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Autore: Annetha    12/10/2011    0 recensioni
Noemi ha sedici anni.
E' una ragazza particolare, con dei valori e dei principi che non si riconoscono più.
Noemi ha paura di amare, ha paura dell'amore.
E' sicuro che qualcosa, in un modo o in un altro, influirà profondamente sul suo trascorso di vita.
Scommesse, giochi e sentimenti che si mescolano tra loro.
Noemi imparerà ad amare?
E cos'è poi, l'amore, se si viene ferite sul serio?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi, - a sedici anni - può avere paura dell'amore? 
 
 
Mi interrogai silenziosa, mentre le note di una canzone mi risuonavano in testa.
Era una mattinata calda, quella. Mia madre mi aveva chiamata dalla cucina, interrompendo i miei sogni, 
come faceva  da..praticamente sempre. La scuola era una prerogativa : una cultura, un lavoro assicurato, che tanto assicurato non era, un futuro spianato con tanto di lettere e complessi mentali.
La psicologa, ecco cosa volevo fare. Aiutare qualcuno e forse, aiutare un po' anche me stessa. 
Magari avrei anche capito lo strano meccanismo dell'amore.
Infondo a sedici anni nessuno ha paura dell'amore, lo cercano tutti, lo vogliono tutti, lo vivono tutti. 
Tutti meno che me, intendiamoci. Io sfuggo all'amore, io lo evito. Un bell'affare scappare dalla felicità. 
Mi chiamo Noemi. 
Altezza media, occhi scuri, capelli chiari. Potrei benissimo confondermi con le decine e decine di ragazze che vivono in questo mio stesso mondo, che frequentano la mia stessa scuola. 
La mia pelle è bianco latte, labbra troppo rosse e lentiggini sul viso. 
Ho odiato per così tanto tempo il mio corpo che - credetemi - ormai non ci faccio più caso.  Certo, avrei voluto essere dannatamente alta, scura e con due labbra perfettamente intonate al colore di pelle. Avrei voluto avere un paio di capelli neri, lisci e perfetti, cosa che - a causa del mio riccio ribelle - non posso ottenere spesso e poi, avrei voluto un paio di occhi celesti, che magari parlassero da soli.. ma nessuno si sceglie il corpo, e poche persone imparano ad accettarsi. 
In compenso ho sempre una parola di conforto per tutti, un aiuto incerto e consigli da regalare. 
Si, ecco il mio futuro da psicologa.
 Chi ha bisogno di un aiuto corre dalla dolce Noemi, chi ha bisogno di un consiglio, corre dalla saggia Noemi. 
Quando però, io ho bisogno di un aiuto o di un consiglio non corro da nessuna parte. 
Infondo, quando la gente si è sempre poggiata su di te, vedendoti come un pilastro portante, non è più in grado di fornirti aiuti o consigli adatti, al massimo può offrirti, magari malamente, una spalla su cui piangere. Alle parole 'pilastro portante' dovrei seriamente essere felice; Sono un pilastro portante per la mia migliore amica, per mio fratello, per alcune mie compagne di classe, per chi mi conosce poco e si fida troppo. 
No, intendiamoci. Non sono poi così importante, non sono la 'diva' della situazione, la persona che amano e vogliono tutti, tutt'altro. Il fatto è che sono la persona più disponibile di questo mondo e a questo proposito tutti ne usufruiscono. 
Prima o poi le cose cambieranno. 
Mi affacciai dal finestrino dell'auto di papà, mentre le case correvano veloci, adoravo il momento in cui mi cacciavo dentro un auto e osservavo silenziosa il paesaggio. Eravamo diretti a scuola, il sabato mattina mio padre non lavorava, motivo per il quale mi accopagnava lui per evitare il bus. 
L'auto accostò, presi la tracolla e uscii sorridente. 
- Ciao papà, ci vediamo dopo, eh? - 
- Studia e attenta! - Sorrise lui. 
Non sono mai stata la prima della classe ma a scuola diciamo che me la cavo. Sorrisi per l'ennesima volta a mio padre e m'incamminai verso l'edificio. 
Li dove mi aspettavano Clarissa e Gioele. 
