ai ragazzi piace… -.
Silenzio. Martina conosceva i silenzi di Federica.
- Ecco perché… GABRIELE! Tranquilla, non te lo prende nessuno! -.
- Ma… magari a lui piace… non voglio… che me lo porti via o che lui si porti via lei e si dimentichi di me… -.
- Fedeee! Non ti preoccupare dai! Lo so che per te è importante. Gabriele è bravo e sono sicura che non ti farà soffrire. Se lo farà, ci penso io! Nicole non te lo porterà mai via, mai! -.
- Sicura? Non mi fiderei tanto… -.
- Tu fidati di me! Non ho mai sbagliato… Non soffrirai un’altra volta… -.
- Speriamo… e te con Walter? -.
- Non l’ho più sentito, boh. Non risponde. Magari è senza soldi. Mi manca un po’ -.
- Ti scriverà presto allora! -.
Ma non fu così. I giorni passavano uno dopo l’altro, ma Walter non c’era. Silvia, Denise, Lorenzo e Matteo si facevano sentire, anche insieme, soprattutto l’ultimo che da dopo quell’estate non riusciva a farne a meno. Voleva farsi perdonare per quegli anni di menefreghismo. Magari qualche volta l’aveva dimostrato di volerle bene, ma forse non nel modo migliore. Da quel giorno di luglio sarebbe stato l’amico perfetto. E tra due settimane si sarebbero rivisti.
Il primo weekend lontano da casa fu molto carino: approfittando della possibilità di uscire, decisero di fare un giretto nei dintorni della scuola. Il gruppo uscì dal cartello immenso della scuola: davanti c’era un viale lunghissimo, il viale Verdi. Aveva negozi, bar e stradine incrociate che portavano da altre parti. C’erano anche tanti palazzi e condomini, varie case e ville antiche, ora disabitate. Era bello girare per le strade, tutto era così familiare per chi veniva dalle grandi città. Venne anche Nicole e il suo approccio col gruppo fu più semplice. Federica iniziò a parlarci un po’ insieme per conoscerla e togliere finalmente i suoi pregiudizi su di lei. Nicole parlava sempre poco, ma era più sciolta e più tranquilla. Ovvio, non si sentiva la più importante, ma stavolta le ragazze non la guardavano più male e sembrava volessero aiutarla a integrarsi. I ragazzi anche, sembravano volerle già bene.
Camminando lungo il viale, trovarono un parco e ci andarono. C’erano dei giochi come scivoli, dondoli e altalene. Come dei bambini ci salirono e come al solito, Martina iniziò a far foto a tutti, anche a Nicole che non sempre stava con gli altri. Federica era appiccicata a Gabriele e lui era felice di essere suo amico. Era quasi un evento da ricordare: aveva conosciuto una ragazza in chat simpatica e carina, l’aveva sentita tutti i giorni durante agosto e ora erano già migliori amici. La verità è che il tempo non decide per te e nemmeno per gli altri. In amicizia la proporzionalità “più tempo, più amicizia, meno tempo, meno amicizia” non esiste e tutto può succedere. Tutto sembra una magia infinita e si ingrandisce sempre di più anche solo in un secondo. Tutto può renderla più forte, anche solo un piccolo momento, ma anche un piccolo momento può distruggerla. La loro amicizia sembrava crescere come un fiore bellissimo. Era straordinaria perché ogni giorno accadeva qualcosa di nuovo, qualcosa che la faceva crescere sempre di più.
Quella sera infatti, dopo essere tornati al campus, mentre Federica era in doccia e Martina era sul letto a messaggiare col suo migliore amico, sentì vibrare il telefono della sua amica.
- Fede è il tuo telefono! – la chiamò.
Federica che stava lavando i suoi capelli biondi, di corsa uscì dalla doccia con l’asciugamano in testa e l’accappatoio addosso. Benedetta stava ascoltando un brano di musica e Gaia studiava matematica per il test d’ingresso in arrivo. Prese il Corby rosa in mano e lesse a mente il messaggio.
- Oh, dolce! – esclamò poi.
Le ragazze smisero tutte di fare quello che stavano facendo per darle attenzione.
- Che c’è? – chiesero tutte in coro.
- Gabrieleee! – rispose Federica.
- Aaaah beh… e che ha fatto? Che ha scritto? – chiese Benedetta.
- E’, è , è… fantastico! Tenero! – rispose ancora felice.
- Ma leggi a voce alta Fede! – propose Gaia.
Così Federica avvicinò il telefono e iniziò a leggere il lungo messaggio…
“Ehilà, volevo dirti una cosa, perché ci tengo a fartela sapere. Magari non userò le parole giuste, io non sono molto bravo, ma cercherò di spiegartelo come meglio so fare. Sai, non è molto che ci conosciamo, due mesi, e ogni giorno che passa ti sento sempre più vicina… è una sensazione meravigliosa. Abbiamo ancora molto da passare insieme, e ancora ci saranno cose da scoprire l’uno dell’altra. Spero solo che tutto continui a crescere, perché anche se due mesi forse non sono tantissimo, io già ti voglio molto bene. Grazie per oggi Fede, e per tutto quello che sicuramente ci sarà. Un bacio <3”.
- Tenerissimo luiiiii! Oh Fede, bisogna aggiornare a casa di questa cosa! – disse Martina tutta felice.
- Beh, ovvio! Ma tu quando torni dove vai? -.
- Vado da Matteo a mangiare sabato sera… partiamo venerdì mattina con tua mamma vero? -.
- Sì perfetto! -.
- E con ‘sto Matteo… non è che ti piace almeno un po’? – disse Benedetta.
- No, NO! Lo conosco da una vita, è il mio migliore amico… Fede diglielo! -.
