Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Harleen    11/10/2011    3 recensioni
Cinque volte in cui Dave fa coming out.
Predictable me, Blainofsky :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Cause you don't know who I really am
(I used to waste my time dreaming of being alive)
Beta: Lisachan
Personaggi: David Karofsky, Blaine Anderson, comparsata jolly di altri personaggi :D
Rating: …La dicitura "per cani e porci" esiste? Oh beh.
Disclaimer: Aspetto ancora che mi regalino i diritti di Glee. Fino a quel momento, niente di tutto questo è mio ):
Conteggio parole: 1555 (word)
Note: C'era una volta una bella bambina affetta da graforrea. Ella girovagava per il reame senza sapere cosa fare, fino al giorno in cui si imbatté in una sua amica. «Ohibò, amica,» le disse, «non so proprio cosa fare. Commissionami delle five things, affinché io possa trovare uno scopo alle mie giornate!»
La sua amica la guardò con un sorriso confortante come quello di un coccodrillo famelico e le disse, «Voglio cinque volte in cui Dave fa coming out e nessuno gli crede, ed una in cui invece qualcuno gli crede.»

…Ovviamente la shot non è uscita così, sia mai che io mi attenga alle consegne.



Cause you don't know who I really am
(I used to waste my time dreaming of being alive)




I



La prima persona a cui lo dice è sua madre. Sta lavando i piatti in cucina, un pomeriggio piovoso come tanti, e Dave entra ed inizia ad aiutarla a sciacquare i bicchieri senza dirle una parola.
«Avanti,» lo provoca lei con un sorriso gentile, «cosa devi chiedermi?»
Dave non alza lo sguardo dal lavandino mentre borbotta, «Mi vuoi bene?»
«Ovviamente no. Oh quanto ti detesto! Quanto – potendo – ricorrerei ad un aborto tardivo! Non mi porto una mano alla fronte solo perché ho su i guanti di gomma e rovinerei l'effetto scenico.» Il ragazzo ride, ma Marion non lo sente più sollevato, e la cosa inizia a preoccuparla. «Dave,» lo chiama, il tono all'improvviso più serio, «lo sai che puoi dirmi tutto.»
«Mi vuoi bene?» insiste lui, lo stesso bicchiere stretto tra le mani ormai gelate, tanto le sta tenendo sotto il getto dell'acqua.
«Certo.»
«Mi vorrai bene? Qualsiasi cosa succederà?»
«Fino alla fine.»
«Se–» inizia con la gola secca e la voce roca, «se mi piacesse– se io–»
«…Sei gay?»
Il bicchiere si frantuma sotto la presa d'acciaio di Dave.
Sua madre tira un paio di parolacce decisamente colorite, getta i cocci nel secchio dell'immondizia senza dire una parola e solo quando ormai il pericolo vetro spezzato è passato si arrischia ad aprire bocca. «Prendimi una birra.»
«Mamma–»
«…Va bene, prenditene una anche tu.»
«Mamma…»
«Cosa?»
«Ti ho detto che sono gay.»
E Dave non lo aggiunge, ma sa bene che sua madre ha capito perfettamente il seguito della frase: perché scegli la via dell'alcolismo?
Marion sorride, quasi divertita. «Ti ho sentito.»
«Allora?»
«Allora prendi due birre, voglio brindare con mio figlio. E poi voglio sapere chi è questo ragazzo che ti piace.»
Dave scopre che parlare con sua madre è facile come quando era piccolo e le raccontava tutti i suoi segreti; e perfino quando le racconta dei ricci neri e degli occhi verdi del suo ragazzo non sente l'imbarazzo che immaginava avrebbe provato. E' solo felice.


II



Kurt è il secondo.
Non che abbia bisogno di sentirselo dire, né Dave abbia bisogno di ribadire il concetto; trova solo che sia giusto dirlo chiaramente.
Per cui lo prende da parte e gli dice con estrema calma, «Okay, potrebbe essere che mi piacciono gli uomini.»
E Kurt è tutto un «Oddio, cosa mi dici, pensavo mi avessi ficcato la lingua in gola solo perché non sapevi dove altro metterla,» e Dave non sa perché la cosa ha smesso di imbarazzarlo, sa solo che ridergli in faccia è la risposta migliore che potesse immaginare, e deve pensare la stessa cosa Kurt, visto che ridacchia con lui.
«Tuo padre?» chiede dopo un po', e Dave sbianca per poi prendere fuoco immediatamente dopo.
«Glielo dirò. Non so quando, ma– beh, mia madre l'ha presa bene. Magari anche lui–»
Kurt lo abbraccia con lo slancio di chi non sapendo come farti forza, sembra sperare di potertene offrire un po' semplicemente mediante contatto. E sembra funzionare, perché quando Dave vede suo padre rientrare la sera, stanco dal lavoro, prende il coraggio a due mani e va a bussare con discrezione alla porta del suo studio.