Tipetti sempre allegri e tra le nuvole, migliori amici dalla nascita, aggiungerei. Belli che non immaginate, entrambi biondi occhi azzurri, alti, slanciati, perfetti e graziosi insieme. Non immaginerei Clarissa senza Gioele e non mi sognerei di vedere Gioele senza Clarissa. 
Secondo me, tra di loro c'è qualcosa di più di una semplice amicizia, ma se ne devono ancora accorgere. 
- Noemi! - Mi vennero contro in un abbraccio gigantesco. 
- Ragazzi! Come va? - Sorrisi. Li ho sempre adorati questi due.
- Tutto bene, andiamo? - 
- Andiamo. - Entrambi sorrisero e ci avviamo in classe. 
La scuola è grande e colorata; strano, ma vero. La nostra vecchia preside andava matta per i colori, giallo e blu, per dirla tutta era quasi una fissa, aveva fatto pitturare tutto di giallo, aggiungendo un blu acceso. Una favola, chiarirei. 
Arrivai in classe e presi posto, sempre il solito. 
Poggiai la testa sul banco mentre i miei amici giocavano tra di loro. Come avrei voluto anch'io, avere un rapporto così solido con un persona che non fosse mia madre o Clarissa. Mi immaginavo già, la vecchia zitella piena di gatti in una casetta dalle tende blu, con tappeti verdi e nuvole sul tetto. 
Bambina per tutta la vita. 
Sorrisi amaramente a quel pensiero e tornai a guardare Clarissa. 
- Noè, oggi un certo Claudio mi ha chiesto di te! - Gioele si avvicinò, quasi come preso da un lapsus. - No, forse era Mauro o Lauro! - 
- Che razza di nome sarebbe, Lauro? - Internvenne Clarissa. 
- Vai da sua madre e lo chiedi personalmente, no? - 
- Ti starai sbagliando, nessuno può chiamarsi così! - Continuò imperterrita. 
Io ero curiosa. Che poteva volere da me, un ragazzo? 
- Nome a parte, che ti ha detto? - Dissi quasi scocciata. 
- Voleva parlarti. Mi ha detto ' la aspetterò dopo la scuola, sul cancello secondario! ' parole testuali. - Ridacchiò Gioele. 
Lo guardai per capire se era serio o meno. 
Clarissa lo tirò per un braccio e cominciarono nuovamente a beccarsi come cane e gatto, ridendo come due matti. Io cominciavo ad analizzare la situazione. 
Claudio, Mauro, Lauro. 
Un ragazzo. 
Lauro, Mauro o Claudio. 
Nessuno di questi nomi faceva parte del cerchio di amicizie che potevo avere. La lezione cominciò e per la ricreazione mi ritrovai Elena in lacrime. 
- Che ti è successo? - Chiesi preoccupata. 
Elena è una mia cara amica da ormai tre anni. E' una ragazza semplice, piena di dubbi e insicurezze quasi quanto me. 
- Francesco, mi ha lasciata! - Fantastico. 
- Sul serio? Perchè?? - 
Vidi i suoi occhi riempirsi nuovamente di lacrime, prima di poggiarsi definitivamente sulla mia spalla. 
- Non lo so, dice che lui non fa per me, che l'errore non sono io, che siamo incompatibili. Dice che non sta bene. - 
Sospirò. Solite scuse. 
- L'errore non sei tu e a questo punto neanche la soluzione. - Dissi fredda. 
Non volevo smontarla era già abbastanza sconvolta, ma la sincerità era l'unica via. 
- Quindi è finita? Per sempre? - Singhiozzò. 
- Si accorgerà dell'immenso errore che ha fatto, Elena e tornerà con la coda tra le gambe, ne sono certa. - 
Le dissi sicura. Conoscevo il ragazzo di Elena ed era innamorato sul serio o così fino ad oggi mi era sembrato. Elena mi si avvinghiò e mi abbracciò più stretta. 
- Grazie. - Sibilò. 
- Di nulla, tranquilla! - Sorrisi. 
Poi la vidi sparire in mezzo al corridoio. 
Io ero ancora immersa tra i miei pensieri, curiosa, troppo curiosa di sapere chi fosse il ragazzo. Magari si era solo sbagliato o Gioele aveva capito male. 
Presi un respiro e le ore continuarono a scivolare. 
Poi l'ultima campanella. 
