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Autore: Medea00    11/10/2011    13 recensioni
Tratto dal capitolo uno:
“Rachel!” Sbottò Kurt, una volta che era riuscita ad acciuffarla. “Ti vuoi calmare!? Sembri una teenager ad un concerto di Justin Bieber!”
“O Kurt ad una svendita di Prada.” Sussurrò Blaine con un sorrisetto che fu subito eliminato dalla faccia della terra tramite un’occhiata omicida del marito.
“Kurt, Blaine, è...mi dispiace tanto, ho provato a fermarla, ma io...”
“Come?” Adesso anche Blaine si era fatto serio, avvicinandosi alla ragazza.
“Io...è fuggita..”
I due ragazzi, cominciando ad intuire il soggetto del problema, sbiancarono di colpo.
“Un momento...” Blaine cercò disperatamente di ottenere una smentita alle sue terribili supposizioni. “Chi è che sarebbe fuggito?”
“Ma come chi!? Vostra figlia!”
Elizabeth Hummel-Anderson.
La loro unica, preziosissima figlia.
Fuggita.

-- Future-fic; Daddy!Klaine + a little Finchel; Raccolta
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una quasi-bella giornata.

 
Era una bella giornata.
Il sole era alto, in cielo non c’era nemmeno l’ombra di una nuvola, l’aria era adornata da una soffusa e piacevole musica di sottofondo e a distanza di metri si poteva ancora sentire il profumo dello zucchero filato del bancone accanto all’entrata.
Kurt si guardava intorno, ed era felice.
Non avrebbe mai pensato di poter ottenere così tanta felicità, dopo quegli angusti anni del liceo. Ma quei tempi di lacrime e sofferenza erano finalmente, assolutamente, passati. Perchè adesso stringeva forte la mano di Blaine, e lui sembrava così bello nella sua giacca di Mark Jacobs, così sereno, e così perfetto, con quella piccola fede al dito, che Kurt dovette fare uno sforzo per convincersi di essere nel mondo reale, e non in qualche sua rosea fantasia.
E per quanto riguardava Blaine, da anni passava le notti senza sognare niente, ma non se ne rammaricava: dopotutto, nessun sogno poteva essere migliore di quello che viveva ogni giorno.
“Blaine?”
Il ragazzo si voltò verso di lui con un gesto automatico; com’era solito fare da diversi anni, ormai.
Kurt lo guardò. E in quel momento, entrambi seppero già cosa stava per dire.
“Ti amo.”
Lo disse come se fosse una cosa ovvia; come quella prima volta al Lima Bean, quando loro avevano solo sedici anni, e sapevano poco o niente del mondo, del loro futuro.
E adesso, erano lì.
Il sorriso del moro si distese un pochino, in quel modo amorevole che rivolgeva solo a suo marito. Ma Kurt, per un attimo, un breve, ma fatale attimo, riuscì a leggerci anche un pizzico di ironia.
“Dopo tutto questo tempo?”
Roteò gli occhi al cielo, perchè non poteva davvero aver inserito una frase di Harry Potter, non in un contesto simile, non con quello sguardo scintillante che sembrava dire “ti prego dillo ti prego dillo ti prego dillo”.
“...Sempre.” Mormorò, sconsolato, e un istante dopo Blaine lo aveva abbracciato entusiasta. (*)
“A volte non sembri cresciuto di una virgola”, commentò, e prima che l’altro ragazzo potesse rispondere, si soffermò a squadrarlo dall’alto in basso emettendo un ghigno divertito.
“Beh, a guardarti bene, è proprio così!”
“Non sei simpatico.” Canzonò Blaine, sbuffando per la sua maledetta altezza. Perchè Kurt era cresciuto di quasi dieci centimetri, e lui di appena due!?
L’altro ridacchiò, per poi baciargli dolcemente una guancia.
Si scambiarono un’occhiata, quelle occhiate che dicevano tutto e niente, e con un sorriso reciproco si avvicinarono l’uno all’altro, le mani intrecciate, i respiri che si facevano più corti, la distanza che divideva le loro labbra sempre più breve...
“KURT!!”
Ed ecco che arrivava Rachel. 
I due ragazzi sperarono seriamente che non ci fossero paparazzi in giro, perchè altrimenti avrebero visto la grande diva di Broadway, l’astro nascente tra le donne più belle e amate di New York, il loro idolo, correre come una forsennata per mezzo centro commerciale con un orrendo vestitno verde mela; beh, probabilmente avrebbero perso l’uso della parola. O si sarebbero cavati gli occhi.
“Rachel!” Sbottò Kurt, una volta che era riuscita ad acciuffarla. “Ti vuoi calmare!? Sembri una teenager ad un concerto di Justin Bieber!”
“O Kurt ad una svendita di Prada.” Sussurrò Blaine con un sorrisetto che fu subito eliminato dalla faccia della terra tramite un’occhiata omicida del marito.
“Kurt, Blaine, è...mi dispiace tanto, ho provato a fermarla, ma io...”
“Come?” Adesso anche Blaine si era fatto serio, avvicinandosi alla ragazza.
“Io...è fuggita..”
I due ragazzi, cominciando ad intuire il soggetto del problema, sbiancarono di colpo.
“Un momento...” Blaine cercò disperatamente di ottenere una smentita alle sue terribili supposizioni. “Chi è che sarebbe fuggito?”
“Ma come chi!? Vostra figlia!”
Elizabeth Hummel-Anderson.
La loro unica, preziosissima figlia.
Fuggita.
 
