La sua corsa folle per le strade di Mosca si ferma in mezzo alla Piazza Rossa.
Anche il Cremlino sembra osservarlo sdegnante.
I pugni si stringono improvvisamente ad un ricordo che brucia troppo, un tremito scuote le membra contratte, e le lacrime si uniscono alla pioggia che cade.
Nella memoria solo poche parole.
“ Gilbert non lasciarmi solo”
Sono pesanti come sassi nel suo cuore spezzato.
Alza i suoi occhi rossi verso la luna pallida.
Su quel satellite sembravano esserci dei girasoli.
Ad Ivan piaceva pensarlo.
Ivan.
Quattro lettere che non voleva mai pronunciare tranne che in un momento particolare dove solo lui poteva udirle.
Gilbert cade in ginocchio nel mezzo della Piazza e sbatte i pugni sul cemento.
Perché?
Non ci sono parole, non ci sono risposte.
Pochi passi nel silenzio della notte e riconosce il suo odore portato dal vento.
Li sente quei passi fermarsi vicinissimi a lui.
-Che cosa vuoi?-
Il silenzio prima di un sussurro spezzato.
-Ti prego Gilbert….Non lasciarmi solo…-
Una mano calda si posa sulla sua congelata dal freddo e non può far altro che alzare lo sguardo.
E vede in lui il suo stesso dolore.
Cade in ginocchio anche l’altro.
-Gilbert ti prego….-
Entrambe le sue mani si stringono attorno a quelle dell’albino.
-Ti prego…-
Ma la pioggia continua a cadere sulla Piazza Rossa.