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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    10/10/2011    7 recensioni
[Partecipante e QUARTA Classificata al Pair520 Contest][RoyEdDay]
2005, Edward Elric compie 100 anni, da qualche parte nel mondo.
Ambientata dopo la fine dell’OAV “Kids”, ho voluto rappresentare i sentimenti di un Ed centenario. Perché comunque il vero amore non conosce barriere, neppure quelle dei Portali Alchemici.
BUON ROYED DAY A TUTTI!
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Sorpresa | Coppie: Roy/Ed
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il Vecchio e il Bambino

 

Autore: SHUN DI ANDROMEDA/KungFuCharlie

 

Tema Scelto: E io ti ringrazio d'avermi portato qui, per avermi mostrato Casa, per aver cantato queste lacrime. Finalmente ho scoperto che appartengo a questo posto.

Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale.

 

Avvertimenti: ShonenAi, OneShot

 

Personaggi: Edward Elric, lil’Roy Mustang, un po’ tutti

 

Pairing: RoyEd

 

Presentazione Alla Fanfiction: Ambientata dopo la fine dell’OAV “Kids”, ho voluto rappresentare i sentimenti di un Ed centenario. Perché comunque il vero amore non conosce barriere, neppure quelle dei Portali Alchemici.

 

§§§

 

IL VECCHIO E IL BAMBINO

 

 

2005, Edward Elric compie 100 anni, da qualche parte nel mondo.

 

Fuori in strada c’è la confusione solita della città moderna mentre ti incammini lungo la strada trafficata con la mente immersa nei tuoi pensieri: i bambini sono tornati a casa ormai da ore, dopo averti portato il loro regalo di compleanno.

Sono forse la cosa più preziosa che hai, i tuoi nipotini, l’unica che lega tu e tuo fratello a quel mondo lontano, nel tempo e nello spazio, che è Amestris.

Cento anni…

Hai trascorso più di ottant’anni in questo mondo e tutto ciò che in questo giorno riesci a provare è la nostalgia per chi hai lasciato indietro, per chi hai perso: ti senti idiota a provare certi sentimenti però sei conscio del fatto che è questa la realtà delle cose.

Per quanto tu sia cresciuto e, forse, maturato, non riuscirai mai a sentirti veramente a casa in questo mondo, che la nostalgia ti farà sempre pizzicare gli occhi ogni volta che il tuo sguardo si poserà su un viso familiare che non può riconoscerti perché non ti ha mai conosciuto ma che tu ricorderai per sempre come il volto di una persona a te carissima.

È successo così tante volte…

In Germania, con Hughes…

In America con il team di scienziati con cui hai lavorato… Ricordi ancora quando nel laboratorio entrò quel cucciolo di labrador, sfuggito alla figlia di uno dei tuoi colleghi, e prese ad abbaiare correndo dietro al povero Breda…

Quel giorno in Francia in cui andasti a sbattere contro una turista con le sembianze di Riza…

Sull’aereo che da New York ti avrebbe portato in Italia, dove aiutasti una Sheska in miniatura a recuperare gli occhiali…

Ormai non riesci più a ricordarli coi loro gradi: gli anni sono trascorsi, forse non ci saranno nemmeno più e a te piace ricordarli come i vecchi e carissimi amici che sono rimasti in vita nel tuo cuore; però, di tutte le persone che hai incontrato nella tua vita, una sola manca all’appello in quel mondo.

Non l’hai mai più vista, benché sia forse quella di cui più di tutte serbi il ricordo nel cuore, un ricordo sfumato della tenerezza dell’amore che un tempo, quando eri solo un ragazzino, provasti per lui: e basterebbe solo vederla, anche solo per un attimo, e forse ti sentiresti più tranquillo e questo compleanno, il tuo sacrifico, avrebbe un senso.

Perché sei sicuro che nessuno abbia dimenticato la tua scelta, pur se discutibile, soprattutto lui.

