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Autore: Lady_A    07/10/2011    3 recensioni
[STEMON ** S'è capito,no? u.u]
“Damon?” La voce di Stefan era flebile e velata dalle lacrime. “Che c’è?” Domandò il ragazzo,sistemando al meglio il piccolo sulle sue spalle. “Grazie”
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The love of a brother'
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“Stefan non  correre” Damon non riusciva a stare al passo del fratello.Spronava il suo cavallo in modo da raggiungere il fratello,ma Stefan era sempre a qualche metro di distanza da lui.Era bravo per essere un novellino,dopottutto era la prima volta che andava a cavallo,sul serio.Fino a quel momento aveva fatto solo un paio di giri del recinto con il loro istruttore,ma ora che era libero di mettere a frutto i suoi insegnamenti, non se la stava cavando per niente male.Con una fitta al cuore,il bambino,ricordò che sua madre amava cavalcare,fare lunghe passeggiate col suo purosangue.Non l’aveva mai vista,personalmente,tutto quello che sapeva gliel’aveva raccontato lei.

E a quanto pareva,Stefan,aveva preso il talento da lei.Cavalcava con una spensieratezza e con una maestria innaturale per un bambino di otto anni.Era in grado di dare la giusta pressione ai fianchi del cavallo,per accellerare o rallentare la sua andatura;non tirava mai troppo forte le redini,infatti non aveva ancora visto Mezzanotte imbizzarrirsi quando era il piccolo Salvatore a cavalcarlo;e aveva quella postura perfetta,tipica di un fantino professionista.
“Non mi prendi” lo stuzzicò il bambino,voltando indietro la testa per gustarsi la faccia divertita e irritata del fratello maggiore.Damon,dal canto suo,sorrise a quell’incitazione,aveva sempre amato le sfide come aveva sempre amato vincerle,e avrebbe vinto anche questa,era solo questione di tempo.
“Non esserne tanto sicuro,fratellino.Ti prende….Stefan,attento” Tutt’un tratto il tono di Damon cambiò:era spaventanto,no..terrorizzato.Il bambino non sapeva cosa fare,Mezzanotte si era imbizzarita di fronte a un serpente che si trovava proprio di fronte a lei,e Stefan..Dio,Stefan si reggeva,a stento,al collo dell’animale per evitare una possibile caduta.
Quel che accadde dopo,davanti agli occhi di Damon,successe tutto al rallentatore.Vide il fratello mollare la presa sul collo del cavallo,lo vide scivolare dal suo dorso per poi cadere a terra.Il maggiore non avrebbe mai dimenticato il rumore che sentì subito dopo.Il rumore di un osso che si spezzava.
Damon non sapeva come e quando era scivolato giù dal dorso del suo cavallo,sapeva solo che ora si trovava accanto al fratello e che gli stava scoprendo la gamba rotta.A ogni suo tocco il piccolo sussultava dal dolore ma non emetteva un lamento.
Così li aveva cresciuti il padre.”Piangere dimostra la vostra debolezza,figli miei” lo ripeteva ogni qual volta uno dei due era sul punto di scoppiare in lacrime,per poi continuare con un “Solo gli uomini deboli piangono,e i Salvatore non sono uomini deboli”.
Damon scosse la testa per liberarsi da quei pensieri.Suo padre non sapeva un accidente,non era nemmeno capace di crescere i suoi figli.Suo padre,per lui,non era…suo padre.L’avrebbe cambiato in qualsiasi momento se solo avesse potuto.
Perso nelle sue riflessioni,il bambino non aveva notato che il fratello aveva serrato gli occhi,probabilmente dal dolore.Doveva fargli proprio male.
“Come stai,fratellino?” quello di Damon era stato quasi un sussurro.Cercò di guardare in faccia il fratello,ma quest’ultimo teneva il capo chino per impedirglielo.Immaginava già le lacrime formarsi nei suoi grandi occhi verdi,mentre scuoteva la testa in un chiaro invito a non volerne parlare.Ma Damon era un osso duro.”Fratellino,rispondimi,ti prego.Mi stai facendo preoccupare” Ma Stefan continuava a non rispondergli.”Stefan,dannazione.Rispondimi”
Il bambino,per tutta risposta,si gettò tra le braccia del fratello,nascondendo il viso nel suo petto “Ho avuto tanta paura,Damon.Non…non sapevo…che fare” solo in quel momento il maggiore dei due fratelli si rese conto che il piccolo Stefan stava piangendo.Gli faceva male al cuore vederlo in quello stato,non riusciva a sopportarlo.Sia chiaro non è che non riusciva a sopportare le lacrime ma il fatto che suo fratello stesse soffrendo.Perchè sapeva che quelle non erano lacrime causate da un dolore fisico,Stefan stava soffrendo per tutto quello che era successo negli ultimi anni:I litigi tra Damon e il padre;Lo stress causato al piccolo da quest’ultimo;La morte della madre;E tante altre cose che non avevano grande importanza ma che ora gravavano sulle spalle del fratello minore,aggiungendosi a problemi ben peggiori.
In modo quasi goffo,Damon iniziò a battere sulla schiena del fratello con dei buffetti che volevano essere affettuosi.Dopo qualche minuto,però,si limitò soltanto a stringerlo a sé,mormorando parole di conforto.
Non seppe mai,con precisione,quanto erano rimasti così,abbracciati l’uno all’altro.Minuti,forse ore.A un certo punto,però,Damon si staccò dal fratello e si alzò da terra “Avanti,vieni.Torniamo a casa.Ti porto io.” E in un gesto,del tutto naturale,si caricò il fratello sulle spalle e iniziò a camminare,seguendo il sentiero che li avrebbe portati a casa.
“Damon?” La voce di Stefan era flebile e velata dalle lacrime. “Che c’è?” Domandò il ragazzo,sistemando al meglio il piccolo sulle sue spalle. “Grazie"

  
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