III



Parlare con suo padre è sempre stato facile; il problema è sempre stato iniziare un discorso dal nulla.
Così, Dave si mangiucchia un'unghia, nella speranza che L'Incipit Perfetto arrivi ad illuminargli la mente d'improvviso.
«David,» lo richiama suo padre, «cosa devi dirmi?»
Dave ha lo sguardo fisso sulla lampadina della scrivania, vitreo e leggermente inquietante; non si accorge nemmeno lui del tono da automa che usa quando borbotta con le dita ancora davanti alla bocca, «Credo di essere gay.»
Il sigaro che Paul stava fumando gli scivola via dalle labbra aperte e va sporcare di cenere il tavolo. Paul sembra non curarsene, visto lo sguardo sconvolto con cui lo sta guardando. Dave incassa la testa tra le spalle, incapace di distogliere lo sguardo dalla lampada, e si prepara al fiume di insulti da cui verrà travolto.
«Ma giochi a football,» esclama l'uomo dopo essersi schiarito la voce per cinque volte, e si rende conto di stare involontariamente recitando una scena di In&Out solo quando vede un sorriso balenare negli occhi di suo figlio. «…Ecco perché tua madre mi ha fatto vedere quel film.»
Dave annuisce, e non riesce a reprimere una risatina isterica.
«Um– tu– ecco– tu non– voglio dire. Tu non ti senti donna, vero? Cioè, anche se– potrei iniziare a farti fare una cura di ormoni, io–» Dave gli ride in faccia e Paul non sa perché, non sa nemmeno cosa ha fatto, ma sente di aver tolto dalle spalle di suo figlio un macigno. «Okay, io– in realtà non voglio saperlo davvero. Ma– duh– c'è un ragazzo…?»
David arrossisce furiosamente come Paul non lo vedeva fare dall'epoca delle elementari. «Blaine.» borbotta dopo un po', e Paul trova semplicemente naturale alzare la voce.
«Piccolo bastardello!» gli tuona, brandendogli contro un dito sotto al naso e rifacendogli il verso, «Il mio amico Blaine resta a dormire, è un problema? Tu– dannazione! E tua madre sapeva tutto, vero? Certo che sapeva tutto, Marion se non trama alle mie spalle non è contenta!»
Dave perde vent'anni di vita. Lo osserva con gli occhi pieni di terrore ed è tutto un pigolio sommesso, mentre chiede spiegazioni. «Io– cosa–»
Paul lo fulmina con un'occhiataccia. «E' dall'epoca di Santana che ti è stato detto, non hai il permesso di invitare fidanzate o fidanzati che sia senza quantomeno dirmelo! Vai in camera tua!»
…Okay, quantomeno la parte delle punizioni folli è rimasta invariata. Dave non sa perché, ma si sente sollevato.
Di sicuro si sente molto più in angoscia quando sente Paul tuonargli, dal piano inferiore, di chiamare Blaine e passargli i genitori, che è ora di invitarli a cena.


IV



Il quarto – o meglio, i quarti – a cui lo dice, sono proprio i genitori di Blaine.
Non è che glielo dica, è che diventa difficile negare di avere una relazione con il loro bambino, il giorno in cui rientrano prima del solito dalla messa della domenica pomeriggio e trovano Dave a torso nudo in cucina che beve un bicchiere di succo di frutta e viene tempestato di baci da Blaine.
Il padre rimane in silenzio per tutto il pomeriggio, mentre sua moglie bombarda di domande il nuovo fidanzato del loro bambino e decide di volerlo invitare a rimanere per la cena.
Quando Dave si presenta in salotto – vestito, finalmente – non sa perché, ma si sente a disagio perfino nel sedersi al fianco di Blaine, e sente una fitta di senso di colpa quando il ragazzo gli stringe la mano da sotto al tavolo per fargli coraggio.
Il signor Anderson non emette un fiato durante tutto il pasto, ed è solo dopo cena, quando va a sedersi sul divano per seguire la partita di football, che chiama Dave con tono incolore.
«Sì?» pigola lui, avvicinandosi incerto.
L'uomo sospira e abbozza un sorriso. «Non sono sicuro che la cosa mi vada bene. Voglio dire– la prossima volta, non girate seminudi per casa.»
Beh, almeno non sta venendo cacciato a pedate. Dave china il capo, con aria colpevole. «Sì, signore.»
«Chiamami Phil,» lo corregge con un altro sospiro. «Vuoi seguire la partita con me? Blaine mi ha detto che giochi a football.»
Dave guarda incerto Blaine, intento a sparecchiare assieme a sua madre, e ne riceve un sorrisone d'incoraggiamento.
Quando, alla fine del secondo tempo, Dave si lascia inavvertitamente sfuggire di tifare per la squadra avversaria, Philip fulmina con un'occhiataccia Blaine, seduto anch'egli sul divano a guardare la partita. «Non mi piace il tuo ragazzo,» borbotta, quasi offeso, «non lo invitare più.»
Blaine ride di cuore, e Dave non è sicuro che sia un evento che si ripete tanto frequentemente in casa Anderson.


