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Autore: Mellorine    08/10/2011    1 recensioni
L'ultima battaglia si era appena conclusa, Daemon Spade era andato in pace, o almeno si sperava, ed i Vindice avevano ripreso a parlare dopo aver mostrato ai guardiani di Vongola e Simon la verità dietro l'ultima chiave che aveva definitivamente suggellato la situazione di armonia e pace che si era andata a creare tra le due famiglie.
Solo per lui, Mukuro Rokudo, in tutta probabilità non sarebbe finita così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premesse: questa fic si dividerà in due capitoli, un missing moment per capitolo riguardante precisamente il 345 questo ed il 346 il prossimo. L'idea è nata dopo la lettura del solo 345, volevo scriverla e pubblicarla subito dopo l'uscita di quel capitolo… ma sono una mosciona ed è finita che ce l'ho fatta ora 8D meglio perché ho più carne a cuocere, ho trovato il modo di far combaciare tutto nel cap successivo per come si sono messi gli eventi nel manga. Uuultima specificazione che ci vuole, in questa fic ci saranno scene da fangirlaggini assurde, non sono il tipo che si offende per critiche che sono anzi ben accette, il più delle volte trovo da sola il modo in cui tratto i pg altamente OOC, però qui so di aver superato me stessa per cui  voglio mettere le mani avanti in un certo senso XD ammettendo che l'avvertimento "missing moments" c'è per ciò che la mia mente ovviamente sviata da fangirl potrebbe desiderare 8D e se risultano OOC… amen, dovevo sfogarmi!

P.s: non ho idea di che genere mettere… se qualcuno leggesse, si accettano suggerimenti D:

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"per quanto riguarda Mukuro Rokudo…"

L'ultima battaglia si era appena conclusa, Daemon Spade era andato in pace, o almeno si sperava, ed i Vindice avevano ripreso a parlare dopo aver mostrato ai guardiani di Vongola e Simon la verità dietro l'ultima chiave che aveva definitivamente suggellato  la situazione di armonia e pace che si era andata a creare tra le due famiglie.

Solo per lui, Mukuro Rokudo, in tutta probabilità  non sarebbe finita così.

Su di lui pendeva ancora il rischio di vedersi negata la libertà di riprendere la propria vita al fianco di nuovi amici come stava accadendo a tutti gli altri, non che gli interessasse quel punto… a lui sarebbe stata negata ancora una volta la libertà per quanto riguardasse qualsiasi cosa, a  dire il vero.

Sospirò pesantemente, un gesto di riflesso a quelle parole che gli provocò una lancinante fitta allo sterno, conseguenza dello sforzo estremo cui era stato sottoposto il suo corpo dall'illusionista della prima generazione.

Per quanto riguardava lui… qualsiasi cosa avessero detto i Vindice per quanto riguardava lui non avrebbe di certo costituito niente di sensazionale, niente che avrebbe spezzato quella catena di fugaci libertà e reclusioni che era la sua vita, si ritrovò a pensare mentre spostava lo sguardo per osservare Bermuda con la coda dell'occhio, degnandolo almeno di un minimo d'attenzione, seppur con scarso reale interesse.

Niente avrebbe potuto interessargli davvero, a meno che… no, impossibile, inutile perfino sperarci. Che senso aveva?

"riconosciamo l'impegno che hai mostrato apportando il tuo contributo nella sconfitta di Daemon Spade, e inoltre l'effettiva impossibilità del tuo corpo di sopportare un internamento allo stato attuale. Per questi motivi da questo momento sei libero."

Essenziali e di poche parole come era giusto che fosse per i Vindice, senza troppe cerimonie ed aggiungere altro gli avevano praticamente ridonato la libertà, l'uscita da quell'inferno freddo, quando davvero ci aveva perso ogni speranza e si preparava ad escogitare chissà che piani per evadere.

Quella che fu data come una semplice informazione ebbe il potere di fargli sgranare gli occhi, sorpreso, lietamente sorpreso.

Guardò le figure in nero andare via senza dire niente, non ebbe nemmeno la forza di parlare perché non sapeva davvero cosa avrebbe dovuto dire, ciò che provava in quel momento era così vasto, confuso e personale che sarebbe stato impossibile esprimerlo in qualche maniera.

Così, almeno apparentemente, oltre quello sguardo sorpreso non ebbe alcuna reazione se non quella di guardarsi intorno scorgendo le reazioni degli altri, che probabilmente avrebbero pensato di lui che fosse così strano ed irremovibile da non interessarsi nemmeno alla propria sorte, ma poco gli importava.