Ricordi il suo sguardo pieno di amore e aspettativa quando i vostri occhi si sono incontrati di nuovo, lassù in mezzo al fuoco alchemico, nel cuore della battaglia: è corso in aiuto tuo e di Al nel momento più drammatico, e ti ha lasciato andare pur sapendo che di sicuro non vi sareste più rivisti.

Non un bacio, non un abbraccio.

Solo lo sguardo di due anime forti che devono salutarsi per sempre.

Da allora, non ti sei più sentito a casa in alcun posto.

Hai viaggiato tanto, Al ha sempre saputo il perché di questo tuo continuo girovagare per il mondo, ma ti è sempre stato accanto, senza fare domande, supportandoti con entusiasmo e accompagnandoti in ogni città e paese: i primi amori, lui ha trovato presto una moglie, eppure tu non sei mai riuscito ad amare una donna.

Sempre quella malinconia, quella nostalgia a strapparti l’anima e a spingerti a scappare via per non legarti a qualcuno.

E intanto, la tua famiglia si allargava: i primi bambini in giro per casa, gli anni della scuola e la maturità… Nuovi amori e nuovi matrimoni hanno continuato a scandire il tempo e ti sei trovato improvvisamente vecchio senza rendertene effettivamente conto, così simile a tuo padre che Al, quando tornasti da uno dei tuoi viaggi, a malapena ti riconosceva.

Ma senza più vedere Roy Mustang in nessun angolo di quel nuovo mondo.

Con un sospiro, smetti di pensare e riprendi la tua passeggiata.

Sei arrivato nel grande parco senza neppure essertene accorto e il tuo sguardo, improvvisamente, si ferma su un gruppo di bambini impegnati a rincorrersi nel prato, e in particolare su uno di essi, dai folti capelli neri e l’aria strafottente: smetti di respirare, riconosceresti dovunque quell’espressione.

Quanto può essere buffo e imprevedibile il destino, vero, Edward Elric?

Dopo ottantadue anni, senti come se il tuo cuore sia tornato da te, pur se in versione mignon!

Lo guardi giocare e ridere con gli amici di sempre, anche in quel mondo le cose non sono cambiate: Fury e Falman che corrono, Breda che gioca a scacchi con un piccolo Jean dalla salopette stropicciata e infine Roy Mustang che insegue quello che, inconfondibilmente, non può essere altri che Maes Hughes.

Sei talmente preso dall’osservarli che non ti accorgi che un calcio del piccolo Falman ha lanciato il pallone nella tua direzione.

Te ne rendi conto solo quando ti becca in pieno in testa.

Ruzzoli a terra lamentandoti di dolore e sei quasi sul punto di rimangiarti tutto quello che hai pensato fino a quel momento: non ti mancano più!

“Scusi, signore, non volevamo farle del male.”.

Una voce inconfondibile, pur se bambina, ti fa alzare di scatto gli occhi, che s’incontrano con due pupille dai riflessi d’ebano e un cespuglio di ciuffi corvini; il piccolo Roy ti è accucciato davanti, guardandoti con curiosità e preoccupazione: “Non si è fatto nulla, vero?” ti chiede, allungando una manina ad accarezzarti la fronte dove la palla ti ha colpito in pieno.

Non puoi fare a meno di arrossire sotto la barba.

“S-Sto benissimo! Ero solo sovrappensiero e non ho fatto caso a voi.” Non sei per nulla in grado di mentire, lo sai?

E credo che anche quella miniatura del Flame Alchemist se ne sia accorta.

Ti aiuta a rimetterti in piedi mentre, alle sue spalle, il gioco ricomincia: “Non torni a giocare?” chiedi con ingenuità, ma lui scuote la testa, “Cercavo una scusa per andarmene, in realtà.” ammette, “È da un po’ che ci osservava, e mi chiedevo perché.” ti dice, accompagnandoti presso un chiosco per farsi dare del ghiaccio.

