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Autore: ELIOTbynight    07/10/2011    0 recensioni
Un bacio può significare tante cose.
Si può dare un bacio per amore, per far ingelosire qualcuno, per sbaglio o per il semplice gusto di baciare.
Però... tutto cambia se ci sono di mezzo dei poteri magici come quelli di Emma.
E allora tutto prende una piega diversa.

E' cominciato tutto con questa fan fiction. Ve la ripropongo nella sua versione più curata e, diciamo, leggibile! Enjoy ;)
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura, dolcezze <3








1° parte


- Emma, vieni!-
- Arrivo!-
Per arrivare in cucina Emma attraversò un lungo corridoio. Appena lo imboccò sentì già la voce del telegiornale:
- La ragazza prodigio ha compiuto un altro dei suoi miracoli … -
Tutto il paese rimaneva sempre sorpreso e meravigliato quando vedeva quella fanciulla librarsi in aria e salvare i cittadini dalle catastrofi imminenti. Tutti … tranne lei.
Ormai ci aveva fatto l’abitudine di veder comparire il suo volto in televisione. Semplicemente perché la tipa misteriosa che salvava la gente da circa un mese volando con due bellissime ali d’angelo e intonando con voce stupenda parole profonde era nientemeno che la nostra Emma. Non le interessava se apparisse o meno in tv, né come la chiamasse la gente. L’unica cosa che le importava era sfruttare i suoi poteri per fare del bene, a scopo di migliorare quel mondo ingiusto e deprimente almeno un po’.
Arrivò in cucina e si sedette, scrutando le sue immagini sul televisore, per assicurarsi che se dovevano parlare di lei almeno dicessero cose vere.
La sorellina di Emma, Alex, era meravigliata alla vista della ragazza prodigio e non faceva che ripetere che era una specie di fata venuta per salvare il mondo dagli alieni. Invece i genitori non erano convinti, pensavano che fosse tutto un trucco e che la ragazza prodigio lo facesse per mettersi in mostra. Emma li ignorava e faceva finta di niente, dicendo che non sapeva come prendere la cosa.
Viveva male con i suoi genitori. Lei cercava di farli felici, però loro, per farla felice a sua volta, la riempivano di regali senza mai dimostrare davvero quanto tenessero a lei.
Ma Emma non si sentiva amata, rispettata, a volte non si sentiva neanche figlia loro. E se faceva un danno di poco conto la umiliavano ingiustamente. Lei cercava di non dar peso alle parole che dicevano e quando la chiudevano in camera lei, in lacrime, sussurrava tra sé:
- Dite che mi date tutto e non faccio niente per ripagarvi. Ma non è così. Potete darmi anche la luna, ma non mi avete dato la cosa più importante: l’amore di due genitori decenti! Potete punirmi quanto vi pare, ma è inutile, perché io non cambierò mai. MAI!-
Ogni tanto, quando doveva sfogarsi ma non ne aveva la possibilità, durante la notte scappava. Quando tutti dormivano, indossava una vecchia maschera per non farsi riconoscere, si buttava dalla finestra della sua stanza e faceva apparire le ali dal nulla, aprendole. Saliva al decollo e volava lontano, lontanissimo. Arrivava a città lontane chilometri e chilometri da casa sua. E lì salvava le persone. All’alba tornava a casa per spegnere la sveglia e prepararsi per andare a scuola. E quando tornava per pranzo, tac! Eccola al telegiornale per un’altra delle sue imprese eroiche.
Un giorno, pensando a tutto questo, Emma si disse:
- Forse è meglio che per una volta mi sfoghi in un’altra maniera … -
Chiamò la sua amica Steffi.
- Pronto?-
- Ste, sono io!-
- Ciao Emma, come stai?-
- Bene, tu?-
- Anch’io sto bene. Cosa ti ha spinto a chiamare?-
- Ti va se andiamo insieme a casa di Tammy?-
- Ma certo! Domani alle due come al solito?-
- Naturalmente!-