Vide Sawada Tsunayoshi sorridere con quel sorriso che spesso guardandolo, anche attraverso gli occhi di Chrome, gli aveva fatto venire voglia di dirgli quanto lo trovasse idiota, probabilmente doveva essere felice per lui.

Vide la ragazza al proprio fianco piangere, lo stava facendo già da prima per la morte di Spade, ma adesso stava chiaramente piangendo per la felicità dato che gli rivolse un ampio sorriso, come mai l'aveva vista sorridere prima d'ora, si trovò a notare.

Quasi come se vedere la gioia degli altri rivolta a lui gli avesse dato la spinta, concesse anche al proprio animo di avere una qualche reazione meglio definita.

Sollevò lo sguardo al cielo sopra di loro, limpidissimo dalla visuale splendida che offriva l'isola, ed un sorriso spontaneo quanto sereno  gli animò il volto per la prima volta dopo forse interi anni.

Quel cielo, da adesso in poi avrebbe potuto rimirarlo ogni volta che avesse voluto.

chiuse gli occhi beandosi a quel pensiero,  godendosi la piacevole e nostalgica sensazione del lieve vento sollevato dalla brezza estiva che gli toccava la pelle e gli sollevava qualche ciuffo di capelli che andava a solleticargli gli occhi.

Nonostante si trovasse in mezzo ad un numeroso gruppo di persone intente a far casino, Mukuro sentiva di star vivendo finalmente la pace… finché un familiare sibilio sferzò l'aria e gli fece spalancare gli occhi giusto in tempo per vedere un oggetto facilmente identificabile piantarsi nel terreno ad un centimetro dal proprio orecchio.

Hibari Kyouya, che fino a quel momento se ne era stato in disparte disinteressato a tutto ciò che gli accadeva intorno, era tornato a farsi avanti non appena aveva capito che in tutta quella faccenda ne era uscito Mukuro Rokudo libero, nel suo corpo.

Chrome gridò spaventata ed allarmata, ma con un solo sguardo l'illusionista la intimò a restare calma.

Se conosceva Kyouya Hibari, e credeva di conoscerlo davvero bene, quello non era stato un colpo mancato, era andato esattamente a segno visto che voleva essere soltanto un modo per attirare l'attenzione.

Il disciplinare sapeva che in quello stato non avrebbe potuto scansare il tonfa, così si era limitato a lanciarglielo vicino, anche se forse un po' troppo vicino, per farsi notare a modo suo.

"oya… ti ho detto che sarei stato volentieri il tuo opponente ogni qualvolta lo avessi voluto, ma come vedi ora…"

Lasciò la frase in sospeso, lasciando intendere che era ovvio che avesse bisogno del tempo per riprendersi dato che al momento soffriva perfino a respirare.

Dal canto suo Hibari sembrò non farci nemmeno caso al fatto che avesse parlato dato che, con un sorrisetto sadico dei suoi fieramente mostrato in volto, gli si avvicinò fino a chinarsi su di lui e sollevarlo senza troppe cerimonie.

Un altro grido, stavolta più giustificato, uscì dalle labbra di Chrome ed anche Tsuna vi si unì all'unisono, entrambi preoccupati dai modi del tutto privi di tatto e dalle intenzioni probabilmente ostili del guardiano della nuvola, che si era caricato Mukuro su una spalla tenendoselo appeso in una posa che doveva causare chiaramente maggiore dolore al guardiano della nebbia, vista l'espressione contorta che assunse.

Tuttavia non oppose alcuna resistenza, fisicamente ovviamente non avrebbe nemmeno potuto, ma non replicò nemmeno verbalmente.

Forse Mukuro nella propria mente già sapeva senza dover chiedere ciò che Hibari esplicitò agli altri fulminandoli con uno sguardo che intimò subito futuro boss e guardiana a non osare fare domande o provare a fermarlo.

Il rumore dell'arrivo improvviso dell'elicottero avrebbe comunque coperto ogni protesta se anche ci fosse stata, ed il guardiano della nuvola rimase impassibile a guardare verso il cielo mentre aspettava che la scaletta gettata da Kusanabe arrivasse alla sua altezza.

Una volta che l'ebbe afferrata, vi salì sopra aumentando la presa sulla vita di Mukuro stretto a sé, ci mancava solo che cadesse rendendo quel corpo ormai quasi irrecuperabile, lasciò che il suo sottoposto lo sollevasse e in pochi minuti sparì nel cielo sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti e di Chrome, che non avrebbe rivisto Mukuro per l'intera settimana.

 

"se mandi ancora il tuo amico a provare ad imboccarmi, giuro che lo faccio fuori. Ho già la forza necessaria per qualche illusione di infimo livello che per lui basterebbe."

"ma quanto parli… non stavi morendo? E Tetsu non è un amico."

