Prima Malec, primo tentativo
nel fandom – che volevo brutalmente attaccare con
qualcosa su William de “Le Origini – L’Angelo”, ma tant’è.
Si colloca idealmente nella festa a fine di “Città di Vetro”, mentre il
riferimento al Vampiro donna si coglie più facilmente se con presa visione de “Le
Origini”, ma può essere anche godibile in caso contrario, non essendoci nomi
specifici.
Per AcchanBaka (cinque anni e non sentirli, Bane! Auguri!) <3
Magnus Bane poteva vantare, con un certo orgoglio a
dirla tutta, di aver frequentato nella sua lunga vita ogni tipo di Nascosto
possibile e di avere la fortuna – o la faccia tosta necessaria perché ciò
accadesse – di mantenere generalmente dei buoni rapporti con ognuno di essi.
Naturalmente, aveva delle specie “predilette”, per così dire, ma gli affari
erano affari e come dicevano i mondani: di necessità si fa virtù.
Aveva avuto modo di osservare i difetti e i pregi di ognuno di loro, come
potessero essere utili o rivelarsi delle spine nel fianco; non avrebbe mai dovuto ignorare l’istinto che gli
suggeriva che quel Figlio della Notte – Raphael –
fosse una vera piaga.
Il campanello d’allarme era suonato quando lo aveva visto avvicinarsi ad Alec,
e no, non era stata una questione di gelosia; che – a proposito di quest’ultima
– era esattamente ciò che era stato violentemente scatenato nel giovane Lightwood.
Bene inteso: Magnus Bane non osava certo lamentarsi
del broncio del maggiore dei Lightwood, che trovava
assolutamente adorabile. Né avrebbe potuto affermare di non gongolare
vergognosamente nel notare quanto Alec fosse geloso di lui, il che significava
naturalmente che il Cacciatore era piuttosto cotto della sua persona, cosa che
lo lusingava.
Ma non gli piaceva che Alec non lo guardasse – non era certo che fosse solo per
sentimentalismo e non dovuto anche ad una sfumatura di egocentrismo – e quando
la cosa si protraeva per ore, cominciava
a perdere di attrattiva; le due del mattino, e lui stava ancora aspettando che
Isabelle Lightwood uscisse dalla stanza di suo
fratello e andasse a renderlo partecipe delle intenzioni di Alexander.
Dopotutto a Magnus serviva solo sapere di poter entrare dalla porta come una
persona matura avrebbe concesso, o di doverlo fare dalla finestra. Non era così
difficile, suvvia.
Il momento in cui aveva etichettato Raphael
come una pettegola era stato quando,
dopo dieci abbondanti minuti di “cosa c’è Alec?”, “è successo qualcosa Alec?”,
aveva finalmente ottenuto la risposta che meno di tutte si aspettava e che
soprattutto nessun altro se non un Figlio della Notte avrebbe potuto riportare
al Nephilim.
E su cui discutevano come una vecchia coppia di coniugi in quel momento.
«Quindi sei stato con un Vampiro.»
«Una Alec, era una donna. E ad ogni modo non solo que-»
evitò di concludere, il cipiglio di Alexander non pareva incline alla battuta: «Non
che io non adori la tua gelosia, dolcezza, ma davvero, non dovresti lasciarti
prendere così facilmente in giro da Raphael.»
«Ma ci sei stato.» si impuntò Alec
per l’ennesima volta.
Magnus Bane non era mai stato l’emblema della
pazienza; reputò assolutamente corretto intrappolare Alec tra sé e il muro e
parlargli a ben poca distanza dalle labbra.
«Ma ora sto con te.»
«Ma non sono un Vampiro. Nemmeno attento al tuo collo.»
«Oh» finse sorpresa «ma puoi mordermi da qualche altra parte, sai?» insinuò
maliziosamente.
«Bane.»
pronunciò Alec con eloquenza e un po’ di sdegno (misto ad imbarazzo) che si
persero chissà dove – probabilmente sulle labbra dello Stregone.
Mai una volta che l’avesse vinta, con Magnus.