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Autore: Donixmadness    09/10/2011    4 recensioni
Questa è la mia prima fan fiction e spero che sappiate apprezzare lo stile dilettantesco. La storia si ispira all'episodio 12 della serie Naisho. E un mio proseguo frutto della fantasia. Buona lettura...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doremi Harukaze, Momoko Asuka, Tetsuya Kotake, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda giornata invernale, in realtà era da una settimana che stava nevicando e tutta la città era completamente imbiancata, sembrava avvolta da un lenzuolo che copriva tutto. E la stessa cosa si poteva dire del cielo, il quale era coperto da una coltre di nuvole grigie di tutte le sfumature . Era uno scudo d’argento che non lasciva passare alcun raggio di luce, ma da esso cadevano a intervalli , a volte brevi a volte lunghi, delle piccole goccioline d’acqua.  In realtà era acqua e neve, la quale quando raggiungeva il suolo non riusciva a mantenere la sua forma solida e si spargeva sulla superficie.
Quella stessa mattina, per i corridoi della scuola elementare di Misora,  correva una  ragazzina. Era in ritardo. Lei lo sapeva , oramai era abituata a fare tardi ma stavolta la maestra non credo che l’avrebbe fatta entrare. Con il carattere che ha ,poi! Figurarsi se l’avrebbe fatta entrare, però si era anche fatta firmare la giustificazione, perché non l’avrebbe fatta entrare?! Ha tanto di carta scritta!! Comunque non poteva perdere tempo a pensare a che cosa avrebbe detto o fatto la maestra, si doveva sbrigare e subito. Così discostandosi da questi pensieri, continuò a salire la rampa di scale. 
 E la prima fu fatta . Mancava ancora un’altra.              
<<  Ma perché devo fare questa faticaccia tutte le mattine !!! Rrrhhh … Due rampe di  scale!     Ma dico io, una non bastava??  >>  diceva tra sé e sé . Intanto con l’affanno , era in procinto di arrivare in aula .  Correva più che poteva , non era molto appassionata di sport, e fare una corsa del genere ogni mattina, per lei non era affatto oggetto di sfida. Però il suo ritardo era, per così dire, del tutto giustificato. Infatti  quella mattina non  era la solita era diversa.
Arrivò davanti all’aula. Ormai non poteva tirarsi più indietro, e se esitava i minuti di ritardo si sarebbero accumulati, perciò …
<< Come va , va >>                                                                                                      
Toc, toc.                                                                                                                             
–Si, avanti – rispose la maestra.                                                                                           
 La ragazzina entrò, con non troppa titubanza, guardo negli occhi la sua insegnate e inchinandosi disse: - Buongiorno, signorina Seki , mi scuso per il ritardo-.                        
Quando alzò lo sguardo, la ragazzina dai capelli magenta , rimase un po’ perplessa nel vedere la sua insegnate con un’espressione tra il sorpreso e l’incredulo.                        
–Ma … sei tu Doremi?- disse la donna , che solo adesso si era ripresa e stava convincendo se stessa che quella ragazzina era proprio Doremi.                                          
Infatti, prima di arrivare a scuola, Doremi aveva preso parte ad un triste evento: il funerale della piccola Nozomi. Ed è per questo motivo che si era presentata in classe  vestita di nero. Aveva un vestito nero che arrivava alle ginocchia. Si legava con una larga fascia nera che le cingeva la vita e anche metà addome, aveva le maniche lunghe e la scollatura  (ma non troppa) a V ,in quanto i lembi del vestito, che era aperto sul davanti, si incrociavano  e venivano legati grazie alla fascia nera. Le scarpe erano semplici e nere , se non lucide. La sua carnagione bianca esaltava sull’abbigliamento scuro e le dava per così dire un tocco di eleganza, soprattutto perché Doremì non era pratica nell’indossare vestiti. Nonostante fosse per un’occasione triste, bisognava ammettere che stava d’incanto.                                                                                                              
Guardava la sua insegnate con i suoi grandi occhi rosa scuro, con sfumature di magenta e con una live lucidità.Molto probabilmente aveva pianto. Nonostante aveva dato il suo consueto saluto con il suo solito modo di fare, il suo sguardo penetrante era avvolto da un velo di malinconia che trapelava dai suoi occhi lucidi. Gli occhi erano l’unica parte da cui non riusciva a nascondere le sue emozioni. Per quanto si sforzasse di essere felice allegra e sorridente, i suoi occhi la tradivano irrimediabilmente, ma non lasciavano trasparire in pienezza tutto il malumore che si celava dentro quella ragazzina.                                                                                       
Il suo viso angelico aveva lasciato di stucco tutti quanti.In particolare la cosa che faceva più scalpore era la sua cascata di capelli, che avevano sfumature infernali.Un colore davvero intenso raccolto in sottili fili, che le incorniciavano il viso dolce e delicato. I riflessi dei suoi capelli erano splendidi, sembravano sottili fili di rame che luccicavano e ogni suo singolo capello , sembrava contenesse del fuoco liquido , talmente erano rossi e lucenti oltre che lunghissimi, infatti le arrivavano sino alla vita.