Era il mattino del secondo giorno di libertà di Mukuro quando Hibari si fece vedere per la prima volta da quando lo aveva preso di forza e trascinato con l'elicottero in una stanza privata di un ospedale poco fuori Namimori.

Gli era stato detto che si riprendeva in fretta ed infatti in un solo giorno di riposo e cure aveva già iniziato a soffrire di meno, almeno respirava senza problemi e si muoveva appena, anche se non riusciva a farlo troppo né aveva abbastanza forza da poter reggere pesi.

Ciò che Hibari trovava però sorprendente era come diavolo facesse a riprendersi così bene e sopportare le cure senza mangiare affatto.

Per tutto il giorno precedente infatti aveva mandato il suo sottoposto, Kusakabe, ad occuparsi di ogni suo pasto dato che Mukuro aveva bisogno di essere aiutato e rifiutava che  le infermiere gli si avvicinassero per più del dovuto.

Ovviamente non lo aveva permesso neanche a Kusakabe che, poverino, si era dovuto subire pure parecchie minacce di morte ed una gelatina sputata addosso quando aveva osato infilargliela in bocca con più forza.

"non sarai venuto ad imboccarmi di persona, spero."

"come se potessi abbassarmi a tanto."

"bene,  perché sarebbe stato troppo ridicolo."

A quel primo veloce scambio di battute seguì il calare del silenzio, durante il quale Mukuro  si lasciò cadere nuovamente rilassato con la schiena sui cuscini rialzati  del letto e il disciplinare sembrò perso in qualche suo pensiero, d'altronde non  che fossero poi abituati a parlare molto durante i loro incontri.

Fu sostenendo quel silenzio che Hibari prese ad avvicinarglisi  come se fosse stato colto da un lampo di genio, sfoggiando un ghignetto inquietantemente sadico che presagiva sicuramente poco di buono, come se stesse pregustando il momento in cui avrebbe colpito nel peggiore dei modi, se non fosse per il fatto che piuttosto che i soliti tonfa il ragazzo sfoggiava un paio di bacchette e la vaschetta del pranzo che aveva preso dal mobiletto di fianco al letto di Mukuro.

"oya? Aspetta, ma che diav-"

Hibari era di certo più veloce e forte, nonché violento, di Kusakabe e le infermiere, e questo l'illusionista lo sapeva bene, ma ciò nonostante non riuscì a scansare, a causa dello stato di debolezza in cui ancora si trovava, il "colpo" dell'avversario in seguito al quale si ritrovò la bocca piena di carne e verdure.

"deve essere umiliante rendersi conto di aver bisogno di venir imboccato da me, non è così?"

Contraddittoriamente a quanto affermato appena poco prima, il guardiano della nuvola sembrava essere giunto alla conclusione di un ragionamento dei suoi, secondo il quale non sarebbe stato umiliante per lui mettersi ad imboccare il suo peggior nemico rispetto a quando doveva esserlo per chi piuttosto riceveva il servizio.  Dal fatto che il guardiano della nebbia non replicò se non guardandolo accigliato mentre ancora masticava, reputò di averne ricevuto conferma, così che mise a placare anche i sorrisetti dei suoi che gli stavano nascendo in volto, mostrando la solita espressione impassibile per non mostrare nemmeno di trarne soddisfazione, mentre con un nuovo veloce movimento gli portò alla bocca un altro boccone facendo scontrare con tanta forza le bacchette contro la bocca dell'altro che gli colpì dolorosamente il palato.

"potresti almeno farlo più decentemente?"

"certo che no, non sono mica la tua badante."

"ti stai divertendo… vero?"
"chissà."

Con uno sbuffo l'illusionista lasciò cadere le ennesime lamentele, anche non volendolo sarebbe stato costretto comunque a dover tacere dal fatto di avere la bocca piena per mano del disciplinare che continuava imperterrito ad imboccarlo con quell'espressione impassibile sul volto, come se stesse facendo la cosa più naturale di questo mondo.

Tanto valeva non mostrarsi totalmente sconfitto e lasciarlo fare come se fosse anche nelle sue intenzioni, in futuro avrebbe potuto rinfacciargli in suo sfavore il fatto di avergli fatto volontariamente da badante e nel frattempo ci guadagnava che finalmente poteva riempire lo stomaco.

"come mai mi hai portato qui? Non ero un pericolo per la tua cara città?"

Tornò a parlare soltanto quando ebbe finito di mangiare, dopo aver consumato il resto del pasto in silenzio e l'altro si era alzato per buttare  le vaschette ormai vuote, lui fermo al suo posto lo osservava chiedendosi il perché di tutto quel degradante lavoro proprio da parte sua e proprio per lui.

