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Autore: SpiraleOvale95    12/10/2011    10 recensioni
Questa storia parla di Vegeta e Bulma nel loro amore contorto. lui, l'orgoglioso sayan di sempre e lei la dolce terrestre innamorata. Ecco come è andata realmente!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non si ruba!
Ecco il capitolo 1 della mi serie... è la prima che scrivo quindi vi chiedo di essere buoni con me! buona lettura!


Capitolo 1
Una mattina come tutte le altre, Bulma e Yamcha erano seduti sulla terrazza della Clapsule Corporation.
C’era un gran sole nel cielo e l’aria cominciava a profumare di primavera. Yamcha si dondolava sulla sedia con i piedi sopra al tavolo mentre Bulma si fumava una sigaretta.

“Delle volte mi chiedo dove sia finito Vegeta?” disse Yamcha fissando il cielo. Bulma sorrise:“Secondo me sarà andato su qualche pianeta ad allenarsi, visto che adesso l’unica cosa che ha in mente è di battere Goku, poverino non riesce veramente più a togliersi questa fissa dalla testa! Comunque dovrebbe ritornare presto, la benzina non dura in eterno su quella navetta e farebbe meglio a sbrigarsi se non vuole rimanere bloccato su qualche pianeta sperduto.”

Non fece in tempo a dire le ultime parole che si sentì un gran boato provenire dal giardino, si alzarono in piedi e corsero a vedere cosa era successo. Nessuno dei due si sarebbe aspettato di rivedere la navicella riatterrare nel giardino proprio in quel momento, ma soprattutto nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere scendere Vegeta con tanta disinvoltura senza nemmeno salutare o semplicemente considerare nessuno.
“Che cosa sei venuto a fare qui Vegeta?” urlò Yamcha spaventato dalla figura di quel potente Sayan.
Vegeta aveva l’aria di una persona tranquilla che aveva fatto un lungo viaggio e aveva solo voglia di riposare.“Dov’è finito KaKaroth? È già tornato sulla terra per caso?”
Yamcha si sentì confuso per un secondo. “Ma..  Come.. Vorresti dire che non lo hai ancora incontrato?”
Vegeta con un balzo saltò giù dalla navetta. “Sta zitto! Sono io quello che fa le domande qui! Hai capito?!”
Bulma allora prese in mano le redini della situazione dividendoli. “Non vorrete cominciare subito a litigare voi due! Lasciamo che Vegeta si riposi un po’, e poi…” appoggio il suo indice sul petto del Sayan che ne fu subito paralizzato “… Dovresti cambiarti la tuta, è da buttare!” E con un sorrisetto lo invitò a seguirla, sotto la faccia attonita di Yamcha.
Bulma portò Vegeta a farsi una doccia e dopo averli lasciato i vestiti puliti sopra alla asciugatrice se ne andò dalla stanza.
 

Vegeta finì con il restare alla Capsule Corporation. Si allenava tutti i giorni con la GR (Gravity-Room). Chiedeva al padre di Bulma di aumentare sempre la potenza e di inventare nuovi macchinari contro cui lottare, per poi frantumarli in mille pezzi.

I pomeriggi passavano tranquilli e Bulma passava il suo tempo con Yamcha, i due cominciavano ad andare molto d’accordo, stavano tutto il giorno a scambiarsi smancerie al parco.

Un giorno Bulma mentre era abbracciata a Yamcha gli fece una domanda un po’ bizzarra: “Cosa ne pensi te di Vegeta?” Yamcha ci pensò un po’ su. “Penso che è solo uno stupido e arrogante pallone gonfiato, si crede chissà chi solo perché si definisce il principe dei Sayan, ma a parer mio credo che non valga nulla.”

Bulma non disse niente e guardando un paperotto che seguiva la sua mamma si mise la mano di fianco alla testa, la piego e poi disse: “Vorrei un bambino…”. La faccia di Yamcha divenne pallida: “B-Bulma non credi che sia un po’ presto per pensare a queste cose? Infondo stiamo insieme da poco.”

“Invece credo che sia il momento giusto! Mi piacerebbe davvero tanto essere una famiglia felice come quella di ChiChi e Goku! E poi, non vorrai dirmi che non mi ami?” La sua faccia era molto concentrata sull’obiettivo che voleva raggiungere e non lasciò a Yamcha la forza di pensarci su due volte, era sempre stato un uomo molto manipolabile, ma il modo in cui ci riusciva quella donna era spettacolare. 
Si avviarono verso casa. La mamma di Bulma li aspettava in salotto con la solita tazza di tè, e dopo un sorso e quattro chiacchiere insieme alla Mamma si appartarono in camera da soli.
Si sedettero sul letto, Bulma guardava negli occhi Yamcha, lo vedeva che era teso, e che non sapeva come comportarsi, si tolse la camicetta e rimase in reggiseno davanti a lui.