-Signorina, c’è qualcosa che non va?                                                                              
-No, no … va tutto bene, tua madre mi ha già chiamato ed ha spiegato il motivo del tuo ritardo , perciò non devi preoccuparti.- disse la maestra tranquillizzandola, ma notando il suo alone di mestizia,che faceva scudo all’espressione spensierata che  di solito Doremi aveva.                                                                                                            
–Grazie , signorina Seki.-  disse lei inchinandosi per l’ennesima volta e quando si girò per tornare a posto , non poté  fare a meno di notare l’espressione basita dei suoi compagni ,
i quali avevano la mascella,non dico a terra ma quasi. Non avevano mai visto la loro compagna così , era completamente diversa. Loro l’avevano vista sempre con i suoi classici codini e la sua proverbiale goffaggine, mentre adesso era irriconoscibile.  Bé , in realtà non era cambiato molto in lei , perché non riusciva proprio a concepire il motivo di tanto stupore. Pertanto si diresse verso il suo banco , con gli occhi dei compagni puntati su di lei. Doremi era leggermente  imbarazzata e non sapeva che fare. Anche la sua compagna di banco, Mindy, non credeva ai suoi occhi, ma poi rammentò ciò che aveva fatto la sua amica prima delle lezioni.
-Bene, riprendiamo la lezione- esordì la signorina Seki.                                                  
Doremi era seduta al suo banco, e si stava passando una mano trai i capelli umidi, e intanto aveva già aperto il libro di matematica. Tutti la fissavano con la coda dell’occhio. La rossa era imbarazzata, si sentiva osservata e non sapeva proprio cosa fare. Così fece un bel respiro profondo e cercò di far finta di niente.                                   
–Ehi, psss … Doremi …- sottovoce la sua compagna di banco dai capelli biondi e il buffo accentò americano, la chiamò.                                                                               
–Mmm?                                                                                                                                 
-Quindi ci sei andata al funerale?                                                                                      
-Eh … si, poi ti racconto…                                                                                                       
-Ok …
Così finì la breve e segreta conversazione tra le due, e Doremi poté notare con piacere che gli sguardi dei suoi compagni si erano distaccati da lei.                            
<<  Meno male … >>, per un attimo aveva creduto che  avrebbero continuato a puntarle gli occhi addosso.  In realtà, non era vero  che tutti avevano smesso di guardarla, perché solo una persona era rimasta a fissarla con lo sguardo stupito e  incredulo allo stesso tempo. Erano bastati cinque minuti a sconvolgere il suo mondo. Aveva il viso leggermente imporporato, adesso, mentre quando la sua compagna aveva fatto il suo ingresso le sue guance erano a fuoco, e non sapeva proprio dove guardare. Così tanto, che in quel momento avrebbe preferito diventare cieco se avesse potuto. Ora continuava a guardare la sua compagna seduta dietro di lui,con la coda dell’occhio; senza farsi notare dalla maestra è chiaro.
Era inconcepibile che la ragazzina seduta dietro di lui, fosse proprio Doremi. Scosse la testa e cercò di non pensarci, ma era più forte di lui.                                            
Non l’aveva mai vista così diversa, così bella … e dei suoi capelli, ne vogliamo parlare? Non immaginava proprio che fossero così lunghi, credeva che ci fosse nata con i codini che portava sempre.  In pratica in cinque minuti, ma che dico in cinque secondi, al ragazzino dai capelli blu e gli occhi del medesimo colore, gli era caduto in testa la torre di Tokyo! Tuttavia, non gli era sfuggito lo sguardo inquieto della ragazzina , e si chiedeva che cosa avesse. Molto probabilmente il suo cambiamento esteriore poteva essere una conseguenza del suo tentativo di dissimulare tristezza. Ma ora non era il momento di sfasciarsi il cervello. Tutti quei pensieri gli facevano girare la testa, non era abituato. Intanto mentre era immerso nelle sue riflessioni, un ombra  malvagia si era avvicinata a lui. Testuya alzò impaurito lo sguardo, infatti si era accorto della presenza e con occhi socchiusi in segno di pietà fissava la figura e iniziò a balbettare:  
-Si..sign…signorina…Seki…-  L’aura della sua insegnate si face più intensa e mesta.        
–Allora, Testuya , posso sapere perché non hai risposto ai miei ripetuti richiami. Posso sapere per quale motivo sei distratto!?                                                                                      
-Mi … mi scusi, signorina. Non succederà più!!!!- si  affrettò a dire lui.                                   
–Visto che sei così intelligente da non rispondere alla mia domanda, vuol dire che per te sarà facile risolvere questo problema di matematica, ehhh?                                        
-Ma … ma , signorina , io…                                                                                                    
-Niente ma , alla lavagna!!!
Così  come un cane bastonato, perseguitato dalla sfortuna, il piccolo calciatore si diresse alla lavagna sotto gli sguardi e le risatine divertite  dei suoi compagni.   Mindy rideva sotto i baffi, Reika lo guardava con aria di superiorità, mentre Doremi aveva un bel punto interrogativo sulla testa. Non capiva proprio, come avesse fatto a farsi beccare così facilmente.
<< Sempre il solito moccioso, non cambierà mai!>> pensò rassegnata, ignorando il motivo della sua “distrazione”. Così mentre il poveretto era alla lavagna  a cercare di risolvere un problema, la ragazzina dai capelli magenta seduta dietro di lui, rivolse il suo sguardo alla finestra accanto a lei, e si immerse completamente nei suoi pensieri.
  
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