L'estate sembrava scivolare dai nostri giorni. Ogni secondo l'aria pareva riempirsi di profumi autunnali. E osservando questo fenomeno, me ne stavo seduta, disegnando un paesaggio sotto gli ultimi raggi di sole. La mia mente, la mia immaginazione, vagavano senza sosta nei pensieri che agli occhi degli altri cercavo di nascondere. Pensavo a lui, a tutti i momenti passati insieme, a tutti i nostri sguardi, carichi di un significato indecifrabile ad occhi estranei. Significato che nemmeno io credo di avere mai compreso appieno.
La matita disegnava guidata dalla mia mano distratta, e continuava a tracciare il suo nome, quasi fosse una preghiera.
Era passato un anno dall' ultima volta che ci eravamo visti; certo ognuno di noi era impegnato da impieghi diversi, ma non c'era giorno in cui questo fatto non mi pesasse.
Fu allora probabilmente che presi sonno, cullata dai raggi caldi del sole. Mi immersi in un sogno strano, probabilmente dettato da quelli che erano stati i miei precedenti pensieri.
Come nella realtà ero a casa, intenta a disegnare. Doveva essere quasi mezzogiorno, a giudicare dal borbottio proveniente dal mio stomaco e come d'abitudine, il frigorifero era semivuoto.
All'improvviso sentii suonare il campanello, e una volta aperta la porta, me lo trovai davanti (nel sogno probabilmente eravamo ancora buoni amici, che si frequentavano ogni tanto perlomeno): "Ciao! eclamò "sono passato per portarti le foto che volevi far sviluppare" e concluse la frase con uno dei suoi sorrisi mozzafiato. "Che bello vederti, grazie!" sorrisi "Certo entra pure!" Lo invitai con il cuore che raddoppiava i battiti. Lo feci accomodare in salotto, mentre preparavo un caffè. Parlammo del più e del meno, quando ad un certo punto:"Cavolo che fame" si lamentò.
"Eih ho un' idea! Perchè non ti fermi a mangiare da me? Dai in fondo hai fatto un viaggio lungo e  poi a me fa piacere che è tanto che non parliamo un pò!" lo implorai "Non lo so... non vorrei creare disturbo..." cominciò Rupert "Ma quale disturbo, avanti!" "Ok dai allora va bene ma dopo ti lascio stare che avrai sicuramente mille cose da fare" e mi persi di nuovo nei suoi occhi. "é il tuo migliore amico ed ex collega" continuavo a ripetermi.
Cominciai cosi a preparare il tavolo e a mettere sul fuoco le poche cose commestibili che avevo trovato nella dispensa.
Dopo un pò di tempo in cui chiacchierammo e ci aggiornammo sulle novità, Rupert si avvicinò al piano cottura e si offrì di darmi una mano. Desiderosa com'ero che non si annoiasse, acconsentii e in un certo senso me ne pentii.
La cucina non era decisamente il suo forte: cominciò a combinare un disastro dopo l'altro e, in poco tempo fummo sopraffatti da risate incontrollabili. Non guastò neppure il fatto che cominciò a rincorrermi per la casa e a farmi il solletico.
Era bello... sembravamo tornati bambini, quando sul set non la smettevamo mai di farci scherzi a vicenda.
Riuscì a gettarmi sul letto e subito non mi accorsi della posizione che avevamo assunto, cosi aggrovigliati, e di quanto questo mi permettesse di starti vicino. Appiccicata.
Arrossii, ma feci di tutto per mascherare il mio imbarazzo. Non volevo rovinare questo momento cosi spensierato, perciò dissi con fare giocoso :" Allora schef? Sarebbe cosi gentile da elencarmi i piatti del menù?" Lui rise e rispose, ancora ansante dalla corsa " Ok bene... emh vediamo...abbiamo sugo di pomodori leggermente bruciacchiato, della pasta scotta e della carne quasi cruda" Ogni pietanza era intervallata dalle risa di entrambi. "Mmm...e la specialità della casa?" Sentii le sue braccia, ancora strette attorno a me, irrigidirsi quasi impercettibilmente. "Beh come specialità abbiamo un bacio" "Come scusa?" sicura di non avere afferrato bene le sue parole. "Un bacio!" ripetè lui con tono leggero "E' una nuova ricetta, ma se la desidera, signorina, è necessario che lei chiuda gli occhi, non posso mostrare a nessuno i suoi ingredienti segreti" Chiusi gli occhi, preparandomi ad un altro degli scherzi di Rupert, ma nessuna burla avvenne. Le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie, con fare dolce, nulla di prepotente o troppo desideroso. Fui io ad approfondire il contatto, mantenedo le labbra tese in un sorriso. "Prendo tutte le porzioni che avete di questo bacio"
Rimanemmo in quella morsa per un periodo di tempo che non saprei descrivere, e nessuno si preoccupò più del pranzo.