Uscii di fretta da scuola senza badare a Clarissa. Avevo altro per la testa e lei ne era a conoscenza, quindi le sorrisi le schioccai un bacio sulla guancia e corsi via.
Sono parecchio curiosa e mi faccio mille complessi, lo ammetto. 
Ma diciamo pure che è una caratteristica delle sedicenni, no? Ogni ragazza è come me, anche se tutti sostengono che sono diversa. 
Mia madre sostiene addirittura che sono troppo maschiaccio. Non indosso mai tacchi, gonne o vestiti. 
Ma questo dovrebbe essere caratteristico della femminilità? Non mi piace lo shopping e non amo particolarmente andare in cerca di trucchi o make up rivoluzionari. " Sbagliato " aveva detto mia madre, prendendomi un po' in giro. Poi mi aveva sorriso e mi aveva stretta forte. 
Mi voleva bene così com'ero, pensai. 
Socchiusi gli occhi dedicandomi a quel vento che mi veniva contro, sicuramente si trattava di un malinteso, non vedevo nessuno erano andati tutti, ormai. 
Poi una voce mi fece sobbalzare. 
- Salve. - Mi disse. 
- Cristo, che paura! - Ammisi. 
Aveva un paio di occhi verdi, per tipo cinque minuti mi ci persi dentro. 
- Scusami, io sono Marco. - 
- Marco, non Lauro. - Sorrisi divertita. 
- Lauro? - 
Chiese cauto. Gioele era proprio perennemente tra le nuvole. 
- Lascia stare. Allora, tutto occhei? - Chiesi curiosa. 
- Si, beh.. volevo chiederti una cosa. - 
Perchè volevano tutti, chiedermi sempre qualcosa? Cosa voleva, quest'altro? Un consiglio per la sua vita privata? Un numero di telefono di qualche ragazza mai vista prima? Dovevo smetterla di giocare alla psicologa. 
- Dimmi. - Dissi rassegnata. 
- Usciresti? Insomma.. con me? - 
Mi gelai sul posto. Uscire? Voleva uscire con me? 
- Nel senso..? - Abbozzai un sorriso, confusa. 
- Si, mi piaci e.. ti ho vista con Gioele. Volevo a tutti i costi parlarti. - Si porto una mano ai capelli e mi accorsi ancora una volta degli occhi verdi che spiccavano sul volto. Era bello e affascinante come non avevo mai considerato nessuno. 
- Wooo, wo. - Mi allontanai. 
- Non ti va? - Disse. 
- Non ti conosco neanche. - Tornai seria. Il suo bel visetto non mi convinceva. 
- Allora conosciamoci. - Mi si avvicinò vertiginosamente, e per poco non cadevo, inciampando sui miei stessi piedi. 
- Non.. - presi un respiro. - Non saprei, devo andare. - Il volto ormai aveva preso fuoco. Un'altra delle mie belle figure, diciamo. 
Mi allontanai un'altro po' e cambiai strada, lasciandolo solo. 
Quando ho detto che scappo dalla felicità, non scherzavo. 
Arrivai a casa a gettai sul mio letto la tracolla verde, regalatami da mia zia per il mio compleanno. Papà stava leggendo il giornale sul divano e mamma cucinava, fischiettando allegra. Sul suo pc, invece ci stava Leo: mio fratello. Alto più di me, capelli ricci e bello da paura. 
Io e Leo abbiamo la stessa età; siamo gemelli, ecco tutto. 
Siamo sempre stati legati come due amici, ci raccontiamo tutto e ci vogliamo un bene dell'anima. I litigi ci stanno, è normale, ma tutto sommato fila quasi sempre tutto liscio. Legai i capelli in una cosa e gli rivolsi parola.
- Leo, ciao! - Sorrisi. 
- Hei, Noemi! - Ricambiò il sorriso.
- Come va con Selena? - Chiesi, accovacciandomi vicino a lui. 
- Dio, sei fissata! - 
- Voi due, per me vi metterete insieme, Leo. Lei è pazza di te e non ti è indifferente! Sei così ottuso da non capirlo? - Annunciai imbronciata. 
- Io e Selena siamo amici. Scandì bene l'ultima parola e poi mi sorrise radioso. - E poi tutte sono pazze di me, cara. - 
- Il solito narcisista! - Lo sgridai divertita. 