E mentre siete seduti su una panchina, tu non sai più cosa pensare né cosa rispondere.

Senti solo un gran calore spandersi all’altezza del cuore per tutto il corpo: “Stavo pensando che voi mi ricordate tanto degli amici di quando ero ragazzo.” riesci a rispondergli, alzando lo sguardo al cielo, “Sono passati un bel po’ di anni.”.

Lui ti punta addosso i grandi occhi scuri: “E gli voleva bene? Perché noi ci vogliamo bene, anche se a volte mi fanno arrabbiare.”.

Le sue parole ti strappano un sorriso pieno di malinconia mentre lo abbracci: “Una di queste persone ti somigliava tantissimo, sai? Come aspetto, soprattutto…”.

“Ed era importante per lei?”

“Era la persona che amavo.”

Il piccolino sgrana gli occhi e ti afferra per le spalle robuste mentre sussulti, sperando che non si accorga dell’automail sotto la stoffa della giacca: “E perché non siete assieme? Non la ama più?” la sua voce assume quasi un tono di panico e tu non capisci come mai, però qualcosa nel suo sguardo ti crepa il cuore.

Allunghi una mano ad accarezzargli la testa: “Al contrario, solo che…” ma lui ti interrompe senza pietà, apostrofandoti con quell’aria saccente che tanto ti faceva incazzare nella sua controparte adulta, “Allora dovete stare assieme, punto.  Mamma mi ha insegnato che ogni posto può essere casa se sei con le persone che ami.”.

Quelle parole decise scatenano in te una marea infinita di ricordi, il primo tra tutti è il Quartier Generale dell’Est, col cortile battuto dalla pioggia spesso violenta e improvvisa: ma se da fuori sembra forse il posto più triste del mondo, non è così all’interno.

Ti ricordi, Edward?

Quelle mura ti hanno visto crescere, come Alchimista e come uomo, è sempre stata la casa a cui tornare, perché sapevi che Mustang ti avrebbe aspettato, pronto a sfotterti senza pietà ma anche a sostenerti e a darti conforto e amore.

Per un attimo, il parco che ti circonda sfuma nella nebbia dei ricordi, prendendo le sembianze del cortile interno del Quartier Generale…

Il primo bacio…

Le labbra bollenti…

Le lacrime e i sorrisi…

“Signore, si sente bene?”

Non devi neppure aprire gli occhi, sai bene che quel piccolo Roy è talmente simile a quello che hai conosciuto tu da darti quasi l’illusione che, tenendo le palpebre abbassate, lui sia lì al tuo fianco, in quel mondo che, finalmente, riesci quasi a riconoscere come “giusto dove stare”.

“Vai a giocare, ora.” La tua voce suona gentile come quando parli ai tuoi nipotini, quello scricciolo avrà più o meno la loro età: “Io… Io sto bene… Grazie.”.

E mentre lo senti alzarsi per raggiungere gli amichetti, senti che finalmente il cerchio si è chiuso, mentre ti rivedi stretto a Roy, bilanciandoti sulla punta dei piedi, lo stesso giorno in cui hai avuto il coraggio di rivelargli ciò che provavi.

Hai sempre pensato che fosse stata colpa - o forse merito - mio il vostro incontro ma, ehi, io non c’entro assolutamente nulla! Il Destino è mio fratello, io sono semplicemente la Vita!

E mentre sorrido, prima di lasciarti, non posso fare a meno di ricordare quelle poche, intense parole che gli sussurrasti all’orecchio, in quel giorno pieno di sole che sembra essere così lontano nel tempo, quando finalmente comprendesti ciò che quel bambino ti ha ricordato oggi.

Il significato di casa.

Una casa che oggi hai ritrovato, e questa volta per sempre.

E io ti ringrazio d'avermi portato qui, per avermi mostrato Casa, per aver cantato queste lacrime. Finalmente ho scoperto che appartengo a questo posto.

