Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: aryCloud_    08/10/2011    1 recensioni
Ero davvero pronta a sacrificare i miei diciannove anni per Richard? Avrei detto addio a Bella, a tutti i suoi ideali, a tutte le sue certezze?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non appena sentii attaccare la marcia nuziale, mi guardai per un'ultima volta allo specchio.
Vidi una ragazza giovanissima, dal viso delicato, le gote leggermente spennellate di phard, una riga leggera di matita argentata sulla palpebra superiore degli occhi castano chiaro, screziati d'ambra, le labbra riempite da un rossetto rosa perlato. I capelli biondo dorato erano trattenuti da una coroncina bianca a cui era fissato il velo, che tra pochi minuti le avrebbe coperto il viso.
Vidi la sua espressione spaventata, ma i suoi occhi decisi, convinti della sua scelta.
Mi spostai dalla fronte un ciuffo sfuggito alla coroncina, e rimasi ad ammirare il mio guanto bianco dai riflessi grigio perlati, che facevano spiccare i miei occhi come stelle nella notte. D'altronde, le famiglie ricche fanno sempre le cose in grande, e devo ammettere che alla madre di Rich era venuto tutto fin troppo bene. Il mio vestito era perfetto, adatto al mio stile, importante come ogni dettaglio che lo accompagnava, dai più banali a quelli necessari. E io avevo ai piedi un dettaglio da quasi 500 sterline.
Mi intimai di sbrigarmi, o sarei scesa in ritardo rispetto alla marcia.
Così infilai una monetina nella scarpa e la indossai. Facevano terribilmente male, come d'altronde la prima volta che le avevo provate. Ma se non mi ero opposta allora, non avrei potuto di certo oppormi adesso.
Varcai la soglia della sala del trucco, e osservai il morbido tappeto rosso che si appoggava sui gradini di marmo che avrei dovuto scendere.
Feci un gran respiro, e scesi il primo scalino lentamente, così come tutti gli altri. Passo dopo passo, mi avvicinavo sempre di più al momento del si, e questo mi agitava non poco.
Tenni sempre gli occhi bassi fino alla fine, per non rischiare di inciampare nei miei piedi per i troppi sguardi da parte degli invitati, e solo quando fui in fondo li alzai rapidamente da terra per cercare con gli occhi Rich.
Ma invece dei suoi, trovai subito i suoi occhi. Gli occhi.
Mike mi guardava serio, ma con un lampo di divertimento negli occhi. Il mio cuore prese a battermi follemente nel petto.Mi sorrise, e io di rimando, poi mi strizzò l'occhio. Avvampai vistosamente, e lo vidi trattenere una risata mordicchiandosi il labbro.
Vedere i suoi denti bianchissimi mi fece tornare in mente a quando, due notti fa, quegli stessi denti avevano mordicchiato il mio di labbro. E alla mia guancia bianca contro la sua bronzea, le nostre mani intrecciate e il battito dei nostri cuori che si univa.
Si, avevo fatto l'amore con Mike. Perchè io l'amavo, Mike. E non avevo saputo dire di no a Rich. Riuscivo ad immaginare la sua espressione ferita, e dopotutto amavo Rich, non volevo ferirlo.
 Ripensare a quella notte mi fece male, e distolsi lo sguardo incontrando i bellissimi occhi verdi di Rich. Ma il suo sguardo non provocò niente dentro di me. Sentivo ome il vuoto assoluto.
Era in piedi davanti all'altare, voltato verso di me come il resto dei presenti, con il suo bellissimo abito che si intonava ai miei guanti.
Appena gli fui vicina, fece scivolare la mia mano nella sua, e io mi appoggiai al suo braccio. Pi ci voltammo insieme verso il prete, che aveva cominciato la funzione.
Durante la messa, il sacerdote posò più volte lo sguardo su di me, facendomi sentire sporca e inadeguata dopo tutta la faccenda con Mike. Cercai così di non guardarlo negli occhi, ma di concentrarmi solo sulla sua voce.
In men che non si dica, si arrivò al momento fatidico. Rich rispose velocemente di si, e l'impazienza nella sua voce mi fece sorridere. E quando toccò a me, non potei eludere i suoi occhi.
-  Isabelle, vuoi accogliere Richard come tuo sposo,promettendo di essergli fedele sempre,nella gioia e nel dolore,nella salute e nella malattia,e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?- disse con voce pacata.
Inspirai ed espirai lentamente, e pensai a quanto ero determinata quella mattina in confronto ad adesso. Ero davvero pronta a sacrificare i miei diciannove anni per Richard? Avrei detto addio a Bella, a tutti i suoi ideali, a tutte le sue certezze?