- Realista, prego. - Aggiustò, lui. 
Che scemo. Gli occhi grandi e scuri sembravano ridere al posto suo. Era sempre stato divertente Leo, con una battuta sempre pronta;
mi alzai in piedi e insieme andammo a tavola. La mia era una famiglia perfetta, lo ripetevo da sempre. Avevo così tanti ricordi che quando mi mettevo a pensare finisco sempre per averne nostalgia. 
Finimmo presto, corsi a studiare e in poco tempo l'orologio dettava le nove e mezza. Sprofondai sul mio letto ripendando per un attimo a ciò che era successo. 
Avevo passato l'intera ricreazione a consolare Elena, persa nei suoi sentimenti indecisi. 
Avevo ignorato del tutto le lezioni, a causa del misterioso 'Claudio, Mauro o Lauro' . 
Avevo scoperto che il misterioso ragazzo si chiamava Marco e che voleva uscire con me. 
Morale della favola? Avevo fatto una bruttissima figura. 
Chiusi gli occhi disperata. 
Che brutto carattere che avevo, Cristo. 
Parlavo poco, così poco che a volte la gente mi scambiava per una maleducata, acida e snob. Sorridevo sempre però, anche quando ero imbarazzata e il mio viso s'infiammava, io sorridevo. Delle volte mi rendevo conto di essere asociale, mi mettevo sempre contro troppe persone, loro si mettevano contro me; in passato mi ero messa contro al mondo, ma che importava? La gente che avevo intorno era dannatamente diversa, ipocrita, falsa. Sorridevano ai nemici e odiavano gli amici, magari ero una loro amica, ma loro le odiavano le amiche, magari con il tempo ero diventata una nemica, ma tanto mi sorridevano. La mia disponibilità non seriviva, a quanto pare. 
Pensai.
Quando hai perso tutto e non ha più nulla da perdere, allora si che sei te stessa, e cominci ad avere le tue idee, cominci a ragionare con la tua testa, a dire troppe cose in troppi momenti diversi. 
Che hai da perdere? Se sei sincera ti odiano, se sei bugiarda ti odiano,se non parli ti odiano, se parli troppo ti odiano.  
Dio, lo so, ero troppo cinica, ma perchè avrei dovuto vivere in mezzo a lupi travestiti da pecore? A persone che giurano bene, quando non lo conoscono neanche lontanamente? Io ero stata sincera,avevo dato poca fiducia alle persone che mi ronzavano intorno e con il tempo e il giusto affetto mi ero costruita l'amicizia, la fedeltà, i sorrisi e le parole, le uniche cose che se sono costruite bene, rimangono per sempre. 
Le persone vere arrivarono, le amicizie arrivarono, i calci in culo e le batoste, rimasero. 
Lasciavo sempre i pregiudizi fuori dalla mia vita: le persone hanno sempre da ridire su tutto quello che sei o fai, dimostrati menefreghista e la smetteranno. Infondo però mi piaceva il mare, ma odiavo i costumi da bagno. Mi piacevano le stelle e il sole,mi piacevano le persone vere, ecco perchè adoravo Gioele e Clarissa, loro non giocavano con i sentimenti della gente. Mi piacevano le storie d'amore e gli innamorati; alla fine io ero innamorata dell'amore e avevo paura d'innamorami davvero. Avevo paura di dipendere da un sentimento diverso e mi fregavo da sola. 
Mia madre entrò in camera mia, fermando di getto i miei pensieri. 
- Tesoro, vai a dormire? - 
- Si, mamma, sono stanca. - 
Lei mi si avvicinò e mi abbracciò forte. 
- Buona notte. - 
 
 
 
Ciao, ragazze. 
Spero che questo primo capito sia piaciuto. 
La nostra Noemi è sempre disponibile anche se in passato la sua vita era da 'asociale' e se agli occhi di molti appare snob e piena di se. 
Chi è Marco e cosa vuole realmente dalla nostra piccola Noemi? 
Niente è come sembra e nel prossimo capito lo noterete (:
Vi chiedo però di recensire; è importante per me. 
Ditemi le vostre idee ed esponetemi i vostri dubbi. Commentate ve ne prego. 
Alla prossima (:
  
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