 

QUARTA CLASSIFICATA
Il vecchio e il bambino di Shun di Andromeda

Correttezza grammatico-morfo-sintattica: 9.5
Stile: 9
Caratterizzazioni: 9
Originalità: 10
Rispetto del tema: 10
Gradimento personale: 10
Totale 57.5/60

PREMI SPECIALI: Premio Miglior Future-Fiction, Edward Side.

Non so perché ma è stata un'idea gettonata in questo concorso trasportare il RoyEd in età senile, devo dire che all'inizio l'idea mi inquietava ma... l'ho amata alla fine.

Tra l'altro tu e LadyKokatorimon -che avete scritto su questa tipologia- non avete fatto nulla di simile ma... avete scritto delle storie che possono essere sorelle: tu hai scritto di Ed, lei di Roy, una coincidenza incredibile e adorabile perché davvero potrebbero essere l'una il B-Side dell'altra, vi consiglierei quasi di pubblicarle in una raccolta unica di due capitoli.

Veniamo a noi comunque! L'OAV Kids è struggente nella sua apparenza allegra, nel suo silenzio accompagnato solo da dolce musica,perché il finale è in un certo senso sconvolgente e lascia con mille domande più o meno spiacevoli ma allo stesso tempo -io almeno voglio vederla così- fa sembrare che il ciclo della vita è continuo, si muore per rinascere e-chissà- magari in un tempo e un luogo diversi Roy e Ed potranno rincontrarsi e stavolta non sfiorarsi ma amarsi davvero. Troppo sdolcinata la mia tesi?

Veniamo alla storia, con un narratore d'eccezione: la vita! Scoprire la sua identità è stata una vera sorpresa, anche se il suo insinuarsi nella narrazione in certi punti era fastidioso,formava delle frasi strane, ma alla fine era un fastidio dello spessore di un ronzio perché ero presa dalla storia, da questo Ed che inquieto cercava l'immagine del suo amato; me lo sono immaginato con Al-che dolce!- vagare per il mondo in questo viaggio sia concreto che spirituale, un viaggio romantico in cui più che alla ricerca di Roy era alla ricerca di se stesso, della pace, e una volta che li avrebbe trovati avrebbe finalmente potuto sentirsi parte della Terra,come se non potesse accettare di vivere in un mondo senza un Roy Mustang, magari questa non era tua intenzione ma non ho potuto fare a meno di pensarlo.

Il piccolo Roy mi ha fatto tanta tenerezza anche se, perdona la mia indelicatezza, ma in quel momento -che doveva esser commovente- io ho iniziato a ridere vedendo un Pedo!Ed e, se fossi stata quel ragazzino dopo essermi sentita dire che la persona che quel vecchietto amava era identica a me, io sarei scappata dopo avergli dato almeno un calcio. Perdonami, non vorrei aver mancato di tatto ma non potevo che esternare questo pensiero, d'altronde almeno alleggerisce l'atmosfera ANGST.

E in conclusione la vita di Ed giunge alla sua fine, spira via,finalmente come liberata e in pace, in un momento che sembra commovente ma io l'ho trovato più che altro sereno e gioioso, non potrei immaginare un Ed che muore triste con tanta amarezza, deve almeno in quel momento essere felice della sua vita che in fondo è straordinaria e... lui non è solo parte di quel mondo, dal mio punto di vista 'casa'può essere tutto l'universo, tutta la vita, se si è in pace con se stessi ma, come ho detto sopra, mi piace anche pensare che alla fine Ed ha potuto accettare anche la Terra come casa; avere più interpretazioni secondo me è un fattore positivo, significa che il lavoro è complesso è... arte; arte però che dovresti rileggere perché ho trovato delle imprecisioni, delle frasi che non mi convincevano, nulla di grave, ma qualcosa di tanto bello merita di essere trattato con i guanti.
 

   
 
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