Incontrai gli occhi di Rich, impazienti come la sua risposta di poco prima. Sulle sue labbra lessi un muto "si" che si trasformò in un sussurro sicuro, come ad un'interrogazione in cui il suggerimento che ti arriva è talmente serio che lo utilizzi subito. Ma quel suggerimento era più che serio, era autoritario. Mi sentivo costretta, con un peso sulla coscienza che non se ne andava. Ero imprigionata dalle mie stesse promesse, che avevo fatto a Richard poco tempo prima. E non ero pronta a rinunciare alla mia libertà. Non potevo.
Mi voltai e, incurante dei bisbigli degli invitati e della pressione alla mia mano di Rich, osservai la panchina su cui avrebbero dovuto sedersi i miei genitori. Loro erano sempre con me, in vita e in morte. Mi sembrava quasi di vederli, mamma con il fazzoletto in mano e papà con la sua espressione decisa, che annuiva e mi incitava a fare quello che sentivo. Ma questa volta era diverso: fissavano entrambi il vuoto, e papà aveva un'espressione triste e rassegnata che non gli avevo mai immgainato sul volto.
Così, feci quello che avevo sempre fatto: diedi ascolto ai miei genitori.
Incontrai di nuovo gli occhi di Rich.
- Non posso - sussurrai, e gli lasciai la mano. 
Girando intorno alla mia panchetta, scesi dal gradino su cui erano appoggiate entrambe e percorsi correndo e con gli occhi bassi il tappeto rosso, ignorando di nuovo i bisbigli dei parenti di Rich e degli altri invitati.
Spalancai la porta con un colpo secco, con le lacrime agli occhi che mi appannavano la vista, e venni investita dalla luce del sole che mi rese ancora più cieca di quanto non fossi già.
 Corsi, corsi e corsi a perdifiato, cercando di non pensare alle vesciche ai piedi, e mi lasciai cadere sul gradino del parcheggio. Lasciai che le lacrime mi rotolassero liberatorie lungo le guance, e non feci niente per fermarle.
Poi, sentii dei passi dietro di me. Non mi voltai, immaginando già la collera di Rich. Ma quando il suo mento affondò nel mio collo, potei sentirne il profumo che mi ridiede un po' di calore. Mike appoggiò la sua guancia contro la mia, un gesto intimo e nostro che mi fece sentire meglio.
- Mi dispiace tanto, fiore - disse dolcemente, con la sua voce melodiosa - ma sono felice che tu non ti sia sposata -.
Non gli risposi, e rimanemmo in quella posizione per un po'. Poi, Mike parò di nuovo.
- Sai, quando ti ho vista scendere dalle scale, con quel meraviglioso vestito, ho immaginato che fossi io a sposarti. E non mi è sembrato per niente strano, pefchè si trattava di te -.
Sorrisi, sapendo che la frase che aveva appena pronunciato era una delle cose più sincere che mi avesse mai detto.
Mike mi prese la mano, e la osservò pe run momento. Seguii la scia del suo sguardo, cercando di capire cosa ci fosse di interessante da guardare in una mano. E quando mi guardò negli occhi mi concentrai, incuriosita da ciò che aveva da dirmi.
- Io ti amo, fiore. Spero tu sia consapevole di quanto io sia sincero in questo momento - disse dolcemente.
Ero così felice, che avevo voglia di urlare, ma mi trattenni.
Gli sorrisi, e gli posai la mano sul petto, ascoltando i battiti del suo cuore, che andavano di pari passo con i miei.
- Anch'io ti amo - gli sussurrai a mia volta.
Poi, Mike mi baciò. Fu un bacio delicato, dolce, che mi fece ripensare a quanto avevamo passato insieme.
- Vieni via con me - mi soffiò sulle labbra.
Gli presi il viso tra le mani, e lo baciai di nuovo.
- Per te verrei ovunque -.
Ci alzammo insieme, e io mi sfilai le scarpe, lasciandole sul gradino. Ci prendemmo la mano a vicenda, e Mike mi portò alla sua Harley. 
Mi passò un paio di pantaloni di pelle e una giacca, entrambi della mia taglia. Lo guardai sbalordita.
- Speravo che accadesse - si giustificò lui con un sorriso malizioso.
Mi sfilai il vestito da sposa e, rimanendo in sottoveste, indossai la giacca e i pantaloni. Mike mi mise in mano un paio di anfibi, e si vestì allo stesso modo.
Poi, accartocciamo gli abiti da cerimonia nelle sacche-portaoggetti della moto e montammo in sella. Mike mi allacciò un casco con amore, e mi fece una carezza. Accese la moto con un rombo, e io gli allacciai le braccia intorno alla vita.
- Ti amo! - urlò all'improvviso Mike al vento.
Come risposta, gli posai la testa sulla spalla, e incontrai all'istante il luccichìo dei suoi occhi nello specchietto.
Così, mi lasciai trasportare da quella moto con l'unica certezza di amare il ragazzo che la conduceva.

 





 


 

NDA:
Spero veramente che questa One-shot a voi sembri meglio di ciò che sembra a me, o sono rovinata xD
Grazie mille a chi legge. Grazie davvero di tutto.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: aryCloud_