"non sei a Namimori, infatti. Non sei ancora degno di metterci piede, l'ospedale è in una città poco lontana."
"oh, ecco spiegato. E…"

Era chiaramente sul punto di aggiungere molte domande, chiedere spiegazioni, quando Hibari lo interruppe, anticipandolo con le risposte prima ancora di ricevere ogni domanda, d'altronde era piuttosto prevedibile cosa dovesse turbare la mente dell'avversario.

"non farti strane idee, non ti ho portato con me per aiutarti, sei sotto la mia custodia perché ora che sei libero ho il dovere di correggerti. e soprattutto devo assicurarmi che ti riprendi al meglio il prima possibile per tornare un valido avversario ed ottenere la mia vendetta su di te."

La prima cosa che passò per la mente di Mukuro ad ascoltare quella spiegazione fu chiedersi se l avesse mai sentito parlare così tanto, seriamente iniziava a dubitare che Hibari Kyouya fosse capace di mettere troppe parole assieme in una sola volta.

Per lo meno era stato esaustivo, anche se alcune cose ancora non gli erano ancora perfettamente chiare…

"sotto la tua custodia? E per scelta di chi avresti un simile dovere?"
"mia."
"nell'interesse di chi dovresti correggermi…?"
"Namimori."

"ed ovviamente anche il fatto che dai per scontato che io sia disposto a combatterti ancora deriva da…"
"quella è stata una tua offerta. In ogni caso, ti avrei attaccato lo stesso appena saresti tornato ad essere una preda degna di nota."

"giusto…"
quel dialogo  poteva avere del surreale, chiunque li avesse visti probabilmente non avrebbe saputo se scoppiare a ridere o restarne sconcertato, e a dire il vero quella era la stessa condizione in cui si trovò Mukuro dopo che Hibari ebbe risposto alle sue domande con un tono d'ovvietà spiazzante.

"e in tutto questo che ruolo abbiamo io e la mia libertà di scelta? Non sono più un carcerato ormai, chi ti dice che non appena starò bene uscirò da questo ospedale senza degnarmi di concederti nemmeno la rivincita cui tanto aspiri?"
"vorrà dire che vigilerò su di te ventiquattro ore su ventiquattro." Ancora una volta, l'alzata di spalle con cui il guardiano della nuvola dichiarò di volerlo praticamente privare ancora di ogni libertà fu un dettaglio impressionante per il guardiano della nebbia che non sapeva più come fare a prenderlo seriamente.

Davvero credeva che gli avrebbe lasciato mettere in pratica un piano simile? Eppure fino ad allora non gli era mai sembrato così stupido…

"quei tizi strani ti avranno ritenuto degno di tornare in giro ad infastidire gli altri, ma io non mi fido di te, non ti lascerò libero di turbare la quiete di Namimori."

"oya.. parli dando tanta importanza ad una piccola cittadina con un uomo che ambisce al mondo, che cosa inutile."
l'occhiata che ricevette in risposta al posto delle parole stavolta fu tanto eloquente da bastare perché Mukuro la smettesse di provare a mentire sulle sue intenzioni di restare nelle vicinanze prima ancora di iniziare sul serio. A quanto pareva allora non era davvero così stupido, meglio, non sarebbe stato divertente avere un carceriere facile da fregare, se proprio la nuova sfida che dovevano intraprendere era quella.

"un'altra cosa, allora. Perché correggermi e non farmi direttamente fuori? Qual è il piano?"

"perché non sei un erbivoro eliminabile qualunque, sei una preda purtroppo unica e sarebbe un peccato toglierti di mezzo prima di aver riottenuto ogni mia vittoria su di te."

"kufufu~  così mi offendi però, davvero credi di potermi trasformare in un disciplinato cittadino degno di Namimori?"
il silenzio che seguì da parte del presidente del comitato disciplinare stava evidentemente a significare che acconsentiva a quella visione di un futuro Mukuro, che fece inevitabilmente scoppiare a ridere il diretto interessato.

Forse si era sentito offeso, anche se non sembrava dato che la sue espressione come al solito non cambiò di una virgola,  molto più probabilmente aveva semplicemente appurato di aver parlato fin troppo ed fosse giunto il momento di smetterla di dilungarsi in una conversazione con l'illusionista, in ogni caso Hibari lasciò il suo posto dalla sedia al fianco del letto e si diresse alla porta.

"da domani vedi di mangiare da solo. Devi fare in fretta, Mukuro, non vedo l'ora di morderti a morte, dopodiché provvederemo alla tua morale."

Si voltò una sola volta, prima di uscire, senza ammettere repliche.

  
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