 
“Cosa intendi con è fuggita!?” Gridò Kurt, tra un respiro affannato e l’altro. Non aveva mai corso così tanto in tutta la sua vita, e nonostante quello, Blaine riusciva ad essere dieci passi avanti a lui.
 “Non è colpa mia! Le stavo facendo vedere l’ultimo mio poster che hanno appeso accanto al tabellone... e poi è scomparsa!”
“Come diavolo fa a scomparire una bambina di tre anni!?” Esclamò allora Blaine, voltando per un attimo la testa nella loro direzione.
“Non lo so! E’ vostra figlia, dovresti essere tu a dirlo a me!”
“Oh Rachel! Questa è l’ultima volta che la lascerò nelle tue mani, lo giuro!”
“Ma Kurt, mi dispiace! ...In effetti, tutta questa situazione mi sta facendo venire in mente una canzone perfetta per...”
“RACHEL!”
“Ok, ok, scusate!”
Qualche minuto dopo, si trovarono esattamente all’entrata del centro commerciale. Il grande salone era adibito a parco giochi, ricco di palloncini e strutture gonfiabili.
Cercarono in lungo e in largo, ma di Elizabeth nessuna traccia. A Kurt iniziava a mancare l’aria; Blaine strinse con forza la sua mano, e si accorse che tremava.
 “Blaine...oh Blaine, e se non la trovassimo più? E se fosse andata in strada?!?”
Per fortuna, qualche secondo dopo, si sentirono chiamare a gran voce.
“Kurt! Blaine! L’ho presa!”
E sopra di loro, in cima all’enorme scivolo gonfiabile, in mezzo a tutti quei bambini piccoli e fragili, comparve Finn. Spiccava un bel po’, a dire il vero. E sulla sua spalla, come se fosse un fagotto, c’era una bambina dagli occhi smeraldini e i capelli castani che sventolò la sua piccola manina con fare allegro.
“Daddy!” E, subito dopo, “Papà!” (**)
Kurt e Blaine, all’unisono, si accasciarono l’uno contro l’altro.
E anche Rachel, a qualche metro di distanza, credette di essere appena scampata ad un infarto.
“Lizzy...” sussurrarono in preda al panico e all’emozione, abbracciandola talmente forte che per poco non le fecero male. La bimba non capì: ma come tutti i piccoli, si lasciò cullare da quel calore così familiare e piacevole, e poi si accoccolò tra le braccia di uno dei suoi padri.
Finn guardò Rachel, che praticamente stava piangendo per la commozione.
“Hey...va tutto bene.” La rassicurò il fidanzato, che si apprestò immediatamente a cingerle le spalle con un braccio. Lei lo guardò, con gli occhi ancora lucidi.
“Sei il miglior fidanzato del mondo.”
“E sei anche fortunato –commentò Kurt- oggi ci è mancato un soffio che uccidessi la tua ragazza. Ti conviene stare attento.”
“Ma quando la smetterete di battibeccare, voi due?”
“Finn, è dalla seconda liceo che vanno avanti.” Gli fece notare Blaine, che comunque, dentro di sè dava pienamente ragione a Kurt per il tentato omicidio.
Il ragazzo sorrise malinconico: “Ne è passato di tempo, eh?”
Si guardarono tutti, uno ad uno, e tra di loro, la piccola Lizzy si dimenò tra le braccia del padre facendo cenno di andare in quelle di Rachel.
“Zia!”
Kurt sbuffo: “Oh, perfetto. Nostra figlia ama Rachel Berry.”
Quest’ultima fece una linguaggia: “Vieni dalla Zia Rachel, picccola Lizzy!”
Blaine, però, con un moto di protezione strinse sua figlia a sè; non aveva nessuna voglia di ripetere il trauma di poco prima.
“Hem...magari domani. Ok? Si è fatto tardi, forse è meglio che la portiamo a casa.”
Kurt lo guardò divertito. Lo amava quando faceva il padre protettivo.
Le due coppie si salutarono, e così la famiglia Hummel-Anderson si diresse con tranquillità alla macchina.
“Credo di aver perso dieci anni di vita.” Commentò il moro, guardando la creaturina che teneva in braccio.
“Non dirlo a me. Avrò come minimo un centinaio di capelli bianchi. –Si rivolse, poi, alla bambina che ora lo fissava incuriosita- Non è un po’ presto per le fughe sconclusionate, signorina? Aspetta almeno di arrivare ai tredici anni!”
Scoppiarono a ridere, e poi, senza nessun motivo apparente, si baciarono; perchè erano completamente risollevati e si sentivano incredibilmente leggeri, come liberati da un macigno che li aveva schiacciati per secoli, e perchè avevano sentito l’impellente bisogno di farlo. La bambina sotto di loro li fissò radiosa, e si sentì improvvisamente cullata da quella stretta vicinanza dei due corpi paterni; così tanto che, dopo qualche metro di viaggio, dondolata dal passo della camminata, si sitemò meglio tra le braccia del padre, abbracciandolo languidamente, e cadde in un sonno profondo.
I due guardarono il frutto del loro amore, e non avevano mai visto niente di più bello in tutta la loro vita.
“Kurt?” Fece Blaine, dopo qualche secondo di silenzio.
“Sì?”
Sorrise. “Ti amo anche io.”
Kurt lo guardò, e un moto di irrefrenabile felicità cominciò a pervadergli tutto il corpo.
“Beh, dopo tutto, è stata quasi una bella giornata.”




