NAMES never
mattered to him before.
Quattordicesimo.
Per Lavi
è un nome vuoto, senza senso.
Questo
non dovrebbe sorprenderlo: d'altronde lui è un Bookman,
nemmeno il proprio nome
ha significato.
Ma
è con
orrore che si accorge di aver dimenticato il suo scopo, la sua
funzione. E di
aver attribuito troppa importanza al nome “Allen”.
Stringe
l’occhio, deglutendo a vuoto.
Irrimediabilmente
prigioniero di quello stupido nome, che non è più
semplice inchiostro.
Definitivamente
perso nella fine ragnatela tessuta da un ragno di carta.
- Allen –
Allen si
gira, sorride, e il cuore che non dovrebbe essere
di Lavi si stringe
dolorosamente. Lavi si avvicina a lui, tanto che Allen è
costretto ad inclinare
indietro la testa, per guardarlo in viso.
- Lavi? –
Ed il
respiro si blocca in gola, lasciandolo senza fiato, quando lui lo
chiama con
fare perplesso, inarcando un sopracciglio.
Anche
“
Lavi” è destinato a scomparire, e questo
l’ha sempre saputo. Ma.. “Allen” no. Non
può permettere che “Allen” sparisca,
portandosi via anche il cuore che non
dovrebbe avere.
Lo
abbraccia, affondando il volto nei suoi capelli bianchi.
Allen
mugola sorpreso, fa per parlare, ma Lavi lo stringe di più e
lo batte sul
tempo.
- Allen
– dice con voce rotta – non sparire. –
NdA
*musichetta da film horror*
Occheeeei,
eccomi tornata con
l’ennesima Laven deprimente.
Sul serio,
cosa c’è che non
va in me? Perché non riesco a scrivere
qualcosa di allegro?
Buh. Boh.
Bah.
Double
drabble, duecento parole
precise (titolo escluso).
Owowow, vado
a sotterrarmi.
Adieu
<3
_
L a l a