Fumetti/Cartoni europei > Dylan Dog
Ricorda la storia  |      
Autore: Bloch    10/10/2011    1 recensioni
Dylan si era sempre trovato ad avere a che fare con demoni, fantasmi, zombie, ma qualsivoglia tipologia di essere maligno non lo aveva mai messo in crisi come stavolta...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dylan Dog, Groucho
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Autore: Bloch

Titolo: La quarta faccia della medaglia

Personaggi : Dylan Dog        Nominati: Groucho, Peter , Frances, Ispettore Rachel Stone.

Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste.

Rating: Verde

Note dell’autore: Oneshot ambientata alla fine dell'albo N° 179 "La terza faccia della medaglia", che si propone di offrire una visione introspettiva di Dylan al termine delle vicende originali.

Introduzione: Dylan si era sempre trovato ad avere a che fare con demoni, fantasmi, zombie, ma qualsivoglia tipologia di essere maligno non lo aveva mai messo in crisi come stavolta...

 

La quarta faccia della medaglia



Era una mattina come tante altre a Craven Road, la pioggia faceva da cornice ad una Londra appena sveglia, il tintinnio insistente delle gocce sui vetri prospettava la classica giornata uggiosa londinese. Neanche l'insonnia di Dylan era ormai una novità, aveva passato la notte a smontare e rimontare il suo fido galeone in bottiglia, l'intrecciarsi dei suoi pensieri non lo distraeva minimamente da quella che era diventata un'operazione meccanica nei suoi consueti momenti di riflessione.

Più che di semplici pensieri stavolta si trattava di un agghiacciante mix di sensi di colpa e rimorsi, in fondo si era sempre trovato ad avere a che fare con demoni, fantasmi, zombie, ma qualsivoglia tipologia di essere maligno non lo aveva mai messo in crisi come stavolta. Con la coda dell'occhio scorse la sagoma di Groucho che barcollante stava accingendosi ad iniziare la propria giornata condendola con una delle sue freddure mattutine. Dylan rimase impassibile, pensò che un buon metodo per limitare la sua vena pseudo-umoristica fosse mettersi a suonare uno dei deprimenti motivi al clarinetto che accompagnavano le sue agonie, ma non fu così. Senza proferire alcuna parola si alzo e uscì lasciando la porta spalancata, persino il suo bizzarro coinquilino restò esterrefatto dinnanzi alla repentinità di quel gesto.

La pioggia era sempre più copiosa, ogni singola goccia insisteva sui capelli di Dylan per poi scivolare fulminea sul suo viso corrucciato, andando così a nascondere le poche lacrime che sfuggivano ai suoi tentativi di opposizione. Le parole di Peter riecheggiavano nella sua mente, forse era vero che scrutando l'abisso questo scruterà dentro di te, forse era per questo motivo che quella storia come nessun'altra aveva lasciato un vuoto nella sua anima. Dall'altro lato, il sentimento che era nato nei confronti di Frances, schiacciava ogni senso di colpa per il suo comportamento riprovevole, era strano persino per un indagatore dell'incubo arrivare a giustificare la follia di una donna omicida, ma ormai non c'era più niente di scontato: i suoi pensieri, pur propagandosi nella sua mente avevano ben poco di razionale. Capì che era vera anche per lui la paura di vedere la terza faccia della medaglia, forse il metodo Stanislavskij, tanto caro a Peter, poteva aiutarlo a dare un senso logico alla cosa, tuttavia non era quello il tassello mancante.

Avvicinandosi alla tomba dei due ex coniugi si chiese perchè aveva camminato fino a quel luogo, Groucho in questi casi avrebbe detto che solo il clima londinese poteva peggiorare la tristezza di un cimitero, in realtà niente di materiale poteva raffigurare il malessere che Dylan portava dentro di se.

Rimase immobile, incerto sul da farsi, quasi paralizzato. Ripercorse in pochi attimi le decine di giorni precedenti: dal bacio sulle scale alla confessione nel vicolo, dalle prime allucinazioni di Peter alla consegna del nastro in fin di vita. Fu la prorompenza di un fulmine ad illuminare sia materialmente che metaforicamente lo scorrere dei suoi ricordi. Gli tornò in mente l'incontro con Rachel, capì che si era focalizzato sul momento sbagliato di quel breve dialogo, non era la preoccupazione tra colleghi ad essere rilevante, ma quello che il detective Stone aveva aggiunto dopo.

 Aveva ragione Nietzsche, non puoi combattere i mostri non essendo uno di loro, probabilmente era quella paura che aveva spinto le sue gambe lungo tutta la strada, probabilmente era quel timore che lo teneva in bilico su quella faccenda. Non sapeva se ne fosse valsa la pena, si chiedeva se non fosse stato il caso di rifiutare il tutto fin dall'inizio, come il suo quinto senso e mezzo gli suggeriva. Non voleva essere un mostro, non voleva che la sua indole buona fosse contaminata dall'orrore. Ma anche stavolta come tante altre era troppo tardi, in fondo quelli erano i suoi rischi, il suo mestiere, la sua vita... E forse chissà, presto una Londra soleggiata lo avrebbe aiutato a voltare pagina.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Dylan Dog / Vai alla pagina dell'autore: Bloch