- Ciao ragazze!-
- Ciao Tammy! Com’è?-
- Benone, e voi?-
- Alla grande!-
- Volete accomodarvi? Faccio preparare da mia nonna un po’ di cioccolata calda!-
- Grazie, con questo vento che tira da tre giorni è quello che ci vuole!-
Steffi e Tammy erano le uniche persone che volevano bene veramente ad Emma, quindi le uniche a conoscere la sua doppia identità.
Mentre Tammy, sventolando all’aria la sua coda bionda, andava ad aiutare sua nonna, Steffi commentava le imprese di Emma.
- Sei stata mitica l’ultima volta! Come hai fatto ad afferrare il braccio di quel bambino prima che cadesse dal quinto piano?-
- In quella casa erano entrati dei rapinatori e cantando li ho ipnotizzati e fatti addormentare. Però il bambino, probabilmente impaurito dall’arrivo di quei delinquenti, si era chiuso fuori nel balcone. Deve aver perso l’equilibrio dal panico ed è caduto. Meno male che ero lì, altrimenti si sarebbe spiaccicato al suolo!-
- Grandissima! E dimmi, che canzone hai usato per far addormentare i rapinatori?-
- Una dei Tokio Hotel, naturalmente! Ho usato Wenn nichts mehr geht.-
- Wow, bravissima!-
- Ti ringrazio. Subito dopo ho chiamato la polizia e appena arrivati sono volata via.-
- Sei stata una vera forza!-
Emma, Tammy e Steffi erano fan sfegatate dei Tokio Hotel ed Emma usava sempre una loro canzone per risolvere i problemi. Le parole cantate da quella band avevano un potere straordinario.
Tammy arrivò in salotto tenendo in mano un vassoio con tre tazze fumanti e profumanti di cioccolato. Mentre le altre due si leccavano le labbra, ne afferrò una e disse:
- Emma, non mi hai mai raccontato come hai acquisito i tuoi poteri, me lo dici?-
- Ma a Steffi l’ho già raccontato, non so se vuole risentire la storia … -
- Non preoccuparti, mi è talmente piaciuta che non mi dispiace affatto risentirla!-
- Va bene. Sarà stato circa un mesetto fa … Sì, tre giorni dopo il mio compleanno … -
- Ah, quel giorno in cui siamo andate in centro insieme?- esclamò Steffi lisciandosi il lungo ciuffo corvino che le copriva la fronte.
- Già, proprio quel giorno. Avete presente quando siamo entrate in quel negozio pieno di roba emo e cose così?-
- Certo, vai avanti!- fece Tammy.
- Ho comprato una collana con una piccola perla bianca che mi piaceva moltissimo, che alla fine è questa qui che porto al collo.-
E fece vedere la perla alle amiche.
- Bella, vero? Quella sera sono rimasta sola in casa. C’eravamo solo io e lo stereo a tutto volume, mentre cantavo. Stavo cantando il ritornello di Hilf mir fliegen quando la perla ha cominciato ad illuminarsi e splendere di una luce fortissima. Io, senza rendermene conto, ho continuato a cantare e tutt’un tratto la luce si è spenta. Però mi sentivo qualcosa sulla schiena, poco più in basso delle spalle. Mi giro e le ho viste. Le ali! Ero esterrefatta, non sapevo come fosse successo. Dopo aver provato un attimo a muoverle sono sparite da sole. Sarà stato un dono del destino … -
- E come hai scoperto che associando la tua voce con il potere delle ali potevi salvare la gente?- fece la bionda rifacendosi la coda.
- Qualche giorno dopo sono andata nei bagni della scuola e ho cantato un pezzettino di in die Nacht. Subito le ali sono ricomparse. Ho aperto il rubinetto e mi sono sciacquata un attimo la faccia perché ero sconvolta. Mentre l’acqua era ancora aperta ho cantato ancora per vedere cosa succedeva e … il rubinetto si è chiuso! Un altro pezzo e semplicemente fissando i lavandini tutti i rubinetti si sono riaperti. Insomma, in quel modo ho scoperto che cantando invocavo i poteri magici della perla e da lì ho iniziato a salvare la gente. Però sapete com’è, devo mantenere segreta una cosa del genere, allora per non farmi riconoscere ogni volta mi metto una vecchia maschera rosa e argento presa in un lontano carnevale di Venezia. E finora direi che va tutto bene.-
Tammy finì la cioccolata in un sorso.
- Accidenti, che storia!-
- Sapete cosa mi piacerebbe fare? Salvare la vita ai Tokio Hotel! Ah, che bello, sarebbe davvero un sogno … -



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