Lost child
~ wishing her well, wishing
her home
Why would she treat us so thoughtlessly? How could she
do this to me?
Emma Gale aveva la pelle
dura. Nessuno che avesse affrontato fame e miseria – e che avesse poi
accettato che l’unica soluzione a una vita di stenti fosse il venire a vivere in un paese delle fate
– poteva considerarsi una persona debole. Ma la pelle dura non poteva
evitarle l’umana debolezza della preoccupazione.
« Di nuovo. È
partita di nuovo. E chi c’è
con lei? Uno spaventapasseri, una bambola, un ragazzino e un cane. Nemmeno il
leone s’è portata. Questa
è la volta buona che l’ammazzo. »
Emma Gale aveva il passo
pesante. Nessuno che fosse vissuto per
tutta la vita nelle campagne aride del Kansas poteva aspirare ancora a
partecipare a una corsa campestre; eppure l’età e la stanchezza
non impedivano ai suoi passi di percorrere, rapidi e secchi, una delle
splendide sale destinate agli ospiti della Regina Ozma
– avanti indietro, avanti indietro, avanti indietro.
« Io non posso credere che l’abbia
fatto. Voglio dire, siamo qui, giusto? Viviamo tutti felici e contenti, giusto?
Allora perché questo... questo...
spirito d’avventura? Henry, per l’amor del cielo, di’
qualcosa! »
Emma Gale si
fermò, mani sui fianchi, narici frementi, a fronteggiare il marito.
Henry era un brav’uomo, ma mancava decisamente di propria iniziativa, e
difatti si era limitato ad osservare il suo sfogo con silenzioso interesse,
fumando il miglior tabacco della Città di Smeraldo. Prima che potesse risponderle
alcunché, comunque, una porticina si aprì ed entrarono due uomini,
intenti a trasportare un oggetto dall’aria molto pesante.
« Lasciatelo pure
qui... Oh, signori Gale! »
Jellia Jamb,
intrufolatasi nella sala appena alle spalle del secondo uomo, rivolse un
grazioso inchino a Emma e Henry. Emma rispose con un cenno brusco, ma Henry si
tolse di bocca la pipa e guardò la ‘cosa’ nelle braccia
delle due guardie.
« Cos’è,
Jellia? »
« Oh, è il
signor Nunkie, lo zio del giovane Ojo.
La Regina ha disposto che fosse portato qui, perché il ragazzo e la
Principessa Dorothy possano spezzare la maledizione appena rientrati a palazzo.
Col vostro permesso... »
La servetta s’inchinò
di nuovo; le guardie accennarono un rispettoso saluto; infine uscirono,
lasciandosi alle spalle un pezzo di marmo che era stato un povero vecchio
burbero Mastichino.
Nel silenzio che
seguì, Henry si alzò dalla poltrona e andò a scrutare da
vicino i tratti irrigiditi dello zio Nunkie. Emma
capì, prima ancora che il marito parlasse, che quell’uomo era
fortunato ad avere un nipotino come Ojo. Che loro erano fortunati ad avere una
nipotina come Dorothy.
« Hai trovato risposta
alle tue domande, cara? »
Emma Gale aveva la pelle
dura, ma non abbastanza da impedire a
una lacrima commossa di solcare una ruga nuova.
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Spazio dell’autrice
Non ho potuto fare a meno di chiedermi
come abbiano reagito lo zio Henry e la zia Emma, in The Patchwork Girl of Oz,
quando Dorothy ha deciso di partire insieme a Ojo per
aiutarlo a ‘svegliare’ lo zio Nunkie.
Insomma, proprio ora che vivono tutti insieme e spensierati, lei decide di
affrontare l’ennesimo dei suoi viaggi pericolosi! Ce la vedo, la povera
Emma, a minacciare a vuoto di ucciderla! xD Invece
penso che Henry, più silenzioso ma anche più attento, sia
arrivato per primo alla conclusione che Dorothy è partita con Ojo perché, beh, è
fatta così: per amore della famiglia farebbe qualunque cosa. Non per
niente è stata Dorothy a salvare gli zii dal mare di debiti, chiedendo a
Ozma di ospitarli tutti per sempre a Oz. E ho immaginato che Emma giungesse alle stesse
conclusioni dopo aver visto lo stato del povero Nunkie
– il motivo scatenante dell’altruismo di Dorothy.
Per quanto riguarda Jellia
Jamb, pur se innominata compare già nel primo
romanzo: è la donna che mostra a Dorothy le stanze assegnatele prima
dell’incontro con il Mago. In seguito diventa la più fidata cameriera
di Ozma, e buona amica di Dorothy. Ok, il mare di
spoiler è finito xD
Il titolo è adattato dal testo di The lost children, pura poesia firmata Michael Jackson; la lyric in incipit è tratta da She’s leaving home dei Beatles.
Aya ~