Yamcha diventò tutto rosso. “Bulma sai, sei bellissima e credo che questo sia il momento che aspetto da tutta la vita!”  Giusto per chiarire che Bulma e Yamcha non hanno mai avuto rapporti. Bulma gli si era messa a cavalcioni sulle gambe a dopo un bacio intimo e profondo si sdraiarono tutti e due sul letto, ormai Yamcha era preso da quella donna così bella e sensuale nel suo corpo perfetto. Dopo molti baci e strofinamenti  Bulma decise che era il momento di arrivare al sodo. “Allora? Che ne dici di fare sul serio ora?” Yamcha tirò fuori dalla tasca un preservativo e fece per metterselo quando un urlo di Bulma lo pietrificò. “Cosa stai facendo?”

La sua faccia era spaventata dalla furia di quella donna, ma sapeva che non era pronto per quello che voleva lei. “Bulma senti, io non mi sento pronto per questo, non dico che non ti amo, perché sarebbe una bugia, ma non mi sento pronto per avere un figlio.” La sua faccia era serissima, come quella di Bulma, solo che avevano due idee diverse. “Yamcha credevo che tra me e te ci fosse qualcosa di profondo, ma vedo che non sei pronto per me!” Si rimise i pantaloncini e fece per andarsene, quando Yamcha la prese per un braccio. “Ti prego Bulma!”

“Lasciami!” Urlò lei, ma Yamcha la tirò con violenza sbattendola sul letto. “Se non vuoi allora farò da solo!” cominciò tenendola stretta per le braccia, e baciandola violentemente sul collo. Bulma era in preda al panico, questa volta era davvero messa male, la sua testardaggine  l’aveva portata in un bel pasticcio. Anche se non se lo sarebbe mai aspettato da Yamcha.

“ Ti prego fermati! Non  volevo essere così, ho sbagliato! Basta!”
Sentirono la porta aprirsi, era Vegeta. Rimase attonito a veder quello scempio. “Non è come pensi!” disse subito Yamcha per difendersi, ma Vegeta era stranamente tranquillo. Bulma si alzò e corse incontro a Vegeta che con le sue braccia la prese in un abbraccio protettivo. Bulma non si era mai sentita così.

“Io non so cosa tu stia facendo, piccolo terrestre, a questa donna, ma ti dico solo una cosa, se ti rivedo ancora vicino a lei ti faccio fuori!” Yamcha si era ricomposto ed era andato davanti a lui con aria di sfida.

“Bulma è la mia ragazza non devi permetterti di dirmi cosa devo o non devo fare con lei!”
Vegeta non ci vide più, spostò Bulma e prese Yamcha per la maglia e lo spedì fuori dalla Capsule Corporation, lo aveva lanciato talmente forte da rompere il tetto. Bulma aveva gli occhi sbarrati e guardava Vegeta dirigersi verso la sua stanza ancora sudato per l’allenamento. “ Vegeta aspetta!” corse e gli prese una mano. “Grazie per quello che hai fatto, se non ci fossi stato tu non so come sarebbe andata a finire.”

“Guarda, donna, che l’ho fatto solo perché sul mio pianeta ci insegnano una regola che può costare la vita a un uomo se viene infranta. Le donne vanno amate e protette, e nessuno si deve permettere di fargli del male.” Vegeta non si era nemmeno girato per guardarla in faccia, si scrollo la mano di Bulma di dosso e tornò in camera sua. Bulma fece lo stesso e sdraiandosi sul letto sentì nel suo cuore un sentimento mai provato prima per quel rude e orgoglioso Sayan.

“Mi sembra di aver visto qualcosa di buono questa sera in lui. Ma perché mi ha salvata e poi non ha voluto neanche parlarmi?”
Si mise sul letto e pianse, pianse perché non si sarebbe mai aspettata quella cosa da Yamcha e poi pianse perché voleva stare con lui, voleva quel suo abbraccio caldo e protettivo che gli aveva offerto. Nelle lacrime si addormentò, facendo incubi su quella sera.

Vegeta invece si fece una doccia fredda e poi si sedette sul letto. “Perché, io, Vegeta, Il Principe dei Sayan, ha aiutato una comune terrestre, perché ho provato rabbia verso quello sciocco, perché mi sono rivelato così debole! Non deve più accadere, mai più!”
Spense la Luce e si mise a dormire fino alla mattina dopo.
   
 
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