 
********



 
Angolo di Fra:


(*) Devo anche dirvi che quella frase è la famosa frase che dice Piton a Silente, riguardo al suo amore per Lily? E devo anche dirvi che ho versato tipo fiumi di lacrime quando l’ho letta? Credo proprio di no.
 
(**) Ok, in verità questa è una cosa che ha raccontato Neil Patrick Harris in un’intervista: i loro figli, per distinguere i due genitori, li chiamano rispettivamente “daddy” e “papà”. E’ una cosa semplicemente adorabile, e quindi l’ho messa qui. “Daddy” è Blaine mentre “Papà” è, ovviamente, Kurt, che è fissato con il musical “Gipsy” :D (Some people – Rose’s turn eccetera eccetera)


  
Aaaaaaallora.
Se non si era capito, questa sarà una raccolta di vario genere e di OS differenti, tutte ovviamente incentrate su Kurt e Blaine come genitori. Non seguo un vero e proprio filo logico/temporale, più che altro seguo l’ispirazione (per farvi capire, in questa OS Lizzy ha 3 anni, nella prossima potrebbe averne 2).
Ci saranno delle cose piuttosto fisse: Kurt e Blaine a New York, ovviamente Lizzy, Finn e Rachel, e forse potrei inserirci anche qualche altro membro del Glee, devo ancora decidere.
Questa raccolta sinceramente è nata più da un mio “sfizio” personale, ho tante idee su daddy!Klaine e mi piaceva scriverci sopra. Sicuramente non supererà i 15 capitoli e potranno essere più o meno corti. Insomma, senza pretese, nel verso senso della parola.

A parte queste piccole premesse, spero veramente che vi sia piaciuta questa “introduzione” così com’è piaciuto a me scriverla. Grazie mille in anticipo a chi mi ha letto, e un sonoro THANK YOU a chi mi recensirà! Un bacione
Fra
  
   
 
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