V



L'ultimo a cui lo dice è Azimio.
Blaine passa esattamente sei giorni, diciassette ore e trentaquattro minuti a tentare di dissuaderlo, prima che Dave tagli corto e blocchi l'amico dietro gli spalti del campo, dove di solito gli studenti si nascondono per fumare.
«Azimio,» inizia con la voce stridula, «sono gay.»
La cosa diventa improvvisamente sbagliata non appena Dave chiude la bocca. Realizza cosa ha detto, e a chi lo ha detto quando ormai è troppo tardi.
Azimio lo guarda con espressione neutra, prima di bofonchiare, «Amico, se devi dirmi qualcosa di importante fallo alla svelta, lo sai che mio padre mi taglia le gambe se arrivo dopo il coprifuoco.»
«Azimio, ti ho detto che sono gay.»
«Okay, sei gay. Altro?»
Dave è ad un passo dall'avere una crisi isterica. «Azimio,» strepita con voce ancora più stridula, «mi piacciono gli uomini!»
«…Va bene.»
«Come va bene?!»
«Dave, non è per svilirti, ma hai smesso di essere un eterosessuale credibile diversi anni fa.»
«Tu– tu sai?»
«Tutta la squadra, sa.» Dave non ha mai avuto così bisogno prima d'ora di sedersi e – ecco – morire. Azimio gli tira una pacca sulla spalla, prima di stringersi nelle spalle ed avviarsi verso l'uscita. «Va bene, sai,» gli dice senza nemmeno voltarsi.
Quando il giorno dopo Dave entra negli spogliatoi, trova un fiocco rosa appeso sullo sportello del suo armadietto. Sbraita qualche vaffanculo ad alta voce, mentre sente la risata suina di Azimio accompagnata dai risolini isterici di qualcun'altro.
Il fiocco rimane là per il resto dell'anno, senza nessuno che ne faccia più parola.


End.




Inutili Note finali:
Per chi non lo sapesse, le five things sono delle piccole raccolte di drabble o flashfic legate tutte dallo stesso filo conduttore e il più delle volte anche dallo stesso protagonista (es: cinque volte in cui Kurt ha ricevuto un bacio da Blaine); l'aggiunta del sesto episodio è di solito legata al fatto che, mentre per cinque drabble i personaggi finiscono imbrigliati nello stesso meccanismo, alla sesta di solito si chiede un'inversione di ruoli (solito es: cinque volte in cui Kurt è stato baciato, ed una in cui è stato lui a baciare Blaine). Qualcuno sentiva la necessità di questa precisazione? Perfino io l'ho trovata inutile!

(No, non lo so perché nella mia testa Azimio è un amico degno di rispetto. So solo che me li immagino intenti a coprirsi di battute razziste e ridere come ebeti (un ragazzo di colore ed uno omosessuale... hello!) XD

Parlando d'altro, la piccola citazione di In&Out: è una delle battute più geniali di un film che già per conto suo è splendido. Nella scena citata, uno dei personaggi spiega di essere gay al protagonista, e di aver fatto coming out con tutti i suoi amici, il suo capo ed i suoi genitori. Il suo capo ha risposto «chissenefrega, torna al lavoro»; sua madre ha pianto per dieci minuti e poi si è calmata, e suo padre ha risposto «…Ma sei alto!»
Capirete da voi perché io amo tutto questo :°D

I commenti sono sempre graditi (e sono anche una cura per il raffreddore!) <3

Harl <3

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Harleen