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Autore: Beads and Flowers    09/10/2011    2 recensioni
Una favoluccia scritta per parlare delle 'Grandi Domande' che si pongono gli uomini. Sono veramente così importanti?
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Glicine e la Mosca.
 
La Mosca ronzava svogliatamente attorno all’ Albero di Glicine, il quale meditava profondamente sul significato sulla vita. Molte erano le Domande che egli si poneva: perchè, quando, dove, chi?  Tutte Domande molto profonde e molto sciocche agli occhi di quella povera e semplice Mosca.
Il piccolo Insetto si posò stancamente su di un ramo del Glicine, il quale non la scacciò, non le parlò e non la considerò neanche minimamente. Così andava bene al Glicine e così andava bene alla Mosca, la quale doveva solo riposarsi un poco prima di riprendere la sua ricerca per del melone col prosciutto oppure un po’ di buon sterco fresco.
Stava per volare via, quando udì il Glicine meditare ad alta voce:
“ Oh, qualcuno mi dica, e mi dica ora: chi sono io? Chi mi ha creato? Da dove vengo? Dove vado? Perchè esisto? Perchè, un giorno, dovrò morire?”
La Mosca, divertita, disse al Glicine:
“Amico, come sei sfortunato! Tu, un Albero dalla grande bellezza e magnificenza, che nulla deve fare se non godersi la pioggia tra le proprie fronde e radici, che non dovrebe avere preoccupazioni se non quella del Vento che gira giocosamente attorno a se’, a cui tutto è provveduto ed a cui tutto è stato donato! Tu, proprio tu, perdi il tuo tempo con queste ridicole Domande che nessuno si pone se non quegli sciocchi degli umani!”
“Ma dimmi, o piccola Mosca, chi sei mai tu per dirmi questo? Non puoi certo sapere che gran gioia si prova a rispondere ad una delle Grandi Domande!”
“E tu lo sapresti? Hai mai risposto ad una delle Grandi Domande?”
“A dire il vero, no. Sono dell’ opione che per rispondere ad una Grande Domada occorre una Grande Risposta, ed ogni volta che provo ad elaborarne una perdo il filo del mio discorso e devo ricominciare da capo.”
“Io, per fortuna, non ho di questi problemi! Non ho mai riflettuto sulle Grandi Domande, non mi sono mai interessate particolarmente. Non credo che valgano la pena di essere risposte.”
“Ma davvero? E dimmi, dunque, come puoi dir questo, se non hai mai risposto ad una delle Domande? Come puoi esser sicura di quanto valga una loro Risposta?”
“Hai ragione, non ci avevo mai pensato! Allora ponimi queste tue Domande, e giudicherò io stessa del loro valore.”
Il Glicine, allora, pronunciò con un’ aria mistica la prima Grande Domanda:
“Chi sei?”
“Per Dio! Io sono una Mosca!”
“... Capisco... ma dimmi, chi ti ha creato?”
“Chi mi ha creato? Senza dubbio non qualcuno che odiava i ficcanaso!”
“Giusto, giusto... Ed allora, sai dirmi da dove vieni e dove andrai?”
“Be’, vengo da quella staccionata laggiù, dove mi ero fermato a parlare col mio collega Moscerino. Dove vado? Per il momento da nessuna parte, tuttavia credo che presto andrò alla ricerca di una buona fetta di melone col prosciutto.”
“Devo ammettere che combacia.  Ma dimmi soltanto dove andrai quando morirai!”
“Da nessuna parte davvero! Dovrò restarmene lì nella ragnatela, mentre il Ragno mi succhia via il sangue. Dove mai potrei andare? Vedi, queste tue Grandi Domande non hanno senso, lasciale perdere! Goditi la vita, lascia che il Vento giochi con te, che il Tempo passi e che il Muschio ti cresca sul tronco! Non tutti hanno abbastanza tempo per godere di queste cose come te!”
E, con questo, la Mosca volò via.
   
 
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