Federica stava sognando con la mente nel mondo di Gabriele, che da tutti si faceva chiamare Bobo o Bobby. Era rimasta folgorata da quel messaggio. Troppo felice per poter parlare. Decise così, di andare a parlar personalmente con lui. Lei non era timida, non sarebbe stato di certo un problema.
Uscì da sola dalla stanza con la scusa di dover andare a portare il cellulare a Nicole, che l’aveva lasciato nella sua borsa, anche se la verità era totalmente diversa. Passò di corsa come per non farsi vedere dalla bidella responsabile del dormitorio e uscì. Piovigginava. Corse allora verso il dormitorio maschile per non bagnarsi. Entrò. I ragazzi che c’erano nella stanza d’entrata la fissavano e imbarazzata, si incappucciò con la felpa. Corse dritta nel corridoio a testa bassa, finchè non si scontrò con qualcosa. Alzò la testa e vide davanti a lei un uomo pelato, con due grossi baffi sotto il naso.
- Aaaaaaaah! E tu chi sei, cosa vuoi dalla mia vita!? – gridò spaventata.
- We pischella, tranquilla! So’ Scheggia, er controllore. Chi cerchi, che stai a fa’? E da dove esci? -.
- Sono Federica, ma volevo solo cercare il mio amico, mi scusi! -.
- Nu’ te preoccupa’ a Federi’, stai cercando er tuo fidanzatino eh? -.
- Macchè fidanzatino! Mi faccia passare ora che ho fretta… -.
- Ok pischella, se ce vede! -.
Federica si liberò di Scheggia molto velocemente e salì le scale ancora incappucciata. Arrivò davanti alla porta dei ragazzi e bussò.
- Chi è? – rispose Luca che stava giocando alla PSP.
- Luca sono Federica, aprimi! -.
- Federica? E che ci fai qui? -.
- Fammi entrare e ti spiego! -.
Luca si alzò scocciato dal letto per aprir la porta. Federica entrò di corsa scappucciandosi.
- Ciao! Adesso, dimmi che vuoi!? -.
- Ecco bè… cercavo Bobo -.
- Bobo? E chi è Bobo? -.
- Quante domande! E’ Gabriele… dove sta? -.
- Aaaaah Bobby! E’ andato un attimo a prendere uno spartito da un suo compagno, vuoi aspettarlo? E che ti serve da lui? -.
- Lucaaaa! Io non ti racconto i cavoli miei! Specialmente dopo solo una settimana! -.
- Dai, tanto a chi vuoi che lo dica, mamma mia! Voi femmine siete tutte uguali… -.
In quel momento arrivò Gabriele. Spalancò la porta e…
- Eccomi Luca, sono torna… FEDERICAAAA! Cosa ci fai qua? -.
- Sono venuta a cercarti… volevo parlare con te… ti disturbo? -.
- Ehm… no, figurati… puoi venire quando vuoi! Che vuoi dirmi? -.
- Se Luca se ne va te lo dico… -.
Luca fece un “mmmh” scocciato, uscì dalla stanza con la PSP in mano per farsi un giro in corridoio.
- Madonna, che rompi che è Luca! – iniziò Federica.
- No è simpatico! Hai conosciuto il controllore? Scheggia? -.
- Oddio sì, mi fa paura quello! Comunque, volevo dirti grazie… -.
- Grazie perché? -.
- Per questo… -.
Federica prese il suo telefono dalla tasca e nei messaggi ricevuti trovò il suo. Glielo mostrò e lui lo lesse a mente, sorridendo. Poi la guardò negli occhi, grattandosi un po’ i capelli neri, leggermente mossi.
- Grazie a te invece. Sei tu che… fai tutto così…così… non so come dirtelo! -.
- Tranquillo, io oltre a far la scema come sono abituata non ho fatto nient’altro… ti voglio bene anche io. Ma sai, ogni tanto ho paura che tu possa andartene via da me per sempre un giorno… -.
- Quel giorno arriverà più tardi che mai. Te lo prometto! -.
Lui le prese la mano e la abbracciò. Era un po’ alto per lei, ma lei lo strinse come meglio poteva. In quel momento tornò Luca all’improvviso. Aprì la porta di colpo e…
- LUCAAA! – dissero scocciati.
- Ragazzi, io devo andare ora, le mie compagne mi aspettano… ci vediamo! – disse Federica.
Uscì dalla stanza mollando una pacca sulla spalla a Luca e incappucciandosi di nuovo. Missione: non trovare né Scheggia, né altri ragazzi nel corridoio. Così incappucciata, corse per i corridoi furtivamente, stando attenta a non scontrarsi con certa gente.
- Ciao Federica! – esclamarono Simone e Valerio che si accorsero di lei.
Sì fermò e li prese per le spalle.
- Voi non sapete che sono venuta qui, ok!? Ciao e buonanotte! – disse.
E corse via. I due si guardarono perplesso e continuarono verso la loro stanza. Federica invece, tornò al dormitorio femminile verso le dieci di sera.
   -    Ehi, quanto tempo eh? – esclamò Benedetta.
   -    Nulla, mi sono fermata un po’ a parlare con lei… che fate? – rispose.
   -    Niente, parlavamo… potevi chiamarla giù! – propose Martina.
   -    Non mi è passato per la testa, scusatemi! -.
E poi continuarono a parlare. Intanto nel dormitorio maschile…
   -    La verità è che ti piace, anche se non vuoi dirmelo! -.
Gabriele non lo badava. Per ora voleva godersi l’amicizia, il resto sarebbe venuto se il destino l’avrebbe deciso.
Intanto la settimana seguente, Martina e Federica sarebbero tornate a casa per un po’.
 

  
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