Buon compleanno, Mr.Lennon!
Love is a promise, love is a souvenir, once given, never forgotten, never let it disappear. 

 Tanti auguri John Lennon,
e sono settantuno.
Quante cose avresti potuto insegnarci ancora,
se quelle candeline le avessi spente davvero?
 

ottobre 1965.

«Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a John, tanti auguri a te!».
La voce di Paul è così sguaiata da ferirgli le orecchie – Dio, se è così anche nelle canzoni dovrebbero apportare qualche modifica -, mentre una gigantesca torta di compleanno gli sfreccia davanti agli occhi con tanto di candeline.
Sono già venticinque, John.
Venticinque anni sprecati a strimpellare chitarre e sussurrare ai microfoni, avrebbe detto sua zia. Quand’è che l’aveva ascoltata?
«Come passa il tempo, eh, John? Sono già cinque anni e sembra ieri che quel pazzo di Ivan ci ha presentati» Paul gli da una pacca affettuosa sulla spalla, mangiandosi con gli occhi tutta la panna e la glassa che ricoprono l’immenso dolce –Insomma, quando ti decidi a spegnere?».
Ringo tira fuori un accendino colorato – rigorosamente rosa – dalla tasca del cappotto, e una fiammella si accende sfrigolando. Sarà un bel daffare, con tutte quelle candeline, ma i loro stomaci borbottano e si rivoltano come calzini: non possono più aspettare.
John ha mangiato un misero muffin ai mirtilli, a pranzo, e gli altri tre non sono messi meglio. Con in sottofondo le note della chitarra di George, l’ultima fiammella si accende e venticinque luci brillano sulla torta – stai invecchiando, Lennon.
«Esprimi un desiderio!» gli grida Paul contorcendosi le mani, e gli altri due intonano l’ennesimo coro; sono stonati, anche loro, ma ora non importa.
Che desiderio esprimere?, era la cosa determinante in quel momento. La pace nel mondo? No, scontato.
I suoi occhi scattano all’accendino osceno di Ringo, che si diverte a far apparire e scomparire la fiamma in un veloce movimento di dita. E’ orribilmente rosa, insomma, non è adatto ad un musicista del suo calibro.
Desidero che Ringo compri un nuovo accendino.
Un soffio, simile ad una folata di vento, gli esce dalle labbra come un rantolo bruciato; i Beatles si esibiscono in un applauso, e le corde di una chitarra vibrano nel freddo pungente di ottobre. Londra continua a scorrere, fuori dalla finestra, con i suoi taxi gialli e le sue stelle smorte.
John sente tre paia di braccia stringerlo in un abbraccio affettuoso, e qualche frase sconnessa di Paul gli dipinge un sorriso sul volto – percepisce già la torta riempirgli la pancia.
«Buon compleanno, John!» esclamano, sanno che la notte è ancora lunga. Paul ficca le dita nella panna, Ringo fa scattare l’accendino e George accarezza la sua chitarra, ed è tutto incredibilmente perfetto.
Buon compleanno, John Lennon.

TANTI AUGURI JOHN!
Oddio, io sono emozionata. *_* Non solo perchè questa è la mia prima storia nel fandom, ma anche perchè... oddio, è il compleanno di John Lennon.
Il mio dio, l'uomo che papà mi faceva ascoltare quando ero in fasce.
Non so proprio cosa dire, se non che questa fanfiction mi piace, forse perchè l'ho scritta di getto o forse perchè ci ho messo tutto l'amore che provo per questo gran sognatore.
Cos'avresti potuto insegnarci, John, se avessi spento le settantuno candeline della tua torta?
Purtroppo non possiamo saperlo.
Questa storia è ambientata al suo venticinquesimo compleanno, cinque anni dall'inizio dei Beatles, 9 ottobre 1965. Beh, ora di anni ne ha compiuti settantuno, e ne è passato di tempo. <3
Mi dileguo così, in poche parole. Avrei voluto fare un bel discorso - ci sono anche dei fuochi d'artificio, qui da me, per lui <3 -, ma davvero non so cosa dire, ora che mi ritrovo davanti al foglio bianco. E' mezzanotte, precisa, e io pubblico questa storia.
Un omaggio per lui, John Lennon. Tanti auguri, give peace a chance!

P.S. L'accendino di Ringo è fighissimo. Le recensioni, anche critiche, sono sempre gradite. <3

Peace, love, Lennon. ☮