Capitolo 1
Casa dolce casa

Natale si stava avvicinando.
Un mattino di metà dicembre, il villaggio di Resembool si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Il lago era diventato una spessa lastra di ghiaccio.
Edward e Alphonse erano tornati a casa approfittando del controllo di routine dell’automail (Winry non aveva voluto sentire ragioni e alla fine era riuscito a convincerlo), e decise di passare le vacanze natalizie lì dato che la ricerca era arrivata ad un punto morto. In più, sentiva la nostalgia di casa, dei deliziosi piatti casarecci della zia Pinako molto lontani da quelli ispidi della mensa militare; per non parlare poi della torta di mele di Winry.
Il giorno prima, il giovane alchimista fu accolto con una fumante torta di mele, mangiandola tutto da solo.
S’, la torta di mele cucinata dalla sua amica d’infanzia era la più buona che avesse mai mangiato.
-Ed! ed! svegliati!-
Ed si svegliò di soprassalto.
-Buon giorno fratellone- gli fece Al seduto su una sedia accanto alla finestra mentre Ed si passava una mano fra la chioma dorata.
Alphonse essendo un’armatura vuota non aveva bisogno di dormire perciò passava le notti a pensare e a vegliare sul sonno del fratello maggiore.
La zia Pinako tamburellò di nuovo sulla porta. -Avanti Ed svegliati!-
Ed sentì i suoi passi scendere le scale e parlare con qualcuno. Sicuramente con Winry, si ritrovò a pensare.
-Buon giorno Al- bofonchiò assonnato poi si girò sulla schiena e cercò di ricordare il sogno che stava facendo. Era un bel sogno. Aveva trovato il modo di riportare indietro i loro corpi senza dover far uso della pietra filosofale.
Resembool era un vero toccasana per lui.
Il letto dell’amica era morbido come una nuvola se paragonato al letto duro dell’accademia militare, scomodo come i sediolini del treno. In più, vi era il suo profumo. Inconsciamente prima di addormentarsi, si ritrovava ad annusare il profumo dell’amica restandone ammaliato. Era così delicato… una sorte di protezione, dove poter abbandonarsi a sonni tranquilli, lontano dagli incubi che quotidianamente lo perseguitavano.
Ecco di nuovo la zia dietro alla porta. -Non ti sei ancora alzato?-
-Sono quasi pronto- rispose Ed.
-Be’, vedi di spicciarti, ci sono visite-
I due fratelli si guardarono confusi. Non si aspettavano visite.
Il biondino si vestì velocemente con l’armatura che lo aiutava, passandogli i vestiti, eccitati di scoprire chi fossero i loro misteriosi ospiti. Vestendosi provarono ad immaginare i possibili candidati, ma l’uno era più inverosimile dell’altro.
Si fermarono a metà rampa di scala. Si lanciarono una breve occhiata per la sorpresa poi Ed puntò il dito contro i due visitatori, un uomo e una donna e gridò. -Tu! Cosa ci fai tu qui?!-